trasmissioni swl
registrazioni di trasmissioneLINEARE PER LE VHF Dopo aver modificato il pre e il driver per le UHF, gli stessi, con radicale modifica si possono adattare alle VHF. Quanto detto al riguardo del funzionamento per la SSB vedasi quando detto per il lineare per le UHF, con la sola variante dell’impedenze sulle basi, esse sono cilindri di ferrite da 2 mm con 20 spire di filo. Togliere tutti i compensatori Johanson, interrompere in due punti la pista che esce dall’attenuatore resistivo a pi-greco, sulla prima interruzione lato attenuatore mettere un condensatore da 33 picoF, nella seconda interruzione mettere una bobina da due spire da 1 mm su diametro di 5 mm. Nel punto di congiunzione va messo un compensatore da 10-40 picoF verso massa. Tra la base e il gnd del pre-driver mettere un condensatore da 22 picoF. Il circuito di accordo sul collettore va modificato come segue: il condensatore SMD va spostato verso l’alimentazione lato quindi condensatore passante, ora la lunghezza della bobina stampata è più lunga, tagliare la pista e interporre una impedenza identica a quella sulle basi. Tra il collettore del pre-driver e la base del driver, mettere un compensatore da 8-25 picoF e una bobina come la precedente in serie fra loro. Nel punto di intersezione e la massa, mettere un compensatore da 10-40 picoF. Tra la base e massa del driver mettere un condensatore da 18 picoF. Sostituire la bobina anti-oscillazione sul collettore con una da 4 spire da 1 mm su 5 mm di diametro.Tagliare la bobina stampata tra il collettore e il connettore di uscita interponendo una bobina di filo argentato da 5 spire da 1mm su 8mm di diametro, tra questa e l’uscita mettere un compensatore da 10-40 picoF. Tra il connettore SMA di uscita e massa mettere un compensatore da 10-40 picoF. Le foto dovrebbero essere eloquenti. Le alimentazioni dei collettori sono separate, pertanto è più agevole la regolazione individuale del BIAS. Ora passiamo al finale, anche qua togliere tutti i compensatori a tubetto, mettere un compensatore da 10-40 dall’ingresso sul connettore, alla base. Da questo compensatore e massa metterne uno identico. Tra la base e massa mettere i 3 condensatori recuperati, cioè da 6,8, 8.2 e 33 picoF, siccome il volore totale non raggiunge l’accordo aggiungere un quinto da 33 picoF. Sul collettore ho messo una bobina in filo piatto argentata da 4 spire su 9 mm di diametro, i 2 compensatori sull’uscita sono in mica a libretto aventi capacità max da 80 picoF. La bobina stampata che dal collettore va all’alimentazione è rimasta tale e quale. Dal momento che i compensatori a libretto andrebbero a toccare il coperchio della scatola, ho sollevato lo stesso interponendo un piccolo profilato a U da 15mm di altezza su tutto il perimetro della scatola, il fissaggio ora avviene con viti più lunghe. La taratura eseguita senza coperchio, una volta chiusa varia leggermente, eventualmente forare il coperchio in corrispondenza dei compensatori. Sull’uscita mettere il solito diodo di misura RF. Volendo visualizzare la corrente di assorbimento del finale sotto i picchi di modulazione mettere uno shunt con apposito strumento. 73 Guido ik4acq
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Lo storico mensile CQ Elttronica, prodotto dalla Edizioni CD srl con sede in provincia di Bologna, ormai è chiaro che stia per chiudere i battenti.
Questa notizia rappresenta un brutto colpo al mondo del radiantismo italiano, che già aveva perso altre pubblicazioni del genere, ed oggi perde un pilastro dell’informazione dei radioamatori e dell’hobbystica italiana.
Avevo iniziato a leggerla appena quattordicenne, quando ancora CB mi dilettavo a scoprire giorno dopo giorno una realtà che ancora oggi mi affascina e mi ruba il poco tempo libero che i vari impegni mi lasciano. Personalmente non ero abbonato e non compravo CQ Elettronica tutti i mesi, ma di tanto in tanto (quelle 4/5 volte l’anno) andando in edicola ed il mio sguardo incrociava la copertina patinata con la testata marcata dal “CQ” rosso fuoco; finivo per comperarla sempre. Spesso non riuscivo neanche a leggerla ma ho sempre creduto che sostenere l’informazione è un dovere di ogni uomo, poi figurarsi in un settore come il nostro, dove il massimo della fantasia ci porta a copiare ed a criticare ogni iniziativa anzichè contribuire a farla crescere ed a renderla più partecipata e ricca possibile. Fondata nel 1959 col nome di “Costruire Diverte”, nel corso degli anni ha cambiato nome, prima in “CD elettronica” e in seguito in “CQ elettronica”. Con la chiusura di questa rivista, che ha pulsato passione e stimoli a diverse generazioni, l’Italia radiantistica perde un’importante caposaldo della propria cultura e della propria informazione. Onore al merito a chi per anni ha contribuito a farla giungere in tutte le edicole della nostra penisola. Ma sopratutto grazie per averci regalato sogni sul filo di un’onda radio… CQ CQ CQ!!!
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