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« Messaggio #69"TITTI LIBERO" IL GRIDO ... »

Presidio per Titti Pinna a Cinisello Balsamo

Post n°70 pubblicato il 07 Marzo 2007 da NeVerLiKeMe

http://www.emigratisardi.it/+Presidio-per-Titti-Pinna-a+.html



PRESIDIO DEI SARDI
EMIGRATI A CINISELLO BALSAMO IN FAVORE DI “TITTI” PINNA



IL RUMORE DEL SILENZIO



Le piazze delle città del nord, spesso usate dagli emigrati
isolani per far conoscere le meraviglie della Sardegna, con i colori dei
costumi, con la prelibatezza del cibo, con la particolarità della musica, han
lasciato per una volta il ruolo di chiosatori ad una vicenda piena di tensione
che percuote l’isola. Troppo il silenzio intorno alla drammatica vicenda umana
di Giovan Battista “Titti” Pinna, l’allevatore di Bonorva rapito nel settembre
scorso in Sardegna. Una silenziosità rumorosa, che sconquassa le coscienze
della gente che vuole vociare la sua indignazione per questa efferata
scellerataggine nei confronti della libertà umana. Ed è stato pianificato a Cinisello
Balsamo, per forte volere del circolo AMIS in collaborazione con i circoli
della Lombardia della FASI e con il patrocinio del Comune della cittadina
dell’hinterland milanese, il presidio per reclamare il diritto alla libertà per
Titti Pinna. Che sia riconsegnato alla famiglia al più presto. Una
dimostrazione concreta di solidarietà per non trascurare la vicenda umana. Una
partecipazione affrontata con enfasi per non lasciare indifferenti. E per
urlare questo messaggio, per dare l’apporto morale alla famiglia del rapito,
gli emigrati sardi hanno esposto i loro striscioni, tanti, che se solo fossero
bastati quelli come buoni propositi, la piaga dei “ladri di uomini” sarebbe già
stata debellata. E in un sabato assolato d’inizio primavera in piazza Gramsci a
Cinisello Balsamo, sono sopraggiunti i sardi da tutta la Lombardia che si sono
congiunti ai due assessori arrivati da Bonorva, visibilmente emozionati e
commossi per l’imponenza della manifestazione. Angelo Morittu, assessore ai
Lavori Pubblici e Pierpaolo Falchi, assessore alle Politiche Sociali, hanno
lasciato la loro chiara testimonianza. “Ci sentiamo intimamente colpiti” ha
sottolineato Morittu, “per la vostra compartecipazione a queste tematiche che
vivete comunque da lontano. Ma solo ora, avendo trascorso una giornata
unitamente a voi, comprendo in pieno quale è il ruolo dell’emigrazione
organizzata e vi ringrazio”. Anche il Comune di Cinisello Balsamo era vigente
in piazza coi suoi amministratori: gli assessori Riboldi, Fioravanti e Sacco
hanno voluto dare un saluto particolarmente sentito. Forte e chiaro il
messaggio della FASI, la
Federazione delle Associazioni dei Sardi Emigrati, che nelle
figure del Presidente Tonino Mulas, del responsabile dell’Informazione Paolo
Pulina e del Coordinatore dei circoli lombardi Antonello Argiolas, hanno
enunciato termini concreti per far recepire alla Sardegna e non solo, quanto
sia persistente l’impegno del mondo
migratorio organizzato nel far sentire costantemente rigogliosa l’attenzione
dei media su questo accadimento purtroppo inopportuno. Quello della privazione
della libertà è un delitto odioso, ribadisce Mulas con saldezza. Erano ormai
dieci anni che non si verificava più un sequestro. L’ultimo, quello di Silvia
Melis è datato 1997. E’ un tragico copione che si ripropone. L’applicazione dei
media per il caso Pinna, si è un po’ infiacchito con lo scorrere del tempo. Il
silenzio dei sequestratori è diventato troppo ponderoso, e non porta certamente
a meditare con ottimismo. La condizione di Titti Pinna si può presentare nella
doppia veste di vittima dei banditi, ma allo stesso tempo anche vittima dello
Stato incapace d’intervenire, ma vessatore per la non probante questione legata
alla legge del “blocco dei Beni”. Che l’unità dell’opinione pubblica, della classe
politica, dei sindacati e di tutte le categorie interessate, possa essere la
forza che spingerà lo Stato a combattere efficacemente gli aberranti sequestri
di persona. Che Giovan Battista possa tornare presto a casa…



Massimiliano Perlato



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Intervento dell'Assessore Angelo Morittu


Porto
il saluto del Sindaco, dell’Amministrazione comunale, dell’intera popolazione
di Bonorva e soprattutto della famiglia di Titti Pinna così duramente provata
dai noti eventi, e ringrazio per la sensibilità mostrata il Presidente e i
componenti del Circolo Amis che hanno
organizzato questa manifestazione.



Normalmente
siamo abituati ad identificare i circoli degli emigrati come organizzatori di
manifestazioni volte alla valorizzazione dei valori positivi della nostra
cultura e delle nostre tradizioni; per questo siamo rimasti profondamente
colpiti dalla Vostra decisione di organizzare questo evento che denota
un’intensa partecipazione a tutto ciò che riguarda la Sardegna compresi i suoi
aspetti più critici e sfata il luogo comune “lontano dagli occhi…lontano dal
cuore”.



La
piaga dei sequestri, che sembrava in fase di estinzione, si è riaperta con
tutta la sua drammaticità e ha colpito tristemente il nostro paese: Bonorva,
che già nel passato aveva dovuto subire questo vergognoso reato. Infatti nel
1967 era stato rapito il giovane Peppino Pinna, successivamente liberato dopo
breve prigionia e, quindi, nel 1980 venne
sequestrato l’allevatore Giovanni Battista Pinna, omonimo e zio di Titti, il
quale non ha mai fatto ritorno a casa.



 



Il
sequestro di Titti ci ferisce da più punti di vista:



  1. priva un uomo
    della sua libertà
    che
    rappresenta il bene più prezioso;
  2. affligge la
    famiglia
    del sequestrato,
    privandola dei suoi affetti più cari, ma anche tutte le famiglie che nella
    nostra Isola condividono la fatica e il sacrificio del lavoro comune;
  3. colpisce un
    giovane
    e con lui l’intera
    gioventù sarda;
  4. colpisce un imprenditore agricolo e con lui tutto il
    mondo agro-pastorale che rappresenta un pilastro della nostra
    economia e un segno distintivo della nostra cultura.


 



In
una parola, questo gesto efferato offende la dignità dell’intera Sardegna. La
nostra gente ha tanto faticato in questi anni per scrollarsi di dosso l’immagine negativa che associava ingiustamente Sardegna
con Sequestri;
questo reato, invece, rischia di rendere vani tutti
questi sforzi e di penalizzare l’intera Regione.



Il
sequestro, che nell’intento criminoso di chi lo compie rappresenta un affare
finanziario, di fatto si traduce in
conseguenze disastrose sul piano economico e sociale per la nostra
collettività. Vengono scoraggiati gli investimenti nei vari settori , e in
particolare ne risentono il turismo e lo sviluppo delle zone interne.



Per contrastare questo
rischio, è importante non stancarsi di esprimere in tutte le forme la nostra
ferma opposizione e il nostro rifiuto e quindi ben vengano tutte le
manifestazioni di solidarietà spontanee o istituzionali promosse per la
liberazione di Titti.



Una manifestazione come
questa oltre a tenere viva l’attenzione sul sequestro Pinna, consente ai nostri
fratelli emigrati, già pienamente inseriti e apprezzati in altre realtà, di contribuire ad un’immagine positiva della
Sardegna, fatta di capacità e laboriosità. È una testimonianza del legame che
continua ad unirci compensando la distanza fisica con la vicinanza del cuore.



Ancora grazie e continuiamo
a gridare insieme il nostro NO AI SEQUESTRI.



 



 



Cinisello 10/03/07  Angelo Morittu



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