Creato da: enaai il 02/11/2012
Cosa c'è nella prossima ora come nella proxima centauri: I misteri che la morte lascia come tali.Perchè si vive nel nostro modo e Dio è un fatto democratico?.

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il filo che che cuce tra loro i princìpi di indeterminazione ed il 2° della termodinamica.

Post n°8 pubblicato il 20 Marzo 2013 da enaai
 
Foto di enaai

La bella strada panoramica correva diritta su un crinale delle Langhe. Il sole del mezzogiorno inondava i fianchi delle colline coperte di filari. Le erte e sconnesse stradine che dal fondovalle salivano alla strada, erano polverose scie bianche e rossastre. Un contadino affamato arrancava, le dita strette sui comandi, col suo trattore nel tratto più ripido di una di esse. In cima il viottolo deviava un po' a destra per allinearsi alla panoramica e agevolarne l'ingresso. Il motore sbuffava e riempiva le valli deserte e le orecchie dell'uomo. Ormai era in cima, a pochi metri dalla strada senza scosse. La ruota sinistra morse il dente d'asfalto e attutì il sibilo lacerante di un lampo e un impercettibile clic. La fame stringeva e l'uomo chiese l'ultimo sforzo al vecchio motore. Cento metri dopo vide una paletta alzarsi e accostò. Il milite gli chiese i documenti, poi cominciò a fare domande e a dirgli delle cose che stentava a capire. Solo alla fine, sbalordito e incredulo, cominciò a farsi un'idea di quel che gli veniva detto. Cercò di protestare, tentò, in ogni modo, di ragionare e convincere l'altro che qualcosa non quadrava. La sua voce era diventata pastosa, le sillabe distorte e ingoiate dal vento leggero che scollinava. Soprattutto inutili quando il secondo militare, fino allora silenzioso, intervenne e imperturbabile gli mise davanti la foto scattata dall'autovelox che era stato posto cento metri prima. Allibito il contadino si vide al volante del suo trattore e sotto una inequivocabile scritta" velocità 360,692 kmh."Senza quasi rendersene conto allungò la mano per prendere il verbale che restò a lungo fra le dita ripiegate, chiuse e strette fino a renderle dolenti e rattrappite. . Nelle ore che seguirono rimase seduto sulla sedia di cucina, i gomiti appoggiati al tavolo e le palme delle mani inchiodate sulle guance. Era come folgorato da un pugno allo stomaco ed aveva i pensieri che colavano letteralmente assieme alle lacrime lungo le guance, sostando pochi istanti fra le rughe meno profonde e fermandosi più a lungo in quelle ben scavate dalla fatica, dal tempo e dal suo umore che, mai uniforme ma sempre indeciso tra il triste ed il melanconico che lo lasciava col sonno difficile, l'imprecazione sempre a fior di labbra e il continuo incolpare se stesso, le sue ingenuità, il suo non essere adatto alla vita oltre le strade bianche, oltre le viti disposte in file ordinate, oltre la piccola piazza del paese vicino su cui s'affacciava la panca vecchia di secoli del bar sulla quale talvolta la domenica si fermava a guardare quel poco che gli passava dinanzi e che gli apriva gli occhi, curioso, per gustare quel piccolo mondo a cui sorrideva a bocca aperta coccolando le cose che sentiva dentro, simili ai fiori che coltivava, ai filari con tanti grappoli di promettente uva. Capì che non sarebbe mai uscito da solo da questa mazzata e decise che doveva affrontare il mondo esterno facendosi aiutare da qualcuno che ad esso appartenesse. Entrò nel bar, si fece dare le pagine gialle e andando a naso, e attratto solo dalla simpatia che i particolari, come risuonava il cognome, cosa gli ricordava il nome, piuttosto che ad altro, perchè altro non c'era che potesse dirgli qualcosa scelse l'avvocato. Quando ebbe l'appuntamento andò pieno di speranza e di attese positive. Si era sempre fidato di tutti e di ognuno riusciva a pensare, a priori che erano delle persone in gamba. Non aveva nulla da chiedere all'avvocato a cui non pose domande che non gli venivano ma raccontò semplicemente quello che era successo nei pochi minuti prima dell'ora di pranzo di quel giorno. Non conosceva le procedure, non sapeva cosa occorresse fare, pensava solo che era impossibile che proprio lui avesse potuto incappare in quella faccenda incomprensibile, era uno di quelli che quando si accostano alla legge e a chi la tratta, pensa sempre che avrà giustizia. Così infatti pensano tutti i semplici, i buoni, gli innocenti. Non pensano alle leggi, ai codici. Ma alla cosa più semplice, la ragione e il torto o l'errore in buona fede, cose che non sono difficili da capire. Chiunque nella propria semplicità e umiltà può sbagliare sull'individuazione di quelle tre parole, con le quali, se non c'è stata malizia, si giunge sempre ad una soluzione fatta di cenni d'assenso sfumati dal riserbo, al massimo con frettolose, quasi ritrose, strette di mano, mezzi sorrisi tra imbarazzo e soddisfazione e tante scuse o forme di amichevole comprensione. Ma l'avvocato non la vedeva così. Voleva tanto ed era un penalista ma non glielo disse convinto che a lui poco cambiasse non comprendendo l'eventuale differenza. Fece quindi la sua parte, un lungo sproloquio animato e teatrale nei termini e nei toni, e lasciandogli poco spazio per chiedere eventuali spiegazioni. In effetti l'avvocato fece le cose in grande. Non si limitò a dirgli del ricorso ma gli fece intendere che gli avrebbe fatto ottenere il pieno riconoscimento delle sue giuste rivendicazioni e l'ammissione completa che quanto gli era successo era frutto di un macroscopico errore ed una miopia incredibile da parte di coloro che sbagliando gli avevano elevato la multa e di chi non aveva nemmeno preso in considerazione le sue giuste rimostranze. Il contadino avvertì però un qualcosa di sfumato che non gli andava ed ebbe n'inattesa reazione d'orgoglio " Avvocato io la seguo ma solo se lei non nutre alcuna riserva, anche minima, su di me e su quanto è successo. Se sospetta che io quel giorno possa aver bevuto...". " Ma cosa le viene in mente,- lo interruppe l'avvocato- certo che le credo, si fidi di me che diamo una lezione a tutti" Il Giudice di pace. a cui era s venne passata la pratica di ricorso, lunga e infarcita di motivazioni giuridiche ma, per la verità, molto scarsa di cose concrete e di buon senso, non ebbe però esitazioni a richiederne subito l‘archiviazione, viste le prove fotografiche, il rapporto della pattuglia e il parere del P.M.. Nella motivazione il Giudice annotò anche, sinteticamente, che il sanzionato era poco credibile se, nell'ammettere di provenire da una strada laterale, contemporaneamente conveniva pure, in modo implicito ma evidente, che, entrando sulla provinciale alla velocità rilevata dall'autovelox sulla, non gli sarebbe stato possibile non solo rispettare lo stop, ma neppure evitare una gravissima collisione con eventuali veicoli circolanti all'altezza dell'incrocio sulla panoramica. Il contadino, patente e trattore sequestrati, una multa colossale da pagare, venne informato su questo dal legale che gli comunicò pure di stare già preparando opposizione alla archiviazione, un ricorso che avrebbe smontato le motivazioni del Giudice e che quindi l'aspettava in studio per la firma dello stesso. Pochi giorni dopo il Giudice confermò il rigetto del ricorso e l'archiviazione di tutto. Motivazione: il ricorrente nella occasione era in evidente stato di ebbrezza in quanto solo una persona in quelle condizioni poteva andare ai 360 orari su un trattore malandato e vantarsene con tanto di fotografie pubblicitarie.

 
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il ragazzetto

Post n°7 pubblicato il 20 Marzo 2013 da enaai

Stasera m'hanno detto " vedi è simpatico a tutti "

La simpatia spesso è un immediato dell'impulso ma, se va bene per la normalità dei rapporti umani, non andrebbe usato per l'acquisto di un bene, per stilare un contratto- salvo giusto un piccolo corollario senza valore giuridico o effetti concreti sulla gestione dello stesso-, per entrare in società, per affidare il patrimonio, le regole della vita ecc.

Peggio che mai per la vita le leggi le regole il denaro i diritti individuali e collettivi...di una nazione.

 

 

 
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la vecchiaia è un'amica

Post n°6 pubblicato il 07 Dicembre 2012 da enaai
Foto di enaai

Ad un certo punto senti che la vecchiaia inizia a camminarti a fianco e poi rapidamente trova più comodo alloggiare direttamente dentro di te. Non la prendi subito molto sul serio in quanto hai memoria di cose che hai fatto, altre che vorresti fare che dicono di ben altre attese nel tempo che ti viene incontro ma già in quel momento se ti fermi un attimo a pensare ti accorgi che sei fregato. Se ti attacchi alle memorie sei anche capace in pochi minuti di rifare una storia lunga una vita piena di cose pazzesche, di emozioni grandi, di errori che ti hanno terrorizzato ma riportato nuove, sia pure temporanee, energie capaci di rimetterti in corsa. Non ti rendi conto subito che quando tutto questo avviene, ha pure insite motivazioni che ti lanciano in beatitudini materiali e psicologiche al di sopra di ogni tua normale possibilità. Le più varie e non sempre le più autorevoli. Denaro, successo,carriera, ambizione hanno le loro vittime, talora anche vincenti, ma a me era riservato sempre qualcosa di diverso. Le emozioni, l'amore, la testardaggine, la sottostima o il suo contrario. La famiglia, il livello e il tipo di maturità che i tuoi, la scuola, gli amici ti hanno dato, ma soprattutto il carattere, pregi e difetti che ti accompagnano dalla nascita. Se fai qualcosa di buono non trovi più le stesse condizioni per ripeterti, se sbagli è inutile sperare che la lezione ti abbia arrotondato la testa quadrata in modo che ti nasca un automatismo che ti faccia evitare l'errore. Scopri senza volerlo solo più facili vie per trovare nuovi modi di sbagliare, di rifare lo stesso errore ma in modo nuovo, persino originale. Ma la memoria ti solleva perché tutto questo fa parte della tua vita, nel bene e nel male, ma se interviene l'inconscio a illuminarti il cuore e la mente parti con ben strette le nuove motivazioni: Spesso senti di sfiorare il terreno, di scivolare nell'aria ad un metro d'altezza e fai cose risicate, pericolose, improbabili, fantasiose, creative, dure, efficaci, sordo e cieco pur dirimpetto agli squarci aperti dalle peripezie che si fiondano sul tuo cammino, scorrendo ancora invisibili, ma macigni in fieri, contrari alla tua corsa e che degni solo di uno sguardo sufficiente, e invece martelli e lame, per smidollarti schiena e testa quando vivrai di ricordi ma che, al momento,
riversano sana pazzia e adrenalina e cuore che batte a 100. E son tante le cose che ho fatto che ora mi uccidono ma che sarebbe stato vivere senza di esse, con il ,
loro taglio sbieco che plasmava l'ora, il giorno e gli anni, con pure emozioni.
Faccio ora cose quasi mai fatte, all'improvviso, a caso ma sempre più spesso, cose mai fatte prima. Due volte su tre se vedo un pezzo di carta con qualche parte utilizzabile, una busta usata, uni retro bianco di una bolletta, un fazzolettino da bar per detergersi le labbra o afferrare una brioche comincio ad incolonnare le spese del mese che ormai conosco a memoria per il mese, l'anno in corso, i lustri futuri. Quale brutta parola questa " conoscere" perché se conosco ho dei vantaggi ragionieristici ma anche tutti gli svantaggi culturali immaginabili. Vuol dire che posso solo tener conto di essa che contiene esclusivamente quanto è possibile e inchioda nel subconscio quanto vorrei fosse possibile, o meglio lascia nel subconscio senza possibilità di uscirne tutti gli imprevisti, le occasionali opportunità, la curiosità sollevata dall'ignorare, la possibilità di giungere ad un bivio e prendere a sinistra sulla base di niente, forse solo che più in là c'è un bar fuori dagli abitati, con scarsi clienti, un bicchiere di vino e un panino al prosciutto fatto al momento, due tavolini fuori se c'è il sole o dentro se piove o fa freddo. O ancor meno, perché da l'idea di diventare una romantica strada bianca appena tracciata in mezzo al nulla delle umane cose e in mezzo al tutto delle cose eterne.
Sono belle le città, sono belli i residui della storia, eppure sono l'ombra malefica dei drammi e delle tragedie. Sono la vittoria senza condizioni di tutto quanto non avrebbe mai dovuto vincere eppure tale la si canta, la si cura, la si esalta.
L'umanità somiglia ad un atomo complesso in cui gli elementi del nucleo contengono potere e denaro e gli elettroni che girano attorno sono raggruppamenti di gente a scalare in quantità di potere e ricchezza. L'orbita esterna è infinitamente lontana dall'avere, dal contare, da una qualità di vita accettabile ma resta comunque parte integrante dell'atomo perchè la diversità di potenziale fra anello e anello è pur energia che li lega fra loro. La struttura dell'atomo si regge grazie a questi differenziali energetici che tengono in vita e alimentano una specie di competizione che invece di dar luogo a battaglie, sorpassi, cedimenti, dinamiche varie si risolve in un equilibrio ineludibile ed eterno. Ogni anello dalla periferia al centro diminuisce gradualmente di raggio e contiene una massa di popolazione direttamente proporzionale ad esso mentre il suo peso politico ed economico ne è invece inversamente proporzionale, Tutti insieme comunque valgono quanto il nucleo, un puntino da nulla se paragonato al diametro totale dell'atomo. Ma nella realtà è davvero così, in una S.p.a. sul mercato basta molto meno del 50% per esserne padroni effettivi, ma nell'umanità tale metà è garantita dallo stesso tipo di legge forte e deterministica che regola gli equilibri nucleari.
Infatti questa divisione assiomatica ed apodittica fra gente ricca, meno ricchi e così via fino agli ultimi sembrerebbe la più appropriata a rappresentare un'umanità che è una vera antologia di differenze anche ora che si vede giustamente riconosciuto in moltissime nazioni la formale parità di base di ognuno.

 
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senza titolo

Post n°5 pubblicato il 27 Novembre 2012 da enaai
Foto di enaai

Quando sei nella fase dell'innamoramento di una donna ti senti un leone,

Quando t'accorgi che ti stai innmorando dell'Amore forse ti senti un.......

 

da approfondire

 
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Fiabe miti orchi e delfini

Post n°4 pubblicato il 26 Novembre 2012 da enaai
Foto di enaai

L'Orco di Arco con tutte le bucce di banana che mette sooto i piedi del delfino scaricato sembra dire " Mi picerebbe sceglire quello nuovo in terra etrusca. "  Forse vi ha notato, di recente, un fresco e pimpante mammifero che potrebbe essergli  utile  sia a breve che medio termine. Deve assolutamente uscire dal buco senza fondo in cui sembra, attenzione!, che l'abbiano messo gli acchiappa orchi, e forse quello lì è l'utensile giusto.

Del resto, i due, hanno delle affinità. Ad esempio, i presuntuosi, hanno invitato nel loro  "spazio amici". dopo la matrigna di Biancaneve, anche Narciso,  quello che a forza di guardarsi negli specchi d'acqua finì per innamorarsi di se stesso.

L'orco ha già pensato al testo dell'inno del sodalizio:

" Specchio, specchio delle nostre brame dicci che siam sempre noi i più belli del reame." 

 


 
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