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mostra evento di Costantino Giovine presso Il trittico - Roma Piazza dei satiri - inaugurazione sabato 26 febbraio alle 18.30

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YOU'LL FOLLOW ME DOWN - LABORATORIO CONCORSO

Il presidente della giuria, Luigi Bernardi, ci comunica che

   The winner is Paolo Zaffaina

La motivazione:

Statale 61 è un bel racconto giocato su molteplici livelli, tutti resi con stile adeguato.
I continui cambi di prospettiva, fino allo scioglimento finale, ne fanno un testo godibile ed estremamente accattivante.
Un bel saggio di scrittura al servizio di un'ottima idea.

adesso rileggiamolo iniseme >>>clicca qui

Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli (E. Salgari) 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Un treno per Milano

Post n°13 pubblicato il 24 Ottobre 2007 da tuttiscrittori
 

dalla nostra Vetrina di questa settimana


Un treno per Milano
(di Luigi Caruso)

Treno per Milano. Primo pomeriggio di un giorno prima di Natale.
Ogni due venerdì lasciavo Roma, appena uscito dall’ufficio, correndo alla stazione Tiburtina per infilarmi nell’Intercity Napoli-Milano. Come al solito treno pieno, gente che si accalcava sui
corridoi, voci che si alzavano per contendersi un posto.
“E’ prenotato” “No guardi anche io ho la prenotazione per questo posto” capitava anche questo
sul treno Napoli-Milano.
Andai al mio posto, pronto alla battaglia, ma non fu necessario. Lo trovai scaldato dallo zaino di un ragazzo che alla vista del biglietto di prenotazione prese senza storie la sua roba e la
mise sulla rete in alto.
Come di rito scrutai i miei compagni di viaggio. È piacevole percepire la possibilità di una conversazione interessante osservando i volti dei vicini. Di solito ero fortunato ma quel giorno, col Natale alle porte, ringraziai subito il rifugio sicuro offertomi dal quotidiano e dal libro che mi
ero portato dietro come compagni fedeli.
Partenza, nemmeno in ritardo. Verso Firenze, prima tappa.
È bello viaggiare. Anche se si va con un leggero senso di disagio verso un appuntamento dagli incerti contorni. Non era una persona ignota quella che andavo ad incontrare. Erano più di due
anni che, a fasi alterne, stavamo insieme.
Ignoto era il nostro senso, quello stare insieme così tumultuoso, sempre appeso al filo sottile
dei nostri umori. Un oscillamento tra una sottile perfida angoscia e la scossa di stimoli nuovi.
Arrivò la stazione di Santa Maria Novella. Chi scendeva e chi saliva. Io non mi affacciai sul corridoio, come facevo di solito. Rimasi seduto al mio posto, guardando a malapena fuori. Quel
giorno stavo chiuso in me, insieme ai miei compagni di viaggio di carta.
Il treno ripartì.
Era ormai buio. E il buio mi faceva compagnia, mi aiutava a non alzare gli occhi per guardare
fuori dal finestrino. Mi rannicchiai in me stesso e mi sentii sicuro così.
La mattina dopo avrei avuto un colloquio all’Istituto di psicologia industriale, un test per scoprire le mie attitudini lavorative. Volevo cambiare, ne avevo bisogno. Mi ero già stufato dopo nemmeno cinque mesi di trafficare con carte polverose, colleghi scostanti e diffidenti e un lavoro noiosamente ripetitivo. La burocrazia è un’arma pericolosa da maneggiare, se il fumo
colpisce i polmoni lei spegne il cervello.
La sfida mi eccitava, come tutte le cose in divenire. Tutto ciò che potrebbe essere schiude prospettive in cui l’immaginazione dilaga, creando piccoli film di vita, come potrebbe essere
se…
Alzai gli occhi dal libro e decisi che era il momento di fare due passi. Come la vidi in corridoio, seduta sul predellino, mi diedi dello stupido a non essere uscito prima. Lei aveva incrociato il.mio sguardo nel momento in cui ero uscito dallo scompartimento e aveva immediatamente smesso di leggere la rivista e ora fissava me, fermo sulla soglia. La timidezza prevalse e spinse il suo sguardo fuori dal finestrino. Istintivamente mi mossi verso di lei ma senza avvicinarmi troppo. Tornò a posare i suoi occhi verdi su di me ed iniziò a muoversi sul sedile come se volesse chiamarmi ma si trattenesse dal farlo. Mi decisi e avanzai lentamente verso di lei. Non ricordo chi iniziò a parlare, ma quei pochi minuti prima della stazione di Bologna furono densi
del nostro raccontarsi.
Mi piaceva quel che diceva e come lo diceva. Scoprivamo una sintonia spontanea nei nostri pensieri. Sentivo la necessità di rivederla, per capire quanto profonda potesse essere quell’attrazione reciproca. Il treno rallentò in prossimità della fermata e lei attendeva l’invito a rivedersi. Il tempo si stava chiudendo e io restavo lì, alternando silenzi a frasette banali. Ero
bloccato, non riuscivo a dire “Mi dai il numero, ci rivediamo”. Avevo paura.
Paura di sbagliarmi, paura che avessi frainteso i suoi occhi, le sue mani sulle mie e le sue
parole..
Il treno si arrestò, lei rimase ferma, aspettava qualcosa da me che non venne. La gente la spingeva per scendere, qualcuno le gridò di muoversi. Lei continuava a fissare me che rimanevo muto a immaginarmi mentre le chiedevo il numero di telefono per poi andarla a
trovare, passeggiare per Bologna con lei. Baciarla.
Infine scese, voltandosi ancora a guardarmi.
Passai il resto del viaggio di pessimo umore. Rivivendo la stessa scena a ripetizione.
Non la rividi più.
Oggi continuo a passare le carte in quel vecchio ufficio polveroso.
Sto sempre con la stessa ragazza che andavo a trovare a Milano. Si è trasferita a Roma, viviamo ognuno a casa propria. E ancora mi è ignoto il nostro senso.

Luigi Caruso e www.tuttiscrittori.it

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Commenti al Post:
giornatadisole00
giornatadisole00 il 24/10/07 alle 18:54 via WEB
che malinconia gli incontri di viaggio, come gli incontri durante le vacanze. sai che dureranno pochissimo, per quanto intensi possano essere, e lasceranno sempre un vago rimpianto. avresti dovuto baciarla.
 
 
caluinet
caluinet il 25/10/07 alle 12:27 via WEB
Ti viene mai da pensare che la vita è un incrocio di mille combinazioni, tutte ugualmente possibili. Ogni strada non presa porta in un punto diverso da dove si è adesso. Ogni scelta comporta una rinuncia. Per cui, paradossalmente, tutti gli incontri che ho vissuto da allora in poi li avrei persi se l'avessi baciata.
 
pinguina_felice
pinguina_felice il 25/10/07 alle 09:45 via WEB
Mi è piaciuto...ho provato un pò di nostalgia per tutti i miei viaggi in treno!Ma soprattutto io amo i lieto fine!!!!Nooooooo!!!
 
 
caluinet
caluinet il 25/10/07 alle 12:33 via WEB
Mi spiace per la tua delusione. Questa piccolissima storia ambiva a ricordare un periodo che, dal punto di vista sociale, è stato un decennio di grandi opportunità non colte. Un pò come il protagonista che trova la donna dei suoi sogni per una magica combinazione ma se la lascia scappare. Approfondendo ci si potrebbero chiedere le motivazioni che lo hanno trattenuto dal rendere reale il suo sogno e lo fanno giacere in una sorta di limbo emozionale. Dal mio punto di vista è un'incapacità di crescere e vivere fino in fondo le situazioni, anche rischiando le delusioni conseguenti. Il prossimo racconto cercherò di metterci non dico un lieto fine ma almeno un chiaroscuro :-)
 
   
pinguina_felice
pinguina_felice il 26/10/07 alle 10:03 via WEB
Infatti si percepisce tutto il tuo intento!E' solo che ho questo difetto...sono romanticona...e che ci posso fare!Indubbiamente rcconti come questo forse sono più ricchi di una storia alla cenerentola, diciamo, ma che ci posso fare?!!!
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 25/10/07 alle 18:23 via WEB
luigi-caluinet, più ti conosco e più ti apprezzo... elliy :)
 
 
caluinet
caluinet il 26/10/07 alle 12:34 via WEB
Lo vedi il sorriso sul mio viso? :-)
 
giornatadisole00
giornatadisole00 il 25/10/07 alle 19:17 via WEB
certo, la vita è piena di sliding doors e questo un po' mi affascina e un po' mi angoscia. che ne sappiamo qual è la scelta migliore da fare? è un conto sempre in perdita. per un bacio non dato, quanti trovati e quanti altri invece perduti?
 
 
caluinet
caluinet il 26/10/07 alle 12:34 via WEB
Perchè mai in perdita? Se abbandoniamo la sindrome indotta di accumulare tutto e scegliamo la curiosità insita sia nel prendere che nel lasciare viviamo più serenamente. Certo nel racconto il protagonista non fa una scelta consapevole. Non vuole lasciare quell'abbozzo di amore perchè pensa che sia bene farlo ma perchè non sa prenderlo. Ed è questo a generare la sua sofferenza.
 
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 26/10/07 alle 18:20 via WEB
Un po’ triste questo viaggio che non si “compie”…questa vita che è tutta un poteva essere e non è stato…questa amara e lucida consapevolezza della propria inerzia, di essere rimasto volutamente(?) immerso nella povere, a vivere un amore imperscrutabile e ansiogeno….Però è scritto bene, mi è piaciuto! Ma quanti siete li dentro? Caruso, Tuttiscrittori, Kremuzio, Elliy… ;-))
 
vi_di
vi_di il 26/10/07 alle 20:22 via WEB
La vita è fatta di tante strade che si incontrano, ma non sempre diventano complanari...bello questo racconto!
 
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