Creato da thomasthf il 20/02/2011

LA SCIENZA PER TUTTI

Questo blog nasce dalla personale voglia di capire meglio l’universo che ci circonda e di trasmetterla alle altre persone attraverso quella che viene definita in modo generico la scienza. Il mio blog ha come obiettivo quello di diffondere la passione per le materie scientifiche e di far capire a tutti che se l’universo è di tutti anche la scienza è di tutti e per tutti!

 

 

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OMAGGIO AL GRANDE GILBERT NEWTON LEWIS!

Post n°17 pubblicato il 23 Marzo 2011 da thomasthf
 

                                    

 

Proprio sessantacinque anni fa (23 marzo 1946) moriva a Berkeley uno dei chimici più famosi del secolo scorso: Gilbert Newton Lewis .

Nato a Weymouth nel Massachusetts il  23 ottobre 1875, Lewis dedicò, dopo la laurea conseguita ad Harvard a 24 anni, tutta la sua vita alla ricerca in ambito chimico-fisico.

Lavorò in Germania,nelle Filippine,  per poi ritornare negli Stati Uniti presso il Massachusetts Institute of Technology e infine  al Dipartimento di Chimica dell'Università della California nel 1912, posizione che mantenne per 34 anni, fino alla sua morte.

Lewis è famoso, didatticamente parlando, per i suoi contributi alla definizione del legame chimico, ma come vedremo non solo….

Per farla breve, secondo Lewis le teorie del legame covalente legate alla molecola di idrogeno potevano essere valide e generalizzabili al resto delle molecole. Gli atomi con più elettroni possono condividere gli elettroni di valenza per formare legami covalenti completando il loro ottetto di elettroni. Il legame covalente può essere semplice se è condivisa solo una coppia di elettroni, doppio se sono condivise due coppie di elettroni, e triplo, se sono condivise tre coppie. Anche tra i diversi atomi si possono formare questi legami, pur nel rispetto della regola dell'ottetto.

Ci sarebbero molte cose da spiegare riguardo al legame chimico e alla regola dell’ottetto secondo Lewis, ma per i più curiosi vi rimando a qualsiasi buon testo di chimica generale.

Gilbert Lewis, con Merle Randall, pubblicò nel 1923 un famoso libro di termodinamica, in cui introdusse il termine fugacità per descrivere il comportamento di gas reali e la regola di Lewis e Randall viene utilizzata per descrivere il comportamento delle miscele ideali di aeriformi (gas) reali. Nello stesso anno elaborò la sua famosa teoria sugli acidi e le basi; un acido secondo Lewis è una specie in grado di acquistare una o più coppie di elettroni, viceversa una base di Lewis è una specie in grado di fornire una o più coppie di elettroni.  

Nel 1926 Lewis coniò il termine fotone per indicare il quanto di luce di Einstein.

Nel 1933 sfruttò l'elettrolisi dell'acqua normale per produrre per la prima volta l'acqua pesante, che ha un ruolo importante nella tecnologia delle centrali nucleari a fissione.

Lewis continuò le sue ricerche fino alla sua morte improvvisa per un attacco di cuore il 23 marzo 1946, nel suo laboratorio, circondato dai suoi Becher e provette.

Qualsiasi libro di chimica generale presenta inoltre un capitolo dedicato alle strutture delle molecole secondo l’approccio di Lewis.

La struttura di Lewis fu ideata e intitolata in suo onore. Essa si propone di rappresentare con un disegno bidimensionale la struttura di una molecola basandosi principalmente sulla regola dell'ottetto.
È possibile disegnare una molecola con la struttura di Lewis seguendo tre punti:

  • gli atomi vengono disposti approssimativamente nello spazio, indicati semplicemente dalla/e lettera/e del proprio elemento. È importante seguire una certa geometria, disponendo possibilmente l'elemento con un solo atomo al centro e quelli ad esso legato con simmetria centrale rispetto a quell'atomo;
  • i legami sono rappresentati da una linea (inizialmente sempre singola, poi doppia o tripla a seconda del tipo di legame) che collega un atomo all'altro; ogni legame rappresenta inoltre due elettroni;
  • gli elettroni di valenza vanno disegnati come puntini e sono il fulcro della teoria della struttura di Lewis: bisogna contare il numero totale di elettroni disponibili nei livelli di valenza (es. in H2O, gli elettroni sono 1+1+6 = 8, in NO2-, gli elettroni sono 5+6+6+1 = 18), poi scalare quelli utilizzati per costruire i legami e cominciare a distribuire gli elettroni attorno a ciascun atomo in modo da soddisfare per ognuno la regola dell'ottetto (ossia ogni atomo, tra legami e elettroni non condivisi, deve arrivare a contarne otto). A questo fine, ogni legame che l'atomo realizza soddisfa già due degli otto elettroni necessari. Per disporre gli elettroni non condivisi è necessario partire con il soddisfare prima gli elementi più elettronegativi. In caso di defezioni, si supplisce al mancato raggiungimento dell'ottetto realizzando legami doppi o tripli, o spostando l'atomo in posizioni più agevoli.

Questo approccio è notevolmente semplificato e non può essere applicato per tutte le molecole. Diciamo che è una buona base per ogni discussione successiva.

Dopo queste informazioni vorrei ricordare che questo grande chimico statunitense non fu mai insignito del premio Nobel, ma per i suoi contributi soprattutto alla didattica è considerato tra i chimici più influenti del secolo scorso.

Onore quindi a Gilbert Newton Lewis e un augurio a tutti i chimici o futuri chimici che possono dare un loro contributo, più o meno grande, a questa fantastica scienza sperimentale.

Alla prossima puntata!

 


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Commenti al Post:
thomasthf
thomasthf il 23/03/11 alle 19:00 via WEB
Per chiarimenti o imprecisioni (sempre presenti quando si vuol dire molto in poche righe) sono pronto a rispondere o commentare....
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
anto56 il 28/03/11 alle 07:58 via WEB
Uno dei misteri della chimica è il fatto che Lewis NON abbia mai ricevuto un Nobel... Credo sia stato uno dei veri giganti della ns disciplina. Difficilmente si realizza che siamo talmente abituati alla sua rappresentazione del legame chimico che siamo tutti implicitamente convinti che la lineetta (semplice, doppia, tripla) che unisce due atomi SIA il legame chimico ! Forse stava antipatico a qualcuno di importante ? Se sei curioso, possiedo il volume, non nell'edizione del '23, ma in una rivista da successori. Una volta o l'altra me lo ristudio... da studente non ne avevo capito un gran che, lo confesso... ora magari mi ci divertirei! Son stato davvero sfortunato, visto l'importanza della materia, avevo un insegnante che spiegava la termodinamica ripetendo a memoria il Denbigh, a suon di dimostrazioni matematiche, non ha mai fatto un esempio concreto o un esercizio applicativo in un anno di corso. Insomma, pura filosofia matematica applicata (al nulla). Saluti ! Anto
 
 
thomasthf
thomasthf il 28/03/11 alle 13:48 via WEB
Prima di tutto la ringrazio per il passaggio e per il commento. Condivido pienamente quanto da lei detto riguardo Lewis...un vero gigante della CHIMICA. Riguardo al volume che possiede sarei curioso di leggere qualcosa e quindi quando vuole può portarlo a lezione.... Riguardo alla termodinamica devo confessare che anche noi fino ad ora abbiamo fatto un corso pieno di dimostrazioni e nessuna applicazione...più fisica che chimica insomma. E' interessante l'origine matematica di alcuni concetti ma è pur vero che bisogna applicarli. Da questo punto di vista penso che farò qualcosa da autodidatta. Mi fa molto piacere avere dei suoi commenti e provvederò a mettere il filtro ai commenti... Saluti thomas
 
 
mmcapponi
mmcapponi il 29/03/11 alle 09:43 via WEB
Come ricorda anche Thomas, non occorre scomodare i ricordi, ma basta guardarsi attorno per trovare chi impiega ore per dipanare la filosofia del calore travestita in equazioni differenziali (pur semplici) e funzioni di partizione, pretendendo di fare pure lezioni straordinarie per finire il programma. Cosa lascia tutto questo? Assolutamente niente, se non la consapevolezza della necessità di ricominciare tutto da capo e da solo per capire cosa succede dentro un becher piuttosto che in una colonna di frazionamento. Evviva i chimici che insegnano la chimica e non i fisici! E qui mi fermo :-)
 
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