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Post N° 83

Post n°83 pubblicato il 18 Maggio 2007 da frickpeace

UNITI PER TITTI

19 SETTEMBRE 2006...
SONO TRASCORSI DAL SEQUESTRO …
8 MESI .. CIOE 242 GIORNI …
MA TITTI E‘ ANCORA PRIGIONIERO!

ORA PIU CHE MAI HA BISOGNO DI NOI,
DEL NOSTRO SOSTEGNO,PERCHE SAPPIA CHE NON E’ SOLO.

PER QUESTO IL COMITATO,IL PARROCO E I GRUPPI DI PREGHIERA DI BONORVA,INVITANO TUTTI COLORO VOGLIANO UNIRSI

SABATO 19 DALLE 20:30 ALLE 21
NELLA CHIESA “SANTA MARIA BAMBINA” ALLA VEGLIA DI PREGHIERA

ALLE 21:15 NEL CAMPETTO PARROCCHIALE
PER LA PROIEZIONE DEL FILM:
“SEQUESTRO DI PERSONA”

TENIAMO ALTA L’ATTENZIONE!
RIVOGLIAMO TITTI A CASA.

LIBERATELO! LIBERATECI! LIBERATEVI!

 
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Post N° 81

Post n°81 pubblicato il 04 Maggio 2007 da frickpeace

DAL SITO ASSOCIAZIONE EX SEQUESTRATI

Fra le istituzioni e le vittime dei sequestri spesso non corre buon sangue, ma riteniamo di non avere colpe, tranne la dabbenaggine di esserci fatti rapire. Questa colpa dev'essere alquanto grave se ci è riservato il trattamento che descriviamo di seguito ( e non è il solo...). Vorremmo tanto sapere se anche in altri stati la vittima è trattata con più rigore dei delinquenti, o meglio, dato che probabilmente l'esperienza del rapimento ci ha fuso la mente,vorremo sapere chi siamo veramente: le vittime od i carnefici ? Di una cosa siamo sicuri: I soldi del riscatto non sono deducibili. A questo punto sorge spontanea una domanda: i banditi vengono tassati ?

I SEQUESTRATI E IL FISCO

Il dott. Giuseppe De Sandro, farmacista calabrese rapito il 20 Gennaio 1983 a Bovalino, e liberato l' 8 Agosto dietro pagamento di un riscatto di 500 milioni, fu il bersaglio di una ingiunzione giudiziaria del fisco che gli contestò il mancato pagamento di 7 milioni di lire di imposte. Il professionista entrò in causa col fisco che, fra multe e commissioni, gli contestò la somma di 42 milioni di lire. Non sappiamo come è finita.

La signora Maddalena Belziti, piemontese, moglie di un avvocato rapito nell 1986 e deceduto nel 1990, Ha avuto per lungo tempo grosse grane fiscali per un contenzioso sopra la vendita di un immobile. Il fisco ha soprasseduto al pignoramento solo nel 1998, dopo che il caso fu clamorosamente illustrato in una trasmissione televisiva.

La famiglia di Giuseppe Vinci, rapito a Macomer (NU) nel 1995, liberato con un riscatto di 4 miliardi e 250 milioni, si è vista ingiungere, nel 1998, il pagamento di £ 1.600.000.000 di imposte.

Uno dei casi più singolari: Il Dottor Antonio Toxiri, stimato oculista di Nuoro, rapito nel 1984 e liberato dietro un riscatto di 650 milioni, fu completamente rovinato finanziariamente ( e fisicamente ). Dovette vendere tutte le sue proprietà, compresa la sua abitazione a Nuoro dove abitava da 40 anni, e tornarsene al paese natio. La allora SAUB (la cassa Mutua) non gli riconobbe lo stipendio ( e relativi contributi previdenziali) del periodo di prigionia perchè era assente...ingiustificato.

La famiglia Devoto, piccoli industriali di Nuoro, è invece stata multata per la mancata tenuta dei registri contabili, distrutti in un attentato dinamitardo conseguente al rifiuto della stessa di pagare una seconda tranche del riscatto, che i banditi pretendevano dopo la liberazione del sig. Gigino, il rapito.

Per Michelangelo Mundula e la sua famiglia non vi furono grosse vicende tributarie, ma il trattamento del fisco non è stato diverso da quello subito da tutti i rapiti (o meglio, se vi è stato qualche rapito trattato con particolare riguardo dall' erario non ci è dato sapere...). Il farmacista, rapito a Cala Gonone (NU) il 14/08/1988 e liberato il 27 Dicembre successivo dietro il pagamento di circa 400 milioni, l' anno seguente ha regolarmente versato tutti i suoi tributi.

Lo stesso è stato per il notaio di Olbia Gianfranco Giuliani, Marito della sig. Miria Furlanetto, che tentò di ottenere un rinvio dei versamenti IRPEF. Dopo aver pagato £ 1.000.000.000 per la liberazione della moglie nel 1993, pagò anche l' acconto per il '94.

Ma se lo stato è rigoroso nel riscuotere (su chi può), lo è anche nel risparmiare (legge del buon padre di famiglia); infatti non spende neanche per fare gli accertamenti patrimoniali sugli imputati di sequestro di persona. L' ex-rapito Giovanni Murgia, per provare gli illeciti guadagni dei suoi rapitori ha dovuto condurre personalmente delle indagini patrimoniali. Sommando il costo di queste a quello relativo alle spese legali nella sua costituzione di parte civile, ha speso più di 100 milioni.




Lo sapevate che, nella malaugurata ipotesi vengano condannati i Vs. rapitori, essendovi costituiti parte civile, se vorrete il rimborso del riscatto dovrete citare i colpevoli in un separato processo civile e, sempre che vogliate la provvisionale ( cioè un anticipo sulle somme che vi dovrebbero restituire) dovrete procurarvi gli atti del processo, versando solo di bolli il 4% della somma richiesta ? Questo vuol dire che se vi devono restituire 500 milioni Voi ne dovrete pagare 20 (milioni) di imposta di bollo ! ( E senza la certezza di recuperare il maltolto...).


Timidamente, non chiediamo assistenzialismo, ma che vengano concesse dilazioni nei pagamenti delle imposte fino a che non vengono trovati i colpevoli, e che questi, una volta condannati, risarciscano il danno alle vittime, possibilmente col minimo onere a carico di queste ultime.

VITA DA SEQUESTRATO:
 http://www.assosequestrati.it/racconti0.html

 
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Post N° 80

Post n°80 pubblicato il 26 Aprile 2007 da frickpeace

COMUNICATO STAMPA

Il Comitato Spontaneo Titti Libero non riconosce alcuna attendibilità
a quanto è stato affermato ieri da un quotidiano nazionale e da una TV
locale circa la possibile fuga di Titti in Romania.Teniamo a precisare che la foto riportata dal
quotidiano La Stampa, il 19 aprile,non appartiene a Giovanni Battista Pinna. La
notizia dei due rumeni che lavoravano nell’azienda dei Pinna, e poi
spariti, è stata categoricamente smentita da una zia di Titti e non
risulta vera la scomparsa di una sua amica. Nel rinnovare la
solidarietà al sequestrato e ai familiari, il Comitato Spontaneo
ringrazia gli inquirenti e le forze dell’ordine per il grande lavoro
profuso e si augura che Titti Pinna possa al più presto riabbracciare i
propri familiari.

Comitato Titti Libero.

 
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Post N° 79

Post n°79 pubblicato il 21 Aprile 2007 da frickpeace

LETTERA IMMAGINARIA DI TITTI PINNA (di Celia Sanchez)

Non mi chiamo Silvia nemmeno Farouk e forse, alcuni di voi, non sanno nemmeno quale sia il mio vero nome.
Forse, alcuni di voi, non sanno nemmeno che sono stato sequestrato.
Non ho amici importanti, non conosco giornalisti, né editori, né giudici, né ex sequestratori.
Sono Titti Pinna, Giovanni Battista Pinna e sono stato sequestrato, a Bonorva, il 19 Settembre 2006.
Sono in mano ai banditi, sono prigioniero, non sono più un uomo libero.
C’è silenzio intorno a me, un silenzio assordante.
Qualche elicottero l’ho sentito sorvolare sulla mia testa, ma poi... nulla più.
Non sento voci sarde che reclamano la mia liberazione. Nemmeno italiane.
Dovrei essere, mio malgrado, protagonista di telegiornali, e quotidiani... ma non lo sono.
Così mi dicono.
Vi siete dimenticati di me e questo è più doloroso della prigionia stessa.
Come fa un uomo qualunque ad essere liberato?
Come fa un uomo qualunque a reclamare la sua liberazione?
Io certo non posso, ma voi potete farlo per me.
Qui non ci sono telecamere e non siamo in Afghanistan o in Iraq. Non posso fare appelli strappalacrime e dare ultimatum. Non ho da barattare altre vite o altre liberazioni in cambio della mia.
Qui Gino Strada non c’è, ci dovrebbe essere il Governo Italiano, ma non c’è nemmeno quello.
Qui attorno a me il niente e il vuoto assoluto.
Non sono ricco, ma suppongo che i miei risparmi e quelli della mia famiglia, siano già stati posti sotto sequestro, il blocco dei beni... lo chiamano.
Quindi, oltre al sequestro della mia libertà, anche quello del mio denaro.
So, che quando sono stato rapito, si sono mobilitati in tanti, dalla mia Bonorva fino al Santo Padre.
Appelli che smuovono solo l’aria che passa in quel momento.
Gli appelli devono invece smuovere coscienze e omertà, ma non durano mai abbastanza.
Gridate sardi per la mia liberazione, sempre, costantemente e comunque.
Io voglio tornare a casa.
Se la mia famiglia non può pagare il riscatto, paghi per me lo Stato.
O la mia vita non vale abbastanza?
Pensavo, che le classifiche di serie, fossero solo per le squadre calcistiche e per i tornei sportivi, invece, mi rendo conto, che anche per le vite umane si fanno ordini, elenchi, classificazioni.
Sì, non sono nessuno, sono un essere umano qualunque, un uomo, un figlio di Dio, un cittadino sardo e italiano, a cui è negata la libertà, e questo dovrebbe bastare.
La mia famiglia è sola.
La mia famiglia “non appartiene”, la mia famiglia è.
Una famiglia di lavoratori onesti, non siamo amici di nessuno, siamo persone qualunque, rispettose e rispettabili.
Qualche altro sequestrato prima di me, ha raccontato di essersi liberato da solo, a qualcun altro, è stato tagliato l’orecchio.
Io non mi libererò da solo, né invieranno pezzi del mio orecchio a chicchessia. Io non sono ricco, la mia famiglia non lavora con “i grembiulini”, noi siamo allevatori, non conosciamo emissari, editori, ex banditi che potrebbero aiutarci.
Sono solo Titti Pinna, un uomo qualunque, solo e onesto, a cui è stata tolta la libertà.
Sono solo Titti Pinna, un uomo che potrebbe essere vostro padre, vostro fratello, vostro amico, vostro figlio.
Sono solo Titti Pinna e voi dopotutto avete il dovere di essere UOMINI.
Perché le vittorie e le liberazioni passano anche attraverso l’abbattimento dei muri dell’omertà e del silenzio.
Sono solo Titti Pinna e voglio tornare ad essere un uomo libero.

HO VOLUTO PUBBLICARVI QUESTA LETTERA IMMAGINARIA,CHE CI E' PERVENUTA QUALCHE GIORNO FA',PERCHE VISTA DA UNA PROSPETTIVA DIVERSA,SPESSO DIMENTICATA O MEGLIO IGNORATA ,LA PRIGIONIA DI TITTI.
Barbara.

 
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MANIFESTAZIONE DEL 21 APRILE

Post n°78 pubblicato il 15 Aprile 2007 da NeVerLiKeMe

Il
21 Aprile 2007 alle ore 9,00, a Sassari, manifestazione di
solidarietà per Titti Pinna. Il corteo, che partirà da
Piazza d’Italia, inizio via Roma, raggiungerà l’Istituto
zooprofilattico e proseguirà per viale Dante, Emiciclo
Garibaldi, Giardini, per concludersi in Piazza Santa Maria. I
promotori, studenti scuole superiori di Sassari e il Comitato
Spontaneo “Titti Libero”, invitano a partecipare tutti coloro che
hanno a cuore la sorte dell’ostaggio e in primo luogo tutti gli
studenti del sassarese. Chiedono, inoltre, ai Dirigenti Scolastici e
a tutti i docenti di favorire la partecipazione degli alunni, per il
giorno di Sabato, in quanto gesto di alto livello civile e morale. La
manifestazione non è altro che atto concreto e di forte
simbiosi con l’educazione dei giovani alla legalità. Non
possiamo lasciarci sfuggire questa occasione. Il nostro presente è
caratterizzato da un sequestro di persona che ci affligge da sette,
silenziosi, angoscianti e snervanti lunghi mesi. I giovani sono il
nostro futuro, e se vogliamo che il loro futuro sia migliore,
dobbiamo aiutarli a valorizzare al meglio i valori dell’altruismo,
della legalità e della solidarietà. Valori che sono i
capisaldi dell’essere scuola ma anche di una società a
misura d’uomo. E’ per questo che chiediamo, anche, l’adesione
di tutti: i Sacerdoti della Diocesi di Sassari, amministratori, politici, associazioni e uomini comuni.

 



 

Il
Comitato Spontaneo “Titti Libero”




 
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