tenda dos milagres

in tutti i sud del mondo

 
"Ma qual è la pietra che sostiene il ponte?” - chiede Kublai Khan.
- Il ponte non è sostenuto da questa o quella pietra - risponde Marco - ma dalla linea dell’arco che esse formano”.
Kublai Khan rimane silenzioso, riflettendo. Poi soggiunge: - Perché mi parli delle pietre? E’ solo dell’arco che m’importa.
Polo risponde: - Senza pietre non c’è arco.
 

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Una nuova rubrica: gli schifosi

Post n°5 pubblicato il 20 Marzo 2007 da navigantegd
 
Foto di navigantegd

Inauguro da oggi una nuova rubrica (non che ce ne fossero altre, ma si dice): gli schifosi. Una bella panoramica sulla melma che avvolge il pianeta.

Guardate che notiziola che ho beccato, carina eh? regoliamoci per gli acquisti, è l'unica cosa che capiscono, l'unica prova di forza che possiamo fare.

L'impresa Chiquita multata per crimini in Colombia

Colombia - L’impresa Chiquita è stata condannata per
aver sovvenzionato gruppi di paramilitari, con l’assenso
del direttivo dell’impresa di Cincinnati, nello stato
nordamericano dell’Ohio. La multinazionale ha piantagioni
nella zona di Uraba, vicino la frontiera con Panama. Negli
anni ’90 questa regione è stata una della più colpite
dai massacri di contadini, fatte da questi gruppi
paramilitari di destra. La maggioranza dei casi di torture e
massacri sono stati realizzati perché i contadini venivano
considerati alleati o simpatizzanti di gruppi guerriglieri.

L’antica multinazionale e dieci dirigenti non
identificati e impiegati hanno sovvenzionato con 2 mila
dollari in assegni e denaro dal 1997 al 2004 una “violenta
organizzazione di estrema destra” chiamata Autodefensa
Unidas de Colombia (AUD) o le Fuerzas de Autodefensa de
Colombia, secondo il Dipartimento di Giustizia di
investigazione criminale della Corte Federale.

Per questo grave crimine di collaborazione con una
organizzazione terrorista, divulgato per la prima volta solo
dai mezzi alternativi di informazione, la compagnia Chiquita
è arrivata ad un accordo con il Dipartimento di Giustizia
in virtù del quale dovrà pagare nel corso dei prossimi
cinque anni una multa di 25 milioni di dollari, più
interessi.

“La multinazionale statunitense pagherà una multa di 25
milioni di dollari al governo degli Stati Uniti” ha detto
l’ufficio stampa del marchio Chiquita. Due delegati delle
Nazioni Unite (ONU) in Colombia hanno convenuto che i 25
milioni di dollari della multa dovrebbero essere destinati
alle vittime del conflitto armato interno.

da agenzia Adital


Bellissimo! Avete letto bene? La notizia non è quella della multa, ma a chi deve essere pagata... al governo degli Stati Uniti. Grandioso, geniale, non ho altre parole, avevate immaginato un sussulto di legalità, uno slancio di attenzione nei confronti dei lavoratori latinoamericani, una parvenza di lotta al terrorismo, anche nei luoghi senza petrolio? Marameo. Ricordate: Chiquita, la banana 10 e lode...

 
 
 
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Un blog di: navigantegd
Data di creazione: 22/02/2007
 

APPELLO PER VICARELLO

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La tenuta agricola di Vicarello, che si estende per 1.015 ettari sul lago di Bracciano, costituisce una testimonianza preziosa del paesaggio agrario della Tuscia meridionale. Boschi di castagno, ville imperiali, terme millenarie, oliveti secolari, antichissime opere idrauliche, villaggi sommersi dalle acque ne fanno uno degli ultimi esempi di quella fusione tra segni dell’uomo e segni della natura che costituisce la bellezza e insieme la ricchezza del nostro territorio. Ma Vicarello non rappresenta solo testimonianza e memoria viva di un passato, ma anche una realtà socio-economica su cui negli ultimi trent’anni si sono scontrati gli interessi dei pochi e le legittime aspirazioni dei molti. Passaggi di mano di proprietà, minacce di colate di cemento più volte bloccate dalla società civile e dalla parte migliore delle istituzioni, degrado progressivo del suo patrimonio agricolo sono la storia contemporanea di Vicarello. Ora, recenti notizie sulla vendita da parte della banca di investimento inglese che ne detiene la proprietà e l’interesse dichiarato di grandi gruppi finanziari per i quali Vicarello rappresenta esclusivamente una fonte di profitto da sfruttare secondo i criteri del massimo utile e non certo della compatibilità con la storia, la memoria e l’ambiente, ci spingono a mobilitarci in difesa di questo patrimonio di tutti. Noi cittadine e cittadini riteniamo che solo l’acquisizione e la destinazione pubblica della tenuta di Vicarello, l’utilizzazione rispettosa del suo patrimonio architettonico, la riapertura degli impianti termali, attraverso l’avvio di un percorso virtuoso che veda insieme i Comuni del territorio, già impegnati peraltro da un protocollo firmato nel 1999, le Province di Roma e Viterbo, la Regione Lazio e il Parco di Bracciano, le Università e le istituzioni di ricerca, possano dare ai cittadini un luogo in cui sperimentare, alle porte di Roma, un processo di utilizzazione integrata delle risorse turistiche, agricole, ambientali e paesaggistiche che spezzi la monocultura del cemento. Un’operazione basata sulla difesa dei beni comuni (acqua e terra in primo luogo) che può costituire un primo passo di una diversa economia, di lunga prospettiva, un cambio di paradigma che inizi a mettere da parte un modello di sviluppo i cui guasti, anche economici, sono sotto gli occhi di tutti. settembre 2007
 

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