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Post N° 2

Post n°2 pubblicato il 21 Gennaio 2008 da libera_da_me

Le domande non smettono di sovrapporsi, nonostante alcune risposte siano state date e ridate, nonostante per alcune il silenzio sia già risposta eloquentissima.

Nei giorni dell'assenza c'era la stessa nostalgia di quando mi eri accanto, mancava il passato, forse visto da entrambi come scatolone dei momenti belli, il rifugio di tutte le speranze e di un benessere che si colloca sempre laddove non si può (più) raggiungere, perchè sapere di poterlo avere nel presente implica un attivarsi per ottenerlo, mentre più facile sarebbe averlo gratuitamente, come debito da parte della Vita.

Sei nei miei giorni e nella mia vita anche quando ti allontano, ci sei nel dolore e nei sorrisi che chiudono un pianto, con la lacrima di sale all'angolo della bocca.
Ci sei ma non so se strapparti via, lontano, dove non potrò cercarti e non mi dispiacerà sentirmi estranea, allontanata, accontentata; lontano dove non verrò a chiederti amore e parole, dove non ti tirerò la manica della giacca per reclamare attenzione.
Lontano, in un posto in cui non potrà più far male la contemplazione interrogativa di un presente contraddittorio nei momenti in cui, come ora, mi chiedo cos'è che ti tiene legato a me, in maniera così fragile eppure continua, e mi attanaglia il gelido dubbio che a legare insieme tutti questi pezzi sia solo la mia testardaggine e la mia volontà di andare oltre, scavare, vedere, trovare, proseguire, sfidando me stessa e forse anche te che hai gettato la spugna.
Un giorno mi accoglie il sole, ma al risveglio c'è burrasca e bisogna scappare fino a nuovo ordine.
Un giorno ti manco, poi nello spazio di una notte si maturano silenzio e distanze siderali.
Quale fragilità non si alimenta di tutto ciò?
Quale paura non cresce in un simile  oscillare tra luci ed ombre?

Rincorro la ragione, che è fuggita attraverso il primo varco utile per salvarsi da momenti come questo.

 
 
 

Capita a volte

Post n°1 pubblicato il 24 Dicembre 2007 da libera_da_me

Di dover ritagliare uno spazio nello spazio, un sottoinsieme dentro al quale trovare di nuovo il modo di sentirsi liberi.

Non è perchè è Natale che ci si sente bene, non è perchè è Natale che si sorride.
Io oggi vorrei sparire e dissolvermi, sciogliere il nodo in gola che da troppo tempo non mi fa respirare e piangere davanti a te, con te, sapere che ci sei e che mi ascolti, non essere il peso ma essere, per una volta, me stessa senza paura.
Non lo farò, non ora, e non ci riuscirò neppure quando tornerai.

Ma che senso ha tutto ciò se non posso sentirmi libera di esprimermi, se tutto va anteposto a me, se le oscillazioni rendono fragile e vacillante questa specie di amore che sembra una zattera semisommersa dalle onde in tempesta?

Quale amore non si nutre di parole, quale amore si accontenta di supposizioni, di deduzioni, quale amore vale solo finchè  non ci si chiude la porta alle spalle e ci si saluta, quale amore è misurato e centellinato?

Mi sento costretta.

Mi sento non amata.

E tu non smentisci i miei timori.

 
 
 
 
 

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Un blog di: libera_da_me
Data di creazione: 24/12/2007
 

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