Un blog creato da tuttiscrittori il 07/10/2007

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A volte, quando si è un grande scrittore, le parole vengono così in fretta che non si fa in tempo a scriverle... A volte. (Snoopy)

 
 
 
 
 
 

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mostra evento di Costantino Giovine presso Il trittico - Roma Piazza dei satiri - inaugurazione sabato 26 febbraio alle 18.30

locandina

 

 

 
 
 
 
 
 
 

YOU'LL FOLLOW ME DOWN - LABORATORIO CONCORSO

Il presidente della giuria, Luigi Bernardi, ci comunica che

   The winner is Paolo Zaffaina

La motivazione:

Statale 61 è un bel racconto giocato su molteplici livelli, tutti resi con stile adeguato.
I continui cambi di prospettiva, fino allo scioglimento finale, ne fanno un testo godibile ed estremamente accattivante.
Un bel saggio di scrittura al servizio di un'ottima idea.

adesso rileggiamolo iniseme >>>clicca qui

Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli (E. Salgari) 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Dalla "Vetrina d'Autore"

Post n°59 pubblicato il 10 Marzo 2008 da tuttiscrittori
 

Alessio Fabi ha partecipato al concorso "Un Film per Civitavecchia” – conclusosi il 29 gennaio 2008 (giuria tecnica "finale" composta da: il sindaco Gianni Moscherini, il Presidente della Fondazione Cariciv Vincenzo Cacciaglia, Niccolò Ammaniti,  Lucrezia Lante della Rovere,  Enrico Job,  Ricky Tognazzi,  Marco Risi e  Lina Wertmuller).

Il suo racconto si è classificato 2°. Eccolo:

IL WRITER

Il writer era accovacciato sulle gambe ed i pantaloni calati gli scoprivano la schiena ed il sedere. Era magro e pallido e sul retro del cranio tra i capelli cortissimi  faceva bella mostra un teschio tatuato . Il writer stava ultimando di coprire il marmo della fontana del Vanvitelli, nel porto vecchio,  usando una bomboletta di vernice da pochi euro.
Il vecchio si chiamava  Sandro Martini e veniva in quel luogo ogni mattina da cinque anni .
Martini fece una smorfia di disgusto. Questa città lui  non la riconosceva più .. non la capiva più.
Eppure un tempo  questa città l’aveva amata, a suo modo l’aveva anche scelta.
Quando era venuto qui da Roma (... leggi tutto)

(la fontana sul lungoporto di Civitavecchia)

         

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Commenti al Post:
dimanto70
dimanto70 il 10/03/08 alle 16:01 via WEB
Ho apprezzato molto questo racconto, ma continuo a non avere speranza. Fra le cose che oltremodo aborro ci sono gli imbrattamuri e quelli che incidono le cortecce degli alberi. Come quel vecchio mi sento montare l'odio quando vedo certi sfregi, non solo sui monumenti, ma anche le scritte sulle porte dei bagni pubblici, o quelle stupide dichiarazioni d'amore, quei forever che dureranno il tempo che c'è voluto a fare quelle incisioni, quelle ferite agli alberi. Non c'è rispetto oltre a non esserci speranza. un abbraccio elliy
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 11/03/08 alle 16:30 via WEB
Dim, al di là degli sfregi sui monumenti e le ferite inutilmente inferte agli alberi(che davvero danno i brividi)... ma qualche bella critica costruttiva (o distruttiva, perchè no!) che aiuti il nostro avvocato a migliorarsi? elliy
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 10/03/08 alle 18:22 via WEB
Il racconto è bello e fa venire in mente pure a me questa gente che imbratta i muri delle città. Qualcuno si atteggia a tollerante a tutti i costi con costoro, trascurando di considerare che l'arte deve rispettare gli altri. Non è che perché mi piace scrivere, lo faccio dovunque mi capiti sbattendomene degli altri. Per non parlare dei danni che si procurano. Ho sentito un servizio giornalistico nel quale si calcolava che quasi il 10% del ricavato della società che gestisce a Roma la metro, deve essere usato per ripulire le scritte. Inoltre, queste persone, una volta beccate (troppo poco comunque) dovrebbero essere costrette a ripulire di persona quello che hanno sporcato, per rendersi conto del danno che procurano alla società che ha costruito e finanziato le superfici sulle quali spruzzano le vernice (le cui aziende produttrici ringraziano alla faccia della difesa dell'ambiente). In ogni caso, tornando al racconto ... ha il potere di far emergere emozioni ed opinioni. Che altro si può pretendere da chi scrive? Per me è il massimo. Alessandro F.
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 11/03/08 alle 16:32 via WEB
vero, il racconto sa emozionare. grazie Alessandro. elliy
 
smile.new
smile.new il 10/03/08 alle 22:49 via WEB
Premesso che non sopporto le scritte, che imbrattano tutto in modo indiscriminato, e che spesso sono solo atti vandalici, ci sono però dei veri artisti anche nei writers, che hanno fatto delle vere e proprie opere d'arte. E poi, alzi la mano chi di noi, almeno una volta, non ha avuto voglia di fermare un attimo, un luogo, un momento magico con una piccola scritta..Il racconto poi è bello, descrive bene i luoghi e le persone, quasi sembra di vederli, come in una fotografia.. :ciao Smile :))
 
santiago.gamboa
santiago.gamboa il 11/03/08 alle 01:02 via WEB
il racconto mi è piaciuto, anche perché non sarebbe nella vetrina d'autore se così non fosse. un po' meno mi piace il metro di lettura che si vuole dare e cioè che il racconto e lo scrittore siano schierati contro i writers. mi permetto di dissentire e diffidare, ovvero, il bravo autore "sempre" evita di spiegare la sua opinione e trova, come ben ha fatto alessio, una via per suscitare emozione in chi legge. il messaggio arriva ed è universale "ognuno di noi ha qualcosa da imparare e altro da insegnare" il giovane dal vecchio apprende il senso del rispetto quando scopre che il monumento è legato ad un amore che non può essere dimenticato né offeso. il vecchio riceve in dono la vita e il rispetto inaspettato proprio da chi ha odiato con forza. lo scarafaggio non è più tale, ma non perché non è più un writer bensì perché assurge alla dignità di uomo ...con o senza bomboletta di vernice in mano. Penso che i writers siano figli legittimi del degrado e qualcuno di loro malauguratamente lo cavalca e lo incrementa questo degrado, altri tra loro invece lo combattono e lo disinnescano, altri ancora lo trasformano in arte pura e bella. avete mai visto come diventano a volte luminosi e colorati tanti tristi muri di cemento? e come parlano di amore e vita tanti orribili sottopassi di periferia lasciati alle siringhe e alla spazzatura? o come ispirino gioia e speranza le tetre recinzioni di industrie da sempre abbandonate? ...insomma non mi si venga a dire che il degrado, quello vero, sociale e politico, violento e inquinatore, economico ed egoista, sia opera dei writers! Una riflessione su questo mondo tribale e per molti di noi incomprensibile: è innegabile che tra questi writers ci siano molti artisti veri; come è innegabile che tra di loro ci siano anche molti idioti che sono solo imbrattatori. Direi che la via giusta può essere non quella di perseguire questa forma d'arte e l'espressione di essa, ma perseguire gli imbrattatori si! credo che le svastiche, le stupide frasi d'amore, le scritte deliranti degli ultràs e le tags sui monumenti e sui muri ...non siano la stessa cosa delle centinaia di bellissimi murales con vernici atossiche nei luoghi del degrado metropolitano. si può vietare di far volare gli aquiloni perché qualche deficiente te lo caccia in un occhio? si può abolire il calcio perché qualche bastardo ne fa un uso violento? si può proibire il cinema e la tv perché la maggior parte dei film e dei programmi sono di bassa qualità? un abbraccio, gf
 
Manfredi_Alter
Manfredi_Alter il 11/03/08 alle 10:34 via WEB

Il fatto è che tutti noi, proprio tutti, prima o poi ci si invecchia e, come per mille altre generazioni che sono invecchiate, inizia la fatica nel comprendere le abitudini, la musica, i gesti, l'abbigliamento delle nuove leve.
Fin qui è tutto nella norma: insomma nulla di nuovo sotto il sole.
Il problema inizia quando le mode, le tecnologie, le necessità di un'economia del consumo, impongono ritmi di cambiamento forsennati laddove, purtroppo, non c'è la cultura a bilanciare e guidare questi cambiamenti con le loro enormi potenzialità sia costruttive che distruttive.
In questo contesto la "pigra" provincia rincorre le metropoli e combina le scarse opportunità (di svago, di sport, di attività ricreative) della periferia, con una esperienza intellettuale comunitaria diciamo meno "vitale".
Insomma lo struscio di Civitavecchia (che non è mai stato, a mia memoria, il tempio della cultura e della raffinatezza), è sempre più fondale delle cronache cittadine meno edificanti.
Come per la grande città adesso iniziano a bruciare le vetture parcheggiate e poi gli episodi di bullismo, quindi le violenze del branco e tutta la panoplia di sessodroga e zucche vuote.
Oh, detto per inciso, Civitavecchia esprime ragazzi e ragazze splendidi, come pure possiamo essere sicuri che le potenzialità di crescita matura e positiva si trovino tanto in un writer appassionato quanto in uno studente alla Bocconi (anzi...).
Ma di fatto la realtà è, temo, molto matrigna.
Il racconto del bravo Alessio (cui rivolgo i miei complimenti per il riconoscimento conseguito) parla di tutto questo, ma per i miei gusti è decisamente troppo "politically correct", al limite del buonismo.
Non so perchè, ma dalle prime righe mi aspettavo un buon racconto alla Camilleri, con il commissario Montalbano in trasferta a Forte Michelangelo: una narrazione mediterranea che ti coinvolge, ti affascina e, alla fine, ti lascia un sapore amaro.
Così com'è "il writer" (pur essendomi piaciuto il personaggio anziano) mi ha dato, alla sua prima lettura, il senso di un'occasione mancata.

 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 11/03/08 alle 13:45 via WEB
Se scrivessi buoni racconti, alla Camilleri, giuro che non farei l'avvocato nella vita. C'è stato un attimo, scrivendo il racconto, in cui ho pensato di dare una svolta "poliziesca" alla vicenda. Ma nessuno dei miei personaggi è un eroe. Volevo parlare d'altro, di come i luoghi appartengano a ciasuno di noi in maniera differente, di come viviamo la nostra vita solo ed esclusivamente dalla nostra prospettiva salvo poi "comprendere". Questa però è la "magia" dei racconti, alla quale tutti noi partecipiamo. Quella di scrivere qualcosa che già non ci appartiene più ma appartiene a ciascuno che la legge in modo differente. Per me è una grande meraviglia. Grazie a tutti Alessio Fabi
 
   
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 11/03/08 alle 16:42 via WEB
Alessio, direi che per essere un avvocato te la sei cavata egregiamente! (scherzoooo) In ogni caso, sono - ovviamente - d'accordo con Santiago. è un racconto che voleva parlare di amore per la propria città e suscitare emozioni, raccontando una storia in cui si intrecciano elementi diversi: il vandalismo, l'errata concezione di arte, la superficialità, l'incomunicabilità, la malinconia e i ricordi, l'amore. E in questo senso, è un racconto riuscito. Il punto debole, secondo me - e su questo non posso che concordare con Manfredi - è il finale da "Libro Cuore". elliy
 
carmendimaria
carmendimaria il 11/03/08 alle 16:11 via WEB
Ciao Alessio... Camilleri è diventato famoso solo dopo i 70 anni, un pochino gli farà rabbia credo...ma ha dovuto aspettare che il suo commissario Montalbano capitasse nelle mani giuste e che l'Italia si stufasse di Texas Ranger e Tenente Colombo...la fiction è di recente nascita in Italia...purtroppo per lui Camilleri no! Ha fatto un altro mestiere per tutta la vita, pensa a me che non ne faccio nessuno...perchè non si può chiamare mestiere scrivere articoli per chi non ti paga!!! Un compenso ridicolo e lo aspetto da quattro mesi! Sono lì lì per mollarli. Per fare che cosa? Due cose: la "homegirl" per il momento, cosa che non mi è mai dispiaciuta troppo in realtà, ovvero occuparmi di tutti gli affari di casa e famiglia; e diffondere la mia "Light Philosophy" lanciata con la pubblicazione del mio primo libro, sognando, sperando, pregando, azzardando e non arrendendomi mai anche se nel frattempo qui si vive in due, io e mia madre, con una pensione di mille euro al mese in attesa che mi passi davanti un'altra occasione da cogliere. Che ne pensi? Vieni a trovarmi sul mio blog!
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 11/03/08 alle 16:44 via WEB
Carmen2, la vita degli scrittori è dura, quelli che si arricchiscono vendendo libri sono ben pochi. qui si tratta di passione e basta. Ma... hai parlato solo di te o mi sbaglio? e della fatica del nostro Alessio?? nemmeno una parola sul suo racconto?? e noooo.... elliy
 
   
eccelso86
eccelso86 il 11/03/08 alle 17:12 via WEB
Bello, bello bello...il racconto mi è piaciuto non poco e sono in pieno accordo con Mec, per quanto riguarda il ruolo che ogni autore dovrebbe avere! Non ho critiche da fare(anche perchè, leggendo il testo, mi son reso conto che è di gran lungo migliore di qualsiasi mio scritto). Mi è piaciuto il modo di narrare gli eventi: scorrevole e descrittivo al punto giusto..giuste pause, giusti ritmi, belle immagini. Complimenti sinceri all'autore e una bacio ad Elliy Germano
 
   
carmendimaria
carmendimaria il 12/03/08 alle 22:20 via WEB
Chiedo perdono, ma io non ho visto il suo racconto, potete indicarmi come trovarlo? Ho visto solo questo suo post ed era da Anonimo, solo alla fine era firmato da Alessio. Prometto di leggerlo e commentarlo non appena lo avrò scovato!
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 12/03/08 alle 18:21 via WEB
Cara Carmendimaria, mi incuriosisce la tua "Light Philosophy". Di che si tratta? Alessandro F.
 
   
carmendimaria
carmendimaria il 12/03/08 alle 22:37 via WEB
Ciao Alessandro, dunque..."light philosophy", letteralmente e italianisticamente "filosofia della leggerezza", aspirerebbe a divenire l'arte dell'alleggerirsi la vita cercando di "fluttuare" tra le cose che cercano di appesantircela per poi approdare a crearci uno spazio in cui sono le cose più apparentemente semplici a darle il maggiore significato. Un esempio, citato anche nel mio libro: come imparare a ritrovare e conservare i ricordi più solari attraverso la pratica della conservazione casalinga delle verdure. O come rendere un semplice shampoo una terapia atta ripulire la mente dai cattivi pensieri.A prima vista può apparire quantomeno curioso, mi rendo conto...ma "Il cielo tra le dita" non è solo questo, è anche la storia del mio controverso rapporto con la penna...Scusami elliy, se parlo ancora di me..ma questa volta me lo hanno chiesto!
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 12/03/08 alle 23:34 via WEB
ehi! Carmendimaria, ma io sono felice che tu parli di te! sei la benvenuta, te l'ho detto subitoo!! ogni contributo è sempre gradito. forse mi sono spiegata male, volevo soltanto spronarti a leggere anche il racconto del nostro amico Alessio e ad esprimere la tua opinione (ha funzionato però... visto che lo hai trovato e ... ne valeva la pena??). una delle parti più interessanti secondo me - anzi secondo noi - di tutto il lavoro, è proprio il confronto reciproco, unica fonte di arricchimento e possibilità di crescita ... Un grande abbraccio a te! ciao! elliy - P.S. non sarebbe male cacciare via un po' di brutti pensieri con uno shampoo...
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 14/03/08 alle 00:38 via WEB
Cara Carmendimaria, nella risposta che mi dai, mi conduci a non resistere nel farti un'altra domanda. Per quale motivo hai questo controverso rapporto con la penna? Per quanto riguarda invece la Light Philosophy ... perdona la mia difficoltà ad entrare in questa dimensione, o forse prospettiva dalla quale vedere e vivere la vita. Mi sembra in ogni caso una visione molto viva, colorata dalle emozioni, resa fluttuante e dunque non pesante come lo sono altri modi di percepire la vita. Insomma, un sogno che sicuramente permetterebbe di vivere in maniera più positiva la nostra esistenza, spesso rovinata da noi stessi alla ricerca di "profondi" significati o di effimeri valori materiali. Mi sembra che la tua filosofia della leggerezza sia un interessante spunto per riflettere sulla nostra vita, ma anche sul modo migliore per affrontare ogni giorno le difficoltà che ci aggrediscono. Alessandro F.
 
     
carmendimaria
carmendimaria il 14/03/08 alle 22:30 via WEB
E' molto difficile da spiegare...non io ho scelto la penna come la mia strada, lei ha preteso me, mentre ho cercato per anni di sfuggirle,mantenendola in uno spazio iper privato della mia vita, tesa nella paura di espormi al giudizio...il terrore che mostrarsi in parole su un foglio di carta fosse un po' come vendere l'anima a un intero mondo di teste diverse che avrebbero potuto farci sopra di tutto, dal ridere, al piangere, allo sputarci...Ho tentato molte altre strade ma - credi al destino? - farei mattina a spiegarti tutte le coincidenze che mi hanno riportato alla penna e mi hanno insegnato con calma ad accettarla non più come un segreto quasi colpevole ma come parte della mia personalità, anzi come la cosa che più le assomiglia poichè io sono mutevole e molteplice e nulla come una penna può attraversare tutto..."il cielo fra le dita"...appunto. Ciao.
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 11/03/08 alle 17:12 via WEB
e aggiungo... cosa fa più male all'umanità? un writer che imbratta una fermata della metro o la tv che imbratta l'anima dei nostri figli? ciò non toglie che se vedessi mia figlia imbrattare il pantheon la condanenrei ai lavori forzati!! ma questa... come dice il maestro Lucarelli, è un'altra storia. per quel che riguarda il lavoro di Alessio, bisogna tenere presente che quando si partecipa a un concorso, non basta scrivere un bel racconto, anzi... il più delle volte conta maggiormente interpretare i desiderata della giuria e il "senso" che si vuol dare al premio. quindi se "il writer" è arrivato secondo vuol dire che ha centrato l'obiettivo e vi assicuro che non è impresa da poco! comunque lo attendiamo al varco, con un suo nuovo lavoro, "facce vede, avvocato!" e auguri. mec
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 11/03/08 alle 21:18 via WEB
ok ... il finale è alla libro cuore ... confesso. Però quale altro? Per la cronaca nera ci sono i giornalisti. I racconti non sono la narrazione di quello che succede nella realtà ma quello che in fondo noi vorremmo che succedesse (anche se non lo diremo mai). Io non amo i writer (la disillusione di Martini è tutta mia) , anche se nel racconto non prendo posizione, però vi invito a fare una considerazione: cosa muove un writer? Cosa lo spinge a scrivere su un muro? Io credo sia la volontà di mandare un messaggio a qualcuno (Ok il contenuto non è un gran che) o , comunque, di comunicare un'idea, un disagio, agli altri . E noi?....io che ho fatto? Se un ragazzo di 14 anni vuole comunicare qualcosa e lo fa nel modo peggiore è colpa sua? Gliele diamo le attenutanti generiche? Alessio
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 12/03/08 alle 06:27 via WEB
certamente per i resoconti di cronaca ci sono i giornali. i racconti possono essere espressione di quello che vorremmo accadesse, sì, ma - pur prendendo spunto da elementi reali - anche una proiezione del nostro vissuto e delle nostre paure (oltre che delle speranze), condite da una buona dose di inventiva e fantasia e... un po' di tecnica. dimentico qualche ingrediente??... nel merito, sui writers, le attenuanti generiche non le concederei a chi fa scempio dei monumenti o della natura, anche se è vero che la responsabilità non è esclusivamente dell'ultimo anello della catena riproduttiva. altro discorso per chi colora artisticamente l'orrendo cemento delle periferie o spazi diversi: conosco un ragazzo che dipinge murales, gli brillano gli occhi quando ne parla e trasmette un entusiasmo contagioso, è appena uscito dal liceo artistico. ma non credo che si sognerebbe (almeno lo spero!) di andare spruzzare bombolette al Foro o sulle fontane di Piazza Navona. in ogni caso Alessio, ancora complimenti per il tuo racconto e per il risultato conseguito! e adesso che hai aperto quel cassetto... aspettiamo il prossimo regalo! elliy
 
carmen46c
carmen46c il 12/03/08 alle 08:53 via WEB
Il finale ...sarà anche, come dite voi, da libro Cuore, e se non l'avreste detto voi, non ci avrei neanche pensato, a me è piaciuto tanto e mi ha davvero emozionato. Ci siamo talmente assuefatti alla triste realtà che rifiutiamo un finale positivo? Wuèèèèèèèèè......svegliamoci!!!!!!!
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 12/03/08 alle 19:57 via WEB
(lo dico tra parentesi, che rimanga tra noi: io, comunque, il libro Cuore ce l'ho proprio nel cuore... come si fa a dimenticare il maestro Perboni, Franti, Garrone, Nobis e poi la piccola vedetta lombarda, il piccolo scrivano fiorentino... un libro legato, tra l'altro, a ricordi - e letture - di tanto tempo fa. chiudo la parentesi. shhhhh!) elliy
 
giornatadisole0
giornatadisole0 il 12/03/08 alle 09:03 via WEB
forse è di troppo quella piccola scritta che trova il vecchio quando inforca gli occhiali per guardare bene la fontana? bel racconto, coinvolgente, ma secondo me le scritte sono sparite perchè il ragazzo si è messo una bella paura sia della pistola puntata e sia che al vecchio venisse un coccolone per colpa sua. visione realista o pessimistica? ciaoo!
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 12/03/08 alle 09:41 via WEB
si è aperto un bello spaccato sul mondo della scrittura, sul senso dello scrivere. alessio ci ha risposto e si è anche risposto da solo. lo scrittore comunica qualcosa e il suo obiettivo è far pensare e riflettere ...è, come dice qualcuno, lanciare un sasso nello stagno o un bengala nella notte più nera. oppure è far sognare qualcuno che non può permettersi di sognare. o anche dare voce a chi non ce l'ha. basta che lo faccia con convinzione, prima regola non imbrogliare, seconda scrivere bene, terza dire tutto quel che serve ...assumersi il rischio di essere criticato, di sbagliare, di migliorare. lo scrittore ha tanti doveri e pochi diritti ...perché è lui che propone qualcosa ai lettori, loro "i lettori" non gli hanno chiesto di scrivere! e quindi pretendono molto - Mec
 
BobSaintClair
BobSaintClair il 12/03/08 alle 14:09 via WEB
No comment! Mi chiedo a questo punto come dovrebbe essere il racconto del vincitore, perchè questo porta già la medglia d'oro al collo!
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 12/03/08 alle 14:41 via WEB
Il racconto vincitore potete leggerlo nel sito www.scuoladellearticivitavecchia.it e si chiama "la strada per Roma" . Considerate che il concorso era relativo ad un soggetto cinematografico e, sicuramente, la scrittura per il cinema è differente dalla scrittura letteraria. Per inciso io alla premiazione in un primo momento non c'ero perchè non pensavo mai di rientrare nei primi dodici. Mi hanno mandato un SMS e ci sono andato vestito "da disgraziato" ed alquanto imbarazzato. Un aneddotto: il racconto l'ho scritto per una scommessa con il mio collega di studio. Alessio
 
   
santiago.gamboa
santiago.gamboa il 12/03/08 alle 18:14 via WEB
che faticata!! ho letto il racconto vincitore, e ho capito perché non avresti potuto vincere contro di lui. il suo racconto non è un vero e proprio racconto, ma una storia sceneggiata e un soggeto per un discreto lungometraggio... come in effetti indicato nelò bando di concorso. quindi direi che alal luce di ciò hai ottenuto un "OTTIMO" risultato. di nuovo complimenti. gf
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 12/03/08 alle 20:14 via WEB
alessio, grandioso l'aneddoto sulla comunicazione della vittoria e sulla scommessa con i colleghi! e mi associo - naturalmente - ai rinnovati complimenti di gf. elliy
 
   
BobSaintClair
BobSaintClair il 13/03/08 alle 03:43 via WEB
e allora ti diamo la medaglia d'argento :))
 
eccelso86
eccelso86 il 12/03/08 alle 16:16 via WEB
elliyyyyyy...ho inserito la seconda e ultima parte del mio raccontino!!! Vieni a dare un'occhiata quando hai time...vorrei inviarlo a Edizioni Montag...non so, magari potrebbe trovar spazio in qualche categoria;) Dimmi tu ps non mi sono dimenticato di quel racconto che mi aiutasti a rivedere...mi manca solo il finale e, cacchio, non riesco proprio a scrivere qualcosa di decente. spero di trovare l'ispirazione il prima possibile
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 12/03/08 alle 20:14 via WEB
eccelso, più tardi arrivo e ti sistemo!! elliy
 
carmendimaria
carmendimaria il 12/03/08 alle 22:55 via WEB
Ecco, ho trovato il racconto di Alessio, e l'ho letto tutto. Non avevo capito esattamente come funziona questo blog. Ho letto però gli altri commenti, e mi sembra di aver sentito espressioni come "finale da Libro Cuore"... ma si può??!! Il racconto è bellissimo e ci comunica che davvero c'è ancora speranza, la speranza che tutto ciò che nella nostra moderna società, in questi giovani così "malmenati" da una critica distruttiva, non ci sia spazio solo per il marcio l'insensibile, ma che sia ancora possibile un dialogo tra il vecchio e il nuovo, è che la continuità si esplica attraverso sentimenti vecchi come l'uomo stesso e immortali.
 
carmen46c
carmen46c il 13/03/08 alle 10:25 via WEB
Buongiorno a tutti....avrei voglia di una bella tazza di caffè, come mi piacerebbe in questo momento prendermi il caffè seduta sul balcone e parlare con il Professore di fronte!
 
 
santiago.gamboa
santiago.gamboa il 13/03/08 alle 15:46 via WEB
questi fantasmi?
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 13/03/08 alle 21:34 via WEB
Domanda etica. Ho una storia ambientata in una citta di provincia. C'è di mezzo un falso avvocato rotale.. donna e piacente .. intrighi di curia .. Un vescovo in buona fede .. clienti in buona fede ...autorità in buona fede. Un prete border line che fuma il sigaro e predica la convivenza prima del matrimonio .. ma intelligente che capisce il trucco. Un avvocato dei poveri che concorda con il prete border line e cominciano ad indagare.. Il problema? è tutto vero o quasi ed è un mio caso. Che fareste voi? La scrivereste una storia sull'"Avvocato di Dio" chiaramente senza fare nomi e camuffando le cose? e poi vi stimola? Alessio Fabi.
 
     
santiago.gamboa
santiago.gamboa il 13/03/08 alle 22:36 via WEB
io prenderei in considerazione la tecnica di Carofiglio, nel senso che lui nella vita di tutti i giorni fa il magistrato ma il suo personaggio principale è l'avvocato "guerrieri". ovverosia, con questo piccolo espediente cambi il punto di vista e ti astrai da quel che sai in realtà. meglio ancora sarebbe se il tuo protagonista diventasse il border clericale. Matteo Bortolotti, un giovane e valido autore della scuola Lucarelli, utilizza proprio un prete per le sue indagini. il soggetto mi piace, buon lavoro e buona fortuna. gf
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 14/03/08 alle 08:43 via WEB
altro esempio che mi viene in mente al volo è Giancarlo De Cataldo, magistrato: da "Teneri assassini" (di cui consiglierei la lettura) a "Romanzo criminale" fino a "Nelle mani giuste". scrivi Alessio scrivii! elliy :)
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 15/03/08 alle 16:02 via WEB
?
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 15/03/08 alle 16:48 via WEB
!
 
     
carmendimaria
carmendimaria il 16/03/08 alle 22:00 via WEB
Caro Alessio, gli elementi del perfetto clerical-trhiller ci sono tutti: i personaggi intrigano, la storia,che non so come si dipani in realtà, si preannuncia avvincente e ricca di colpi di scena anche solo in base alla loro sommaria descrizione, e oltretutto, anche se dall'idea che mi sono fatta in base al poco che ho letto di te (complimenti ancora per "Il writer") credo che questo possa interessarti poco o meno, il genere è sulla cresta dell'onda, "tira", come si suol dire. Insomma, ci sono tutti i presupposti per un successo annunciato. Il punto è, nascendo il problema dal fatto che la storia è vera e ti coinvolge direttamente e, a quanto ho capito anche con un imprinting emotivo molto intenso e personale, quanto te la senti di mettere in gioco ed eventualmente rendere pubbliche queste tue vicende e le emozioni che ti causano?
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 21/03/08 alle 00:06 via WEB
Ciao Carmen e grazie ancora per i complimenti. La vicenda in realtà mi coinvolge relativamente dal punto di vista personale ed i fatti, in verità, risalgono nel tempo (c'è sempre un divario temporale considerevole tra gli accadimenti reali e la realtà processuale). Il problema, a mio giudizio, è se sia corretto usare un fatto accaduto realmente ed attualmente oggetto di indagini come spunto per un racconto di fantasia. Comunque appena ho un po di tempo lo scrivo ... poi vediamo Alessio
 
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