Un blog creato da thecharmingman il 12/09/2006

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Three imaginary days

Post n°35 pubblicato il 24 Dicembre 2006 da thecharmingman


Torni a casa, posi la valigia, guardi l'ora: le quattro e mezza del mattino. Sono rimaste delle patatine, sai di non avere sonno così ne mangi qualcuna, che sarà mai? Ti stendi su quel letto rimasto vuoto per tre notti. Tre notti non sono molte, se fossi rimasto qui tre notti sarebbero volate: una due e tre, così, senza nemmeno accorgermene. Le tre notti passate, i tre giorni trascorsi, hanno avuto come caratteristica la lentezza di una lumaca stanca, la riflessione di un pensatore recluso, la perfezione di un testo letto e corretto, lasciando qua e là delle macchie come sperma su lenzuolo, proprio per rendere più reale ed umana l'opera, sublime nel suo arrendersi all'attesa di un qualcosa che rimane e che per questo odi. Non ti muovi, porti ancora i vestiti addosso e ti chiedi cosa cazzo stai aspettando, perché sei lì come un imbecille a fissare oggetti lasciandotene sfuggire forma e dimensione? Pensi e non dovresti, come adesso sai che le cose belle fanno paura, ma tu alla paura non hai mai pensato, per questo ti piaci. Sai di avere fatto cose assurde e incomprensibili solo per il gusto di farle, non te ne è mai importato niente delle conseguenze. Hai accettato tutto e superato tutto, talvolta con difficoltà considerando queste ultime parte di un disegno più grande: andiamo sempre più perferzionandoci, questo un vecchio slogan da te assimilato sin dai tempi della scuola. Aspetti e metti in ordine, lavi e riscaldi la stanza. Sai di volere fumare per questo prepari il caffè. Leggi osservi e parli da solo, ti dici cose che in fondo già sapevi, sulla tua infanzia, sul perché sei così come sei. Sei solo, riesci a sentire il rumore della sigaretta bruciata ad ogni tuo aspirare. Rifletti per un attimo, ora puoi farlo, ogni cosa attorno te lo dice e tu la stai a sentire: c'è qualcosa di strano, c'è qualcosa di diverso. Tutto questo supera di gran lunga il tuo passato, ed è una gran cosa considerando d'averti ascoltato nel dire che basta, adesso è finita, non voglio concedere spazio a cose che riempion la testa per più di un minuto che non siano il denaro o il pianoforte. Ascoltala e dìlle che non te ne importa, è ovunque nell'aria e nelle parole che scritte o pensate non cambiano affatto. Prepari la cena non solo per fame, non sai cucinare ma inventi e improvvisi porcate che mangi e divori con gusto. La ricotta non ce l'hai ma la vedi con lei al fianco sullo schermo innanzi al letto sopra il quale siete stesi. Abbracciami e sta' zitta, ho già sentito tutto fuoriuscire dal tuo cuore che a pezzi ritrovo e con cura riassesto. Poi te lo chiedo per il gusto di sentirti dire che non puoi rispondere, che è meglio continuare a tacere: che sciocchi quella notte! ma ne verranno altre in cui potrò riaverti, tenerti stretta a me. Preparo le mie cose, lascio tutto così com'era ed aspetto più di un'ora per vederti avvicinare. Non vuoi fare l'amore, abbiamo esagerato, dici di essere asciutta come terra al sole. Non sono così certo che asciutta resterai per molto ancora e infatti ti ho scopata prima di accompagnarti sotto casa, la musica non fa che render merito alle gesta, il tutto è surreale: potenza dell'amore.



Mi piacerebbe che tu abitassi alla finestra del quarto piano di fronte la mia finestra

 
 
 
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