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Post n°19 pubblicato il 09 Marzo 2014 da enaai
non ho sonno e mi è venuto in mente la più grande motivazione da me avuta a fare...era estate, agosto. Solo in casa dormivo nudo la porta finestra spalancata; il caldo umido soffocante e senza tregua non permetteva al sonno di riempirti completamente. All'improvviso mi destai senza motivo apparente: era da fuori il motivo, venivano grida, pianti, lamenti, singulti. Ne capii la natura e ad una prima reazione di fastidio passai ad una curiosità che divenne presto coinvolgimento. Anche perché non furono secondi, attimi, ma una successione quasi senza fine. Ogni vocale ripetuta all'infinito, alta nella notte deserta, nitida nel suo trascinarsi in aspirazioni soffi ondulazioni di tono. Ogni sentimento veniva evocato: sorpresa, commozione, ammirazione, incitamento, con cicli ora trattenuti ora lasciati sfogare nel modo più libero. Dopo mezz'ora ininterrotta, svanito ogni senso del sonno e del disagio, volevo solo più entrare in quel canto femminile senza fine. Andai in terrazza proprio mentre tutto scese di tono fino a diventare silenzio. Dall'altra parte della strada una portafinestra aperta, luce accesa indicava dove volgere lo sguardo. Non c'erano dubbi si erano di nuovo levate le voci intrattenibili. La quasi dirimpetto la portafinestra era aperta davvero il giusto per riflettere col suo vetro un letto. Lui era sopra e si muoveva come se facesse flessioni sulle braccia. Il corpo s'alzava ed abbassava a ritmo deciso ma disteso e lungo. Ad ogni mossa le vocali riempivano l'esterno, dal pianto al godimento alla liberazione. Talora di gola, di petto, o rauche di forza e tonalità inverosimili. Vergognoso rientrai in camera, turbato, eccitato e rancoroso di invidia e gelosia. Ma fu un attimo, ripresi posto sulla ringhiera mentre di nuovo tutto cessava dopo un lunghissimo sospiro emerso dalle viscere in modo gutturale. Pensavo ad una sosta o la fine. Rimasi male. lui era disteso sulla schiena, lei di traverso aveva il viso a 30 cm dal membro in perfetta condizione, che lei fissava con una concentrazione palpabile. Non era da poco quell'obelisco che si ergeva verso il soffitto e la mano di lei trovava piacere in quel viso quasi ingrugnito ad impugnarlo, piene il palmo e le dita che già procedevano con impegno e pure forza e velocità. Rimasi sgomento dalla intensità di quel viso fisso su quel membro che saltellava fuori veloce dalle sue dita....era troppo e mi sono ritirato in camera e poi cucina, ingloriosamente arrapato, chiudendo ante e avvolgibile. C'era del caffè, le sigarette ma prima un giro in bagno a far scorrere l'acqua tiepida per il caldo e poi infilare il capo sotto il getto. Però non ci fu difesa, la voce riprese e facendo il giro del palazzo entrava dal lato dietro.
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