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Post N° 77

Post n°77 pubblicato il 13 Aprile 2007 da frickpeace

Sequestro Pinna: appello Croce Rossa Italiana


Sassari 13-04-2007


 


“Perdurando l’estenuante silenzio sulla sorte di Giovanni Battista
(detto ‘Titti’) Pinna” l’imprenditore agricolo rapito il 19 settembre
2006 a Bonorva (Sassari) il Comitato Provinciale di Sassari della Croce
Rossa Italiana rivolge un appello “a chi ne ostacola il ritorno presso
la propria famiglia” chiedendo “un gesto umanitario e di cristiana
pietà”.

“Una macchina della CRI – fa sapere il  Commissario
Provinciale della CRI di Sassari,  Antioco Flumene -  è a disposizione
24 ore su 24 per ogni evenienza”.

Per eventuali
comunicazioni è possibile contattare i numeri telefonici: Croce Rossa
Italiana -  Comitato Provinciale di Sassari, tel. 079.239353
-079.235555    Fax   079.233121

 
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Post N° 76

Post n°76 pubblicato il 03 Aprile 2007 da NeVerLiKeMe


Comunicato Stampa





La
notte della Vigilia di Pasqua in tutte le chiese si benedirà
il fuoco.


Pasqua
è Resurrezione, ma noi sardi abbiamo un fratello in catene da
oltre sei mesi, per questo chiediamo a tutti i nostri conterranei di
tenere accesa, la notte della Vigilia di Pasqua una piccola luce, una
candela al proprio balcone per ricordare e ricordarci che Giovanni
Battista Pinna è ancora nelle mani dei suoi sequestratori.





Comitato
Spontaneo Titti Libero




 
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Post N° 75

Post n°75 pubblicato il 02 Aprile 2007 da frickpeace

BARBARA VERGANI LIBERA!!!!!

Il comitato esprime grande sollievo per l’esito positivo del sequestro.

 
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Post N° 74

Post n°74 pubblicato il 01 Aprile 2007 da frickpeace

RAGAZZA RAPITA, CHIESTO IL RISCATTO

NOVARA - L' agguato è scattato ieri sera alle 20,30. Barbara Vergani, 24 anni, figlia di un imprenditore edile di Miasino (Novara), viene bloccata a Borgomanero (Novara). E' a bordo della sua Peugeot 206 e una Golf bianca con a bordo quattro sequestratori le taglia la strada. In tre saltano a terra, spaccano il vetro del lato del guidatore, aprono la portiera e l' agguantano. Barbara viene caricata a forza sulla Golf che parte in direzione di Novara e dell' autostrada Genova-Voltri Sempione, il cui casello è distante solo quattro chilometri. Pochi istanti, in una via scarsamente frequentata garantisce una facile via di fuga ai malviventi. Solo successivamente un passante ricorda quella Golf bianca che si è allontanata sgommando. I rapitori hanno organizzato l' agguato nei minimi particolari e la loro regia prevede una quasi immediata telefonata al padre della giovane, Carlo, 60 anni, titolare della Cusiano Costruzioni di Miasino specializzata in lavori edili e stradali. Una voce maschile dice: "Abbiamo noi Barbara".

Poco dopo arrivano anche le prime segnalazioni degli amici di Barbara, che l' attendevano poco distante dal luogo del sequestro per trascorrere insieme il sabato sera. Hanno trovato l' auto, con una portiere aperta, le chiavi infilate nel cruscotto, il cellulare e il giubbotto sul sedile. Scatta l' allarme, i carabinieri si mobilitano e organizzano posti di blocco sulle strade. Ma i rapitori hanno organizzato bene anche la fuga e di loro non si trova traccia. Intanto al padre giunge l'indicazione del luogo in cui c' è il biglietto con la richiesta del riscatto. Pare abbia ricevuto una seconda telefonata in cui gli viene detto che c' è un foglietto infilato nel cancello d' entrata della ditta, che si trova a Miasino a poca distanza dalla sua villa. "Se vorrete riavere Barbara dovrete pagare 4 milioni di euro", scrivono i sequestratori. Una cifra ingente, forse fuori dalle possibilità dei Vergani. In ogni caso è scattato il blocco dei beni della famiglia. A Borgomanero giunge un ingente dispiegamento di forze: la Direzione centrale anticrimine della polizia, i comandi dei carabinieri di zona, della provincia e di Torino, le Squadre Mobili della polizia di Novara e di Torino, il responsabile della Direzione distrettuale antimafia Maurizio Laudi, con i suoi sostituti Onelio Dodero e Anna Maria Loreto. Battute, ricerche non danno risultati. Ma le indagini sono orientate negli ambienti di lavoro del padre.

IL COMITATO ESPRIME LA PROPRIA SOLIDARIETA  ALLA FAMIGLIA VERGANI,CON LA SPERANZA CHE BARBARA TORNI PRESTO IN LIBERTA .

 
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APPELLO URGENTE TITTI LIBERO!!

Post n°73 pubblicato il 26 Marzo 2007 da NeVerLiKeMe

Stasera parte la Campagna.

Purtroppo quel che è accaduto oggi ci costringe a stringere i tempi.

E' impensabile che Emergency e le Istituzioni italiane si mobilitino per
tutti, e per Titti no!!

Mi appello a tutti voi che entrate nel blog per leggere e spero che possiate aderire all'iniziativa perchè è davvero importante.
Ringrazio tutti gli amministratori di blog di Libero che ci stanno sostenendo in questa battaglia.



Dovete mandare il testo dell'appello non in allegato ma copiandolo nel
corpo del testo della mail e se possibile firmando col vostro nome.

Mi raccomando, lasciate invariato il testo e se otterrete risposta
inoltratela a me.

Potete divulgarlo sempre tenendo conto delle regole.

Gli indirizzi a cui spedirlo sono: info@emergency.it e larepubblica@repubblica.it

Quando inviarlo: potete iniziare da stasera e per i prossimi 4 giorni,
cioè fino a Venerdì, a meno che la nostra azione non abbia avuto esito.
Vi chiedo di mandare a questi due indirizzi almeno due mail al giorno
da tutti gli indirizzi che possedete, più sono e meglio è, dobbiamo
farci sentire!!!!

Ricordate di inviare l'appello a priorità alta e richiedere la conferma
di lettura.



Grazie!!!

Angela

QUESTO E' IL TESTO DA USARE

immagine


 Alla
cortese attenzione di “Repubblica” e “Emergency”



 



 



 



Siamo alcuni componenti del
Comitato Spontaneo: “Titti Libero” e scriviamo da Bonorva, un paese di circa quattromila
abitanti posto a cinquanta km da Sassari.



Abbiamo appreso come tutti da
qualche giorno della liberazione di Daniele Mastrogiacomo e avremmo voluto
unirci alla gioia che ha pervaso tutti gli italiani, ma non possiamo
festeggiare, perché c’è un uomo che ancora non ha trovato la sua libertà, c’è
un uomo in agonia da oltre 6 mesi:
il suo nome è Giovanni Battista Pinna
detto Titti, un uomo di 37 anni, un onesto allevatore, che è stato sequestrato
il 19 settembre 2006 in
pieno giorno, verso le tre del pomeriggio nella sua azienda agricola, da almeno
cinque uomini, secondo i rilievi degli inquirenti. Da quel giorno, in paese,
sono nate diverse iniziative di solidarietà per lui e contro la terribile piaga
del sequestro di persona. L’imponente fiaccolata a tre giorni dal rapimento, la
grande manifestazione con i Sindaci della Sardegna e l’impegno delle forze
dell’ordine non hanno, purtroppo, accelerato la liberazione del nostro
compaesano. Anche l’appello del Papa all’Angelus non ha trovato molte orecchie
attente.



Poi come accade purtroppo molto
spesso è calato il silenzio, le nostre parole sono cadute nel vuoto, le nostre
iniziative non sono servite a nulla, solo sul nostro e su altri blog si è
continuato a parlare del caso di Titti Pinna.



TROPPO POCO!!!!



6 mesi di silenzio, 6 mesi in cui nessuno si è mosso per lui, 6
mesi in cui Giovanni Battista non è esistito per le televisioni, per i
giornali, non è esistito per la gente, perché la gente sa quello che i mezzi di
informazione le fanno sapere, quello che viene selezionato tra le tante notizie
di giornata e merita secondo i giornalisti di finire nei telegiornali e sulla
carta stampata.



Titti non è abbastanza importante,
Titti non è un giornalista come Mastrogiacomo, Titti non è famoso, Titti è
stato rapito in Sardegna e non in Afghanistan, Titti non fa notizia.



NON E’ GIUSTO!



Non è giusto che esistano vite di
serie a e di serie b.



Non è giusto che esistano sequestri
di serie a e di serie b.



Non è giusto che i giornali, le
televisioni, la politica, lo Stato agiscano solo per il loro tornaconto, solo
perché una persona è più famosa di un’altra, solo perché il contesto nel quale
è stato rapito è una cassa di risonanza che fa molto più rumore dell’altra,
solo perché la liberazione di Mastrogiacomo dà molto più prestigio di quella di
Titti Pinna.



Pinna è un uomo esattamente come
lo è Mastrogiacomo, con la stessa dignità, con gli stessi diritti: la sua vita
non è meno importante di quella di un giornalista solo perché è un semplice
allevatore e corre un rischio grande almeno quanto quella dell’inviato di
Repubblica: la famiglia di Titti Pinna, non è purtroppo nuova ai sequestri di
persona: nel 1978 furono oggetto di
un tentativo di sequestro sia il padre che uno zio, i quali con la forza della
disperazione, riuscirono a scappare dalla trappola loro tesa. Nel 1980 un altro
zio che portava il suo stesso nome, Giovanni Battista Pinna, venne sequestrato:
non ritornò più a casa.



Oggi i giorni passano con
l’angosciosa constatazione di un sequestro che sembra non aver mai fine. E più
passano i giorni e più cresce l’inquietudine dentro di noi di non riuscire a
cambiare la situazione di Titti. Tutto sembra favorire i “ladri di uomini”.



Aiutateci, aiutateci a rompere il
silenzio, aiutateci ad informare l’opinione pubblica, aiutateci a mobilitare
televisioni, stampa e politica ma soprattutto AIUTATECI A LIBERARE GIOVANNI BATTISTA PINNA!



 



Il comitato spontaneo
“Titti libero”



http://blog.libero.it/tittilibero/



e tutti i suoi amici di
serie b

 
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