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Post n°55 pubblicato il 30 Aprile 2009 da ornellaornella65
«Ah, se potessi avere mille euro al mese!» L'antico - ma aggiornato - adagio risuona beffardo. «Milleuristi? Magari» sembrano, dire i trentenni, interrogati circa il fenomeno mediatico che fra film, saggi, romanzi, cartoons spot e quant'altro li sta rendendo protagonisti del momento (Generazione 1000 euroGiovani e belli. Un anno fra i trentenni italiani all'epoca di Berlusconi). «Siamo l'unica generazione che starà peggio dei propri padri» afferma, malinconica, Cristina. Trentatreenne, team builder in un call center. A fine giornata avrebbe bisogno lei d'esser tirata su e per questo, dice, «mi sono messa con un matematico». Già, perché le statistiche, specie quelle sui cicli economici dovrebbero «rassicurare l'animo». Del tipo che «deve passare la nottata» o cose simili. Ovvero, anche la crisi passerà. Intanto, però, il potere d'acquisto dei milleuristi è stato drasticamente eroso dalla crisi in atto. Come in un dibattito critico ci si ritrova a domandarsi se ha ancora senso l'ottimistica definizione data e, come tale, accettata: "Milleuristi". Perché? «Sicuramente non andrò a vederlo, il film - dice Nicola, una laurea in psicologia utile solo ad ornare la modesta parete dell'appartamento che condivide con altri suoi simili e tanto tempo libero a disposizione – se spenderò quei 7 euro per il cinema, non sarò più un milleurista, poiché il mio budget, a quel punto, consisterà in soli 993 euros!» Una generazione che ama ridere di sé, parrebbe di capire. Del resto, non dimentichiamolo, è stata cresciuta a pane, cartoons e sitcom. |
Post n°54 pubblicato il 24 Aprile 2009 da ornellaornella65
Se pensate che sia meglio non fidarsi delle donne colte in flagrante fedeltà perché, in fondo, oggi sono fedeli a voi, e domani a un altro uomo, fate un salto alla Biokip Gallery, in viale Stelvio 52 a Milano dove dal 16 al 30 aprile va in scena Zoccolette e Zoccoletti, una multi-performance d’avanguardia dove il pezzo forte (ideato da Marcello Mencarini e realizzato dall’artista-performer Kelù) è un inno all’estetica delle “corna” e alle uniche femmine che, non avendovi promesso nulla, vi rimarranno sempre fedeli: quelle che si fanno pagare. Una serie di slide (con una citazione per Fabrizio De André) proiettate sul corpo flessuoso e seminudo di una peformer con le ali d’angelo ma anche un invito a riflettere per chi, maschi o femmine, maritate o single, crede ancora all’esclusività dell’amore. Per essere sincero, suggeriscono i due artisti, l’amore deve essere per forza disonesto e bugiardo. Perché, adattando Kark Kraus ai tempi che corrono, se volete evitare le corna, un rimedio c’è: non fidanzarsi affatto. |
Post n°53 pubblicato il 22 Aprile 2009 da ornellaornella65
Reni, polmoni e midollo con richieste che variano fra i 15mila e il milione di euro Per sbarcare il lunario si vende di tutto, anche i propri organi. La crisi economica che in Spagna ha prodotto il più alto tasso di disoccupazione della zona euro spinge addirittura alcuni «disperati» a vendere su Internet i propri: è quanto denuncia sul suo sito un'associazione di consumatori spagnoli. IMMIGRATI MA ANCHE SPAGNOLI - L'organizzazione, la Facua, afferma di aver rilevato ben «31 vendite di organi su internet», attraverso 13 siti e che le persone che lo fanno sono immigrati latinoamericani ma anche spagnoli. Ricordando come la pratica sia illegale, il sito della Facua dice che «si tratta di annunci di offerta di reni, polmoni e midollo fatte da persone che affermano di attraversare gravi difficoltà economiche e chiedono somme che variano fra i 15.000 e il milione di euro». Facua ricorda inoltre come coloro che pubblicano questi annunci «rischiano di finire vittime di organizzazioni criminali dedite al traffico di organi» |
Post n°51 pubblicato il 18 Aprile 2009 da ornellaornella65
La donna ha firmato le dimissioni, poi la denuncia. I due pagheranno una multa. Risarcimento deciso in sede civile GROSSETO - Costretta a licenziarsi perché aveva girato un film porno, ha vinto la causa contro i suoi datori di lavoro. La commessa di un negozio a Grosseto, allora 27enne, aveva dovuto firmare una lettera di dimissioni, ma non si è data per vinta. Ha querelato i proprietari dell'esercizio per violenza privata e ha vinto: i due sono stati condannati a un mese di reclusione, pena convertita in 1.140 euro di multa, in attesa che venga quantificato il risarcimento danni, che sarà fissato attraverso un'altra causa. RISARCIMENTO - La vicenda risale al 2005: la donna è stata convocata e le è stato mostrato il filmino hard. Lei ha negato di essere la protagonista bendata, ma ha accettato di firmare la lettera di dimissioni, per tutelare il buon nome del negozio. Poi la denuncia. Nel frattempo la donna ha cambiato città e lavoro ma ha chiesto un risarcimento di 40mila euro su cui dovrà pronunciarsi il giudice civile. |
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