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BARBARA ED IO, IL PRIMO FILM DEL REGISA TEATRALE RAFFAELE ESPOSITO.
Post n°814 pubblicato il 12 Giugno 2012 da sanchez7
Cari amici lettori, cambio di scena! Oltre al nostro tanto amato Gossip, penso sia giusto dedicare un mio post al cinema MADE IN NAPLES... Non per essere di parte, ma considero la mia città una delle location più suggestive per questa popolare forma d'arte. Arriva un nuovo film “Barbara ed Io” sceneggiatura e regia di Raffaele Esposito. Sono sicuro che la trama vi entusiamerà! Lei, sposata con un figlio, vessata da un marito violento abita a Roma. Lui, un tipo un po’ misogino, alla ricerca di un sentimento vero, abita a Napoli. I due sono amici e quando incidentalmente, si rincontrano scatta una scintilla per cui finiscono per innamorarsi di un amore passionale e travolgente. Dopo mille promesse e mille progetti lei ovviamente ritornerà dal suo uomo lasciando l’altro alle prese con l’ennesima delusione. Tragico tutto questo? Forse, ma la storia assolutamente contemporanea nel suo svolgersi diventa paradossale, buffa, al punto tale da far sfociare la tragedia in commedia, a riprova che spesso la realtà è molto più surreale della fantasia. E’ la vita che imita la cattiva televisione. Scritta in un modo che riecheggia la commedia di Woody Allen, che sa trattare il dramma dell’uomo contemporaneo in maniera ironica ed autoironica. La storia si avvale di un soggetto attuale, che rispecchia la situazione sentimentale e emotiva degli uomini e delle donne nella nostra società. L’autore, con l’arma dell’ironia, riesce a dissacrare quella che poteva essere una delusione. E’ la prima pellicola da lungometraggio, scritta e diretta dal drammaturgo Raffaele Esposito, che , dopo anni di grandi esperienze teatrali al fianco di personaggi come Eduardo De Filippo, Pietro De Vico, Glauco Mauri, Isa Danieli, Lando Buzzanca, Pupella Maggio e tanti altri, e dopo aver scritto per il teatro opere come “Novecento Napoletano”, si cimenta con la macchina da presa. Al suo attivo ha già incassato diversi premi con un suo mediometraggio del 1999, “Una mattina di maggio”. Occhialini tondi, capelli arruffati e giacche newyorkesi con camicie a tinte e a disegni, Esposito lo si può definire il nostro Woody Allen, verso cui non nasconde una passione che ha origine antica. Ma è la sua scrittura, densa di paradossi, come la vita, che lo fa collocare come un Allen napoletano. La storia è ambientata fra Napoli e Roma, Napoli però non è iconografica, ma luogo preposto dalla storia: se al posto del Vesuvio ci fosse la Tour Eiffel nulla cambierebbe. Il film è assolutamente una commedia, che coinvolgerà e divertirà il pubblico grazie all’ironia e al ritmo che lo pervadono dalla prima scena al tragicomico finale. Protagonista femminile in assoluto, e demiurga che conduce il tema del film, è la bella e brava Martina Colombari. E’ lei che cambierà la vita, nel bene e nel male, di un piccolo regista teatrale, dal carattere ironico e sognante. Infatti Il motore di tutto, è Barbara, personaggio emblematico del film, figura che con il suo candore, il suo amore, le sue ambiguità rappresenta una prova irrinunciabile per un’attrice. “Barbara e Io” potrebbe essere considerata come genere, una commedia sofisticata, che alterna momenti di introspezione psicologica ad altri di notevole comicità. Prodotto dalla “Habana film”, il film annovera attori come Blas Roca Rey, nel ruolo del marito violento e meschino di Barbara, ma nella vita, marito di Amanda Sandrelli, attore molto gettonato nelle fiction nostrane, e nel ruolo del padre di Barbara, Ray Lovelok. Per la prima volta sullo schermo il piccolo dodicenne Michelangelo Rossi, nel ruolo del figlio della protagonista. Completano il cast attori come Luca Riemma, Rosaria Russo, Leonardo De Carmine, Gina Amaranta, Maria Teresa Amato, Francesco De Landro. I credits, continuano con l’organizzatore Antonio Alessi, la fotografia di Dario Germani, le musiche sempre essenziali per il tema descritto dalle immagini, di Marco Zurzolo e Paolo Raffone, mentre il montaggio è a cura di Francesca Sofia Allegra. (comunicato di Gianni Mattioli). Con affetto, Armando Sanchez |
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