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Post n°145 pubblicato il 12 Aprile 2009 da damage2008
la scio cadere la mia sica Lentamente mi tolgo le armature sfibio i lacci di pelle che hanno legato al mio petto lasciando lunghi solchi a testimoniare il mio respiro le mie urla, la mia rabbia tolgo la galea che scoperchia al cielo i mie sogni e i miei desideri come colibrì ho attraversato terre deserti anime e mondi sfibio la balteus il mio ventre cede alla siesta libero il braccio dalla manica e le gambe dagli shinieri quanto cammino quanti passi quante terre baciate e calpestate e sfilo ocreae e cnemides questa pelle di ferro e fuoco a difendere un corpo che sostiene un sogno via tutto corpo nudo mente nuda solo con le mille cascate dei draghi con destino nelle mani consapelo che nessun ferro può difendere il mio sentire esso è inespugnabile a tutti esso crea ogni cosa e ne disegna la fine marciature piaghe e calchi sanno che il peso della lidefa è tanto quello della resa io che lotto contro me e le stelle nudo al mondo resterò senza più paura mi amerò e amerò senza fine e senza condizioni sangue e acqua dal mio petto per far nascere la speranza nella terra di nessuno. |
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BOB MCFERIN - DON'T WORRY, BE HAPPY.
ALDA MERINI
Ascolta il passo breve delle cose
-assai più breve delle tue finestre-
quel respiro che esce dal tuo sguardo
chiama un nome immediato:la tua donna.
E' fatta di ombre e ciclamini,
ti chiede il tuo mistero
e tu non lo sai dare.
Con le mani
sfiori profili di una lunga serie di segni
che si chiamano rime.
Sotto, credi,
c'è presenza vera di foglie;
un incredibile cammino
che diventa una meta di coraggio.
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ALDA MERINI
Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.