Un blog creato da tuttiscrittori il 07/10/2007

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A volte, quando si è un grande scrittore, le parole vengono così in fretta che non si fa in tempo a scriverle... A volte. (Snoopy)

 
 
 
 
 
 

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mostra evento di Costantino Giovine presso Il trittico - Roma Piazza dei satiri - inaugurazione sabato 26 febbraio alle 18.30

locandina

 

 

 
 
 
 
 
 
 

YOU'LL FOLLOW ME DOWN - LABORATORIO CONCORSO

Il presidente della giuria, Luigi Bernardi, ci comunica che

   The winner is Paolo Zaffaina

La motivazione:

Statale 61 è un bel racconto giocato su molteplici livelli, tutti resi con stile adeguato.
I continui cambi di prospettiva, fino allo scioglimento finale, ne fanno un testo godibile ed estremamente accattivante.
Un bel saggio di scrittura al servizio di un'ottima idea.

adesso rileggiamolo iniseme >>>clicca qui

Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli (E. Salgari) 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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« I Grandi del Cinemasotto silenzio »

Dalla nostra Vetrina

Post n°120 pubblicato il 29 Settembre 2008 da tuttiscrittori
 

Nell'autunno del 1888 il quartiere Whitechapel di Londra fu scosso da una serie di delitti perpetrati ai danni di alcune prostitute.

Cinque sono i casi di omicidio attribuiti alla figura di Jack lo squartatore ma, con ogni probabilità, almeno altri quattro sono da attribuire a un altro misterioso assassino. ...ecco un racconto che svela il mistero dei misteri

SWALLOW INN
(L’inizio dell’incubo)


 di Alessandro Napolitano



Martha Mckenzie girò la testa sul cuscino, l'uomo sopra di lei trovò lo spazio per appiccicarle le labbra al collo.

Martha rabbrividiva al solletico provocato dalla sua bava che lenta colava sulle spalle.

Decise di partire per uno dei suoi viaggi.

Immaginò la collina di Watton-at-Stone nella periferia londinese. Nella realtà, c'era stata solo due volte e prima di restare orfana. Ricordava i grandi alberi secolari che come torri percorrevano la circonferenza del piccolo promontorio. Sentiva vivo l'odore legnoso della fattoria che ...   

  >>>leggi il racconto

...ecco cosa ti consiglia di ascoltare BobSaintClair durante la lettura

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 29/09/08 alle 18:38 via WEB
Intrigantissima teoria sull'identità di Jack , in un racconto avvincente che farei leggere a tutti i parlamentari maschi, prima di decidere sul tema della prostituzione. Carpedine
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 29/09/08 alle 19:22 via WEB
non per niente il nostro Alessandro, oltre essere una promessa della scrittura è anche un fine conoscitore di esoterismo e affini. grazie carpe
 
   
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 29/09/08 alle 19:23 via WEB
chiedo scusa... non mi ero firmato, gf
 
johnfante1975
johnfante1975 il 29/09/08 alle 22:35 via WEB
Intrigante!!!Buona serata.....John.
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 30/09/08 alle 00:24 via WEB
Grazie per la tua lettura, John! elliy
 
BobSaintClair
BobSaintClair il 30/09/08 alle 07:08 via WEB
un po di climax :) http://www.youtube.com/watch?v=u_QJCoIQjt4
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 30/09/08 alle 15:40 via WEB
Ah! un bel suggerimento musicale, che arricchisce senza dubbio la già inquietante atmosfera che si respira a Swallow Inn... nic.
 
smile.new
smile.new il 30/09/08 alle 09:48 via WEB
Ho iniziato a leggere il racconto, e mi sono accorto che occorrerà più tempo di quello che ho a disposizione per una lettura attenta, già mi sembra ottimo ed avvincente... scusa Alessandro ci torno con calma... :))
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 30/09/08 alle 15:43 via WEB
Smile, mi sembra un'ottima scelta quella di evitare letture affrettate. Si rischierebbe di sprecare qualcosa di prezioso e questo vale per ogni tipo di lettura naturalmente. Tanto più per il racconto del nostro Alessandro!! gustatelo con la dovuta calma :)) tanto noi aspettiamo qui (e Alessandro non ha fretta...) ciao! nic.
 
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 30/09/08 alle 10:37 via WEB
Vi ringrazio in anticipo per il tempo che dedicherete al mio racconto. Mi sento tra amici e spero vogliate aiutarmi a migliorare postando le vostre osservazioni e i vostri consigli. Un grazie particolare al team di tuttiscrittori per questa bella vetrina ;O) Alessandro N.
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 30/09/08 alle 15:53 via WEB
Alessandro hai detto bene: siamo tra amici! e siamo noi che ringraziamo te per la partecipazione e per le emozioni che ogni volta riesci a trasmetterci. Certamente, come si diceva altrove, avendo più tempo a disposizione e se non si dovesse lavorare per mangiare (e se il tuo non fosse solo un caso omonimia....) ci si potrebbe dedicare più liberamente alle proprie passioni, ma noi siamo felici così. ci basta averti tra noi per quanto possibile (non starò diventando troppo smielata per caso? ma noooo! è proprio così!) Ciao! nic.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 30/09/08 alle 12:02 via WEB
Ho letto le prime righe e mi sembra ben scritto ... mi prendo qualche giorno e ci penso.... Una curiosità. Parentela con il Presidente? Ciao Omonimo. Omonimo F.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 30/09/08 alle 12:31 via WEB
Ciao Omonimo, aspetto il tuo commento !Con il Presidente nessuna parentela aimè... sarebbe tutto più facile ma anche meno divertente ;O) Omonimo N.
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 30/09/08 alle 15:55 via WEB
Altro grande saggio, il nostro caro Alessandro Omonimo F.! Aspettiamo anche le tue osservazioni allora, con tutta calma :) nic.
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 01/10/08 alle 10:29 via WEB
Grazie del complimento, cara Elliy. Spero di riuscire a fare un commento intelligente. Sai....c'è l'ansia da prestazione. Alessandro F.
 
LadyAileen
LadyAileen il 01/10/08 alle 21:59 via WEB
Intrigante davvero. Io poi adoro queste storie. :)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 03/10/08 alle 09:54 via WEB
Quando Alessandro mi chiese se mi andava di regalargli un'immagine, ho subito pensato che il genere del racconto mi avrebbe creato difficoltà, non sono una professionista ed esprimo la mia creatività in maniera ancora molto istintiva, difficile per me fare qualcosa su commissione. Poi ho letto l'anteprima del racconto.. Tutto d'un fiato, e già nella mia testa passava l'immagine di Martha.. le sequenze si facevano più nitide, l'atmosfera rarefatta e poi il pathos.. Tutto questo, grazie alla bravura di Alessandro, che è riuscito a rendere avvincente e appassionante questo racconto. Ti auguro tutta la fortuna che meriti! Ivana
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 03/10/08 alle 15:04 via WEB
Ciao Ivana e complimenti per la tua creatività. L'immagine rende molto bene l'atmosfera di "Swallow Inn" e il fatto che l'ispirazione ti sia venuta leggendo il racconto è un grande risultato! Tutte le forme di creatività, alla fine, convergono in un arricchimento comune! Grazie anche per la tua presenza qui e... rimaniamo in contatto, non si sa mai quali idee possono fiorire da queste parti :) ciao! Nic.
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 08/10/08 alle 14:42 via WEB
Ma ben volentieri Nic! ;) ..e sarà un piacere mio. Ivana
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 04/10/08 alle 02:23 via WEB
SWALLOW INN vi aspetta... ma avete letto questo racconto? ma volete perdervi questa chicca?? nooo, non ci posso credere! trasecolo... aspettiamo qualche commento, coraggio! c'è tutto il fine settimana a disposizione (tanto è previsto brutto tempo!). Ciao a tutti! nic.
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 07/10/08 alle 01:55 via WEB
...Il contenitore gocciolava sangue.
Si, Martha non ebbe dubbi, era sangue.
Prezzini lasciò il sacco ai piedi del bancone e tirò fuori dai pantaloni il coltello con cui era uscito. Anche questo era completamente imbrattato di rosso.
Martha perse l'uomo dalla visuale, sentiva scorrere l'acqua nel lavabo del bancone, poi avvertì aprire e sbattere il cassettone posto sotto il distributore della birra.
Il coltellaccio è tornato pulito al suo posto, immaginò.

............
Si è fatta ora... Tutti a leggere Swallow Inn, forzaaa! Nic.

 
carmen46c
carmen46c il 07/10/08 alle 16:07 via WEB
Ciao Ellyyyyy....come va? E' da un pò che non ci si sente, lo spettacolo di poesia poi si fece, mi vietarono di invitare le persone perchè dicevano che erano in troppi e si creava lag, comunque lo rifaremo e ci tengo che tu ci sia. Devo dire che la musica di questo video mi mette i brividi....Bob....ma cosi mi scoraggi pure a leggere...brrrrrrrrrr.......
 
 
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 07/10/08 alle 16:45 via WEB
Forza Carmen... la musica scelta da Bob è perfetta per questo racconto. programma della serata: tv spenta, poltrona preferita, luce soffusa, musica scelta da Bob e Swallow inn... Ciao a tutti Alessandro N.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 07/10/08 alle 16:44 via WEB
Caro Alessandro N. ho letto le 9 pagine del tuo racconto, dopo averlo stampato, perchè a video non riesco a resistere molto. Due impressioni, una dei dettagli e una più generale. Mi mancano le virgolette sui dialoghi. Non so se sia una mia mania, ma le apprezzo, almeno per la chiarezza. Così si distinguono facilmente. Una piccolezza: quando dici che ... Pearly corse sulle scale divorandole una a una .... non sarebbe meglio riferirsi agli scalini? Si potrebbe per esempio dire .... Pearl corse sulle scale divorando gli scalini (o i gradini) tre alla volta. O forse si potrebbe discutere sul concetto di scala. Un'altra piccolezza: quando dici ....Si, ma non tutte lavorano con lei... e ti riferisci alla risposta che l'oste da al poliziotto ....forse si poteva dire ...Si, ma non TUTTI lavorano con lei. Tutte si riferisce a gente, ma ... non so,... che dici? E adesso la mia opinione generale: Il racconto è scritto molto bene e ha un ritmo giusto. Insomma, ti dico la verità. Quando ho cominciato ho pensato ...."Sono ben 9 pagine". Alla fine ...mi è dispiaciuto di essere arrivato alla nona pagina. E se provassi a ingrandirlo? Potrebbe venire fuori un libro. Spero di essere stato utile. Salutoni. Alessandro F.
 
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 07/10/08 alle 16:53 via WEB
Grazie Ale, grazie per il tuo tempo e per le osservazioni che hai evidenziato. Il testo l'ho letto e riletto, poi, l'ho letto e alla fine l'ho ancora riletto. Alla fine non ce la facevo più e i vostri consigli sono preziosi per limirare quello che ancora non va. Ingrandirlo? Devo essere sincero: io non ho molto da dire ancora su Martha, ho paura di essere il primo a stancarmi. Un amico disegnatore sta provando a farne un fumetto... chissà vi terrò aggiornati. Sapere che alla fine delle nove pagine ti è dispiaciuto di non averne altre da leggere è il più bel compliemto che mi potessi fare! Grazie. Alessandro N.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 07/10/08 alle 17:11 via WEB
Si, in effetti la lettura e la rilettura e la rilettura e la rilettura sono una fase poco bella da fare, ma necessaria. E comunque ho visto che ad un certo punto a video non si vedono certe cose e allora bisogna stampare e correggere sulla carta. E poi si corregge e poi si stampa ancora e via dicendo. Tu come fai? Mi pare di capire che ti fermi quando proprio non ne puoi più. Certo, c'è da dire che se è un brano piccolo è facile da fare, ma le tue 9 pagine sono già impegnative ... figuriamoci centinaia. Alessandro F.
 
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 07/10/08 alle 17:23 via WEB
Io commetto subito un grande errore: interrompo continuamente la scrittura per apportare le correzioni evidenti. Lo so, non si dovrebbe ma mi da troppo fastidio vedere i segni rossi sul foglio word. Mi innervosisco se capisco che il pensiero che ho scritto è contorto, magari buono ma contorto. E allora mi fermo. Poi stampo tutto e rileggo. Quando trovo un'anima pia, faccio leggere il leggere il racconto e lì inizia l'angolo della vergogna. Escono fuori con le correzioni altrui le mie lacune. Però è tutto così affascinante, inventare è meraviglioso !! Alessandro N.
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 07/10/08 alle 19:16 via WEB
Alessandro F., hai avuto la mia stessa sensazione. La prima volta che ho letto "Swallow Inn", dopo quelle brevissime nove pagine mi sono chiesta.... ma è già finito??
Sul lavoro di lettura e rilettura e correzione e ricorrezione... ci vuole pazienza e costanza! solo i più forti possono resistere :) ma ne vale la pena!
Hai detto bene Alessandro N.: inventare è affascinante e meraviglioso! quando riesci a dar vita a personaggi che prima non esistevano, a creare storie che prima di allora erano soltanto un imbroglio di fili e pensieri... è una magia!
Grazie a voi, Omonimi Alessandri !! Nic.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 08/10/08 alle 08:39 via WEB
Oddio, magari per quelle anime pie che torturiamo con i nostri intorcimenti letterari non è così esaltante, ma del resto.... qualcuno deve pur soffrire con noi. In ogni caso, confermo l'importanza di non aver troppa fretta nelle correzioni. Anzi, ho visto che la cosa migliore è lasciar perdere per qualche giorno e rivedere con calma. E comunque, non posso dimenticare quello che mi ripete la moglie di un mio amico tipografo. Lei mi ripete sempre che chi scrive ad un certo punto non riesce più a correggersi. Allora devi farlo leggere a qualcuno. Per quanto poco, troverà sempre errori o punti bislacchi. Certo, se poi il testo è lungo ... la cosa diventa veramente impegnativa. Ecco perchè ci vogliono anni per romanzi o comunque saggi o simili di qualche centinaia di pagine. Saluti, caro omonimo.Alessandro F.
 
   
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 08/10/08 alle 12:15 via WEB
alessandri cari, è oro colato quello che affermate sulla lettura e rilettura dei propri testi, dopo un po' bisogna smettere e far decantare lo scritto, dimenticarlo quasi e poi ancora rileggerlo e farlo leggere a qualcun altro. ma attenzione al lettore, ricordiamoci che quello che ci serve sono solo le critiche "motivate" seriamente ed esposte chiaramente e con un minimo di competenza. tutto il resto , può essere solo dannoso al nostro scritto. mi viene in mente non solo il classico commento buonista, tipo l'applauso al bambino che recita la poesia di natale in piedi sul tavolo. ben più letali sono i complimenti del tipo "non immaginavo che sapessi scrivere con tanta poesia e toccare le corde della mia anima con i tuoi profondi pensieri, mi hai fatto sentire parte di te ecc. ecc. ecc." ...di solito un amico o conoscente che si esprime così vuole adularti o è semplicemente innamorato di te. al pari, sono da respingere ed evitare i commenti secchi senza precise indicazioni letterarie o emozionali, cioè il classico "non mi è piaciuto" o "che vuol dire?" o peggio "è inverosimile". credo che la cosa migliore sia cercare e poi affidarsi a una sola persona, capace e paziente, competente abbastanza da saper dire la sua opinione senza secondi fini. non so se esistano persone così in gamba intorno a noi, ma dobbiamo cercarle, perché il mestiere di editor non è per tutti. io in rete ho trovato queste parole che vi consiglio di leggere >>> "Editor"
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 08/10/08 alle 17:18 via WEB
Complimenti Alessandro per il racconto, ben scritto in ogni sua parte e coinvolgente nelle atmosfere descritte: in particolare ho apprezzato molto l'entrata nell'Old Brick Market e la sapiente miscela di immagini e suoni che hai reso sapientemente con le tue parole. Ma direi che tu abbia cesellato di fino ovunque, sia nei dialoghi che nelle ambientazioni e finanche nelle personalità dei personaggi.
Ti elenco di seguito i miei dubbi sul tuo testo, tanto per darci una mano a vicenda: è più facile che sia io a sbagliarmi...
- invece di "... Martha rabbrividiva..." avrei usato "... Martha rabbrividì..."
- anch'io, come Alessandro F., preferisco i dialoghi diretti virgolettati e in alcuni passaggi, quando la persona che parla rimane la stessa, eviterei i ritorni a capo
- non metterei la virgola direttamente tra il soggetto e il verbo ("... la Succube, era un demone...", "...Questa, collegava la periferia...")
- invece di "...vicino la porta d'entrata..." userei "...vicino alla porta d'entrata..."
- invece di "...sei l'unica puttana... che sa leggere..." metterei "...sei l'unica puttana... che sappia leggere..."
- invece di "... prima ancora che Martha riuscì a riaversi..." metterei "... prima ancora che Martha fosse riuscita a riaversi..."
- il poliziotto dice "... Mi pare di capire che non è molto interessato alla cosa...": io scriverei "... Mi pare di capire che non sia molto interessato alla cosa..."
Mi raccomando, non fraintendermi: non volevo fare le pulci al tuo racconto! Sono io che, leggendo il tuo testo, mi rendo conto di non essere per niente sicuro sul piano inclinato e sdrucciolevole della grammatica italiana! Ancora complimenti, veramente sinceri. Ciao ;-) Gianpaolo
 
pinguina_felice
pinguina_felice il 08/10/08 alle 21:08 via WEB
That's awesome!!!!! Veramente complimenti, ben scritto! Io come sempre dico, non sono un'esperta, ma mi è davvero piaciuto! L'ho trovato divertente, entusiasmante, geniale! E con quella massiccia dose di suspance che fa bene! Grande!
 
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 08/10/08 alle 21:44 via WEB
Ancora grazie a Gianpaolo e a Pinguina felice ma anche a Bob per avermi "regato" i Judas e a carpedine, a John e a quanti hanno letto senza commentare. Il discorso del trattino e delle virgolette credo non avrà mai fine. Io uso il trattino semplicemento perchè un amico mi ha detto: "con il trattino è meglio"... si si, me l'ha detto mettendo le virgolette ;O)). @ Gianpaolo: Sei preziosissimo. Grazie alla redazione abbiamo questo spazio da condividere, fare le pulci significa aiutarci e quindi migliorare. Una cosa che volevo condividere con voi: ho pensato molto a come far parlare i miei protagonisti, voglio dire è chiaramente gente di strada, povera e senza alcuna istruzione. Io ho la sensazione di avrle fatte parlare fin troppo "grammaticate", dovevo osare di più invece ho avuto paura di scrivere i dialoghi in modo più "sporco"... cosa pensate?
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 09/10/08 alle 08:25 via WEB
DALLA VIVA VOCE (cioè penna) DEL MAESTRO:
"Non hai veramente capito qualcosa fino a che non sei in grado di spiegarla a tua nonna" Albert Einsten
Nel suo ultimo libro On Writing Stephen King si cimenta nel dare oculati consigli agli aspiranti scrittori, dall'alto della fama e dell'esperienza di chi regolarmente sforna un libro nuovo ogni anno, battendo ogni record di pubblicazioni. Le sue indicazioni oltre che chiare, risultano molto utili per chi si cimenta con la scrittura, gialla e non.
Nella prefazione di questo suo libro onestamente King afferma che "in genere i romanzieri non capiscono molto di quel che fanno, non sanno perchè funziona quando va bene, e per contro non sanno perchè non funziona quando va male." E' abbastanza vero, nel senso che scrivere è una sorta di alchimia, che si produce in determinate condizioni, e che non sempre si è in grado di replicare con i medesimi risultati ogni volta che lo si voglia, ma in ogni caso i consigli qui riprodotti risultano a volte davvero illuminanti, forse perchè come sosteneva Einsten "non hai capito veramente una cosa fino a che non sei in grado di spiegarla a tua nonna", ed il pregio di questo piccolo corso di scrittura sta proprio nella semplicità di comunicazione e nelle esemplificazioni che rendono questo testo un manuale davvero prezioso.Edito dalla Sperling & Kupfer, On Writing è un testo che non dovrebbe mancare negli scaffali di ogni aspirante scrittore.
Uno dei primi consigli che King ci fornisce è quello di non presentare compiutamente il personaggio vizi e virtù comprese, ma di far filtrare le sue caratteristiche attraverso un dialogo ben costruito che ce ne sveli a poco le fattezze.
Da qui scaturisce l'importanza del dialogo che deve assolutamente essere reale, senza suonare artificioso ed artefatto, alcuni dei migliori autori sono caduti su questa specialità, magari senza che il lettore medio se ne avvedesse, ed hanno sempre limitato al minimo i loro dialoghi proprio perchè "deboli" su questa particolare branca della scrittura. Si calcola per esempio che Lovecraft, autore davvero geniale per quanto riguarda la narrazione del macabro, dedicò dei milioni di parole che scrisse, solamente cinquemila alla stesura dei dialoghi, ma anche questa è un'arte, scrivere un romanzo riducendo i dialoghi diretti al minimo indispensabile.
Secondo King i dialoghi artefatti, ampollosi, privi di vita e artificiali, sono indici di una scarsa socialità dell'autore, e della sua poca abitudine ai contatti interpersonali, infatti uno dei consigli che ci fornisce è quello di tacere e di ascoltare: i dialoghi carpiti alla realtà, ovunque noi siamo, sul treno, sulla metropolitana, al bar, in ufficio, sono esempi perfetti di quel che dovremmo poi riprodurre su carta.
Si distinguono infatti i soggetti predisposti alla riproduzione di un buon dialogo tra coloro che sanno ascoltare, cogliendo accenti, ritmi, slang, inflessioni, pause e interezioni dalla realtà, e che riescono a rendere un dialogo vivo e frizzante, e coloro che non sono avvezzi ad ascoltare, e che continueranno a riprodurre dialoghi che pur funzionando sembreranno scritti in una lingua straniera, stentati, artefatti, costruiti, in una parola falsi.
Un altro errore in cui si cade facilmente nella riproduzione della lingua parlata è viceversa l'ampollosità, la ridondanza, le infarciture morali, il ricorso a frasi fatte e clichè strabusati, si corre insomma il rischio di presentare invece di un dialogo brillante, una pomposa retorica, fino al punto che spesso si ha l'impressione di assistere a un soliloquio piuttosto che un colloquio, in poche parole l'autore si lascia prendere la mano e scrive in un linguaggio da film, esagerando i toni e calcando le parole, ottenendo un effetto sgradevolissimo ed altisonante.
Un buon dialogo deve essere come una partita di tennis, un botta e risposta, e ci deve dare in poche righe l'idea precisa di una situazione, i caratteri dei personaggi, la loro collocazione, il loro ambiente, perfino le loro idee politiche, o le loro inclinazioni.
Ulteriore riflessione è da porsi sul punto che il dialogo è in realtà solo una riproduzione della vita quotidiana, e solo una certa idea della vita, quella che noi abbiamo, se decidiamo di far parlare un musicista, o un attore hollywoodiano, lo faremo parlare come noi riteniamo che parli, e se riproduciamo un mondo che non ci appartiene, è sempre come noi riteniamo che sia, non come esso è veramente, per cui in ogni modo nella scrittura, qualcosa di artefatto c'è sempre, l'importante è che il tutto suoni convincente, e che funzioni.
Per ottenere che il nostro dialogo abbia le risonanze e il realismo che noi desideriamo, bisogna che il personaggio parli liberamente così come ci si aspetta che faccia, in breve saprete come esprimervi se conoscete bene il vostro personaggio, per cui iniziate a riprodurre realtà di cui siete consapevoli, che vi sono vicine, il resto verrà con l'esperienza, perchè, come dice King, in un libro si deve dire la verità su come la gente parla e si comporta attraverso lo strumento di una storia inventata. E' una specie di patto con il lettore: è una storia finta, ma deve sembrare vera, il trucco è tutto qui.
Ci sono poi come in tutte le discipline artistiche, i talenti veramente ispirati, e quelli che invece apprendono le abilità con l'esperienza, c'è l'arte di chi sa mettere a frutto la sua immaginazione creativa con splendidi risultati, e c'è la disciplina di chi acquisisce questo dono dopo anni di esperienza, come un'abilità, ma non v'è dubbio alcuno: è un'arte che si può imparare.
Naturalmente ci sono circostanze in cui essere veritieri, o riprodurre troppo fedelmente certi slang, o linguaggi, caratteristici di un determinato ambiente, attirerà le ire della critica, e della cosiddetta società benpensante, ma come dice giustamente King, se narrate di storie appartenenti alla classe lavoratrice, di fabbriche, di ghetti, di metropoli, di contadini, di operai, non è auspicabile che il vostro personaggio parli come un professore universitario, perchè non sarebbe veritiero, nè giustificabile.
Quanto alla critica, come diceva Oscar Wilde, non esistono libri buoni o libri cattivi, esistono solo libri scritti bene o scritti male, e infatti il solo scopo del vostro lavoro è che tutto sia orecchiabile, e che suoni come veritiero e possibile, potete raccontare quel che volete e con le parole che volete, purchè siate convincenti ed abbiate in pugno il lettore.
Per inciso, riguardo la critica, si calcola che così come ci sono più lettori che scrittori, alla stessa stregua tra gli uomini di penna ci sono più critici che autori, il mondo letterario è popolatissimo di aspiranti censori, che sotto sotto mirano tutti alla stessa cosa: " vogliono che vediate il mondo come lo vedono loro... o che almeno teniate la bocca chiusa su quello che vedete voi e che se ne discosta".
Il consiglio di King è: " Il vero interrogativo non ha niente a che vedere con il sacro e il profano che mettete in bocca ai personaggi della vostra storia; il solo interrogativo è come suona sulla pagina e all'orecchio. Se volete che suoni sincero, dovete parlare in prima persona. Ancora più importante, dovete chiudere la bocca ed ascoltare gli altri."
(di Sabina Marchesi, pubblicato il 29/10/2004)
...spero che torni utile, gianfranco
P.S. appena troverò il dialogo di esempio lo metterò qua in un post - ovviamente il discorso su come si scive un buon dialogo non si esaurisce con queste poche righe vergate da Stephen King.
 
   
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 09/10/08 alle 16:01 via WEB
Per me On Writing di Stephen King è molto più di utile. E' il mio rifuglio, la mia ancora di salvezza quando sento di naufragare tra pagine bianche. On Writing si legge come un romanzo, apre alcuni cassetti e mi fa un effetto miracoloso: mi mette voglia di aprire il computer e raccontare. Alessandro N.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 09/10/08 alle 09:10 via WEB
... forse l'unica regola è la coerenza: ci sono libri che narrano di gente 'ignorante' eppure mantengono sempre dialoghi 'puliti e corretti'. Non penso sia una mancanza di veridicità, piuttosto un'implicita concessione del lettore allo scrittore a beneficio di una maggiore leggibilità. Nel mio paese tutti parlano in dialetto: che faccio se voglio ambientare il mio racconto nel mio paese? Li faccio parlare in dialetto?
Altri invece calcano sull'aspetto realistico e ogni parlata ne rispecchia in pieno la proprietà linguistica, dall'inizio alla fine: sono le prime pagine che chiariscono al lettore la strada scelta dallo scrittore, il resto viene di conseguenza.
Ecco perché, secondo me, si nota un poliziotto che sbaglia un congiuntivo, alla fine di un racconto in cui prostitute, magnacci e pervertiti hanno sempre parlato correttamente. Che dite?
Ciao :-) Gianpaolo
 
   
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 09/10/08 alle 16:10 via WEB
Sul congiuntivo sbagliato dal poliziotto dico che la colpa è tutta di Luca (mio amico). E' stato lui a prendersi la briga di correggere... ;O) ! Ancora sui dialoghi: voglio riportare una frase di De Andrè fatta dire al servo pastore nell'omonima canzone: "qual'è la direzione nessuno me lo imparò qual'è il mio vero nome ancora non lo so". Ecco io ho impiegato qualche anno per capire la finezza di quel "imparò". All'inizio mi era sembrata una licenza poetica magari giustificata da questioni di metrica... però, pensavo, quanto è brutto non si può sentire. Poi, ho capito che un pastore sardo che vive tra i monti può confondere imparò con insegnò. E quel imparò rende ancora più vero il pastore di Fabrizio. Da allora soffro l'ossessione ogni volta che scrivo un dialogo di usare la corretta terminologia, quella che meglio si addice al mio protagonista. Da allora, ogni volta che devo scegliere il miglio linguaggio per i miei personaggi, soffro della sindrome del Servo pastore. Grazie Faber, anche per questo ;O)
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 09/10/08 alle 16:23 via WEB
so che si tratta di un errore di distrazione grammaticale, ma mi raccomando, scriviamo sempre "qual è" e non "qual'è", perché anche se il pastore sardo direbbe giustamente "me lo imparò" e se sapesse scrivere scriverebbe "qual'è" ...chi riporta il suo dire è bene che scriva "qual è" perché foneticamente non è distinguibile da "qual'è" - gf
 
     
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 09/10/08 alle 20:59 via WEB
Hai ragione Gianfranco, hai ragione ma c'è un però. Non a caso ho riportato il verso tra virgolette: in tutti i testi della canzone, sia quelli disponibili su internet che quello riportato sul disco originale di de andrè, c'è scritto "qual'è". Chissà se c'è una spiegazione anche per questo, il cantautore genovese era troppo scrupoloso per permettere un errore così pacchiano. Ho paura che resterà il dilemma. Saluti a tutti. Alessandro N.
 
     
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Anonimo il 10/10/08 alle 08:12 via WEB
Cito dal Devoto-Oli: "quale (quà-le) agg. e pron. (la vocale e davanti a parola che cominci con vocale subisce il troncamento e non l'elisione e perciò non ammette apostrofo: qual è, qual era e non qual'è, qual'era)". E se lo dice il Devoto-Oli... ;-))) Gianpaolo
 
     
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Anonimo il 10/10/08 alle 09:52 via WEB
in tal caso ...se lo dice de andré è una citazione e come tale va riportata come è. devo aver controllato male nel testo originale? lo diamo per certo? ciao, gf
 
     
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Anonimo il 10/10/08 alle 10:05 via WEB
figurati che era un errore che mi ricordavo. Sono un grande appassionato di de andrè. Ieri sera, prima di rispondere al tuo messaggio, sono andato (per la millesima volta ;O) ) a controllare sul testo originale riportato nel cd. C'è sempre quel "qual'è" che mi guarda ;O) ! Alessandro N.
 
     
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Anonimo il 10/10/08 alle 10:35 via WEB
grrrrr, anche io sono ed ero estimatore, ma le cantavo a orecchio, :)) gf
 
     
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Anonimo il 10/10/08 alle 10:58 via WEB
comunque non mi arrendo... quando torno a casa vado a controllare tutti i testi dell'album... ci sarà un altro qual è...? voglio vedere se è scritto giusto. Alessandro N.
 
 
pinguina_felice
pinguina_felice il 09/10/08 alle 15:12 via WEB
io li lascerei così, perchè in questo modo il monologo e/o dialogo della protagonista rimane più evidente e fa si che il lettore possa concentrarsi sull'aspetto psicologico di lei!
 
smile.new
smile.new il 11/10/08 alle 13:45 via WEB
Ciao Alessandro, ho letto il tuo racconto, e l’ho trovato bellissimo.
Si nota la tua ricerca di luoghi e personaggi, il tuo aver studiato a fondo la storia di Jack lo squartatore, e di aver sfruttato l’alone di mistero che ancora circonda la vicenda per l’ottimo racconto che hai scritto.
Leggendolo riuscivo a vedere i luoghi, riuscivo a sentire i personaggi, a percepire i loro disagi per una vita non semplice. Ed è cresciuta sempre di più la voglia di arrivare in fondo per conoscerne il finale, come un buon libro giallo.
E ti dirò di più, dopo averlo letto sono andato a cercare su internet le vie, i mercati, l’ambiente descritto, proprio come faccio sempre con i libri che mi piacciono per viverli più a fondo..
E la critica che ti è stata fatta sul modo di far parlare i personaggi non la trovo appropriata, per il tempo, per il luogo, e per la caratura dei personaggi stessi, senza cultura e perlopiù analfabeti. Penso cioè che un modo di parlare più forbito, li avrebbe snaturati rendendoli inverosimili… :))
 
 
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 11/10/08 alle 14:13 via WEB
Grazie Smile, quanti complimenti, grazie! E' vero, ho fatto un po' di ricerche. Le vie sono esattamente quelle del quartiere di Whitechapel, teatro degli omicidi. I nomi e i cognomi delle prostitute, seppur mischiati tra loro, sono esattamente quelli delle vittime. Anche il Puck è realmente esistito. C'è anche un omaggio a Lovecraft ( il mio autore preferito), la città dove si tiene la fiera prende il nome da una famosa città inventata dall'autore di Providence: Dylath ! Poi, forse, c'è anche qualcosa in più... ma mi piace tenerlo nascosto ;O) Alessandro N.
 
   
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 11/10/08 alle 15:13 via WEB
Per chi non lo sapesse ancora, il nostro Alessandro N. si nutre di misteri ... aspettate e vedrete :)) ciao! Nic.
 
   
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Anonimo il 12/10/08 alle 11:02 via WEB
bravo, ale. in effetti ci sono delle citazioni che nascono e si sviluppano nella mente del narratore, ma a volte quelle stesse o altre citazioni sono invece solo assorbite, come respirate... dal lettore. gianfranco
 
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Terzo bocconcino caldo caldo. Da sbocconcellare in pochi minuti. Questa volta parliamo un po' del punto di vista del narratore. Prima persona? Terza persona onnisciente o quasi? (entra)

 

 
 
 
 
 
 
 

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