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FIAT inizia a lasciare l’Italia
L’Italia perde giorno dopo giorno un pezzo della sua industria: quello che non viene comprato da stranieri per molto meno di un piatto di lenticchie viene spostato dai proprietari all’estero. E’ il caso di FIAT (Milano: - ) che ha deciso di spostare la sede di FIAT Industrial (Other OTC: - ) (che si occupa di produrre trattori, ruspe, ecc..) nel Regno Unito. Una bella botta per il fisco italiano che solo l’anno scorso ha incassato più di 500 milioni di euro solo da questo ramo di attivit della FIAT. Ed è proprio questo il problema: FIAT è stanca di pagare le imposte a livelli folli che ci sono in Italia e preferisce trasferirsi nel Regno Unito, non in un paradiso fiscale a tasse zero: in Gran Bretagna si paga comunque il 23,5% di imposta sul reddito anche se il governo, per reagire alla crisi, ha deciso di tagliare per il futuro e arrivare fino al 20%.
Gli azionisti FIAT probabilmente sono felici perché incasseranno qualche centinaia di milioni di euro un più all’anno. Molto meno i contribuenti italiani che saranno chiamati a sborsare, in un modo o nell’altro, 500 milioni di euro in più all’anno per coprire la voragine aperta dal trasloco di FIAT Industrial. E immaginiamoci cosa succeder quando anche le auto lasceranno l’Italia, questa volta probabilmente con destinazione USA.
Il nostro sistema economico è devastato per l’incapacit assoluta della politica, per lo strapotere delle caste che non lasciano scendere il livello della spesa pubblica e che quindi determinano l’elevatissima pressione fiscale. E la pressione fiscale distrugge la competitivit e costringe le aziende a lasciare l’Italia.
Un bel quadro, il governo strepita (almeno la sua ala sinistra) ma non fa nulla per cambiare le condizioni al contorno che costringono le aziende ad andarsene.
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