Sono travolto da un infinito senso di incompletezza.
Una sensazione continua costante e dall'orizzonte lontano e ovattato. Nei suoni, nei colori e nelle definizioni. La mia incompletezza mi nega la capacità di definire e delineare i suoi contorni. Ma solo viverla incerto e inconscio mi è concesso.
Guardo quella stella lontana e mi chiedo se mai la raggiungerò.
O se mai lei raggiungerà me.
L'antropocentrismo, del resto, è una chiave di lettura ben misera e capace di aprire solo le umane porte. limitate. Limitanti. Molto, troppo, limitrofe.
Il fascino di una luce da seguire ha ucciso tanti insetti e salvato molti naviganti.
Sono a confronto con ciò che desidero. Un sogno così piccolo eppure così infinito. L'infinito suo contro il mio esistere fievole e finito.
La piccolezza dell'uomo è tale da non meritare nemmeno una unità di misura.
MW