Proxima

Quando si prova a parlare di adolescenza


Mia sorella è una donna con tante qualità ma quando ci telefoniamo quasi me ne dimentico. 50 minuti al tel, spesso un'ora e più mi ricordano un collega che chiamato dal capo, dotato di una inarrestabile e ineludibile verbosità, dopo i primi convenevoli metteva la cornetta sul tavolo ( una volta, eravamo nella sua camera in albergo, l'avvolse addirittura tra le coperte per evitare la voce che comunque ne usciva ) e si metteva a chiacchierare con quelli che erano con lui o continuava imperturbabile in ciò che stava facendo. Ad un certo punto riprendeva il telefono e di colpo il monologo ritornava discussione come se nulla fosse stato. Tempismo al secondo perchè in pochi secondi arivavano in retta d'arrivo ed ai saluti finali. Io non posso fare altrettanto con mia sorella perché se ne accorgerebbe in un attimo e in più non le farei mai tiri simili. Però resta difficile inserire certe cose nel suo tamburellante procedere. Ci son tanti ricordi in comune, certi ricordi della giovinezza sono poi  un autentico spasso, come succede a due ragazzini col candore delle colline che ci circondavano, delle strade in terra battuta, delle canne legate  in coppia con degli stracci che si allacciavano anche agli scarponcini, se si potevano definire in questa maniera, e spingerci sulla neve alta in quel piccolo e accidentato terreno dietro l'aia, con la spinta di una quinta canna verde rotta in due. Dopo tre metri eravamo già sudati come fosse estate, eppure ci davamo dentro ridendo come matti. continua....