La fattura verrà emessa in modo definitivo. Continuare ?
Ecco, entro sempre in crisi, davanti questa schermata.
Non so quante ne avrò fatte, di fatture, ma l'irreversibiltà di questo momento mi angoscia sempre; non è il mio mestiere, fare il contabile. Fa parte del lavoro, certo, è giusto che lo faccia e lo sappia fare, ma l'insicurezza di fondo mi attanaglia sempre.
Per chi non lo sapesse faccio l'agente di viaggi, mestiere che, nell'immaginario collettivo, viene recepito in modo molto diverso da com'è nella reltà.
Si pensa che noi agenti di viaggio si sia una categoria mezzo gradino sopra le sciampiste, dediti sempre ai viaggi e vagamente rincoglioniti, lampadati, trendy....
Beh, per quanto mi riguarda, niente di tutto questo. Si viaggia, almeno noi dipendenti, molto poco o, almeno, io viaggio molto poco. Dipende anche se si lavora in una agenzia grande dove quelli che vengono chiamati "incentive", ovvero i viaggi che gli operatori ci fanno fare per vedere le strutture e i posti che vengono venduti, vengono offerti o meno.
Questi viaggi, oltretutto, vengono effettuati nei periodi piu' morti dell'anno e sfido chiunque a sollazzarsi di una settimana a novembre a ibiza....
a me poi è sempre capitato di farmi un culo come un cesto a vedere una media di 4/5 alberghi al giorno e vi posso assicurare che l'ennesima vista di una sala congressi fa cascare le palle.
Insomma, meglio che lavorare ai mercati generali è, ma non è nemmeno quella cosa meravigliosa che si pensa. Metteteci per sovraprezzo che abbiamo uno dei peggiori contratti del settore... per chiarire, al rinnovo del contratto le parti in causa coincidono, essendo i proprietari di agenzia quelli che poi in larga parte costituiscono il personale. Non abbiamo sindacato. Morale : se va bene siamo sui mille euro al mese ed abbiamo delle belle responsabilità, facendo muovere persone tendenzialmente incazzose se poi non trovano l'albergo, l'aereo, la piscina, il cammello...
L'agenzia dove lavoro io adesso è piccola, sia fisicamente che come impiegati; siamo 4, io , una mia collega e i due soci. Se dio vuole, almeno , è uno degli ambienti meno formali dove io abbia mai lavorato. Ci si manda simpaticamente affanculo, si bestemmia come scaricatori di porto ( anche la collega) si discute di tutto, si fanno scherzi, risate e non puoi mai abbassare la difesa che le prese di culo sono in agguato peggio di un alligatore del nilo.
Oddio, non vorrei pensaste male; il tasso di professionalità è altissimo.
Beh, diamo una desrizione della combriccola.
Maurizio. Si fa un culo come un mazzo. Passo la domenica, a volte, e lui è li a cercare posti sui voli, passare fatture... uno che lavora sul serio, che riesce a trovare posto quando sui voli non solo non c'è più disponibilità, ma le hostess sono armate peggio dei buttafuori in cima alla scaletta. Posso scommettere con chiunque di riuscire ad abbassare qualsiasi tariffa un cliente abbia in mano, se la passo dieci minuti a lui.
In agenzia sa fare tutto ed infatti se l'è gestita per anni praticamente da solo.
Calvinista, lo definirei; un imprenditore che sopratutto fa affidamento su se stesso. Merita la mia più totale ammirazione e stima. Odia avere torto e puoi stare ore a discutere, prima di ammettere di non aver ragione. Ma discute, e non ordina mai, non fa mai pesare di essere, in fondo, il padrone. Organizzato e metodico fino alla paranoia. L'ufficio è disseminato di cartellini dove è scritto come devono essere fatte certe cose. Quasi maniacale, direte, ma vi posso assicurare che il metodo è molto importante, nel nostro lavoro; non c'è spazio per approssimazioni.
Mario. Beh, presente Maurizio ? Il contrario opposto ! Un casinista totale !
Classico esempio di caos dove solo lui ci si ritrova, la genesi di un viaggio organizzato da lui è uno zibaldone di appunti sui margini dei fogli, fatture mancanti, salti di passaggi.... ricostruire una pratica perchè torni in contabilità fa tremare le vene dei polsi. In genere i miei.
Ma se cercate un panino con la porchetta nel deserto del Namib lui vi dice dove trovarlo. Anzi. Conosce il porchettaro, la famiglia. Espertissimo di africa, ha le foto con la moglie accanto ai gorilla di montagna. Memoria di ferro. Riconosce clienti scomparsi da anni e anni e si ricorda dove sono stati, cosa hanno visto, i problemi che hanno avuto... lo odio, per questo.
Aborre fisicamente tutto quello che, di questo lavoro, non è specificamente il viaggio, ed il viaggio nei posti che piacciono a lui. Lo vedreste sudare freddo, a parlare di una settimana a Sharm El Sheikh. L'antitesi del viaggio Alpitour. Lavora accanto a Maurizio
da almeno 15 anni ma posso scommettere quello che voglio che se dovesse passare una fattura sul programma di contabilità prenderebbe a martellate il computer.
Immaginate stare nel mezzo a mediare... ma in fondo la cosa funziona, l'uno completa l'altro e le cose vanno avanti.
Gabriella. Motociclista. Tatuata. 2 anelli per dito. Metallara. Milanese. Perenne preda linguistica di Mario, velenoso fiorentino (come tutti lì dentro, del resto).
Lei è giovane, la piu' giovane di noi, ma non si puo' certo dire che si intimidisca o accetti passivamente. Credo che sarebbe anche capace di tirare un cazzotto, se fosse necessario.Fa esclusivamente coppia con Mario e si occupano di quella parte dell'agenzia che organizza i viaggi in africa. Abbiamo 3 siti su internet ed abbiamo un bel traffico; il 50% e passa del fatturato viene da li. Lei è un filino più malleabile, come metodo, di Mario ma, avendo a che fare con lui, non posso negare ne abbia preso un po' di vizi. Io ancora non ho capito se mi stia sulle palle o se la trovi simpatica. Caratterino niente male. Ma ci si puo' parlare. Attrazione reciproca zero.
Siamo agli antipodi totali. Spettegoliamo biecamente di ogni scazzo interno all'agenzia, facendosi delle grasse risate.
Io.
eh, io, si fa presto a dire io. Ho girato varie agenzie, alla fine son 18 anni, a maggio, che faccio questo lavoro. Credo di aver fatto di tutto, di aver organizzato di tutto, esclusi tour pedopornografici. Mi ci son trovato per caso, a fare questo lavoro, ma alla fine è questo che ormai so fare e non saprei cos'altro potrei inventarmi.
Dopo anni ho capito, anche per mera sopravvivenza ed autostima, cosa mi piaccia fare. La gente.
Tu la mattina entri e non sai minimamente cosa capiterà. Di cosa parlerai. Con chi avrai a che fare. Se con un rompicoglioni che ti sbarberà 2 ore a parlare senza costrutto di qualcosa che non farà mai. Se dovrai aiutare un povero cristo di scassacazzi pakistano ( e son degli scassacazzi da primato, ve lo posso asscurare)
a tornare a casa sotto natale, a voli pieni e senza una lira...
Ma quando entra uno sconosciuto, sorride, si mette a sedere e comincia a parlare......
cazzo, sono io che gli tengo i coglioni in mano ( in senso figurato ! )
Sono psicoloco, confessore, fratello, padre, amministratore, consigliori, complice, controllore suggeritore, guida. Devo capirlo nei primi 5 minuti, devo capire cosa vuole, cosa crede di volere, cosa si puo' permettere, cosa devo fare perchè quei cazzo di 15 giorni di vita che valgono piu' di tutti gli altri 350 messi insieme diventino un viaggio, una vacanza, un rilassamento, una pila ricaricata, una scoperta, una scopata...
Ragazzi, ho avuto gente che mi piangeva sulla scrivania, chi si alzava e ballava, chi tornava e mi abbracciava. Son soddisfazioni. Anche momenti imbarazzanti. Foto ricordo non proprio da proiezione casalinga o di parrocchia.... gente disperata al ventesimo viaggio tra ucraina o bielorussia o crimea per trovare uno straccio di donna da sposare senza che lo mandasse a fanculo rivelandosi solo un puttanone ( per necessità, va detto) che avuta la cittadinanza lo sbudellasse piantandolo in asso.
Una bella fetta di umanità che viene e si mette a nudo. O che non lo fa e allora pian piano la devi spogliare, capire, stimolare, conquistare. C'è una componente recitativa, seduttiva, come una professionale, autorevole, pratica. Devi entrare in sintonia senza farti trascinare nel gorgo dei voli pindarici. Empatia, autocontrollo, condivisione.
E non c'entra poi in fondo il vendere. Lo farei anche gratis.
Questo, quindi, è il microcosmo che la mattina, parcheggiata la bici a doppia catena, mi trovo ad affrontare. Snervante, noioso, eccitante, ripetitivo.
Non mi posso lamentare. Alle poste morirei. O al reparto ortofrutta di un supermercato, come effettivamente mi è successo.
Verso le 10 non riesco a sfuggire al richiamo del budino di riso. Lo so.
E' una debolezza imperdonabile. Ma, capite, sono caldi ! E come faccio ?
Ma il bar è un altro mondo a parte. Come l'edicola.
Ve li racconto la prossima volta.