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Milito scaccia la paura, scudetto all'Inter! Ed è il secondo titulo

Post n°49 pubblicato il 16 Maggio 2010 da cuoreneroazzuro93


© foto di Federico De Luca





Non ci avesse regalato una fetta di pomeriggio di paura, forse non sarebbe l’Inter. I nerazzurri portano a casa il secondo tassello della loro strepitosa stagione, conquistando in quel di Siena lo scudetto numero 18 della loro storia. Un trionfo sofferto, come lo è stato questo campionato, frutto della zampata di colui che a ragione va considerato l’uomo scudetto: Diego Milito. Suo il gol che ha scacciato ogni timore, respingendo l’assalto di una Roma per circa mezz’ora campione d’Italia, comlpice la vittoria agevole di Verona. Nulla da fare per i giallorossi, a festeggiare il tricolore è l’Inter, perché ha dimostrato maggiore continuità nell’arco di questo interminabile campionato. Una gioia incontenibile per i giocatori, la dirigenza e le centinaia di tifosi presenti a Siena, così come davanti ai televosori d’Italia e del mondo. Nessuna sorpresa particolare nella formazione nerazzurra: Materazzi gioca da centrale difensivo, con Lucio tenuto precauzionalmente a riposo, mentre Balotelli gioca dal primo minuto al posto di Pandev, con il quale era in ballottaggio. In mediana Thiago Motta e Cambiasso. Per Malesani invece un prudente 4-1-4-1, con Maccarone unica punta e Jajalo-Ghezzal esterni di centrocampo. 

L’inizio è di marca nerazzurra, ma è il Siena a sfiorare a sorpresa il vantaggio, con una buona giocata di Ekdal nel cuore dell’area, conclusa con un sinistro fuori misura. Scampato il pericolo, gli ospiti iniziano a fare sul serio e prima con Balotelli (piatto destro al volo), poi con Milito (tocco ad anticipare l’uscita di Curci) sfiorano il vantaggio: in entrambi i casi, la palla sfiora il palo alla sinistra del portiere, ormai battuto. L’Inter mantiene il possesso e gioca molto sugli esterni, senza tuttavia mai alzare i ritmi. Il Siena, dal canto suo, mantiene dieci uomini dietro la linea del pallone, con Codrea che non perde Sneijder per un secondo. 

Che i toscani non vogliano regalare nulla si capisce anche dall’impegno di Curci, bravissimo sui colpi di testa ravvicinati di Milito (22’), Samuel (29’) e sull’esterno volante di Eto’o (35’). Il sinistro dalla distanza di Maccarone (37’) è solo un fuoco di paglia, perché la squadra di Mourinho continua a spingere, fino alla clamorosa traversa di Balotelli (38’), autore di una pregevole quanto sfortunata girata volante. Nulla da fare, dunque, per i nerazzurri, e le notizie che arrivano da Verona non sono tranquillizzanti (Roma in vantaggio 2-0 e momentaneamente campione d’Italia). 

Malesani propone nella ripresa una novità in difesa: Brandao entra al posto di Cribari. Sul rettangolo di gioco però la musica non cambia, con gli ospiti sempre proiettati in attacco e i bianconeri costantemente chiusi nella loro metà campo. La pressione offensiva nerazzurra aumenta minuto dopo minuto, complice la consapevolezza di uno scudetto che sta sfuggendo di mano. Milito sente che deve essere lui a trascinare i suoi e cerca di sorprendere Curci da fuori, ma il portiere, scuola Roma, tocca quanto basta per alzare la sfera. Mourinho decide che è arrivato il momento di Pandev e al 54’ chiama in panchina Thiago Motta, rendendo il suo undici ancora più sbilanciato. Mossa che frutta una bella conclusione di Cambiasso, fuori di poco, dopo il bel servizio di un ottimo Balotelli. 

Non è dato sapere se il cambio tattico di Mou sia stato determinante, ma al 57’ arriva il tanto agognato vantaggio interista: percussione di Zanetti, tocco per Milito che controlla bene e di esterno destro batte Curci con un diagonale millimetrico. È un’autentica liberazione, per tutto il popolo nerazzurro e per Massimo Moratti, in tribuna con famiglia e dirigenza. Trovato l’1-0, lo Special One restituisce equilibrio alla squadra sostituendo Balotelli (per lui ovazione dei tifosi e complimenti dai compagni) con Stankovic. L’Inter a questo punto capisce che è il caso di gestire, ma non disdegna puntate offensive pericolosissime con lo stesso Stankovic (traversa scheggiata al 75’) e Milito (salvataggio di Curci pochi secondi dopo). 

Il Siena, dal canto suo, perso Maccarone per infortuni (dentro Calaiò), fatica a pungere in attacco, anche perché l’ingresso di Chivu per Sneijder (con Zanetti spostato in mezzo) migliora la copertura dei nerazzurri. Malesani non vuole avere rimpianti e inserisce Reginaldo, giocatore offensivo, al posto del centrocampista Codrea. Forti del vantaggio, i nerazzurri tentano di addormentare il match e in un modo o nell’altro ci riescono, concedendo ai toscani solo un paio di cross insidiosi di Rosi, uno dei più volenterosi tra i bianconeri (complice, come per Curci, la scuola giallorossa). Neanche l’esterno può però far nulla per negare all’Inter uno scudetto meritatissimo, che arriva dopo 3 minuti di infinito recupero. Il fischio finale di Morganti, liberatorio, rappresenta la chiusura di un ennesimo capitolo di questo libro stupendo, che attende ancora di mostrarci il finale. E speriamo che sia un lieto fine.

 
 
 
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