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« Occupazione del porto di NapoliMessaggio #7 »

Fermo definitivo!

Post n°6 pubblicato il 24 Giugno 2008 da associazionetonniera
 

Oggi 24/6/2008 dopo averci fatto tribolare per altri 11 giorni è arrivata la notizia già per altro scontata che il fermo pesca è definitivo, e che di andare a pesca se ne parlerà l’anno venturo,
sperando che non ci siano altri provvedimenti.

Vorrei ringraziare tutti i nostri parlamentari per il lavoro svolto nell’ averci saputo rappresentare in modo veramente eccezionale e che tanto hanno fatto per noi.

Bisogna dirlo, i nostri ministri ci difendono veramente bene in tutte le circostanze, e questa volta si sono superati, hanno lottato duramente, si sono sacrificati, ma cosa ancor più meritevole e che lo fanno veramente per il popolo.

Mi chiedo ma che ne sanno veramente i nostri ministri di problemi di pesca, di agricoltura, di persone che questo anno non solo non hanno guadagnato nemmeno un euro, ma hanno rimesso perfino le spese.
Come faranno i marinai, gli armatori e le famiglie?
come vivranno quest’anno da dimenticare sia per il brutto tempo sia per il decreto emanato da Bruxelles?
I nostri ministri come possono capire chi è stato fortunato ed è riuscito a guadagnare 3000 euro in una stagione di pesca?

Nel ringraziare a nome di tutti i pescatori voglio rendere noto quanto guadagna un ministro all’europarlamento in modo da capire come possono sentire il problema di chi non ha nemmeno i soldi da dare alla moglie per la spesa.

Da una inchiesta dell’ Herald Tribune

Un insulto a miseria e povertà di milioni di persone
La vita dorata dei parlamentari europei
Secondo un'inchiesta pubblicata il 24 maggio dal quotidiano statunitense "Herald Tribune" un seggio al parlamento europeo a Strasburgo "è meglio che vincere la lotteria". Un europarlamentare, infatti, può incassare, grazie al sistema dei rimborsi, fino a 100 mila euro l'anno oltre al proprio stipendio.

Pubblico gli stipendi dei parlamentari Europei,

1 Italia 144.084,36
2 Austria 106.583,40
3 Olanda 86.125,56
4 Germania 84.108,00
5 Irlanda 82.065,96
6 Gran Bretagna 81.600,00
7 Belgio 72.017,52
8 Danimarca 69.264,00
9 Grecia 68.575,00
10 Lussemburgo 66.432,60
11 Francia 62.779,44
12 Finlandia 59.640,00
13 Svezia 57.000,00
14 Slovenia 50.400,00
15 Cipro 48.960,00
16 Portogallo 41.387,64
17 Spagna 35.051,90
18 Slovacchia 25.920,00
19 Rep. Ceca 24.180,00
20 Estonia 23.064,00
21 Malta 15.768,00

come si evince gli Italiani sono al primo posto per guadagni, ma sono quasi sempre ultimi a rappresentare la nazione,
La Spagna che da ai propri ministri un quinto di quanto diamo noi ai nostri è riuscita ad ottenere la proroga fino al 23\6.


La retribuzione di un eurodeputato si divide in due parti. La prima comprende lo stipendio vero e proprio che è pagato direttamente dalla Stato di appartenenza e corrisponde allo stipendio di un parlamentare nazionale(vedi sopra)

Esistono poi una nutrita serie di indennità proprie del parlamento europeo, uguali per tutti e prelevate dal bilancio generale dell'Ue. Un'indennità per le spese generali ammontante a 3.700 euro al mese, che si riducono della metà in caso di assenza "non validamente giustificata" ad almeno la metà delle sessioni plenarie. Servono ufficialmente a coprire le spese di gestione degli uffici, quelle telefoniche e postali, nonché quelle di trasferta all'interno del proprio Stato. Il tutto senza ricevute da presentare per le spese realmente sostenute.
L'indennità forfettaria di viaggio per gli spostamenti dalle rispettive circoscrizioni alle sedi comunitarie, con lo scopo di partecipare a riunioni ufficiali dell'europarlamento. Copre anche le spese sostenute durante il viaggio, dai taxi agli alberghi, passando per i pranzi al ristorante. Poi abbiamo l'indennità di viaggio, che è destinata a coprire le spese sostenute per i viaggi ovunque nel mondo, nell'esercizio del mandato ma al di fuori delle riunioni ufficiali (ad esempio per conferenze tenute in un altro Stato membro). Per tutte e due vige la possibilità di fare allegramente la cresta, e gli italiani sono specialisti del settore, i quali volano più volte al mese da e per Bruxelles o Strasburgo con tariffe scontate o compagnie low cost (a prezzi bassi) e si fanno rimborsare la tariffa piena, ricavandone a fine anno un discreto gruzzolo. Del resto il rimborso avviene tramite la presentazione della sola carta d'imbarco. Come se non bastasse i deputati europei hanno diritto a quella che eufemisticamente viene chiamata "piccola diaria viaggi extra": altri 3.652 euro all'anno.
Anche l'indennità di soggiorno, per ogni presenza effettiva a incontri ufficiali di organi del parlamento europeo (ad esempio, le sessioni a Strasburgo o le commissioni a Bruxelles) offre la possibilità di altri introiti. Ben 262 euro al giorno. Copre il costo dell'alloggio e dei pasti e tutte le altre spese sostenute durante tutto il soggiorno: è corrisposto solo se il deputato ha firmato il registro di presenza della riunione. Al di là del fatto che il parlamentare potrebbe benissimo arrivare alla meta, firmare la lista delle presenze e andarsene senza avere mai presentato un'interrogazione, scritto una relazione, fatto un intervento in aula o partecipato al lavoro delle commissioni parlamentari, la prassi abbastanza diffusa è quella della firma falsa, apposta cioè da un collega presente anche per l'assente. Che esempi di moralità!
Avanti poi con l'indennità telematica, per coprire l'acquisto, la gestione e la manutenzione di materiale telematico, computer, stampanti ecc. Questa indennità può essere utilizzata anche per acquistare collegamenti a internet o fax da utilizzare nella circoscrizione del deputato. Ed ancora indennità per gli assistenti parlamentari, ben 9.756 euro mensili di media con un tetto di 12.576 euro, a fronte delle spese legate all'assunzione e alle attività di uno o più assistenti. Ufficialmente è concessa solo dietro presentazione di documenti giustificativi. Ma sono vincolanti? L'eurodeputato deve presentare un documento dove dichiara che utilizza una persona determinata con tale funzione e che verrà retribuita con una certa somma. Questa gli viene poi pagata direttamente dall'amministrazione del parlamento che non controlla quanto effettivamente finisce nelle tasche dell'assistente. Risultato è che non mancano gli abusi, tanto più che non sono rari gli europarlamentari che per non perdere l'indennità in questione dichiarano di utilizzare come assistenti la moglie, i figli o parenti in genere, che in realtà negli uffici di Strasburgo non mettono mai piede.
Altri benefit sono rappresentati dalla copertura sanitaria nazionale, garantita dal parlamento europeo e dal Fondo pensione volontario finanziato con una nuova linea del bilancio comunitario creata ad hoc. Con versamenti irrisori gli eurodeputati possono rimpinguare le già laute pensioni che spetteranno a costoro una volta raggiunto il 65° anno di età. In discussione al parlamento di Strasburgo c'è, con il consenso della destra e della "sinistra" borghese, la proposta di abbassare l'età pensionabile di questi nababbi. Alla faccia delle politiche antipopolari dei tagli delle pensioni che in maniera pressoché unitaria portano avanti governi di destra e "centro-sinistra".

Dulcis in fundo l'assenteismo legalizzato. Nonostante al parlamento europeo si lavori circa 120 giorni l'anno, ci sono 2 mesi di ferie estive, venti giorni a Natale, una settimana a febbraio, un'altra fra aprile e maggio e un'altra ancora a ottobre, i parlamentari non si vergognano di disertare l'assise di Strasburgo. E gli italiani sono campioni anche in questo. Nel 1992, anno europeo per eccellenza, dove fu varato il mercato unico, il Trattato di Maastricht e deciso il varo dell'euro negli anni seguenti si scoprì che 21 eurodeputati italiani su 81, non avevano mai messo piede nelle sedi europee. E addirittura in 11 non avevano mai neppure presentato uno straccio di interrogazione. Uno studio realizzato nel 2000 dalla London School of Economics confermerà che gli italiani sono quelli che beccano più soldi e al tempo stesso fanno più assenze. L'anno seguente il presidente della Commissione Ue Prodi interverrà con tanto di faccia tosta: "Provo un profondo disagio per assenze tanto cospicue".



Noi pescatori di cuore ringraziamo i nostri ministri per averci saputo rappresentare e difendere il nostro lavoro.
Con profondo rammarico, anche questa volta chiniamo la testa e speriamo che ci diano almeno una misera elemosina per arrivare a l’anno venturo.
Aldes

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Commenti al Post:
tuaxsempre8
tuaxsempre8 il 26/06/08 alle 00:14 via WEB
Forse non hai seguito bene le fasi degli interventi a bruxelles è stata la vera battaglia dei ministri italiani, francesi spagnolo ect. ma non come dici tu nel tuoscritto pescatore.
 
 
aldes16
aldes16 il 26/06/08 alle 20:06 via WEB
parlami dei risultati, e non dirmi che nessuno dei nostri ministri non sapeva del fermo anticipato, perch se veramente cos“ non sono nemmeno capaci di informarsi in tempo, e darci notizie utile. Ci siamo stancati delle parole vogliamo i fatti!!
 
tuaxsempre8
tuaxsempre8 il 26/06/08 alle 00:15 via WEB
Pesca tonno rosso, muro contro muro Italia-Commissione LUSSEMBURGO - Muro contro muro tra il ministro Luca Zaia e il commissario europeo alla pesca Joe Borg sullo stop al tonno rosso, con l'Italia pronta ad ricorrere alla Corte di Giustizia Ue; ma prima vittoria politica del Consiglio Ue - grazie al documento di Venezia - sulle misure d'urgenza per venire in aiuto al comparto in piena crisi a causa del caro-gasolio. La Commissione Europea, dunque, presenta le proprie proposte, ma gli Stati chiedono di più. E' questo il risultato del confronto intenso, oggi a Lussemburgo, al termine di una sessione ministeriale che ha conosciuto momenti di tensione per l'atteggiamento di chiusura da parte del commissario Borg riguardo al tentativo dell'Italia di trovare una via d'uscita al blocco della pesca del tonno rosso. La risposta di Borg è stato un no su tutti i fronti mantenendo una decisione che Zaia interpreta come "un ingresso a gamba tesa, in un momento in cui tutti i porti sono bloccati ed i pescatori in estrema sofferenza". L'Italia ha quindi deciso di dare battaglia fino in fondo: "Abbiamo le prove - ha spiegato il ministro - che quello che dice il commissario non risponde al vero, vogliamo vedere i dati Ue sul pescato per poterli contestare, e poi provvederemo a fare anche un ricorso alla Corte di giustizia dell'Ue". Il ministro ha poi "invitato la flotta italiana a presentare a sua volta ricorso contro l'Esecutivo europeo alla Corte di giustizia dell'Ue". Quanto ai francesi, sempre sul tonno rosso, il ministro Michel Barnier, tra pochi giorni futuro presidente del consiglio dei ministri pesca e agricoltura dell'Ue, è apparso deciso "a calmare il gioco". Al termine dei lavori ha spiegato: "Non sono nello spirito di portare avanti una polemica, di giocare contro la Commissione europea, voglio essere con la Commissione Ue". Sul fronte del caro-gasolio, a Lussemburgo si è invece aperto un varco, e si è creato un precedente nelle trattative europee per limitare con misure concrete l'impatto della crescita infinita del prezzo del greggio sull'intero comparto della pesca. Su questo fronte l'Italia non è sola, insieme ai paesi del Mediterraneo europeo attende che la Commissione europea vada più lontano nelle sue proposte. "Abbiamo fatto da capofila - ha spiegato il ministro - con il documento di Venezia incassando la solidarietà di molti stati membri anche del nord, come l'Olanda. C'é la volontà di prendere coscienza di un problema che è strutturale". Chiediamo quindi all'Ue, ha aggiunto Zaia degli "interventi con risorse fresche in aiuto agli stati membri, in quanto i circa 25 milioni preannunciati sono insufficienti; più flessibilità per il Fondo europeo della pesca; la revisione dei parametri per la concessione degli aiuti per il fermo temporaneo al di là degli obiettivi strutturali". Ora l'appuntamento è a luglio su un documento che tutti si augurano perfezionato anche se, conclude Zaia, "l'Italia con il decreto di venerdì prossimo risponderà più velocemente dell'Europa".
 
tuaxsempre8
tuaxsempre8 il 26/06/08 alle 00:16 via WEB
PESCA: ZAIA, SU TONNO ROSSO ANDREMO IN CORTE GIUSTIZIA UE Stampa Invia questo articolo UltimissimePD: VELTRONI STUDIA MOSSE PER USCIRE DA ANGOLO ZIMBABWE: MANDELA CRITICA REGIME, "TRAGICO FALLIMENTO" TIBET: RIAPERTO A TURISMO STRANIERO PER PRIMI 2 SVEDESI FISCO: CAMERA, SI' A FIDUCIA A DL NIGER: RILASCIATI I 4 FRANCESI RAPITI DA RIBELLI TUAREG TIR: RAGGIUNTO L'ACCORDO, SOSPESO LO SCIOPERO BARILE USA ATTENUA IL CALO AL NYMEX A 134, 55 DOLLARI FEDERALISMO: BOSSI, CON REFERENDUM, LOTTA DI LIBERAZIONE GIUSTIZIA: BOSSI A BERLUSCONI, MEGLIO VOLARE PIU' BASSI MARONI, COLLABORAZIONE CON GIUDICI PACE SU IMMIGRATI (AGI) - Lussemburgo, 24 giu - Dopo un incontro breve, nel quale il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia ha manifestato al commissario europeo alla pesca Joe Borg tutta la preoccupazione del Governo per un provvedimento, quello della chiusura "anticipata e frettolosa" della pesca del tonno rosso, il Ministro ha annunciato che "il disaccordo con il commissario europeo alla pesca e' radicale e fondato sui numeri". "E' inaccettabile - ha spiegato Zaia - che si assuma un provvedimento cosi' importante sulla pesca nel Mediterraneo senza essere sostenuti da dati e da numeri incontrovertibili. Il fatto e' - ha aggiunto - che i dati e i numeri incontrovertibili li abbiamo noi: barca per barca". Il Ministro non ha dubbi: "E' inequivocabile il fatto - ha spiegato - che per arrivare alla quota fissata, alla flotta italiana manca circa il 50%. Le spiegazioni vaghe fornite dal commissario europeo ci inducono a ritenere che la leggerezza con cui ci si e' mossi sia figlia di un provvedimento non lucido e preso contro gli interessi nazionali". Poi una conferma: "Siamo in pieno accordo con il ministro della pesca francese Micher Barnier - ha sottolineato Zaia - che ieri e' uscito assai insoddisfatto dall'incontro con il commissario Borg". "Questi sono i motivi - ha concluso il Ministro - per i quali abbiamo chiesto a Borg la massima precisione sulle cifre e che, sono certo, mi indurranno a proporre al Consiglio dei Ministri la procedura che porta il contenzioso fino alla Corte di Giustizia europea, in vista, naturalmente, di un risarcimento congruo".(AGI)
 
tuaxsempre8
tuaxsempre8 il 26/06/08 alle 00:16 via WEB
Forse ti devi ricredere pescatore !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
 
tuaxsempre8
tuaxsempre8 il 26/06/08 alle 00:20 via WEB
Tonno rosso si chiude prima 25 Giugno 2008 Anche quest’anno la Commissione europea ha deciso per la chiusura anticipata della campagna di pesca al Tonno rosso per il 2008. Dal 16 giugno Italia, Francia, Grecia, Cipro e Malta hanno dovuto interrompere la pesca al tonno, la Spagna ha avuto una settimana in più. Secondo la Commissione lo stop anticipato si è reso necessario in seguito al raggiungimento della quota di cattura stabilito per l’Europa in circa 16000 tonn. La quota viene stabilita per salvaguardare questa preziosa specie ittica dall’eccesso di catture per la grande richiesta commerciale della specie e viene decisa in sede Icaat,Commissione internazionale per la difesa dei tunnidi in Atlantico e Mediterraneo, che è l’organismo che fissa annualmente la quantità di tonno rosso pescabile. Anche la Ue ha la sua quota da dividere fra gli stati membri, all’Italia ,ad esempio, quest’anno è toccato un quantitativo pari a circa 4000 tonn. Come lo scorso anno non mancano le polemiche sulla decisione Ue da parte delle associazioni di categoria. “Una decisione incomprensibile che metterà in ginocchio il comparto”, questo il commento di Massimo Coccia, Presidente di Federcoopesca-Confcooperative, che prosegue aggiungendo “Le condizioni meteomarine avverse non hanno consentito ai nostri operatori di pescare praticamente neanche un tonno. Per questo stavamo lavorando nelle sedi istituzionali per chiedere un prolungamento della stagione di pesca. La Commissione ha di fatto affossato ogni richiesta e decretato per quest’anno la chiusura di una stagione che non è mai partita. Il sistema di assegnazione individuale delle quote di catture, spiega Federcoopesca-Confccoperative, permette alla Commissione di individuare chi ha ecceduto nella pesca. Basterebbe, quindi, punire i trasgressori e non far pagare il conto ad una intera categoria. Finora ogni tentativo di far recedere la Commissione dalla sua decisione non ha avuto esito positivo e Zaia, Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, è intenzionato a portare il contenzioso fino alla Corte di Giustizia europea e a chiedere un risarcimento per i pescatori. A cura di Claudio Gallucci
 
tuaxsempre8
tuaxsempre8 il 26/06/08 alle 00:20 via WEB
PESCA/ TONNO ROSSO, FRANCIA CONFERMA DISACCORDO CON BRUXELLES Barnier: al momento del blocco raggiunto solo il 52% della quota postato 2 giorni fa da APCOM ARTICOLI A TEMA gasolio: zaia, sui prezzi l'italia da'… pesca/ tonno rosso, borg: base… auto/ violate norme ue su obbligo… Altri Parigi, 23 giu. (Apcom) - E' ancora disaccordo tra Parigi e Bruxelles sull'interruzione anticipata della pesca al tonno rosso. Lo ha ribadito oggi, in un comunicato, il ministro francese dell'Agricoltura, Michel Barnier, alla vigilia dell'incontro di domani con i colleghi europei a Lussemburgo. Secondo il comunicato del ministero, "non si tratta di polemica, ma di un disaccordo di fondo" con il commissario europeo Joe Borg. "In assenza di elementi davvero probanti da parte della Commissione - ha aggiunto Barnier - vedremo come regolarci con gli altri stati colpiti dal divieto", scattato il 16 giugno per Francia, Italia, Grecia, Cipro, Malta e, da oggi, per la Spagna. In futuro, ha indicato Barnier, si dovrà riflettere a come migliorare il dispositivo di inquadramento della pesca al tonno rosso per le prossime campagne. Barnier torna sulle motivazioni addotte dal commissario Borg, secondo cui si sono già raggiunte le quote di pesca al tonno rosso: "Le cifre di cui dispongo - dice il ministro francese - basate sulle dichiarazioni dei pescatori, dicono che al momento del blocco della pesca solo il 52% delle quote concesse alla Francia erano state pescate".
 
 
tuaxsempre8
tuaxsempre8 il 26/06/08 alle 00:22 via WEB
Notizie Ansa Pesca tonno rosso: Borg fiscale Lo afferma Federcoopesca (ANSA) - BRUXELLES, 23 GIU - Delusione davanti ad un approccio 'chiuso e fiscale' sulle motivazioni che hanno indotto Bruxelles a fermare la pesca al tonno rosso. E' la prima reazione del presidente di Federcoopesca-Confcoperative, Massimo Coccia, al termine di un lungo confronto - circa due ore - insieme ai rappresentanti dei tonnieri europei, con il commissario Ue alla pesca Joe Borg. Ora tutto e' nelle mani del Consiglio dei ministri della pesca dell'Ue, domani a Lussemburgo. 23 Giu 14:14
 
tuaxsempre8
tuaxsempre8 il 26/06/08 alle 00:22 via WEB
ECO - Tonno rosso: Rimane stop Ue, Federcoopesca non getta la spugna Roma, 23 giu (Velino) - La Commissione Ue non torna sui suoi passi e dice no alla riapertura della campagna del tonno rosso. Una scelta “chiusa e fiscale”, secondo il presidente della Federcoopesca-Confcooperative, Massimo Coccia che ha partecipato, questa mattina a Bruxelles, all’incontro tra il Commissario Ue alla Pesca Borg e una rappresentanza di operatori del settore. "Un confronto che non è servito per spiegare, dati alla mano, al settore il perché della posizione della Commissione, ma solo per ribadire che indietro non si torna". Il sistema di assegnazione individuale delle quote di catture, spiegano dalla Federcoopesca-Confcooperative, permette alla Commissione di individuare chi eventualmente ha ecceduto nella pesca. “Basterebbe, quindi - sottolinea Coccia - punire i trasgressori e non far pagare il conto a un’intera categoria. Un metodo, questo, che ha ben poco di democratico”. E da Federcoopesca spiegano anche che se qualcuno avesse superato la quota individuale è impossibile che quella nazionale sia stata raggiunta visto che molte imbarcazioni hanno pescato poco o nulla. “La posizione ferma della Commissione - secondo Coccia - rende la nostra battaglia ancora più difficile. Sosterremo il ministro Zaia in questo duro braccio di ferro con Bruxelles”. Domani il presidente della Federcoopesca-Confcooperative si sposterà in Lussemburgo dove si svolge il Consiglio dei ministri europei di Agricoltura e pesca. “Solo una posizione unanime del Consiglio - prosegue Coccia - potrà rivedere le scelte della Commissione. Sappiamo che è un’impresa ardua, ma non getteremo la spugna tanto facilmente”. E in vista dell’appuntamento di domani Coccia sottolinea che “va individuato un nuovo sistema di gestione della risorsa che punti su coinvolgimento attivo della categoria e non solo su divieti e sanzioni. Solo così potremmo combattere efficacemente la pesca illegale. Per raggiungere questo importante obiettivo siamo pronti a metterci a lavoro da subito”.
 
tuaxsempre8
tuaxsempre8 il 26/06/08 alle 00:23 via WEB
PESCA/ TONNO ROSSO, UNCI: BLOCCO UE GETTA NEL LASTRICO IMPRESE Fronzuti: Solo a Torre del Greco a rischio 200 marittimi postato 2 giorni fa da APCOM ARTICOLI A TEMA caro prezzi/ zaia: gasolio, italia da'… gasolio: zaia, sui prezzi l'italia da'… alitalia/ tremonti: giudizio ue non… Altri Roma, 23 giu. (Apcom) - Il blocco della pesca al tonno rosso deciso dall'Unione europea sta mettendo a rischio i posti di lavoro dei marittimi italiani. L'Unci Pesca torna sulla decisione del commissario alla Pesca, Joe Borg, definendo il provvedimento "incomprensibile ed inaccettabile", ma soprattutto dannoso per le tonniere italiane: "Tale scelta - afferma il presidente Antonio Fronzuti - getta nel lastrico imprese e famiglie di pescatori che per lo sbaglio di pochi, se sbaglio c'è stato, sono costrette a pagarne tragiche conseguenze". "Solo a Torre del Greco rischiano il licenziamento circa duecento marittimi impegnati sulle tonniere; e molti altri in tutto il Paese. Il problema - sottolinea il presidente di Unci Pesca - riguarda l'impossibilità per i battelli tonnieri italiani di poter lavorare poiché tale pesca è regolata a livello internazionale e si effettua in base alle quote assegnate ad ogni Paese dall'Unione europea". Nel manifestare solidarietà e vicinanza ai pescatori che in tutta Italia, e in particolare a Napoli, hanno manifestato contro la decisione della Commissione Ue, Fronzuti nota come molte imbarcazioni, fino alla chiusura anticipata del 16 giugno, non avevano pescato l'intera quota di tonno rosso assegnata. Invece, "si continua a pescare tonni nel Mediterraneo nei contigui Paesi di Libia, Marocco e Algeria".
 
tuaxsempre8
tuaxsempre8 il 26/06/08 alle 00:24 via WEB
PESCA: BRUXELLES CONFERMA STOP A TONNO ROSSO NEL MEDITERRANEO (ASCA-AFP) - Bruxelles, 23 giu - La pesca del tonno rosso nel Mediterraneo e' terminata. Lo ha confermato una portavoce della Commissione europea dopo un incontro a Bruxelles con i rappresentanti dei pescatori italiani e francesi. Il 13 giugno, la Commissione aveva annunciato la decisione di vietare la pesca del tonno rosso nel Mediterraneo e nell'Atlantico orientale alle flotte con reti a circuizione, ritenendo che i contingenti ad esse assegnati fossero prossimi all'esaurimento. La decisione si era attirata le dure critiche delle nazioni europee leader nella pesca del tonno, come Francia, Italia e Spagna, che avevano accusato la Commissione di usare cifre imprecise e avevano chiesto il ritiro del provvedimento. La stagione sarebbe dovuta arrivare fino alla fine di giugno, quando le flotte pescano fino a 550 tonnellate di tonno al giorno. (Piu'Europa). mlp/lus/ss
 
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