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la vecchiaia è un'amica


Ad un certo punto senti che la vecchiaia inizia a camminarti a fianco e poi rapidamente trova più comodo alloggiare direttamente dentro di te. Non la prendi subito molto sul serio in quanto hai memoria di cose che hai fatto, altre che vorresti fare che dicono di ben altre attese nel tempo che ti viene incontro ma già in quel momento se ti fermi un attimo a pensare ti accorgi che sei fregato. Se ti attacchi alle memorie sei anche capace in pochi minuti di rifare una storia lunga una vita piena di cose pazzesche, di emozioni grandi, di errori che ti hanno terrorizzato ma riportato nuove, sia pure temporanee, energie capaci di rimetterti in corsa. Non ti rendi conto subito che quando tutto questo avviene, ha pure insite motivazioni che ti lanciano in beatitudini materiali e psicologiche al di sopra di ogni tua normale possibilità. Le più varie e non sempre le più autorevoli. Denaro, successo,carriera, ambizione hanno le loro vittime, talora anche vincenti, ma a me era riservato sempre qualcosa di diverso. Le emozioni, l'amore, la testardaggine, la sottostima o il suo contrario. La famiglia, il livello e il tipo di maturità che i tuoi, la scuola, gli amici ti hanno dato, ma soprattutto il carattere, pregi e difetti che ti accompagnano dalla nascita. Se fai qualcosa di buono non trovi più le stesse condizioni per ripeterti, se sbagli è inutile sperare che la lezione ti abbia arrotondato la testa quadrata in modo che ti nasca un automatismo che ti faccia evitare l'errore. Scopri senza volerlo solo più facili vie per trovare nuovi modi di sbagliare, di rifare lo stesso errore ma in modo nuovo, persino originale. Ma la memoria ti solleva perché tutto questo fa parte della tua vita, nel bene e nel male, ma se interviene l'inconscio a illuminarti il cuore e la mente parti con ben strette le nuove motivazioni: Spesso senti di sfiorare il terreno, di scivolare nell'aria ad un metro d'altezza e fai cose risicate, pericolose, improbabili, fantasiose, creative, dure, efficaci, sordo e cieco pur dirimpetto agli squarci aperti dalle peripezie che si fiondano sul tuo cammino, scorrendo ancora invisibili, ma macigni in fieri, contrari alla tua corsa e che degni solo di uno sguardo sufficiente, e invece martelli e lame, per smidollarti schiena e testa quando vivrai di ricordi ma che, al momento, riversano sana pazzia e adrenalina e cuore che batte a 100. E son tante le cose che ho fatto che ora mi uccidono ma che sarebbe stato vivere senza di esse, con il ,loro taglio sbieco che plasmava l'ora, il giorno e gli anni, con pure emozioni.Faccio ora cose quasi mai fatte, all'improvviso, a caso ma sempre più spesso, cose mai fatte prima. Due volte su tre se vedo un pezzo di carta con qualche parte utilizzabile, una busta usata, uni retro bianco di una bolletta, un fazzolettino da bar per detergersi le labbra o afferrare una brioche comincio ad incolonnare le spese del mese che ormai conosco a memoria per il mese, l'anno in corso, i lustri futuri. Quale brutta parola questa " conoscere" perché se conosco ho dei vantaggi ragionieristici ma anche tutti gli svantaggi culturali immaginabili. Vuol dire che posso solo tener conto di essa che contiene esclusivamente quanto è possibile e inchioda nel subconscio quanto vorrei fosse possibile, o meglio lascia nel subconscio senza possibilità di uscirne tutti gli imprevisti, le occasionali opportunità, la curiosità sollevata dall'ignorare, la possibilità di giungere ad un bivio e prendere a sinistra sulla base di niente, forse solo che più in là c'è un bar fuori dagli abitati, con scarsi clienti, un bicchiere di vino e un panino al prosciutto fatto al momento, due tavolini fuori se c'è il sole o dentro se piove o fa freddo. O ancor meno, perché da l'idea di diventare una romantica strada bianca appena tracciata in mezzo al nulla delle umane cose e in mezzo al tutto delle cose eterne.Sono belle le città, sono belli i residui della storia, eppure sono l'ombra malefica dei drammi e delle tragedie. Sono la vittoria senza condizioni di tutto quanto non avrebbe mai dovuto vincere eppure tale la si canta, la si cura, la si esalta. L'umanità somiglia ad un atomo complesso in cui gli elementi del nucleo contengono potere e denaro e gli elettroni che girano attorno sono raggruppamenti di gente a scalare in quantità di potere e ricchezza. L'orbita esterna è infinitamente lontana dall'avere, dal contare, da una qualità di vita accettabile ma resta comunque parte integrante dell'atomo perchè la diversità di potenziale fra anello e anello è pur energia che li lega fra loro. La struttura dell'atomo si regge grazie a questi differenziali energetici che tengono in vita e alimentano una specie di competizione che invece di dar luogo a battaglie, sorpassi, cedimenti, dinamiche varie si risolve in un equilibrio ineludibile ed eterno. Ogni anello dalla periferia al centro diminuisce gradualmente di raggio e contiene una massa di popolazione direttamente proporzionale ad esso mentre il suo peso politico ed economico ne è invece inversamente proporzionale, Tutti insieme comunque valgono quanto il nucleo, un puntino da nulla se paragonato al diametro totale dell'atomo. Ma nella realtà è davvero così, in una S.p.a. sul mercato basta molto meno del 50% per esserne padroni effettivi, ma nell'umanità tale metà è garantita dallo stesso tipo di legge forte e deterministica che regola gli equilibri nucleari.Infatti questa divisione assiomatica ed apodittica fra gente ricca, meno ricchi e così via fino agli ultimi sembrerebbe la più appropriata a rappresentare un'umanità che è una vera antologia di differenze anche ora che si vede giustamente riconosciuto in moltissime nazioni la formale parità di base di ognuno.