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James Ellroy, senza barba, senza baffi, senza capelli, con un cerotto sotto il mento, che copre uno scherzo di rasatura, passa da Milano per presentare il suo ultimo romanzo di settecento pagine, Il sangue è randagio, Blood's a rover, «L'argilla è immobile, ma il sangue è randagio...», da una poesia di Alfred Edward Housman, inglese, poeta e latinista (tradusse Giovenale e Lucano).
Ma perché James Ellroy è un maestro: per la sua scrittura che è un martello, per le sue trame che sono storie negli anni più inquieti degli Stati Uniti e la vita sconosciuta di quanti, poliziotti, agenti della Fbi, investigatori privati, squillo, miliardari, pezzenti, maniaci, propagandisti neri, anticastristi, presidenti, campioni del mondo, quegli anni vissero e, forse, subirono, in un paesaggio che sa di profondo inferno.
Ci vuole allenamento».Si parla di rossi e di neri, di studenti che contestano, di figli dei fiori, di black muslims, di presunti filocomunisti e di anticastristi...
Credo nell'al di là e questo è appunto un libro sulla salvezza, dove si narra di un tipo cui è capitato per tre anni nove mesi e dodici giorni di aver due donne, una delle quali con due figli e l'altra incinta, ma non si sa di chi.
Fonte:
http://www.unita.it/news/culture/94447/james_ellroy_mi_piace_raccontare_il_male_ma_con_ottimismo