San Francesco di Assisi

fratello Sole e Sorella Luna

Altissimu, onnipotente bon Signore, Tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione. Ad Te solo, Altissimo, se konfano, et nullu homo ène dignu te mentovare. Laudato sie, mi' Signore cum tucte le Tue creature, spetialmente messor lo frate Sole, lo qual è iorno, et allumeni noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: de Te, Altissimo, porta significatione. Laudato si', mi Signore, per sora Luna e le stelle: in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle. Laudato si', mi' Signore, per frate Vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento. Laudato si', mi' Signore, per sor Aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta. Laudato si', mi Signore, per frate Focu, per lo quale ennallumini la nocte: ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte. Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba. Laudato si', mi Signore, per quelli che perdonano per lo Tuo amore et sostengono infirmitate et tribulatione. Beati quelli ke 'l sosterranno in pace, ka da Te, Altissimo, sirano incoronati. Laudato si' mi Signore, per sora nostra Morte corporale, da la quale nullu homo vivente po' skappare: guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male. Laudate et benedicete mi Signore et rengratiate e serviateli cum grande humilitate. (Cantico delle creature di San Francesco d'Assisi)

 

SINDONE

 

La figura di Goffredo de Charny, signore di Lirey, in Champagne, sembra uscire direttamente da un racconto cavalleresco. È tra le mani di questo eroico cavaliere che la Sacra Sindone fa ufficialmente la sua apparizione in Francia. Dopo una vita di avventure improntate ai più alti ideali della cavalleria medievale (ed intorno alle quali il nostro scriverà un libro di buon successo, sorta di manuale del perfetto Chevalier), nel 1355 viene incaricato dal re di portare il suo stendardo di battaglia.
È un grande riconoscimento, e il cavaliere non lo disonora: l'anno successivo muore eroicamente nella battaglia di Poitiers, nella strenua difesa dell'Orifiamma, la lingua di tessuto rosso fiammante simbolo del potere supremo e dell'onore di Francia. Come sia giunta, la Sacra Sindone, all'eroico vessillifero di Francia, rimane un mistero. Vediamo le ipotesi che sono state fatte in proposito. La Sacra Sindone potrebbe essere stato un bene di famiglia pervenuto a Goffredo tramite matrimonio o amicizia. Stretti legami collegano Goffredo ai discendenti di Otto de la Roche, feudatario francese e primo duca di Atene, ai tempi in cui proprio ad Atene della Sacra Sindone abbiamo avuto l’ultima segnalazione. La Sacra Sindone avrebbe potuto fare parte dei tesori di famiglia; Goffredo di Charny sposò una diretta discendente di Otto, che avrebbe potuto portargli la reliquia in dote,e fu grande amico di Gautier IV de Brienne, conestabile di Francia e fedele compagno d’armi, anche lui caduto a Poitiers. Se anche non fosse stata materialmente in loro possesso, Gautier IV de Brienne o la stessa consorte potrebbero aver rivelato all'indomito cavaliere il nascondiglio della Sacra Sindone in Oriente: questo spiegherebbe il rapido viaggio di Goffredo oltremare, fino a Smirne nel 1345, ufficialmente compiuto al seguito del Delfino. Ecco il possibile anello mancante della catena che, da Atene, porta il sudario direttamente nelle mani di un cavaliere francese del Trecento. La "pista templare" sostiene che la Sacra Sindone fosse stata affidata a Goffredo durante un periodo di prigionia in Inghilterra, nel castello di Goodrich. Qui essa sarebbe stata portata da quei Cavalieri Templari che scamparono ai roghi e alle carceri di Francia. In contrasto con i fitti misteri dei secoli precedenti, la storia "europea" del Sacro Tessuto, dopo la riapparizione in mano ai de Charny, è sufficientemente documentata: nel 1453 la reliquia viene ceduta da Margherita, ultima erede degli Charny, al duca Ludovico di Savoia. Le travagliate vicende del ducato dei Savoia porteranno in seguito la Sacra Sindone, a più riprese, da Chambéry, in Piemonte, in altre città della Francia e dell'Alta Italia, fino alla traslazione definitiva nella città di Torino nel 1578. La Sacra Sindone, di proprietà di Casa Savoia per oltre mezzo secolo, è stata assegnata, in un lascito testamentario del capo della Casata ed ultimo Re d'Italia S.A.R. Umberto II di Savoia, al Sommo Pontefice. Il re in esilio è morto a Ginevra nel 1983, anno dal quale la Sacra Sindone è divenuta, dunque, di proprietà pontificia.

 

IN FEDE

 

ANTICA SEDE

 

Nel  1102, il Re di Gerusalemme Baldovino II, concesse hai cavalieri di Cristo la custodia del Tempio di Salomone e la residenza nel  monastero fortificato di Nostra Signora di Sion situato a finaco al Tempio, con il passare degli anni il numero dei cavalieri aumentò, cosicchè dovettero trasferirsi a pochi metri, andando ad occupare tutta l'area di quella che era la spianata del Tempio di Salomone, ossia l'area fra la Moschea della Roccia e la Moschea di Al-Aqsaa. A questo punto il loro nome fu cambiato in "Ordine dei Cavalieri di Cristo a Cavalieri del Tempio di Gerusalemme". 

 

 

GOFFREDO DI BUGLIONE

BALDOVINO I

 

templari in Terrasanta

 

 

  


 

 

 

Il Krak dei cavalieri , così chiamato, imponente ancor oggi nonostante i millenni, sorge su un colle di 750 metri , conquistato nel 1109 da Tancredi di Antiochia; fu ceduto in seguito all’ordini cavallereschi. È un castello quasi senza fine, robusto; solo lo spessore della prima cerchia di mura è di 24 metri, la seconda cerchia domina la prima ed infine vi è un robusto mastio che controlla tutte e due; in pratica compongono il krak tre castelli costruiti uno sull’altro ed indipendenti tra loro. Il Krak era considerato il castello più grande tra le tante fortezze -forse il più bello del mondo-, nella valle della Becaa. Il suo nome in arabo significa dunque fortezza, “Karak”, cardine della difesa del porto di Tripoli e della valle d Becaa, inserito come un anello in una collana tra le cui maglie splendevano i castelli della Santa Milizia Templare.
 La fortezza KARAK come la chiamavano gli arabi-. KARAK è un palindromo, cioè una parola che si legge uguale sia da Occidente, sinistra a destra, che da Oriente, destra a sinistra. In sumero significa ‘anima (KA) Sole (sia RA che AR)’. KAR è la ‘forza dell’anima’ [Il nome Carlo ß KAR LU ‘soggetto forza’ comprova].

 

templari lungo la via Francigena

 
La presenza dei Templari in Italia riguardava tanto le regioni settentrionali (ad esempio lungo la via Francigena, una delle arterie principali lungo le quali i pellegrini dalla Francia giungevano a Roma), quanto nelle regioni meridionali e, tra queste, un sicuro ruolo di preminenza fu svolto dalla Puglia per la posizione strategica occupata da questa regione da sempre crocevia tra Occidente ed Oriente. La causa dell'espansione dei Templari in Italia è da ricondurre a due motivazioni principali: la viabilità terrestre e la possibilità di adoperare i porti, in modo speciale quelli della costa pugliese (Manfredonia, Barletta, Trani, Molfetta, Bari, Brindisi), per l'imbarco verso la Terra Santa dei pellegrini e dei Crociati ed il loro rientro, nonché per la spedizione di vettovagliamento e derrate alimentari alle guarnigioni templari in Outremer. L'espansione dell'Ordine (tra la seconda metà del XII secolo sino alla fine del XIII secolo) avveniva secondo una logica ben precisa tendente a privilegiare in primo luogo le località costiere per poi procedere verso l'entroterra. Secondo una stima approssimata per difetto, in Italia erano presenti almeno 150 insediamenti appartenenti all'Ordine del Tempio, di questi meno di un terzo si trovavano nella parte meridionale della penisola.
La maggiore concentrazione di domus templari, molto probabilmente, era nella terra di Puglia ove, tra l'altro, avevano diverse sedi. Gli insediamenti dei Templari erano chiamati in Italia "precettorie" o "mansioni" a seconda della loro importanza, mentre in Francia prendevano il nome di "Commanderies". Anche in Puglia l'espansione sul territorio delle case templari seguì la dinamica sopra esposta: dagli avamposti sul mar Adriatico i Templari cominciarono a penetrare all'interno del territorio pugliese e, in particolare, nelle fertili pianure della Capitanata nell'entroterra garganico e della Murgia in Terra di Bari.I Cavalieri Templari sovente alloggiavano in chiese minori, oratori, cappelle dipendenti da episcopi o cattedrali o in monasteri cui spesso erano annessi ospizi per l'accoglienza dei pellegrini. Grazie all'intervento dei pontefici il Tempio riusciva ad ottenere in concessione perpetua o temporanea immobili appartenenti ad Enti ecclesiastici dietro pagamento di un censo annuo. A volte erano gli stessi Templari a costruire delle chiese, anche se in Italia tale attività sembra essere alquanto ridotta. Ma è soprattutto alle donazioni e ai lasciti dei benefattori che il patrimonio templare vide una rapida crescita sia nelle città che nelle campagne. Le domus templari italiane raramente erano isolate e sovente facevano parte di ecclesiae, con le quali finivano per confondersi. Le domus erano anche costituite nell'ambito delle mansiones, composte nella forma più elementare da un ricovero per i viaggiatori ed una stalla per i cavalli. Le domus-mansiones erano collocate nei centri di transito o confluenza delle principali correnti di traffici e pellegrinaggi che percorrevano l'Italia. La funzione assistenziale era altresì svolta con le domus con annessi degli hospitales.

 

Templari in Puglia

Castel del Monte

All'interno del cortile c'era una vasca ottagonale monolitica che serviva per contenere l'acqua; sotto il cortile vi era una cisterna grandissima. Su cinque delle otto torri c'erano cinque cisterne pensili collocate proprio su quelle torri dove c’erano i servizi igienici. Le cisterne raccoglievano l’acqua e quando erano troppo piene c’era un troppo pieno che scaricava fuori. Il terrazzo del castello è fatto a dorso d’asino: l’acqua che scorreva verso l’esterno riempiva queste cisterne, l’acqua che scorreva verso l’interno riempiva la cisterna situata sotto. Ciò dimostrerebbe che Castel del Monte non è un castello di difesa ma un edificio costruito come un Tempio.Fedeico II, Ordina la costruzione del castello nel gennaio del 1240 e muore nel 1250: c'erano dieci anni di tempo per terminare la costruzione del castello. Alla costruzione del castello hanno lavorato maestranze altamente qualificate come dimostrato dalla costruzione architettonica che è un gioiello di matematica. Le pareti del piano superiore erano tutte rivestite di marmi preziosi che sono stati rubati assieme a sculture e bassorilievi. In quel momento storico particolare in Puglia vi era una presenza molto massiccia dei Cavalieri Templari, i monaci guerrieri i quali erano padroni di tutta la Puglia come dimostrano le numerose testimonianze dal Foggiano al Leccese. La Puglia era una delle dieci province dei Cavalieri Templari disseminate dal centro Europa fino al medio Oriente e in più la Puglia a quel tempo era la cerniera tra oriente e occidente.

 

RE RUGGERO II

Jolly Roger". La tradizione vuole che questo vessillo venisse utilizzato anche a bordo delle navi dei "Poveri Soldati di Cristo e del Tempio di Salomone", come i Templari erano conosciuti originariamente. I Templari combattevano le loro battaglie anche in mare, abbordando ed affondando le navi nemiche: di qui l'analogia coi Pirati e l'adozione della bandiera col teschio e le ossa, la bandiera usata da  re Ruggero II di Sicilia (1095-1154). Ruggero era un famoso Templare e di una flotta di seguaci dell'Ordine si separò in quattro unità indipendenti, quindi era una eredità, e le sue ossa incrociate rappresentavano un chiaro riferimento al logo templare della croce rossa con le estremità ingrossate.sempre legata ai Cavalieri Templari. La notte del 13 Ottobre 1307, prima dell'arresto di massa, in gran segreto, 18 galee templari navigarono lungo la Senna e presero il mare, dirette a La Rochelle, dov'era pronta una flotta templare. I Templari, segretamente avvertiti del tranello teso nei loro confronti dal Re Filippo il bello di Francia, avevano portato in salvo il loro Tesoro e le reliquie più preziose. Le loro vele erano state annerite con del catrame per non essere visti nella notte. Durante il viaggio in mare, i Templari superstiti si riunirono in consiglio per decidere sotto quale segno avrebbero navigato, non potendo più utilizzare la classica croce rossa in quanto ormai bandita. Al termine, fu decisa l'adozione dell'antico simbolo di pericolo, il teschio con le tibie incrociate, con il fondo mutato in nero in riferimento al colore delle vele.

 

 

Portogallo tomar

ORDINE SUPREMO del CRISTO

 E’ il più prestigioso fra gli Ordini Equestri Pontifici, riservato solo ai Sovrani ed ai Capi di Stato, di fede cattolica, che si siano resi particolarmente benemeriti verso la Santa Sede. L’ Ordine venne creato da Dionigi I re del Portogallo ( 1279 - 1325) e dedicato a Cristo, riunendo in tale Ordine tutti i cavalieri del Tempio ( templari ) . Alla nuova istituzione rimase la stessa regola dei Templari, quella Cistercense, come parimenti identici restarono il mantello e la croce patente di rosso, con la sola aggiunta di una piccola croce latina di bianco, caricata sulla prima, in cuore. L’Ordine ebbe l’approvazione del Sommo Pontefice Giovanni XXII il 14 marzo 1319, riservando lo stesso Papa anche alla Santa Sede, oltre che ai Sovrani portoghesi, la facoltà di conferire tale ambitissima distinzione cavalleresca. L’Ordine, con la destinazione di tutti i beni dei cavalieri del Tempio presenti in Portogallo e con lo scopo di difendere il Regno d’Algarve contro gl’infedeli scrisse, nella penisola iberica stupende pagine di eroismo e di gloria, nella dura e sanguinosa lotta contro i Mori. La sede originaria dell’istituzione cavalleresca era situata a Castro Marino, nell’Algarvia ed in seguito venne invece spostata a Tomar, nel vecchio convento dei templari, ribattezzato Monastero del Cristo, per meglio respingere gli assalti dei Mori. Il Sommo Pontefice Eugenio IV ( 1431 - 1455 )

 
Creato da: knighttemplar il 18/05/2008
RICERCHE STORICHE

 

 

Veritas Ipsa Sublimis Deus

Post n°144 pubblicato il 30 Settembre 2011 da knighttemplar

 

 Cavalieri del’Ordine di Nostra Signora di Sion", un ordine segreto e parallelo a quello dei cavalieri templari, (vedi foto sigillo due cavalieri e stendardo) che venne fondato, secondo i già citati "Dossier Segreti" di Henri Lobineau, pubblicazione di una serie di "dossiers segreti" depositati presso la Biblioteca Nazionale di Parigi, strettamente legati alla vicenda di Rennes-le-Château. Nel 1090 da Goffredo di Buglione. E’ da tener presente che fino al 1188 l’Ordine o Priorato di Sion e quello del Tempio avrebbero avuti lo stesso Gran Maestro, come Hugues de Payen e Bertrand de Blanchefort.... I primi nove cavalieri templari ebbero il loro primo quartier generale sull'area della Moschea di Al-Aqsa, nella spianata del Tempio di Salomone, dalla quale appunto presero il nome. Abbiamo anche già detto che i Templari avevano inizialmente dei compiti di polizia, cioè di difendere i pellegrini dagli attacchi dei briganti e delle bande musulmane nelle zone circostanti la Città Santa. Ma, da studi neanche tanto recenti, e da documentazioni talvolta monumentali, ivi compresi antichi codici miniati, abbiamo ragione di credere che non fosse proprio così. Senz'altro i Templari avevano il compito che abbiamo detto e che svolsero in modo più che disciplinato, ma ne avevano anche un altro, molto più importante del primo. Ma per comprendere esattamente qual'era questo secondo compito, occorre fare un salto indietro di diversi secoli: al tempo immediatamente successivo alla morte di Gesù ed ai fatti accaduti allora. Quando Gesù morì, le cose andarono diversamente da quello che comunemente si sa. Si formarono due chiese, una retta da Pietro, discepolo di Gesù, ma inviso ai più, tanto che fu costretto dai saggi del Sinedrio ad allontanarsi da Gerusalemme. La seconda, più forte, retta da Giacomo, ormai riconosciuto fratello di Gesù. Il fatto che Gesù abbia avuto fratelli è ormai anche ammesso dalla Chiesa, visto oltretutto che moltissimi testi e studi storici ne attestano la presenza inequivocabile. Giacomo fu così posto a capo della Chiesa di Gerusalemme, con il compito di portare avanti la parola di Gesù ma nello stesso tempo di non urtare troppo la suscettibilità degli altri rappresentanti ebraici e non, nel Tempio di Gerusalemme. Ma alla fine anche Giacomo, come Gesù, non fu ascoltato, e un giorno fu prima lapidato, come d'uso fra gli ebrei, e poi gettato giù dalle mura del Tempio, nel luogo ove ancora oggi si può vedere la sua tomba. I seguaci di Giacomo si diedero alla macchia, mentre i cosiddetti "vincenti" si acquartierarono proprio nel Tempio di Salomone, e lo elessero a proprio domicilio religioso. Ma i sacerdoti avevano fatto i conti senza i Romani, che nel 70 d.C., sotto il regno dell'imperatore Tito, assaltarono il Tempio e lo saccheggiarono, uccidendo tutti quelli che trovarono al loro interno, e portando via il tesoro là custodito. Ma alcuni sacerdoti, prima dell'assalto delle truppe romane, erano stati avvertiti del pericolo imminente, ed allora pensarono di nascondere quello che per il popolo ebraico vi era di più sacro nei sotterranei del Tempio, inaccessibili in quanto pieni di labirinti e di trappole. Occorre sapere che, secondo le documentazioni, il re Salomone commissionò la costruzione del Tempio ad un valente architetto dell'epoca, tale Hiram Abif, che era ferratissimo in tecniche delle costruzioni, visto che aveva collaborato a quelle egizie. Il cuore del Tempio era una stanza segreta del sotterraneo, detta "Sancta Sanctorum", ossia il "santo dei santi". In questa stanza il re Salomone fece conservare le cose più preziose per il popolo ebraico, come il tesoro, l'Arca dell'Alleanza e le Leggi di Mosè. In questa stanza ed in altre camere sotterranee, i sacerdoti, consci ormai del prossimo assalto dei Romani nascosero, come detto, tutte le cose preziose e sacre dell'ebraismo. I Romani saccheggiarono il Tempio, ma non trovarono quello che era stato nascosto nei sotterranei. Prima ancora di questo assalto, che portò inoltre alla distruzione totale del Tempio di Salomone ed alla sua mai piu' effettuata ricostruzione, i sacerdoti scrissero tutto ciò che avevano nascosto, facendo una specie di inventario, inoltre indicando con precisione dove alcune cose erano state nascoste, per permettere poi, alle generazioni future, il recupero di questi tesori celati. Alcuni di questi sacerdoti riuscirono però a sfuggire alla strage perpetrata dalle truppe romane, proprio nascondendosi in questi sotterranei e poi, non potendo più rimanere in Palestina, partirono raggiungendo l'Europa, sparpagliandosi per il continente. Essi formarono nuclei familiari, che si tramandarono di padre in figlio quello che consideravano "il segreto del Tempio". Per ogni famiglia, ad ogni primogenito veniva svelato, al momento della maggiore età, questo segreto, e solo a lui. Ovviamente queste famiglie erano di ceppo ebraico, ma con l'andare dei secoli ci fu una vera e propria "cristianizzazione" di questi nuclei, che rimasero comunque sempre in contatto, e formarono una specie di confraternita che venne chiamata "Rex Deus". Vi era un patto preciso e segreto fra loro: quello di tornare nella città santa per recuperare ciò che i loro progenitori, gli antichi sacerdoti, avevano lasciato sotto alle rovine del Tempio, nei labirinti sotterranei e nel Sancta Sanctorum. Come per incanto, l'occasione arrivò poco più di mille anni dopo la caduta e la distruzione del Tempio: la Prima Crociata, comandata da Goffredo di Buglione, facente parte dei Rex Deus, che nel 1099 riconquistò la Città Santa. Va detto che comunque il recupero di questi tesori sotto alle rovine del Tempio andava effettuato nel più grande segreto, per motivi facilmente immaginabili. Ed ecco allora che i Rex Deus hanno l'idea di fondare un Ordine monastico e militare, unico nel suo genere: i Templari. Con gli auspici del grande San Bernardo, tale Ordine ebbe l'imprimatur papale e con ciò l'autorizzazione e prendere posizione a Gerusalemme, guarda caso proprio sopra le rovine del Tempio. Ora i templari, oltre ai compiti di polizia che abbiamo detto all'inizio, potevano iniziare l'opera che i Rex Deus si proponevano. Quindi, considerati gli studi effettuati e le prove raccolte, possiamo senza ombra di dubbio affermare che i Templari furono la più grande organizzazione per il recupero di reperti archeologici religiosi di tutto il Medioevo. Un compito gravoso e difficile, che però fu svolto con grande caparbietà. I mezzi del tempo per svolgere scavi archeologici erano certo pochi e molto grossolani, tuttavia i Templari supplirono a ciò con l'ingegno e con la volontà. Una volta acquartieratisi, essi iniziarono con pazienza gli scavi, fino a giungere ad una profondità di oltre 20 metri al disotto delle spianata del Tempio, sotto la Cupola della Roccia. I Templari scavarono un profondopozzo per poi calarsi nell'interno dei sotterranei del Tempio, fino ad arrivare al cuore del Tempio stesso, nel "Sancta Sanctorum", cioè la cella più segreta del Tempio, dove come detto gli Ebrei conservavano l'Arca dell'Alleanza, quella che conteneva le tavole della Legge, i nostri Comandamenti, dati da Dio stesso a Mosè. Questi sotterranei, come abbiamo riferito più sopra, erano un vero e proprio labirinto, con vicoli e cunicoli ciechi, con trappole ed altri pozzi profondi, tutti accorgimenti copiati dal sapiente Hiram Abif dalle protezioni delle piramidi egizie, dove sembra che lavorò anch'egli. Ma di preciso che cosa trovarono i Templari sotto le rovine del Tempio? Certamente qualcosa di molto, molto grosso ed importante. A quanto sembra, trovarono moltissimi documenti, là sepolti e nascosti dai sacerdoti, la cui copia fu portata dai sacerdoti non lontano da Gerusalemme, nel deserto di Giuda, a poco più di 50 Km., sulle rive del Mar Morto, e per la precisione a Qumran. Questa località è famosissima, in quanto nel 1947, durante una campagna di scavi archeologici effettuata dal governo israeliano, furono rinvenuti motissimi vasi di terracotta, contenenti dei rotoli di rame, detti appunto "Rotoli del Mar Morto",  in cui vi è la riproduzione di un frammento. La località di Qumran era la cittadella capitale di una tribù, gli Esseni. In lingua arcaica, la parola "esseno" ha il significato di "santo". Sembra poi che questi Esseni abbiano portato via dal Tempio di Salomone moltissimi altri documenti, poco prima della distruzione del simbolo d'Israele da parte delle truppe romane. Per celarli e per proteggerli, li hanno posti dentro ai vasi di terracotta e quindi interrati. Alcuni di questi rotoli contenevano una descrizione precisa e minuziosa di quello che era stato nascosto nei sotterranei del Tempio di Salomone. Poi, come detto, sono stati recuperati. Così, i Templari sicuramente ritrovarono questi documenti, fra cui ve ne era uno, il numero 52, con scritto: "Sotto l'angolo meridionale del portico di Zadok, sotto la piattaforma dell'esedra: vasi usati per raccogliere i rimasugli delle decime, il grano raccolto con le decime e monete ornate con figure.". Qui occorre riagganciarci al discorso fatto all'inizio sulle due chiese che si vennero a formare dopo il martirio di Gesù. Sappiamo, per mezzo della scoperta sensazionale dei Vangeli gnostici di Nag-Hammadi  che Giacomo, fratello di Gesù, era detto "il giusto", che in ebraico si dice proprio "zadok", o maestro di giustizia, che in ebraico suona come "moreh-zedek". Come abbiamo già detto, e come risulta sempre da questi testi gnostici, Giacomo era capo della Chiesa Cristiana di Gerusalemme, attirandosi così tutte le ire degli Ebrei e soprattutto dei sacerdoti del Sinedrio. Per riassumere quello che abbiamo accennato all'inizio, nel 62 d.C. Giacomo fu aggredito e precipitato sotto da una delle guglie del Tempio d'Israele che era in restauro. Proprio i Rotoli di Qumran riportano la nascita di un gruppo, staccatosi dalle altre tribù ebraiche, chiamato "figli di Zadoc", quindi i figli di Giacomo, cioè coloro che continuarono la sua opera di cristianizzazione. Infatti, gli Esseni erano il popolo più cristiano di tutta l'area mediorientale, veri continuatori, prima della Chiesa di Paolo, della cristianità nel senso proprio della parola. Ma ora, per non fare di queste pagine un trattato di storia, senza meno torniamo ai templari. Nelle altre pagine che sono dedicate alla presenza dei templari alle crociate, e poi alla storia dei templari, abbiamo veduto ciò che hanno fatto e quali erano le loro Regole quotidiane di vita e di comportamento. I Templari. quindi, hanno iniziato a scavare sotto al Tempio, riportando alla luce reperti straordinari, come la Vera Croce, la Sindone e altro ancora. Forse riportarono alla luce anche l'Arca dell'Alleanza ed il Graal, oltre a documenti di capitale importanza per la comprensione delle dottrine cristiane ed ebraiche. Insomma, possiamo affermare che i Templari si impossessarono di segreti che nessuno, prima di allora, aveva conosciuto nè dei quali si aveva probabilmente il sentore di una esistenza. Da qui, la storia templare si tinge di giallo e la cronaca comincia a divenire leggenda. All'epoca, fu detto che i Templari erano a conoscenza di segreti esoterici e di magia orientale, che si erano dati all'alchimia ed alla stregoneria. Anche se queste ipotesi possono sembrare in un certo qual senso affascinanti, non vi è nulla di più falso. Quello che è vero, suffragato da testi storici e da prove incontrovertibili, è che i Templari fecero della conoscenza e della gnosi, cioè la penestrazione, i Templari non rifuggivano tutto ciò che era scienza e conoscenza. A contatto continuo con le civiltà orientali, molto più progredite di quelle europee, i Templari impararono ad usare strumenti molto particolari, quali ad esempio l'astrolabio, ed altri strumenti di misurazione, fino allo studio delle scienze astronomiche e chimiche. Un altro fatto straordinario poi avvenne intorno fra il 1200 ed il 1250. In tutta la Francia sorsero, in brevissimo tempo, chiese particolari, in uno stile che fino ad allora era sconosciuto: le grandi cattedrali in stile gotico. Una dopo l'altra, sorsero le cattedrali di Evreux, di Rouen, di Reims, di Amiens, di Bayeux, di Parigi, fino ad arrivare al trionfo della cattedrale di Chartres . Uno stile incredibile, quello gotico, tutto proteso verso l'alto, con un sistema di spinte e controspinte straordinario, una tecnica costruttiva che a quel tempo era veramente rivoluzionaria. Come avranno fatto i Templari a progettare e costruire queste cattedrali che, nonostante le loro migliaia di tonnellate di peso, sembrano leggerissime e tali da sfidare la legge di gravità? I piani di costruzione e tutti progetti originali di esecuzione di queste cattedrali non sono mai stati trovati. Le opere murarie erano fatte con una maestria eccezionale. Per i tecnici, come gli architetti, ad esempio, possiamo vedere come i contrafforti esterni esercitano una spinta sulle pareti laterali della navata, e così facendo il peso, anzichè gravare verso il basso, viene come spinto verso l'alto, e tutta la struttura appare proiettata verso il cielo. Tutte le cattedrali gotiche costruite dai Templari hanno queste caratteristiche e, altra particolarità, come sono adorne di statue su tutto il loro esterno, talvolta in quantità incredibile come a Chartres o a Reims, sono quasi disadorne all'interno, essenziali e nude, tranne che per le vetrate, opere d'arte di una straordinarietà che ancor oggi lascia senza fiato. C'è un'altra particolarità da segnalare, nella costruzione di queste gigantesche cattedrali: la loro disposizione sulla carta geografica di Francia. Ognuna di queste cattedrali è dedicata a Notre Dame, cioè alla Vergine (così almeno sembra, ma non è esattamente così). Ora, osserviamo con estrema attenzione come sono disposte le cattedrali in Francia. Come si può osservare, le cattedrali disposte sul terreno, cioè quelle più importanti e grandi, come Bayeux, Amiens, Reims, Chartres ed Evreux, formano esattamente la forma della costellazione della Vergine. Curiosamente, rimangono fuori da tale straordinaria geometria le cattedrali di Laon e Notre-Dame de Paris. Questo è per una ragione precisa. Ma andiamo ancora avanti nell'esame dei misteri templari legati ora alle cattedrali gotiche da loro stessi costruite. Da antichi documenti e da rilevazioni effettuate sul posto, soprattutto a Chartres, si vede che assolutamente nulla è lasciato al caso: tutte le cattedrali hanno la stessa disposizione, cioè con l'abside e l'altare maggiore ad est e l'entrata principale ad ovest, mentre i due transetti delle navate sono l'uno a nord e l'altro a sud. Questa simbologia è particolare: ad est sorge il sole, quindi fonte di luce, ed entrando, il pellegrino che entra da ovest deve andare verso la fonte di luce che viene dalla parte opposta. Per i Templari, poi, l'est sta a significare Palestina, la Terrasanta, il Cristo, e tutto il resto. Il nord è invece dove la luce non arriva mai, la parte più buia e più fredda. Ed è proprio nel transetto a nord che venivano di solito poste le scene e le sculture che ricordano ciò che è contro la luce, ciò che ricorda la tenebra. Lo possiamo vedere ad esempio nella cattedrale di Amiens , dove nel transetto nord è inserito un pentalfa, cioè una stella a cinque punte rovesciata, simbolo ora usato dalle sette sataniche. La cosa è stata da noi evidenziata dal cerchietto nero. Ovviamente questo non sta a significare che questa simbologia stia messa là per richiamare forze demoniache o quant'altro, ma tutto il contrario. La stella a cinque punte, chiamata anche pentagramma, o pentalfa o con altri nomi, non è affatto un simbolo del male. Difatti è invece una simbologia esorcizzatoria, in quanto le cinque punte stanno a richiamare le cinque ferite di Gesù Cristo. Le moderne sette sataniche portano infatti la stella a cinque punte non in modo che sia normale, cioè con la punta rivolta verso l'alto, ma rovesciata, in modo che verso l'alto vi siano due punte: questo perchè deve essere un richiamo alle corna del diavolo ed al rovesciamento delle cose, tipico delle cose demoniache. Ma tralasciamo questi discorsi inquietanti, che nulla hanno a che vedere con i Templari. Abbiamo visto come le cattedrali gotiche erano costruite: ma queste grandi costruzioni custodivano segreti strani: quali? La chiave di essi potrebbe stare nei labirinti che erano disegnati sui pavimenti di queste cattedrali, disegni che poi labirinti non sono, poichè in essi non è possibile perdersi, in quanto vi è sempre e comunque una sola strada. Rimane comunque un fatto che queste cattedrali stanno a darci un messaggio, sono libri di pietra nei quali sono nascosti dei segreti di sapienza e conoscenza che gli antichi Templari hanno voluto tramandare ai posteri. Già, la conoscenza. Ma non una conoscenza sporca, per divenire i padroni del mondo, o per avere tutti per sè i segreti alchemici e di ricchezza, bensì una conoscenza pulita, soltanto per comprendere ciò che non poteva essere spiegato con un semplice dogma. E' questo che, quando l'Ordine fu accusato di eresia, apostasia, stregoneria e quant'altro, cose che possiamo leggere nella pagina dedicata al processo ai templari, è questo che fu alla fine svelato. Solo una conoscenza che la Chiesa di allora non poteva accettare, nei secoli bui dell'Inquisizione e delle più strane superstizioni e di clima di caccia alle streghe. Tanto che i Templari furono accusati addirittura di aver adorato un idolo strano e barbuto, che rispondeva al nome di Baphomet. Anche questa, poi, si rivelò una falsità colossale: i Templari non adoravano nessun idolo, poichè, e questa è verità, essi avevano inventato un loro personale alfabeto per criptare i rituali e le conoscenze fino ad allora avute, e la parola Baphomet, se decrittata, dava la parola Sophia, che secondo le dottrine dell'antichità stava a significare "sapienza". Non solo: le moschee musulmane erano chiamate, anche in Europa, sotto la dominazione dei Mori, "baphomeries". Ecco qua il significato occulto della parola Baphomet. Centinai di Templari per questa falsità sono stati torturati ed uccisi dall'Inquisizione. Accusati soltanto di conoscenze che non avrebbero dovuto avere, di sapienza che era riservata solo ai canonici della Chiesa che allora (un po' come ora) è riservata all'Ordine dei Domenicani, che all'epoca erano il fior fiore dei Tribunali dell'Inquisizione. Ma torniamo alla nostra storia sugli svariati misteri templari. Una domanda che sempre qualcuno ci ha posto nei nostri svariati convegni: ma che fine ha fatto il tesoro dei templari? A questa domanda non vi è una risposta precisa. Ma in qualche modo cercheremo di dare una risposta che sia esauriente. Quando il 13 ottobre 1307 gli sgherri di Filippo IV il Bello, re di Francia, attaccarono e arrestarono i Templari, la prima ed unica preoccupazione di Filippo fu quella di cercare di appropriarsi del tesoro dell'Ordine: ma non lo trovò, in quanto, proprio tre notti prima dell'attacco, una lunga fila di carri, scortati da pattuglie di cavalieri, lasciò la sede dell'Ordine del Tempio di Parigi, dove era stato portato il tesoro che proveniva da Cipro, ultimo avamposto templare davanti alla Terrasanta. Questa colonna si divise in tre parti: la prima si diresse verso il porto di La Rochelle, dove era di stanza l'intera flotta templare; la seconda si diresse a sud di Parigi, verso Tolosa; la terza colonna si diresse verso il confine con l'Italia. Stando alle poche cronache del tempo, ad antichi documenti ed alle numerosissime tradizioni orali tramandate, la prima colonna fu caricata sulle navi che salparono per una destinazione sconosciuta, la seconda colonna invece si inoltrò nei territori verso i Pirenei, quasi al confine con la Spagna, mentre l'ultima colonna attraversò, dopo una cruenta quanto breve battaglia con le truppe reali, che avvenne nei dintorni di Marsiglia, il confine con l'Italia. La colonna si incamminò sulla via Francigena a marce forzate diretta verso l'Italia meridionale. Ma cosa trasportavano i carri? In modo molto più che verosimile, tutto il tesoro, o almeno la grandissima parte di esso. Il tesoro era formato anche da quelle reliquie di cui abbiamo parlato all'inizio di questa parte, reliquie che, a parte la Sacra Sindone, non sono mai state ritrovate. Noi, per quanti sforzi possiamo fare, dobbiamo necessariamente perdere le tracce della prima colonna, in quanto non sappiamo dove la flotta del Tempio si diresse: qualcuno dice in Scozia, altri in America. A questo proposito, molti scrittori sostengono che i Templari avevano scoperto l'America ben prima di Colombo, in quanto proprio là i Templari avevano le loro miniere d'argento. Una prova? Il solo fatto che quando Colombo arrivò sulle coste americane con le famose tre caravelle, sulle vele avevano applicata una croce di colore rosso come quella templare. Gli indigeni che vennero incontro a Colombo, con sua grande sorpresa, dimostrarono di aver già visto e di conoscere tale simbolo, tanto che si dimostrarono fin troppo amichevoli... Ma torniamo alle altre due colonne, quella diretta a sud e l'altra diretta in Italia. Quella diretta a sud della Francia si perse nei meandri della regione dell'Aude, nei dintorni della città medievale di Carcassonne, regione a prevalenza catara, dove i templari avevano le loro roccaforti, in Linguadoca, e dove gli stessi volevano fondare uno stato indipendente. Ma dove misero il tesoro e che fine fecero? Questo riguarda il mistero di Rennes-Le-Chateau. La terza colonna, quella diretta in Italia, fece tappa in Liguria e poi alle precettorie del Tempio di Firenze, di Orvieto, di Roma e di Anagni. .....CONTINUA

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Veritas Ipsa Sublimis Deus

Post n°143 pubblicato il 30 Settembre 2011 da knighttemplar

Poi, la colonna di fermò nei dintorni di Sermoneta, dove vi era una importante precettoria del Tempio, acquartierata a Ninfa, e vicino all'Abbazia Cistercense di Valvisciolo, dove la colonna si fermò, stette qualche giorno e ripartì alla volta di Parigi, dopo aver lasciato il suo carico prezioso ed altri templari di rinforzo. Una tradizione radicata, recita che una parte del tesoro del Tempio è nascosta nei sotterranei dell'Abbazia di Valvisciolo, ma non se ne è mai avuta prova. La particolarità di questa abbazia è quella che è architettonicamente situata fra il romanico ed il gotico, ed è dotata di contrafforti, come quelli delle cattedrali gotiche sulle quali torneremo più tardi, ma tali contrafforti sono perfettamente inutili. Osserviamo. In questa foto vediamo solo due dei vari contrafforti dell'Abbazia. Sono quelli esterni ed appaiono perfettamente inutili, in quanto non devono sostenere una cosiddetta "controspinta" dall'interno. Non solo: notiamo anche che il contrafforte a sinistra è strutturato in modo assai diverso da quello di destra. Da una ispezione accurata che abbiamo effettuato e da altre prove, possiamo sostenere che sui vari contrafforti dell'Abbazia, almeno tre non servono a nulla e...sono vuoti internamente. Perchè? Scorrendo ora altre immagini dell'Abbazia, osserviamo attentamente il chiostro . Al centro vi è un pozzo, di forma prettamente ottagonale come vedremo anche di altre cose templari, e le colonnine che contornano il chiostro sono anch'esse tipiche delle abbazie cistercensi, cioè sono doppie e su ogni capitello vi è scolpita una forma diversa, sempre comunque richiamantesi ai templari. Ma di queste colonnine, ve ne sono alcune che non sono affatto in linea geometricamente con le altre, ma sono disassate: questa particolarità è nei punti "giusti", ossia proprio all'ingresso della Sala Capitolare e di fronte alla stessa, dalla parte opposta, dove esistono alcuni particolari che ora, con l'aiuto di una piantina, vedremo. Abbiamo segnato con il numero 1 la Sala Capitolare, ovviamente rivolta ad est come in tutte le costruzioni templari. Con il numero 4 abbiamo evidenziato una parte nella quale esiste un contrafforte che non assove assolutamente ad alcuna funzione, ed oltretutto è vuoto nella parte interna. Visto che all'epoca non esistevano i montacarichi per passare da un piano all'altro i documenti (perchè il vuoto di tale contrafforte sprofonda nel suolo), a quale altra funzione poteva servire? Altri contrafforti assolutamente inutili e senza un senso logico li abbiamo evidenziati sulla piantina con il numero 3. Vuoti anch'essi, e senza alcun carico da sostenere. In ultimo abbiamo evidenziato con il numero 2 una parte nella quale è presente il pozzo, la davanti ad essso c'è un enorme contrafforte sul quale non grava alcun carico e che è addirittura più basso rispetto alla parete che dovrebbe, in teoria, sostenere. Anch'esso, da una ispezione che abbiamo effettuato, è cavo internamente. Perchè tutti questi contrafforti cavi che in pratica costituiscono dei cunicoli che affondano nei sotterranei dell'Abbazia? Non abbiamo potuto visitare i sotterranei stessi, perchè sono "off limits" e, secondo i frati, là sotto non ci sarebbe nulla da vedere. La Sala Capitolare è un vero gioiello di arte cistercense e "parla" templare in ogni sua pietra. Difatti è strutturata esattamente come tutte le sale ove si svolgevano i Capitoli dell'Ordine del Tempio. La parte principale è ad oriente, dove siedeva il Gran Maestro o il dignitario più alto in carica della zona, che in quel caso poteva essere il Precettore di Ninfa. Il pavimento è strutturato in zone diverse, ove appunto nei capitoli prendevano posto i vari appartenenti alle diverse categorie, chiamiamole così, che esistevano nell'Ordine Templare. Se osserviamo le chiavi delle volte a crociera della sala, notiamo che portano incise i cosiddetti "nodi templari" e che ritroviamo in moltissime costruzioni templari anche in Italia, come a Staffarda, nei pressi di Saluzzo, in provincia di Cuneo. Si dice che questo nodo rappresenti esotericamente il cammino della coscienza e della conoscenza, comunque sempre a forma di croce appunto per il rispetto dovuto a Gesù Cristo. Ma in questa strana e bellissima abbazia ritroviamo un qualcosa di clamoroso, che abbiamo già trovato in tantissime parti dove i templari erano di stanza, come a Gerusalemme o in Francia, vicino a Rennes-Le-Chateau: il SATOR, ovvero un criptogramma cristiano che, decodificato, non è altro che il Pater Noster in latino, ma qualcuno sostiene anche che conterrebbe in codice crittografico l'ubicazione esatta dell'Arca dell'Alleanza, che altri sostengono sia nascosta proprio a Valvisciolo. Presto nel nostro sito ci sarà una pagina dedicata a questa strano simbolo. Quindi questa abbazia è sicuramente uno dei luoghi di arrivo del tesoro del Tempio, e dove i cavalieri templari hanno nascosto una buona parte di quello che avevano portato da Parigi su quella lunga colonna di carri. Ma siamo certi che oltre a parte del tesoro vero e proprio, altri segreti si celino là sotto, in quei sotterranei inesplorabili, segreti che i Templari hanno voluto lasciare a loro testimonianza. Ma i misteri dei Templari sono tantissimi, e non ci esauriscono certamente qui. Vogliamo parlare ora della Francia, culla dei Templari, dove ci sono diversi misteri ai quali cercheremo di dare spiegazione. Nella regione della Champagne, fra Payns e Troyes esiste una grande foresta, chiamata stranamente "foresta d'oriente" . Questa foresta occupa una grande area, la bellezza di ventimila ettari, ed è solcata ancor oggi da numerosissime stradicciole e sentieri che sembrano inestricabili e che sembrano entrare gli uni negli altri come fossero un vero e proprio groviglio. Questa zona è oltretutto piena di stagni e di paludi, e la conformazione del terreno è argillosa, quindi impermeabile. Quando qui pioveva, in tempi lontani, tutto diveniva pericoloso, si formavano sabbie mobili ed i semplici ruscelli divenivano impossibili da guadare o era comunque suicida avvicinarsi ad essi magari per attingere acqua. Una miriade di leggende sono nate in questa zona, piena come detto di stagni chiamati "morges", domini delle fate delle fiabe celtiche, dove secondo la leggenda corrente si rifugia ancora una fata, chiamata Fata Morgue, o Fata Morgana. La Fata della Morte. Questa grande Foresta d'Oriente era il dominio incontrastato dei Cavalieri Templari: al centro della foresta vi era una grande fattoria, chiamata "Casa del Tempio" e tutto all'intorno si richiamava ai templari. Esisteva la "strada forestale del Tempio", il "ruscello del Tempio", la "fontana dei Tempio" e così via. Una serie di case esistevano in questa foresta, e altro non erano che le precettorie templari. Ma perchè era proprio qui il cuore dell'Ordine del Tempio? La risposta è semplice: ad est della foresta d'oriente sorge Payns, città natale di Hugues de Payns, fondatore e primo Gran Maestro dell'Ordine del Tempio ad ovest della foresta sorge Thors, dove i Templari avevano grandi possedimenti; a sud di Payns, sulla Seine, sorge Troyes, dove l'Ordine del Tempio ricevette l'imprimatur della Chiesa; da ultimo, a sud-ovest della foresta sorge Clairvaux, Chiaravalle, città di San Bernardo, che scrisse di proprio pugno la regola templare. Ma la foresta d'oriente è leggendaria in quanto i templari stesero una vera e propria rete di trappole e di difese formidabili: passaggi segreti, trabocchetti, voragini che si aprivano d'improvviso e chi più ne ha più ne metta. Ma perchè i Templari hanno costruito siffatte difese? Non certo per difendere se stessi, evidentemente, ma qualcosa di molto più importante. Uno scritto dell'epoca narra che quando una parte le navi dell'Ordine di ritorno da Cipro attraccarono nel porto di Marsiglia (altre navi attraccarono invece nel porto di La Rochelle) una parte segreta del tesoro fu caricata su carri e trasportata proprio nella "foresta d'oriente", dove fu nascosta. Tradizioni orali e leggende dell'epoca narrano che su uno dei carri era stato caricato un oggetto che era nientemeno che l'Arca dell'Alleanza, trovata dai Templari nei loro scavi sotto al Tempio di Salomone, e proprio quest'oggetto fu trasportato e nascosto nella foresta d'oriente. Così sarebbe spiegata la rete di difesa così capillare e strettissima che difendeva appunto la foresta, perchè, come si racconta, altre reliquie trovate dai Templari furono portate nella foresta. La colonna dei carri diretta a Valvisciolo si fermò proprio qui, nella Foresta d'Oriente. Secondo concezioni esoteriche, chiunque possieda l'Arca con le tavole della Legge Divina otterrebbe grande sapienza e conoscenza: noi sappiamo quanto i templari tenessero alla conoscenza, visto che proprio per questa furono poi perseguitati ed alla fine torturati ed uccisi, come scritto nella pagina del processo ai templari. Un altro mistero che ora viene svelato del tutto, è quello della presenza di donne nell'Ordine. Come vi può leggere nella pagina dedicata alla storia dei templari, esistevano le cosiddette "ancelle templari", ossia ragazze che i cavalieri non potevano mai vedere e neppure ascoltare la loro voce, che erano addette, una per cavaliere, alla cura delle vesti e dei rammendi vari, oltre di altre cose che, vista la muliebrità del lavoro, non si addicevano ad un cavaliere. Per fugare ogni dubbio, pubblichiamo un bassorilievo che si trova nella Cappella dei Templari di Villalcazar, in Spagna. Come si può ben osservare, il bassorilievo raffigura un cavaliere templare che torna dal combattimento, ed ad attenderlo c'è...una donna. I templari erano poi, oltre che formidabili costruttori di cattedrali, come abbiamo visto in questa stessa pagina, bravissimi costruttori di strade. Ne costruirono a centinaia, in Francia come in Terrasanta: ma in Francia avevano costruito una vera e propria rete capillare di strade. La rete di queste strade  come si vede, era fittissima, e dotata di tutto il necessario per i viaggiatori, soprattutto templari: i quadratini neri rappresentano i balivati, o magioni templari che avevano la responsabilità di una parte del territorio, mentre i cerchietti bianchi sono le varie precettorie disseminate su queste strade, e non le abbiamo neanche riportate tutte. Come si vede, esistono sulle strade punti nevralgici, come Parigi, Payns, Lione, Tolosa e Marsiglia ma, come si evince, quasi tutte le strade convergono in un punto ben preciso: il porto di La Rochelle, dove era di stanza la stragrande maggioranza della flotta templare (gli altri due porti erano Marsiglia e Le Havre). Ma che importanza può avere un semplice porto in una pagina dedicata ai misteri dei templari? Sembrerebbe nessuna, ma così non è, perchè abbiamo testimonianze che da quel porto la navi del Tempio salpavano sia per la Terrasanta ma, facendo prima tappa a Madeira, arrivavano in America. Questa cosa è risaputa: alcuni marinai del Tempio erano normanni, discendenti di coloro che erano andati dalla Groenlandia all'America, da loro chiamata Wineland (terra del vino) e vi erano poi tornati parecchie volte; altri marinai del Tempio erano Bretoni, che hanno lasciato tracce del loro passaggio, ben prima di Colombo, nei dintorni di Filadelfia; inoltre i Templari sapevano perfettamente che la terra era rotonda (a quei tempi invece si pensava che la terra fosse piatta), e tali prove le troviamo nella cattedrale di Chartres, le cui misure sono esattamente in proporzione con le misure dell'equatore e del raggio terrestre. Cristoforo Colombo per il suo viaggio consultò i cartolari di Calatrava, guarda caso redatti dai templari. Altre prove: quando Colombo pose piede sulla terra d'America, vennero ad esso incontro gli indiani locali, che non si mostrarono affatto sorpresi vedendo la croce rossa ricamata sulle vele delle tre caravelle, perchè era...una croce templare. Non solo: Colombo, nei suoi diari di bordo, parla che questi indigeni avevano grosse orecchie e lineamenti particolari: ebbene, a Vezelay, in un bassorilievo che risale al 1150, vengono raffigurati esseri strani, detti proprio "indiani dalle grandi orecchie" . 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

sigillo di Alfonso I Henriques Re del Portogallo e i Cavalieri Templari

Post n°142 pubblicato il 15 Settembre 2011 da knighttemplar

 

 

Alfonso I Henriques

(Guimarães, 1110 ca. - Coimbra, 1185)

Conte di Lusitania (1112-1139), re del Portogallo (1139-1185), primo sovrano della dinastia di Borgogna, figlio di Enrico di Borgogna, principe capetingio e padre di Sancio I del Portogallo, suo successore al trono.i

Alla fine dell'XI secolo, la politica iberica subì notevolmente l'influenza della "Reconquista": l'espulsione dello Stato dei Mori, successore del Califfato di Cordoba. Poiché l'aristocrazia militare era preoccupata per le crociate, Alfonso VI di Castiglia chiamò in aiuto la nobiltà francese per occuparsi dei Mori. In cambio, Alfonso VI concesse la mano delle sue figlie ai capi della spedizione e dei grandi privilegi reali agli altri.

Così, l'erede al trono Urraque di Castiglia si sposò con Raimondo di Borgogna, secondo figlio del duca di Borgogna. La sorellastra di Urraque, la principessa Teresa di León, figlia illegittima di Alfonso VI, sposò Enrico di Borgogna, lo zio di Raimondo.

Per mezzo di questa alleanza, Enrico divenne conte di Portogallo, un feudo difficile da gestire nel nord della Castiglia, dove gli attacchi e le incursioni dei Mori erano assai frequenti. Da questo matrimonio nacque Alfonso Henriques (Henriques significa "figlio di Enrico").

Di conseguenza, Alfonso I del Portogallo cercò in ogni modo di consolidare l'indipendenza. Egli fece grandi doni alla Chiesa e fondò svariati conventi. Tentò inoltre di conquistare terreno a sud nei confronti dei Mori e prese Santarém nel 1146 e Lisbona nel 1147. Nelle regioni spopolate riconquistate agli Arabi, egli insediò dei coloni e invitò gli ordini religiosi militari (come i Templari e gli Ospitalieri) a installarsi lungo le frontiere come difensori contro i Mori. Nel 1179, Papa Alessandro III, tramite la bolla Manifestus probatum, riconobbe il Portogallo come paese indipendente e vassallo della Chiesa, a condizione del versamento di un tributo.

Gualdim Pais

 

(Braga 1118 - Tomar 1195)

D. Gualdim Pais (Gaudinus, Galdinus o Gualdinus in latino), Gran Maestro dell'Ordine del Tempio in Portogallo (1157-1195), è stato il fondatore del castello di Tomar. Figlio di Paio Ramires e di Gontrode Soares, nacque nella regione del Minho, a nord di Braga, nel 1118. Venne allevato presso il monastero di Santa Croce di Coimbra e ben presto entrò a servizio del futuro re, Alfonso Henriques, che assistette con due compagni d'arme, i cavalieri Mem Ramires e Martin Moniz, in tutte le sue battaglie contro i Mori per la conquista del regno. Si fece particolarmente onore in occasione della presa di Santarém nel 1147, quindi di quella di Lisbona nel 1149, prima di imbarcarsi per la Palestina, dove partecipò all'Assedio di Gaza nel 1153. Il suo stile e la sua prestanza di guerriero e capo aumentarono ancora di più il prestigio derivatogli dalle notevoli qualità di combattente e organizzatore. Il soggiorno in Oriente venne quindi a completamento di un'esperienza militare già confermata. Al ritorno dalla Crociata, egli sapeva già quale missione l'attendeva. Nel 1157, venne nominato quarto Gran Maestro dell'Ordine del Tempio in Portogallo, con base a Braga. 

La visione di San Bernardo di Chiaravalle

Alcuni anni prima, mentre Alfonso Henriques si preparava alla famosa battaglia di Santarém, San Bernardo fece sapere a Gualdim Pais che in sogno aveva visto la Santa Vergine che gli rivelava la vittoria del Re.

Il Re fece subito voto di offrire a Chiaravalle, in caso di vittoria, le terre e i sussidi necessari alla costruzione di una grande abbazia. Essendo riuscito a portare a compimento questa impresa decisiva, il Re mantenne la propria promessa e San Bernardo si recò di persona ad Alcobaça accompagnato da cinque monaci-architetti incaricati di delimitare i terreni necessari alla Fondazione, per la quale il giovane sovrano stesso pose la prima pietra.

Ma l'installazione di un monastero in un territorio tanto "in vista" necessitava di una seria protezione militare e il Re affidò tale compito ai Templari, che possedevano già alcuni castelli nella regione. L'Ordine del Tempio ricevette quindi in dono dal Re tutte le terre situate tra Santarém e Tomar. Gualdim Pais venne incaricato di progettare una "fascia" difensiva attorno ai beni di Chiaravalle, che servisse anche per rinforzare la protezione delle linee portoghesi contro le incursioni arabe.

Nel 1160, Gualdim Pais ordinò la costruzione del Convento di Cristo e del castello di Tomar, che divenne il Quartier Generale dei Templari in Portogallo, e dove egli si stabilì nel 1162. A lui si deve inoltre l'iniziativa della costruzione dei castelli di Almourol, Idanha, Ceres, Castelo Branco, Monsanto e Pombal. Pais s'insediò a Pombal nel 1174.

Nel 1190, Tomar venne assediata dagli Almoravidi sotto il comando del Re del Marocco, Yusuf I, ma Gualdim Pais riuscì a difendere il castello contro forze assai superiori a quelle di cui egli stesso disponeva, impedendo così l'invasione dell'area settentrionale del regno da parte di tale dinastia.

Pais morì a Tomar durante l'anno 1195 (1233 dell'era di Spagna). Le sue ceneri riposano nella chiesa di Santa Maria do Olival, a Tomar, dove una stele muraria ricopre una nicchia che contiene i resti del cavaliere. Per le sue qualità personali di coraggio, per le sue azioni instancabili, per i suoi successi, Gualdim Pais rappresentava il tipo ideale di cavaliere templare, il cui fervente ricordo dimora tuttora in terra portoghese. Pare che egli rappresentasse anche l'ideale dell'iniziato perfetto, in grado di operare con preconoscenza per l'avvenire del proprio paese, le cui opere dovevano solo essere portate a compimento dai suoi successori.

Insediamento dell'Ordine del Tempio in Portogallo

Appena due mesi dopo la comparizione del fondatore dell'Ordine del Tempio di fronte al concilio di Troyes (il cui ruolo sarebbe stato di fondamentale importanza ai fini del riconoscimento e dello sviluppo dell'ordine), uno dei suoi compagni ricevette una prima ingente donazione in Portogallo. Il 19 marzo 1128, la regina Teresa, vedova del conte Enrico e tutrice del figlio Alfonso, concesse all'Ordine del Tempio il castello di Soure con i terreni annessi. In seguito, altri doni si aggiunsero rapidamente (non necessariamente provenienti da potenti signori, ma comunque in numero notevole). Tra il 1128 e il 1130, 19 beni fondiari, tra i quali molti domini rurali, vennero concessi, per intero o in parte, ai Templari. Nel mese di giugno 1145, Sancia, figlia della stessa regina Teresa, e suo marito donarono all'Ordine del Tempio il castello di Longrovia, nell'Estremadura portoghese, nonché numerosi terreni annessi nell'area della città di Braga. Nella stessa città, l'arcivescovo Giovanni concesse all'Ordine (lo stesso anno) una casa, un ospedale per i pellegrini e la metà delle rendite ecclesiastiche della città, comprese le decime. Parallelamente, i Templari praticarono una politica attiva di acquisti, coniugata con la devozione dei fedeli, i cui lasciti testamentari erano regolari e importanti.

A partire dal 1143, presenza permanente dei Templari in Portogallo

I premi segni tangibili della presenza permanente dell'Ordine del Tempio nel regno comparvero a partire dal 1143, anno in cui un templare francese, Ugo di Martone, venne nominato procuratore del Tempio in Portogallo. L'anno seguente, la piccola guarnigione templare del castello di Soure venne sconfitta in uno scontro con alcune truppe dei Mori di Santarém. Nel 1147, i templari ebbero la rivincita partecipando alla presa della stessa città. L'Ordine ottenne dal re, come premio per gli sforzi compiuti, la facoltà di ricevere tutti i diritti percepiti a Santarém a titolo religioso.

Alla fine del decennio del 1150, sotto il magistero di Gualdim Pais, il quarto Gran Maestro portoghese nel regno, cominciò la straordinaria crescita dell'Ordine del Tempio. Durante tale decennio, i Templari ricevettero dal re un importante dominio agricolo alla confluenza tra il Nabão e lo Zêzere, avviando in tale luogo la costruzione del castello di Tomar, destinato a diventare in seguito la sede dell'Ordine del Tempio in Portogallo, quindi quella dell'Ordine di Cristo. Una decina di anni più tardi, nel quadro di un grande appannaggio di terre a sud del Tago, che rimarrà però lettera morta, il re insistette affinché le risorse dell'Ordine venissero utilizzate solo all'interno del regno, in particolare a vantaggio della la reconquista

Il misterioso sigillo di Alfonso I Henriques

Il primo sigillo reale di Alfonso I Henriques sembrava nascondere un messaggio destinato ai cavalieri templari. Infatti, si nota che la disposizione delle lettere della parola "Portugal" (ossia, Portogallo) poteva essere scomposta in "Por Tuo Gral":

Dall'alto verso il basso, seguendo la linea verticale della croce, si poteva leggere POR. Questa parola significa PER (o MEDIANTE) in portoghese.

Quindi, nella parte superiore del sigillo, tre lettere formavano il triangolo TUO. La traduzione logica è TUO; ma perchè non THUOT (THÔT; divinità egizia)? Infatti, la grammatica portoghese vieta la presenza di una H dopo una T oppure di una T in fine di parola.

Infine, nella parte inferiore, si può leggere GRAL, includendo la R spostata. Anche qui, il significato può essere doppio: da una parte il MORTAIO (GRAL), la ciotola che serve a pestare gli ingredienti, dall'altra il famoso GRAAL, la coppa che raccolse il sangue di Cristo. In entrambi i casi, si tratta di un contenitore.

Un altro sigillo più noto di re Alfonso riprende la stessa suddivisione della parola PORTUGAL in tre parti: POR TU G[R]AL, sempre inframmezzate dalla famosa croce dei Templari. Del resto, è stato questo sigillo ad essere scelto come illustrazione per le monete da 1, 2 e 5 centesimi di euro in Portogallo.

Quando si venne a conoscenza della spiccata predilezione dei cavalieri del Tempio per i messaggi in codice, il re Alfonso I Henriques decise forse di utilizzare questo metodo per trasformare il nome del proprio regno in un motto che gli era particolarmente caro: POR TUO GRAL! Per il tuo Graal!

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Dall'Ordine del Tempio all'Ordine di Cristo

Post n°141 pubblicato il 14 Settembre 2011 da knighttemplar

 

 

Dionigi I re del Portogallo

(Lisbona 1261 - Odevilas 1325)

Dionigi del Portogallo, soprannominato il Fattore o il Padre della Patria oppure il Liberale, era il secondo figlio del re Alfonso III e della sua consorte l'Infanta Beatrice di Castiglia (1242-1303). Egli divenne il sesto re del Portogallo nel 1279 (e il quinto dell'Algarve) al posto del primogenito Roberto, che era stato dichiarato figlio illegittimo di Mafalda di Dammartin.

Il regno

In quanto erede al trono, Dionigi I venne fin dall'inizio formato dal padre per essere in grado di regnare sul Portogallo. Quando egli salì al trono, il Portogallo era di nuovo in conflitto con la Chiesa cattolica. Dionigi tentò di risolvere il problema firmando un trattato con Papa Nicola III, in cui prometteva di proteggere gli interessi di Roma in Portogallo, in particolare, dando asilo in Portogallo all'Ordine del Tempio (perseguitato in Francia), con il nome di Ordine di Cristo .

Dionigi mise in atto la prima riforma agraria del Portogallo: ridistribuì le terre frazionando i terreni feudali ed ecclesiastici, incoraggiò l'agricoltura e fondò diverse comunità rurali, nonché mercati e fiere. Sotto il suo regno, il Portogallo produsse grandi quantità di cereali, superando la domanda interna, quindi esportando il

dall'Ordine del Tempio all'Ordine di Cristo 

Il 30 dicembre 1308, quando la questione dei Templari era già stata sollevata in Francia da oltre un anno, il Papa ordinò a re Dionigi del Portogallo di far arrestare i Templari nella sua giurisdizione. Una commissione d'inchiesta venne creata nel paese, presieduta dal vescovo di Lisbona e formata inoltre dal padre superiore dell'ordine dei Francescani e da un giurista, João de Luis. 28 cavalieri templari vennero interrogati, assieme ad altri sei testimoni. Per evitare che i beni dei Templari cadessero in altre mani, il re ne ordinò la confisca nel mese di gennaio 1310, fintanto che la Chiesa non avesse deliberato in via ufficiale in merito all'Ordine incriminato. L'inchiesta condotta in Portogallo, senza il ricorso alla tortura, non denotò niente di condannabile contro l'Ordine dei Templari o i suoi membri; un concilio provinciale riunito poco dopo per decidere in merito alle eventuali azioni da intraprendere giunse alle stesse conclusioni.

Creazione dell'Ordine di Cristo

Re Dionigi era preoccupato per le voci secondo cui il Papa avrebbe avuto intenzione di concedere i beni dei Templari a beneficio dell'Ordine degli Ospitalieri. Questi ultimi avevano già numerosi possedimenti sulla riva sud del Tago. Quindi, concedere loro il patrimonio templare sulla riva nord dello stesso fiume avrebbe significato una tale densità d'insediamento di questo Ordine in una zona decisamente strategica che probabilmente avrebbe potuto "adombrare" l'autorità reale. In seguito ad alcune trattative, il re ottenne nel 1319 che il patrimonio dei Templari passasse a un nuovo ordine, completamente di origine portoghese.

La bolla Ad ea ex quibus, accordata dal Papa avignonese Giovanni XXII il 14 marzo 1319, proclamò in primo luogo la nascita del nuovo ordine designato con il nome di "Ordine dei cavalieri di Cristo" (in portoghese, Ordem de Cavalaria de N. S. Jesus Cristo), istituendo inoltre la fortezza di Castro Marim, situata all'estremo sud-est del paese, sulla foce del Guadiana, come casa "capitana". Essa impose la regola di Calatrava alla nuova confraternita e nominò suo capo Dom Gil Martins, ex Maestro dell'Ordine di Avis, e trasferì tutti i beni e i diritti attribuiti ai Templari alla nuova milizia, ponendola tuttavia sotto l'eminente autorità dell'abate cistercense del monastero di Alcobaça, della diocesi di Lisbona. L'abate si vide quindi conferire il diritto di visita e correzione su tutte le case dell'Ordine di Cristo. Ogni Maestro dell'Ordine doveva quindi prestare giuramento di fedeltà all'abate, rappresentante del sovrano pontefice. Infine, la bolla prevedeva che, in caso di vacanza di potere, una persona (con funzione al tempo stesso militare e religiosa) espressamente aderente al nuovo ordine dovesse essere scelta come Maestro. Sfortunatamente, nel secolo successivo, questo sistema di protezione non poté resistere alla cupidigia dei sovrani portoghesi, fortemente attratti dalle grandi ricchezze dell'Ordine.

L'Ordine di Cristo, ovvero la ricomparsa dell'Ordine del Tempio

Alessandro VI nel 1499 esonerò i cavalieri dall'obbligo di prestare i voti, senza per ciò rinunciare a controllare l'Ordine: infatti i successivi pontefici continuarono ad approvare di volta in volta gli statuti variati dall'Infante Dom Enrico e da Re Emanunele e solo nel 1550 Giulio III unì il Gran Magistero alla Corona del Portogallo.
Accadde tuttavia un fatto strano: nonostante l'Ordine del Cristo fosse diventato un ordine dinastico portoghese, i Pontefici romani si sentirono legittimati a crear cavalieri per loro conto, dando vita di fatto ad un autonomo ramo, non riconosciuto in Portogallo (un cavaliere di nomina papale fu addirittura arrestato per aver fatto uso delle insegne dell'Ordine), che fu poi riformato e regolarizzato da Leone XIII e da Pio X, che con il Breve Multum ad excitandos fece dell'Ordine il supremo fra gli ordini equestri pontifici. Inter caetera (1456)
La bolla Inter caetera è stato concesso da papa Callisto III , datata 13 marzo 1456 . La Croce dell'Ordine di Cristo .
Questa bolla è stata probabilmente richiesta dal re di Portogallo Alfonso V e dal principe Enrico il Navigatore , Gran Maestro del Ordine di Cristo in Portogallo.
La prima bolla ha confermare la validità di una bolla dal precedente papa , il Pontefice Romano del 1455 , che diede al re del Portogallo controllo su tutti i territori "dalle estremità della Bojador e Nam in tutta la Guinea e oltre alla riva sud. " Poi successivamente fu concessa all'Ordine l'autorità ecclesiastica in quei territori, diocesi normalmente esercitata dal vescovo sarebbe stato esercitato dall'Ordine.
In questa bolla, l'enumerazione dei territori concessi al Portogallo, alla fine viene aggiunta la frase "senza interruzione fino a quando gli indiani" ( usque ad dell'Indo ). Questa frase è interessante perché implica che i portoghesi nel 1456 avevano raggiunto India o le Indie navigando l' Atlantico, trent'anni prima della scoperta ufficiale del Capo di Buona Speranza . Questa bolla è stata riconfermato da Papa Sisto IV nel 1481 (Bolla Aeterni regis). tuttavia Verso Aeterni regisla fine del 1479 Colombo sposa Donna Felipa Moniz Perestrello, figlia di Bartolomeo Perestrello, ormai deceduto (1457), che era stato aiutante del principe del Portogallo Enrico, detto il Navigatore. Donna Felipa risulta imparentata per parte di madre, Donna Isabel Moniz, probabilmente anch'essa di origine ebraica, con la famiglia reale portoghese. - Colombo entra così nel giro degli esploratori templari portoghesi, e la sua doppia origine - figlio di un Pallastrelli e di un'ebrea - non gli è certo di ostacolo, visti i buoni rapporti che i Templari da diverso tempo intrecciano con gli Ebrei, anche se è probabile che la sua nascita illegittima, per la quale sentirà costantemente rimpianto, gli impedisca di entrare regolarmente nell'Ordine, o di raggiungerne i più alti gradi. Lo aiuta pure sicuramente il fatto che durante lo svolgimento della sua attività Bartolomeo Perestrello aveva costituito una biblioteca, finalizzata a tutti gli argomenti inerenti la navigazione, seconda per importanza soltanto a quella del suo Principe.- Accade così che, nel regno che era stato fondato proprio dai Templari nel 1143, Colombo venga a conoscere molti particolari del grande progetto di navigazione e di esplorazione del globo che era stato messo in atto sin dal 1416, con la fondazione del Centro di Cultura Nautica di Sagres, nell'estremità meridionale del Portogallo (Capo São Vicente, dove il principe Enrico stabilì la sua residenza fino al giorno della morte), e riesca ad avere conoscenza di tutta una serie di nozioni che gli varranno più tardi l'accusa di "furto" da parte del re del Portogallo Giovanni II (nato a Lisbona nel 1455, quasi coetaneo quindi di Colombo, fu detto Il Perfetto; salì al trono nel 1481, e morì nel 1495). - In special modo, Colombo viene presumibilmente a sapere della congettura di Raimondo Lullo, con ogni verosimiglianza un altro templare egli stesso, il quale riteneva che ad Ovest delle coste portoghesi ed africane si trovasse un grande continente sconosciuto: su di esso la marea dell'Oceano Atlantico si appoggiava per il proprio flusso e riflusso. Colombo rimane ossessionato dall'idea di essere il primo a raggiungere questo Nuovo Mondo, che i navigatori portoghesi stanno già cercando con prudenza con i loro viaggi "larghi" di circumnavigazione dell'Africa. - Dopo viaggi effettuati in Islanda e in Guinea tra il 1477 e il 1483, Colombo riesce forse a valutare la distanza e la posizione del continente previsto da Lullo in base alla direzione della corrente del Golfo, in "andata" e in "ritorno". Un altro argomento che potrebbe avere utilizzato è il confronto tra le altezze delle maree, rispettivamente del Mare Mediterraneo e dell'Oceano Atlantico. Ancora in tema di dati sperimentali disponibili per il progetto della traversata oceanica, pochi sembrano riflettere sul fatto che la lunghezza di un cerchio massimo su una sfera (così come era da tutti ritenuta la Terra!) può essere misurata non solo su un parallelo, a partire quindi da difficili misure di longitudine (che non potevano all'epoca essere troppo precise), bensì pure su un meridiano, a partire allora da ben più esatte misure di latitudine (e Colombo sembra essersi spinto nella misura maggiore che al tempo si poteva su uno stesso meridiano, quasi un quarto dell'intera circonferenza terrestre).l' Ordine ha continuato con 
L'Ordine Imperiale di Nostro Signore Gesù Cristo (portoghese: Imperiale Ordem de Nosso Senhor Gesù Cristo ) è un ordine cavalleresco istituito da imperatore Pedro I del Brasile il 7 dicembre 1822, sulla base dell'Ordine portoghese di Cristo. Con il rogo dei templari torturati e condannati ingiustamente non finisce la storia ma inizia la leggenda. Una leggenda che s'intreccia con la ricerca del Graal e il ritrovamento della Sindone, il lenzuolo in cui fu avvolto il corpo di Gesù, massime reliquie della cristianità. Si sa per certo che alcuni templari si rifugiarono in Portogallo, dove parteciparono alla reconquista iberica contro gli arabi. Altri si rifugiarono in Scozia, dove si unirono ai clan nella lotta per l'indipendenza scozzese. E' significativo che alla battaglia di Bannockburn (nel 1314, l'anno stesso del rogo finale dei templari) gli inglesi vengono per la prima volta battuti in campo dagli scozzesi, grazie all'intervento di misteriosi imbattibili cavalieri dai bianchi crociati mantelli. Tutto lascia ritenere che siano stati i templari a incoronare Robert Bruce re di Scozia, dando origine ha tante scoperte e di nuovi mondi...

Gli storici ritengono che l'Ordine di Cristo sia stato il principale punto di rifugio dei Templari sfuggiti al grande arresto del 13 ottobre 1307 in Francia; il nuovo ordine portoghese avrebbe quindi rappresentato l'(unico?) modo per l'Ordine del Tempio di non scomparire completamente. La maggior parte dei cavalieri templari arrivarono in Portogallo via mare, poiché una parte della flotta dei Templari, che era stata lasciata a La Rochelle per evitarne la requisizione, sbarcò nel porto di Serra d'El Rei, un baluardo portuale eretto da Gualdim Pais (oggi scomparso). L'Ordine di Cristo ereditò quindi le conoscenze dei Templari anche in materia di costruzione e navigazione marittima. Tali conoscenze vennero utilizzate un secolo dopo dall'Infante Enrico il Navigatore, governatore dell'Ordine di Cristo, per mettere a punto la sua famosa caravella, le cui vele sfoggiavano con fierezza la croce dei Templari, e più tardi ancora da Cristoforo Colombo, genero del Gran Maestro dell'Ordine di Cristo.

La storia di Tomar è intimamente legata all'Ordine dei Templari. La città è cresciuta ai piedi della collina dove il Grande Maestro dell'Ordine, Gualdim Pais, aveva fondato un castello nel 1160.

Il più importante monumento di Tomar è costituito dall'insieme formato dal castello e dal Convento di Cristo, costruiti sulla collina che domina la città. Del castello originario (XII secolo) oggi restano le mura che circondano la fortezza e l'"alcazar" (ossia, il castello) con il mastio, il tempio a pianta circolare e l'altare principale al centro di una cappella ottagonale, secondo lo stile romanico (basato appunto su strutture a pianta circolare) tanto caro ai Templari. L'Infante D. Enrico aggiunse alla chiesa originaria la navata centrale in stile manuelino con il suo magnifico portale.

Il sito sul quale si erge il castello dei Templari venne battezzato nel 1190 dal nome arabo Nabão, luogo in cui Gualdim Pais aveva appena respinto un assalto musulmano. Dopo avere tentato di riprendere Silves (nel Portogallo meridionale), l'emiro del Marocco, alla testa di un grande esercito appoggiato dalle truppe dei re andalusi, si era diretto a nord, attraversando il Tago e avvicinandosi a Santarém (dove si trovava il re Dom Sancio I), e aveva espugnato Torres Noves e Abrantes. Quindi, l'emiro si preparava a fare lo stesso con Tomar, ma, dopo sei giorni di assalto, i Templari tenevano ancora saldamente il controllo del castello, dove la popolazione si era rifugiata. Gli assediati causarono terribili perdite ai Mori, soprattutto quando questi riuscirono a forzare la porta sud del castello e a penetrare a migliaia nella cinta esterna delle mura. Grazie a un contrattacco immediato, i cristiani li respinsero con un tale impeto, portando un grande scompiglio e facendo numerosissime vittime, che la porta prese il nome di "porta del sangue".

La costruzione del castello venne in gran parte realizzata a partire dalle pietre prelevate nella città distrutta di Além da Ponte ("Selium" per i Romani), situata in riva al Nabão. Alcune pietre, che hanno conservato delle iscrizioni, sono facilmente individuabili. Descrivendo un pentagono di forma irregolare, la fortificazione è frutto di un'architettura militare estremamente avanzata per l'epoca, che si può ritrovare in Terra Santa (da cui probabilmente Gualdim Pais attinse ispirazione). Due cinta di mura, una esterna e l'altra a protezione del mastio, nonché l'uso congiunto di torri rotonde e quadrate ne rappresentano degna testimonianza, proprio come la meravigliosa "rotonda" del convento, d'ispirazione orientaleggiante.

La corte del castello si estende dalla Porta del Sole fino alla Rotonda, situata a nord-ovest. Sulla parte più elevata della collina, la cinta di mura del mastio è caratterizzata da muri molto alti dai quali emerge il mastio stesso. A sud-ovest, all'estremità di un'altro gruppo di mura (oggi scomparse), si erge la torre della Contessa. Due altri gruppi di mura si estendono verso sud-est e sono rinforzati da torri e torri d'angolo dalle forme più diverse. La disomogeneità di forme e volumi, il gioco di prospettive tra la corte del mastio e la cinta esterna, le finestre a crociera, gli archi, i merloni ornati di croci, il paesaggio boscoso circostante: tutto concorre a rendere questo castello un monumento spettacolare e imponente, riconosciuto Patrimonio Mondiale dell'Umanità dall'Unesco.

La Charola del castello di Tomar

La Rotonda ("Charola"), che risale al periodo a cavallo tra la fine del XII secolo e l'inizio del XIII, costituì originariamente la cappella dei Templari.

Otto pilastri supportano una costruzione ottagonale a due piani sormontata da una cupola; un deambulatorio a volta anulare separa l'ottagono dal poligono esterno a 16 lati. Le decorazioni (stucchi, pannelli dipinti, statue) risalgono agli inizi del XVI secolo. Questa "rotonda" risponde quindi al tipo tradizionale degli edifici dei Templari a pianta centrale, ma la sua organizzazione lo rende il simbolo di un'interpretazione estremamente originale della chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme.

Consolidata all'esterno da massicci contrafforti, che terminano su una terrazza merlata, essa non deturpa affatto l'aspetto del complesso della fortezza (nell'ambito della quale la Rotonda fungeva del resto da torre di guardia).

L'Ordine Militare di Cristo è destinato a distinguere un servizio eccezionale al paese nell'esercizio delle funzioni sovrane. Il presidente Portoghese è in virtù della sua funzione, il Gran Maestro Onorario di tutti gli ordini portoghese e, come tali sovvenzioni e supervisiona tutti i livelli dell'organizzazione, l'orientamento e la disciplina degli ordini.con decreto del 1° dicembre 1918, ottenendo quindi "destinato a premiare i pertinenti servizi nazionali o stranieri allo stato o all'umanità, militari e civili".

http://www.ordens.presidencia.pt/?idc=120

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

26 Agosto festa Sant'Oronzo di Lecce

Post n°140 pubblicato il 22 Agosto 2011 da knighttemplar



Oronzo

nacque a Lecce da famiglia assai nobile e fra le prime della città. Sembrava un fanciullo predestinato e si distingueva dai suoi coetanei. Nel 56 D.C. la grazia lo attendeva per investirlo e per trasformarlo in seguace del Vangelo: Oronzo era a caccia, lungo la spiaggia ora detta di San Cataldo, con suo nipote Fortunato, quando il cielo cominciò ad oscurarsi, si levò un forte vento e la tempesta si abbatté con forza sconvolgendo la campagna e il mare. Oronzo e Fortunato si rifugiarono in un casolare attendendo il termine della bufera. Tornato il sereno, Oronzo riprese la caccia, quando ad un certo punto gli andò incontro un forestiero, scalzo, grondante acqua, disfatto nel viso, scampato appena dal naufragio di una nave che la tempesta aveva gettato sul lido e infranto. Il cuore di Oronzo si commosse e invitò gentilmente il naufrago, lo accolse nella sua villa, lo fece asciugare e riposare, lo rifocillò usandogli cortesie affabilissime. Egli era Giusto, un discepolo del Nazareno, che da Corinto era stato mandato dall'Apostolo Paolo a Roma, portatore di Lettere per quella Cristianità nascente e già fiorentissima. Giusto accettò l'ospitalità offertagli da Oronzo e pian piano gli disse chi era, quale era la sua missione, iniziandolo così alla conoscenza del Cristianesimo. Le parole di Giusto scesero profondamente nel cuore di Oronzo che gli domandò il battesimo conferitogli da Giusto qualche giorno dopo insieme con il nipote Fortunato. Il numero dei fedeli che si convertirono al Cristianesimo crebbe tanto a Lecce che, i sacerdoti degli Idoli cominciarono a spargere le calunnie più nere sul conto di Oronzo: dissero che egli, ad istigazione di un mago ebreo, aveva abbandonato la religione degli Dei e spinto molti altri ad abbandonarla; e bisognava per questo aspettarsi i più severi castighi dagli Dei sdegnati; che si sarebbe facilmente passati dal disprezzo degli Dei a quello dell'Imperatore. E perciò, essi affermavano di dover stroncare già sul nascere questa pericolosa credenza, per il bene pubblico e privato: denunciarono Oronzo al Pretore Romano come sovvertitore della religione e quindi nemico dell'Imperatore e dello Stato. Il Pretore impose loro di abiurare il Cristianesimo e di offrire incenso al Dio Giove, nel tempio dedicato allo stesso. A questa imposizione Oronzo e Giusto professarono la loro fede in Cristo e la statua di Giove si frantumò in minuscoli frammenti. Non per questo però il Pretore si diede per vinto: ordinò, aizzato dai sacerdoti pagani, che fossero spogliati e flagellati alla presenza di tutto il popolo; poi sanguinanti e carichi di piaghe li fece rinchiudere in uno strettissimo carcere. Ma non cessò ugualmente dal perseguitarli: li fece arrestare e ordinò che, condotti nudi per le vie della città, fossero flagellati e poi gettati in un rogo perché bruciassero vivi; ma i carnefici non poterono niente contro di loro perché le braccia gli si irrigidirono e persero ogni vigore. A quel punto una voce invitò il pretore a non opporsi al volere divino. Il Pretore tremante nella voce lasciò liberi i servi di Dio. Giusto come padre, maestro e guida di Oronzo e Fortunato li portò con sé verso Corinto a conoscere l'Apostolo Paolo. Il Santo Apostolo consacrò Oronzo Vescovo di Lecce, dandogli come successore Fortunato a cui anche impose le mani. Giusto li avrebbe accompagnati stabilendosi definitivamente a Lecce. Lecce era diventata un centro rigoglioso di vita cristiana in cui come fiaccole splendevano le virtù di Oronzo Fortunato e Giusto. I sacerdoti idolatri, seguaci della religione pagana ne informarono Nerone che - nemico capitale dei cristiani - spedì a Lecce Antonino, uno dei suoi più crudeli ministri, il quale li fece rinchiudere in un carcere tenebroso ed angustissimo minacciando che li avrebbe uccisi se non si fossero piegati al suo volere. Irritato Antonino ordinò che innanzi a tutto il popolo essi venissero flagellati e subito gettati in un lurido carcere senza ristoro alle ferite e alla fame. Antonino, ritiratosi nel suo palazzo, trovò il figlio e un paggio invasati dagli spiriti maligni che gridavano non esservi altro Dio fuori di quello adorato da Giusto e Oronzo. Non potendo assistere a tanto strazio chiese al Pretore di far ritornare i due esuli per liberare gli sventurati giovani. Giusto e Oronzo pregando ad alta voce, liberarono gli ossessi mentre il pretore divenne per il momento più benigno: la calma era però del tutto apparente. Il Pretore pubblicò a Lecce un bando nel quale si esortava al combattere questa nuova religione con ogni mezzo e a mandare a morte chi si fosse rifiutato ad abiurare. Allora Oronzo e Giusto preferirono allontanarsi dalla città per serbarsi a tempi migliori. La prima città verso cui si diressero fu Ostuni: ma il terzo giorno della loro dimora in Ostuni, il tribuno li fece arrestare e imprigionare: era il 3 maggio, giorno della consacrazione della Santa Croce. Ridotti in uno stato compassionevole Oronzo e Giusto partirono da Ostuni perché banditi dalla città e si ritirarono in un bosco alle falde del monte, prendendo dimora in una grotta e conducendo una vita di contemplazione e penitenze trascorrendo ventitré giorni in quel luogo, ma dei manigoldi li scacciarono, costringendoli a dirigersi verso Bari, dove dei soldati ne impedirono l'ingresso. Si avviavano allora verso Turi dove, bene accolti predicarono e battezzarono tutti gli abitanti. Successivamente percorsero la Lucania, l'Abruzzo e la Puglia. Dovunque Oronzo e Giusto erano passati avevano sparso il seme della Parola divina, avevano illuminato le menti, convertito i cuori, operato prodigi e sofferto persecuzioni. Tornati a Lecce continuarono a predicare e convertire altre anime. Il 15 di agosto dell'anno 66, Oronzo, circondato da un gran numero di fedeli celebrò la festa dell'Assunzione di Maria impartendo a molti gentili il Battesimo. Conosciuto per mezzo di spie il luogo dove dimorava Oronzo, Antonino fece arrestare il Santo Vescovo insieme a Giusto che in quel momento si trovava con lui. I fedeli seguaci dei due Santi non avevano potuto conoscere il luogo dove erano rinchiusi e il Signore prodigiosamente illuminò ogni notte con fulgidissimo splendore il luogo della prigione. Di questa luce misteriosa le guardie diedero notizia ad Antonino, il quale temendo che i cristiani andassero a liberare i prigionieri, decise di farli morire di nascosto. All'alba del 26 agosto i Santi martiri furono tirati fuori dalla prigione e portati in un luogo solitario, distante dalla città, verso settentrione, a circa tre chilometri. Giunti sul luogo prescelto li fecero spogliare nudi, ma qui ebbe luogo uno straordinario evento: lontano su Lecce apparve una fulgidissima luce in forma di croce che si stendeva su tutta la città addormentata; mentre sul capo dei martiri apparve un'altra luce in mezzo alla quale erano visibili palme e corone. I manigoldi però riavutisi dallo stupore si lanciarono contro i Santi e troncarono dapprima il capo a Giusto poi si avvicinarono ad Oronzo. Il Santo Vescovo pregava e guardando la sua Lecce disse: «Semper protexi et protegam! Sempre ti ho protetta e ti proteggerò». Si inginocchiò, posò il capo sul ceppo e il sacro capo rotolò per terra inzuppandola del suo sangue generoso e una leggenda narra che spuntarono freschissimi fiori dal sangue zampillato dal capo di Oronzo. Il Pretore lasciò i cadaveri santi insepolti e in pasto agli uccelli ma due giorni e tre notti dopo gli angeli di Dio custodirono i corpi dei martiri e nell'aria si videro luci grazie alle quali i fedeli conobbero il luogo dove giacevano le salme. Il corpo di Oronzo fu trasportato nella casa di Petronilla (nobile vedova del tempo convertitasi anch'essa al Cristianesimo) e lì seppellito, dove oggi sorge il Palazzo dei Vescovi di Lecce. Dietro l'Altare Maggiore della Chiesa Cattedrale viene confermato il titolo di primo Vescovo, al nostro Santo. Con maggiore chiarezza esprime il tutto l'inscrizione che si legge nel secondo ordine del Campanile del Duomo: Justo. Corinthio. Apostolo. Suo. ORONTIO. ET FORTUNATO CIVIBUS, ET PRIMIS. PONTIFICIBUS. ET PATRONIS, APUD. DEUM. POTENTISSIMIS. ALOYSIUS. PRÆSUL. CLERUS. POPULUSQUE LYCIENSIS. GIOSI, GRATI, SUPPLICES POSUERUNT.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

BRAY

 

 

Sceau (SIGILLO) de la baronnie de Bray

La baronnie de Bray s'étend le long d'axes stratégiques comme la Seine, la voie romaine de Sens à Meaux qui permet de passer le pont en marquant le c'ur de la châtellenie de la vallée de l'Oreuse, la limite du comté de Champagne et l'Yonne. Ses barons Henri le Libéral, comte de Champagne, puis Jacques, duc de Savoie, gèrent les territoires autour de dix places principales : Passy, Montigny, Bazoches, Les Ormes, Dontilly, la Villeneuve-du-Comte, Égligny, Vin-neuf, Courlon et Bray-sur-Seine.

 

 

CENNI STORICI SUL MIO CASATO BRAY

 Il casato BRAY-BRAI, cognome sembra essere derivante dal francese (e prima da quello, Celtico). Il nome proviene da diversi periodi storici nei paesi d'Europa. Contea Wicklow, l'Irlanda, vicino a Brayhead. Nelle annotazioni antiche il nome era Bree, preso dal vecchio bri o brigh irlandese, una collina. Questa parola è simile nelle vecchie lingue gaeliche e celtiche; In Inghilterra il nome è trovato applicato alle parrocchie in contee Devon e Berks. Molti città e distretti in Francia impiegano il Bray o certa forma del nome, come: Bray-sur-Somme, Bray-sur-Seine, Bre-Cotes-du-Nord, Bray-La-Campagne, Bray-Calvados e paga de Bray. Ci sono parecchi posti chiamati BRAY in Europa, la città Bray in Inghilterra è in Berkshire sul fiume di Tamigi vicino a Windsor, Bray in Irlanda è sul sud del litorale appena di Dublino in contea Wicklow e ci è un distretto chiamato paga de Bray vicino a Rouen e ad un villaggio Bray vicino a Parigi in Francia in Lilla."La gente normanna„ dal Re", condizioni il nome deriva da un posto denominato Bray vicino ad Evreux, Normandia; Milo de Brai 1064 era signore di Montlhéry a partire dal 1095 sua moglie era Lithuise figlia di Stephes conte di Blois e di Adela della Normandia, figlia di William il conquistatore ed il suo figlio dello stesso nome Milo II de Brai 1118 signore di Montlhéry e di Braye, visconte di Troyes 1096,  il figlio maggiore Trousseau de Brai, signore di Monthléry  sua figlia Elizabeth di Montlhéry nel 1103 sposò Philip, Conte di Mantes, figlio di Philip I della Francia e di Bertrada de Momtfort, parteciparono alla 1^ crociata nel 1096. Nel  1066, sir Guillaume de Brai, successivamente in inglese William de Bray e sir Thomas de Bray, parteciparono alla conquista dell'Inghilterra a fianco del Duca di Normandia William. Sul rotolo nell'abbazia i nomi di coloro che hanno partecipato alla battaglia di  hastings. Al Servizio dei Re d'Inghlilterra dal (1066 - 1485): In un villaggio vicino Berkshire Bray vi è una chiesa del XII secolo costruita da Bray, in cornovaglia. sir Richard Bray cavaliere della giarrettiera e Consigliere al servio di Henry VI e della sua moglie Joan Troughton. Nel Concistoro del 22 maggio 1262 fù nominato Cardinale Guillaume de Bray da Papa Urbano IV . Il casato si stabilì in Puglia in Gravina e nel salento. Nominis reliquiae supersunt planissime, Bibracte Galliae etiam nunc in Bray contrahitur, et non procul hinc Caesar Tamisim cum suis transmisit ...",

 

Contatta l'autore

Nickname: knighttemplar
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 57
Prov: LE
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ultime visite al Blog

knighttemplarDanil0128atrox62Gianhousectu.bartoliniricercatoreteifretoemiliabecherizardoz1972dattiscorbancp1avvgpcapogrossofrzlziosilvia_finettirayn64
 

Area personale

 

FACEBOOK

 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
Citazioni nei Blog Amici: 36
 

Papa Benedictus XVI

Joseph Ratzinger


Il Santo Padre con il Vescovo di Ugento (LE) Mons. VITO DE GRISANTIS in occasione della visita a Santa Maria di Leuca (LE) "de finibus terrae"14 Giugno 2008


 

SIGILLUM MILITUM

 

A Troyes Francia nel 1127, i Cavalieri Templari adottarono il motto: "Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam", ossia "Non a noi, Signore, non a noi, ma al Tuo nome da gloria". E’ facile immaginare come un simile motto potesse accendere gli animi.
San Bernardo da Chiaravalle inoltre trasmise ai cavalieri la devozione a Maria e il grande rispetto per la donna, la Regola infatti cita: "Maria presiedette al principio del nostro Ordine

 

INVESTITURE

 

Nel medioevo il cavaliere veniva istruito nell’uso delle armi; egli era sottoposto a studi che ingentilivano gli animi e di ordine morale. Altre caratteristiche della cavalleria erano: cortesia, difesa della giustizia, appoggio alla debolezza, omaggio alla bellezza, idealizzazione dell’amore come mezzo di elevazione morale. L’incontro con il soprannaturale, secondo le credenze d’epoca, avrebbe completato l’iniziazione del cavaliere.

Iniziazione cavalleresca
La vestizione - com’era chiamata l’iniziazione cavalleresca - era considerata già alla fine del XI -XII secolo con la fondazione degli Ordini un "ottavo sacramento". Il candidato vi si preparava con una notte di veglia in armi nella cappella di famiglia, inginocchiato davanti all’altare. Veniva poi purificato con un bagno rituale, confessato e comunicato. Seguiva una messa solenne, al termine della quale avveniva la vestizione vera e propria, che consisteva nella consegna da parte del sacerdote della spada consacrata, degli speroni, dello scudo, della lancia e delle varie parti dell’armatura, che appunto il giovane indossava.
La cerimonia si concludeva infine con l’accollata o palmata, cioè con un colpo inferto col palmo della mano dal padrino sulla nuca del neofita, o anche di piatto con la spada sulla spalla. Era consuetudine che il colpo fosse di una certa forza, tanto da far vacillare il ricevente.
 
Bisognava alimentare tra i cavalieri rapporti di solidarietà, lealtà, fratellanza, oltre che naturalmente di fedeltà incondizionata. Non importava che la compagnia fosse numerosa; importava che fossero saldi i legami al suo interno e che ne facessero parte, soprattutto, quei pochi vassalli davvero in grado - per valore, potere, prestigio personale - di controllare tutti gli altri.

 

 

RE CRISTIANI

 

 

CATTEDRALI GOTICHE

 

I Cavalieri Templari, si ritiene avessero rinvenuto documenti relativi alle "LEGGI DIVINE DEI NUMERI,DEI PESI E DELLE MISURE" sotto le rovine del Tempio di Salomone a Gerusalemme e li avrebbero forniti ai costruttori di cattedrali.

Le cattedrali gotiche sono dei veri e propri libri di pietra, per tramandare straordinarie conoscenze che solo poche persone iniziate a simboli ed a codici particolari, avrebbero potuto comprendere. Infatti la grandiosità, l'imponenza e tutta una serie di misteri non risolti hanno fatto diffondere attorno alle cattedrali gotiche numerose leggende legate a figure ed oggetti leggendari della storia del Cristianesimo, dai Cavalieri Templari al Santo Graal.

Furono costruite improvvisamente in Europa, intorno al 1128 (cattedrale di Sens), proprio dopo il ritorno dei Cavalieri Templari dalla Terrasanta, con una maestria costruttiva tecnica e architettonica completamente diversa dalle precedenti chiese romaniche. Una dopo l'altra, sorsero le cattedrali di Evreux, di Rouen, di Reims, di Amiens, di Bayeux, di Parigi, fino ad arrivare al trionfo della cattedrale di Chartres. I piani di costruzione e tutti progetti originali di esecuzione di queste cattedrali non sono mai stati trovati. Le opere murarie erano fatte con una maestria eccezionale. Per i tecnici, come gli architetti, ad esempio, possiamo vedere come i contrafforti esterni esercitano una spinta sulle pareti laterali della navata, e così facendo il peso, anziché gravare verso il basso, viene come spinto verso l'alto, e tutta la struttura appare proiettata verso il cielo. Le Cattedrali inoltre sono tutte poste allo stesso modo: con l’abside rivolto verso est (cioè verso la luce), sono tutte dedicate a Notre Dame, cioè alla Vergine Maria e se unite insieme formano esattamente la costellazione della Vergine.

Inoltre vennero costruite su luoghi già considerati sacri al culto della "Grande Madre", ritenuto il culto unitario più diffuso prima del Cristianesimo; molti di questi luoghi inoltre sono dei veri e propri nodi di correnti terrestri, ovvero punti in cui l'energia terrestre è molto forte (grandi allineamenti di megaliti). Hanno pianta a croce latina: la croce "é il geroglifico alchemico del crogiuolo" (Fulcanelli), ed è nel crogiuolo che la materia prima necessaria per la Grande Opera alchemica muore, per poi rinascere trasformata in un qualcosa di più elevato.

Sono adornate da un gran numero di statue o bassorilievi raffiguranti figure altamente simboliche e simboli magici ed esoterici, che poco hanno a che vedere con la loro funzione di chiese cristiane ed hanno un particolare orientamento in modo che il fedele, entrando nell'edificio sacro, cammini verso l'Oriente, ovvero verso la Palestina, luogo di nascita del Cristianesimo.

Ciascuna cattedrale è dotata di una cripta in cui secondo alcune tradizioni sarebbero nascosti degli oggetti sacri molto importanti (ad esempio si dice che in una delle cripte della Cattedrale di Chartres sia custodita l'Arca dell'Alleanza, e che quando questa cripta sarà scoperta la cattedrale crollerà al suolo). Ma le cripte sono legate ad un altro elemento molto misterioso: le "Vergini Nere", statue o bassorilievi, che raffigurano appunto la vergine Maria, con la particolarità della carnagione scura.

 

Francia Parigi

 

 

Notre Dame

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963