Titti Pinna Libero!!

APPELLO URGENTE TITTI LIBERO!!


Stasera parte la Campagna. Purtroppo quel che è accaduto oggi ci costringe a stringere i tempi. E' impensabile che Emergency e le Istituzioni italiane si mobilitino per tutti, e per Titti no!!Mi appello a tutti voi che entrate nel blog per leggere e spero che possiate aderire all'iniziativa perchè è davvero importante.Ringrazio tutti gli amministratori di blog di Libero che ci stanno sostenendo in questa battaglia. Dovete mandare il testo dell'appello non in allegato ma copiandolo nel corpo del testo della mail e se possibile firmando col vostro nome. Mi raccomando, lasciate invariato il testo e se otterrete risposta inoltratela a me. Potete divulgarlo sempre tenendo conto delle regole. Gli indirizzi a cui spedirlo sono: info@emergency.it e larepubblica@repubblica.it Quando inviarlo: potete iniziare da stasera e per i prossimi 4 giorni, cioè fino a Venerdì, a meno che la nostra azione non abbia avuto esito. Vi chiedo di mandare a questi due indirizzi almeno due mail al giorno da tutti gli indirizzi che possedete, più sono e meglio è, dobbiamo farci sentire!!!! Ricordate di inviare l'appello a priorità alta e richiedere la conferma di lettura. Grazie!!! AngelaQUESTO E' IL TESTO DA USARE
 Alla cortese attenzione di “Repubblica” e “Emergency”       Siamo alcuni componenti del Comitato Spontaneo: “Titti Libero” e scriviamo da Bonorva, un paese di circa quattromila abitanti posto a cinquanta km da Sassari. Abbiamo appreso come tutti da qualche giorno della liberazione di Daniele Mastrogiacomo e avremmo voluto unirci alla gioia che ha pervaso tutti gli italiani, ma non possiamo festeggiare, perché c’è un uomo che ancora non ha trovato la sua libertà, c’è un uomo in agonia da oltre 6 mesi: il suo nome è Giovanni Battista Pinna detto Titti, un uomo di 37 anni, un onesto allevatore, che è stato sequestrato il 19 settembre 2006 in pieno giorno, verso le tre del pomeriggio nella sua azienda agricola, da almeno cinque uomini, secondo i rilievi degli inquirenti. Da quel giorno, in paese, sono nate diverse iniziative di solidarietà per lui e contro la terribile piaga del sequestro di persona. L’imponente fiaccolata a tre giorni dal rapimento, la grande manifestazione con i Sindaci della Sardegna e l’impegno delle forze dell’ordine non hanno, purtroppo, accelerato la liberazione del nostro compaesano. Anche l’appello del Papa all’Angelus non ha trovato molte orecchie attente. Poi come accade purtroppo molto spesso è calato il silenzio, le nostre parole sono cadute nel vuoto, le nostre iniziative non sono servite a nulla, solo sul nostro e su altri blog si è continuato a parlare del caso di Titti Pinna. TROPPO POCO!!!! 6 mesi di silenzio, 6 mesi in cui nessuno si è mosso per lui, 6 mesi in cui Giovanni Battista non è esistito per le televisioni, per i giornali, non è esistito per la gente, perché la gente sa quello che i mezzi di informazione le fanno sapere, quello che viene selezionato tra le tante notizie di giornata e merita secondo i giornalisti di finire nei telegiornali e sulla carta stampata. Titti non è abbastanza importante, Titti non è un giornalista come Mastrogiacomo, Titti non è famoso, Titti è stato rapito in Sardegna e non in Afghanistan, Titti non fa notizia. NON E’ GIUSTO! Non è giusto che esistano vite di serie a e di serie b. Non è giusto che esistano sequestri di serie a e di serie b. Non è giusto che i giornali, le televisioni, la politica, lo Stato agiscano solo per il loro tornaconto, solo perché una persona è più famosa di un’altra, solo perché il contesto nel quale è stato rapito è una cassa di risonanza che fa molto più rumore dell’altra, solo perché la liberazione di Mastrogiacomo dà molto più prestigio di quella di Titti Pinna. Pinna è un uomo esattamente come lo è Mastrogiacomo, con la stessa dignità, con gli stessi diritti: la sua vita non è meno importante di quella di un giornalista solo perché è un semplice allevatore e corre un rischio grande almeno quanto quella dell’inviato di Repubblica: la famiglia di Titti Pinna, non è purtroppo nuova ai sequestri di persona: nel 1978 furono oggetto di un tentativo di sequestro sia il padre che uno zio, i quali con la forza della disperazione, riuscirono a scappare dalla trappola loro tesa. Nel 1980 un altro zio che portava il suo stesso nome, Giovanni Battista Pinna, venne sequestrato: non ritornò più a casa. Oggi i giorni passano con l’angosciosa constatazione di un sequestro che sembra non aver mai fine. E più passano i giorni e più cresce l’inquietudine dentro di noi di non riuscire a cambiare la situazione di Titti. Tutto sembra favorire i “ladri di uomini”. Aiutateci, aiutateci a rompere il silenzio, aiutateci ad informare l’opinione pubblica, aiutateci a mobilitare televisioni, stampa e politica ma soprattutto AIUTATECI A LIBERARE GIOVANNI BATTISTA PINNA!   Il comitato spontaneo “Titti libero” http://blog.libero.it/tittilibero/ e tutti i suoi amici di serie b