Un blog creato da tuttiscrittori il 07/10/2007

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A volte, quando si è un grande scrittore, le parole vengono così in fretta che non si fa in tempo a scriverle... A volte. (Snoopy)

 
 
 
 
 
 

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mostra evento di Costantino Giovine presso Il trittico - Roma Piazza dei satiri - inaugurazione sabato 26 febbraio alle 18.30

locandina

 

 

 
 
 
 
 
 
 

YOU'LL FOLLOW ME DOWN - LABORATORIO CONCORSO

Il presidente della giuria, Luigi Bernardi, ci comunica che

   The winner is Paolo Zaffaina

La motivazione:

Statale 61 è un bel racconto giocato su molteplici livelli, tutti resi con stile adeguato.
I continui cambi di prospettiva, fino allo scioglimento finale, ne fanno un testo godibile ed estremamente accattivante.
Un bel saggio di scrittura al servizio di un'ottima idea.

adesso rileggiamolo iniseme >>>clicca qui

Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli (E. Salgari) 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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« Dalla VetrataGIOCO NARRATIVO »

DALLA VETRINA

Post n°143 pubblicato il 19 Gennaio 2009 da tuttiscrittori

LEGAME APPARENTE

(di Alessandro Napolitano)
*

Where are Elmer, Herman, Bert, Tom and Charley,

The weak of will, the strong of arm, the clown, the boozer, the fighter

All, all, are sleeping on the hill.

(E. L. Masters)

La palestra della scuola era illuminata solo in parte, la luce cadeva perpendicolare sulle sette sedie disposte in circolo.

Il locale sapeva di lucido da parquet, le tribune erano vuote e il segnapunti elettronico spento.

Le finestre, arrampicate sulle alte pareti, erano bersagliate da una fitta e insistente nevicata. Bert occupava una delle sedie, calzava un berretto di lana, era avvolto in uno sporco giubbotto e teneva le gambe accavallate. Aveva le mani una dentro l'altra e il suo sguardo era fermo in direzione dell'uomo grasso, con il mento flaccido e due grosse guance rosse. Herman era il suo nome e sedeva silenzioso di fronte a lui.

La comunità parrocchiale aveva ottenuto i fondi per istituire un gruppo di lavoro: una psicologa dava supporto morale a chi si era salvato da atti autolesivi, a chi era scampato al suicidio.

Nicole terminò di parlare. Bert si ritrasse sulla sedia il più possibile. Era basso di statura e i suoi piedi persero aderenza con il terreno. Si accorse che era il prossimo a dover intervenire. Strinse forte i denti, poi li lasciò andare e deglutì; ispirò senza avvertire la soddisfazione di sentire pieni i polmoni.

- Lo sai che non c'è alcuna fretta e che puoi parlare di quello che vuoi. – Intervenne la psicologa.

L'uomo sbuffò via l'aria che disegnò una piccola nuvola davanti al naso. Esordì:

- Questa mattina sono stato sulla tomba di mia madre. Ho portato dei fiori, viole.

Avvertì la bocca inaridire e dovette attendere un poco di saliva prima di continuare.

- Mia madre adorava le viole.

Il suo viso si contorse in una smorfia di dolore. ( leggi tutto )

 

 

 

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 19/01/09 alle 12:23 via WEB
Ah, ecco finalmente il nostro Alessandro N. E finalmente altra carne al fuoco della vetrata, graticola sulla quale ci divertiamo ad arrostire i nostri raccontini. Ho buttato l'occhio e mi sembra di aver visto anche la figura di una collega. Stampo tutto e poi libero la bestia che è in me. Col bravo e buon Alessandro N. questo e altro. Omonimo F.
 
BobSaintClair
BobSaintClair il 19/01/09 alle 12:56 via WEB
Ciao Alessandro "Lovecraft" N ;))) scusa se nn ho risposto prima :) è un piacere ritrovarti!!! Auguri per il Bimbo!!! :) Ti leggero' con piacere...
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 19/01/09 alle 13:06 via WEB
Ciao Nap, leggo e dirò la mia appena fatto. R.
 
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 19/01/09 alle 13:44 via WEB
Ciao a tutti. Legame apparente è stato scritto durante il laboratorio di scrittura organizzato da tuttiscrittori. Colgo l’occasione per ringraziare Gianfranco, Nicoletta e Sara Cerri che mi hanno aiutato, supportato e sopportato durante la stesura della storia. Un grazie anche a voi per l’attenzione che dedicherete a Bert e a Herman. Alessandro N.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 19/01/09 alle 13:49 via WEB
La bestia che è in me si è un tantino intimidita per il gruppo di lavoro che c'è dietro questo racconto. Mi dovrò sharkizzare un po'. Alessandro F.
 
   
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 19/01/09 alle 18:51 via WEB
Vai Omonimo, scatenati pure!
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 19/01/09 alle 14:33 via WEB
Infatti mi è venuto in mente Carver, la storia del pasticciere. R.
 
   
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 19/01/09 alle 18:55 via WEB
Accipicchia! Per il mio raccontino è una bella o una cattiva notizia?? ;O) Posso chiederti cosa di legame apparenti ti ha fatto venire in mente la storia di Carver?
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 19/01/09 alle 14:51 via WEB
Premessa: un testo che è stato scelto dalla Redazione e S. Cerri dovrebbe essere incontestabile. Nel senso che loro, insieme a te, hanno dato il loro massimo e quindi: o ci si fida o si passa oltre. Io mi fido. Conosco 2/3 dei Succitati e so come lavorano. IMHO: lo asciugherei un poco e cambierei "incidentata" (esiste nel vocabolario italiano?) col più letterario "danneggiata". Complimenti per l'impegno e anche per il brano, noto progressi incisivi. R.
 
 
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 19/01/09 alle 19:07 via WEB
Sono sincero: ci sono rimasto un po' male. Aspettavo i tuoi consigli e le tue critiche che ho sempre trovato costruttive e dalle quali ho sempre imparato qualcosina. Mi ritrovo con tanta "premessa", un "incidentata" e un complimento finale che fa brodo ma aiuta poco. Spero di non averti condizionatata (passami il termine) rivelando che il testo è frutto del laboratorio. Se così fosse ho buttato un'occasione per farmi leggere e aiutare da te. Ciao R, alla prossima. Ps: incidentata è sul garzanti 2009.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 19/01/09 alle 14:57 via WEB
Entro in punta di piedi.Legame apparente mi è piaciuto, ho notato delle ingenuità grammaticali. Per esempio: " a ciondoloni", anzichè "ciondoloni"; "..nella eccezione negativa", anzichè " nella accezione negativa...";" twin tours" anzichè " Twin Towers"; bazzacole comunque, ho apprezzato la ricchezza delle immagini e le potenzialità che ciascun personaggio offre di ulteriore sviluppo.
 
 
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 19/01/09 alle 19:10 via WEB
Ciao Anonimo, chi sarai? Cavolo, sei la centesima persona che mi suggerisce di correggere twin tours, ogni volta mi dimentico di rivedere il testo. Giuro che appena clicco invia vado ad aprire il file e faccio la correzione. Grazie per avermi segnalato le altre due sviste e grazie per il ruo apprezzamento.
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 19/01/09 alle 21:00 via WEB
Perdonami!L'anonimo delle twin towers ero io: Clara. Scusa se mi sono permessa, ma come hai visto qui ci siamo lanciati in rilievi e sviste. Ps: ho letto anche "cento parole dall'inferno", l'idea mi è molto piaciuta! Anche se, a dirti la verità, non sono un'estimatrice del genere. A presto.Clara
 
     
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 20/01/09 alle 09:42 via WEB
Ciao Clara, nessun problema. Io sono la "svista" fatta persona, ben venga la lente di ingrandimento. Ale!
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 19/01/09 alle 19:30 via WEB
@ Nap: Garzanti? Digli che si vadano a nascondere :-)) rispondo qui ai tuoi 2 post. No, nessun condizionamento, mi conosci abbastanza per sapere che non mi lascio condizionare (storia recente lo testimonia, ma è un altro discorso che non affronto né qui né altrove.) Però mi fido di loro, hanno scelto e pubblicato, quindi esaminare il testo sotto la lente non mi pare il caso, c'è il loro “filtro”, lavorano seriamente. Non sono infallibili e non la sono nemmeno io, ma la loro valutazione per me è indicativa e importante. Cmq, senza interferire col loro lavoro, domani posso farti una disamina più completa, laddove imho sia necessaria. Adoperando un tipo di lettura più adatto allo scopo. Quindi per rimanerci male aspetta domani quando te lo avrò massacrato :-)) Scherzo, eh. Lo sai. Vediamo insieme domani ove magari ci sia da definire meglio il tuo dire. Perché Carver? Lessi la storia del pasticciere e non il plot, ma il modo di scrivere e di impostare il brano la ricorda molto. Del resto un lab di scrittura serve a qst: si leggono autori di varia estrazione, epoca, stile, se noi siamo “spugne” li assorbiamo e quando scriviamo un brano appena dopo averli letti ne ricalchiamo lo stile, inevitabilmente. Se tu avessi letto Pirandello di certo avresti messo un “Dio scampi!” Fatte le svariate letture e altre ancora arriverai ad assorbire tutto fino a rilasciare un modo tuo personale di descrivere e raccontare, allora a quel punto sarai tu, sarà la tua anima, non sarai più un “contenitore d'autori” ma autore tu stesso. Infatti il testo in questione è un po' troppo carveriano, nello specifico il pasticcere (non rammento il titolo, scusa.) Non è un difetto, come ti ho detto, è solo percorso direi obbligatorio. Cosa si legge a fare, allora? L'importante è non avere fretta, tutto arriverà al momento opportuno. A domani. R.
 
 
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 19/01/09 alle 20:19 via WEB
Che bello! Grazie R, mi fa piacere saperti ancora sul mio pezzo. Sul "contenitore d'autori": molto interessante quello che dici. Ho appena riletto il pezzo di Carver, è giusto quello che affermi, eccome. Strano il subcoscio, quel pezzo non mi aveva entusiasmato. Abbiamo fatto molte letture e alcune più vicine ai miei gusti come "il corvo" di Poe. Inoltre, in quei giorni leggevo per conto mio l'antologia di Spoon river che è stata la scintilla per "legame apparente". Non c'è traccia di Masters nel modo in cui ho condotto la mia storia, c'è però l'impostazione del racconto "piccole cose" di Carver. Sai cosa faccio? io questo bicchiere lo voglio vedere mezzo pieno ;O)... tanto ci pensi tu domani a svuotarlo ;O)))))) !!! PS1: buttiamo i garzanti. PS2: la mia prof di ita (l'unica capace di catturarmi) mi chiamava NAP! Ciao a tutti. Ale.
 
   
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 19/01/09 alle 20:59 via WEB
"gruppo di lavoro" è un termine che non si addice al nostro laboratorio di scrittura. tutto quello che DI BUONO leggete in questo racconto è farina del sacco di alessandro. al massimo, i tutori da lui ringraziati, dovranno addebitarsi alcune imprecisioni e refusi, grammaticali e non, alla mannaia dello zingarelli sfuggiti. eheh, le twin tours le avevo corrette più volte e ogni volta rispuntavano da una versione obsoleta... ma alessandro è fatto così: dare ragione a tutti e fare come gli pare, prendere o lasciare, così mi sono stufato e infine ho pensato a Hitchcock e Kubrik (manie di grandezza vero?) ai quali pareva piacessero gli errori. paladini di un perfezionismo che aborre la perfezione asettica a favore della cappellata creativa o spiritosa nel bel mezzo della scena più tosta. vorrei poter dire un giorno di alessandro: "l'ho scoperto io". sto parlando di quel giorno che tutti sogniamo, durante la conferenza stampa del primo romanzo del “nuovo Lovecraft". eppure tutto ciò è destinato a restare un sogno, perché noi siamo solo umili aiutanti e consiglieri ma, come diceva il grande fabrizio, è noto che: "la gente sa dar buoni consigli solo quando non può più dare il cattivo esempio". buon proseguimento, gf (redazione tuttiscrittori)
 
     
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 20/01/09 alle 09:52 via WEB
Ciao Gf, allora è fatta! Ti porterò con me alla mia prima conferenza stampa... eheheheheh! Grazie per le tue parole. A presto. ale.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 20/01/09 alle 09:08 via WEB
@ Nap: [Il locale sapeva di lucido da parquet, le tribune erano vuote e il segnapunti elettronico spento]: Quel “sapeva” suona male, bisogna cercare altro verbo. [Le finestre, arrampicate…] proprio non si trova altro modo? Arrampicate? Il successivo [bersagliate] rende la frase un luogo comune, in special modo associato a [fitta e insistente nevicata] [- Lo sai che non c'è alcuna fretta e che puoi parlare di quello che vuoi. – Intervenne la psicologa. L'uomo sbuffò via l'aria che disegnò una piccola nuvola davanti al naso.] Conta i “che” presenti nei periodi: ce ne sono 4, troppi. Anche perché ce n’è uno poco più sopra […che era il prossimo…] [Avvertì la bocca inaridire e dovette attendere un poco di saliva prima di continuare] mi sembra una frase troppo lunga, prova ad accorciarla all’essenziale, dopo tutto sono sensazioni non mostrate, io le stringerei per occupare meno posto nella narrazione, senza però far perdere potenza alla frase che segue e a quella dopo che comporta [una smorfia di dolore] Attento a tutto ciò che viene dopo, ci sono luoghi comuni a raffica: [Quella sera mostrava un'inconsueta fretta] – [Ragazzi, sono molto soddisfatta dei vostri progressi] – [- rovistava nella borsa che aveva tra i piedi - abbiamo molta strada da fare ma, - s'interruppe, trovò il cellulare e lo accese - con questi presupposti otterremo ottimi risultati. - Una luce brillò nei suo occhi quando una voce metallica scandì: hai un nuovo messaggio.] [Si alzò, lanciò uno sguardo d'intesa alla psicologa che cadde nel vuoto, si avvolse una sciarpa di lana e uscì.] Lanciò uno sguardo d’intesa alla psicologa che cadde nel vuoto. Chi? La psicologa cadde nel vuoto? “Si alzò, lanciò uno sguardo d’intesa alla psicologa, lo sguardo cadde nel vuoto…] anche se “lanciò uno sguardo d’intesa” è ancora un luogo comune. [Si avvolse una sciarpa di lana e uscì] se la avvolse dove? Al collo, alle spalle, alle braccia? Oppure manca preposizione semplice “in”, cioè: si avvolse in una sciarpa di lana, ergo: avvolse sé stesso in una sciarpa di lana. – Fine prima tranche. R.
 
 
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 20/01/09 alle 10:07 via WEB
Vedi R, 5 "che" in un rigo e mezzo mi fanno rosicare, tanto. Ti lascio finire l'analisi del testo. Grazie.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 20/01/09 alle 11:18 via WEB
@ Nap/2: [La nevicata non aveva diminuito la sua forza] “la nevicata non diminuiva la sua forza”: usa meno parole possibile lasciando inalterata l’efficacia del narrato. [Procedeva a testa bassa, con un passo lungo ma senza correre. Senza correre ripeteva a bassa voce strusciando le labbra contro il tessuto acrilico della sciarpa.] “Procedeva a testa bassa, il passo lungo. Non correre, ripeteva a bassa voce strusciando le labbra contro il tessuto della sciarpa”. Ecco qui che viene fuori cosa si avvolse: il collo. Taglierei “acrilico” a descrizione del tessuto: ha importanza ai fini di ciò che si vuol dire nel complesso? No, quindi via. [Arrivò il cappuccino in un bicchiere di cartone, chiuso da un tappo di plastica] “Il cappuccino gli fu servito dentro un bicchiere di cartone, chiuso da un tappo di plastica.” [Guardava fuori, verso la golf blu parcheggiata pochi metri più avanti. Una donna era salita qualche istante prima…] “Guardava fuori verso una Golf parcheggiata pochi metri più avanti. Una donna vi era salita qualche istante…” Se dici: una donna era salita, il lettore si domanda : dove? Dove è salita una donna? […aveva messo in moto e stava trafficando con le leve e i pulsanti del cruscotto. Sembrava non riuscire ad accendere le luci e anche le frecce direzionali erano difettose. L'attenzione di Bert fu catturata da un invitante odore di dolci, si voltò verso la ragazza del bancone che armeggiava con un grosso cucchiaio.] Dopo: “…anche le frecce direzionali – meglio dire indicatori di direzione – erano difettose.” Di colpo dici “l’attenzione di Bert fu catturata da un invitante odore…” Però il lettore è ancora sulle frecce e tu già lo porti dentro facendogli percepire un odore. Quindi: “…difettose. A quel punto l’attenzione di Bert fu catturata da un invitante odore di dolci…” Fine seconda tranche. R. PS: non rosicare per i "che", semplicemente fai attenzione al loro uso, sono vere e proprie trappole i "che", vengono dal nostro linguaggio parlato. Calvino il "che" lo definiva "la bestia nera dello scrittore", anche perché a volte è difficile eliminarli, si deve ricostruire totalmente la frase. Quindi se facevano paura a Calvino è tutto dire.
 
 
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 20/01/09 alle 11:30 via WEB
Cerco di tenere a bada aggettivi e avverbi. Per quanto riguarda "luoghi comuni " e "che" la partita è ancora aperta ;O))
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 20/01/09 alle 11:53 via WEB
Per chi ama scrivere la partita è sempre aperta, è questa la magìa. Nel pomeriggio vedo di finire il commento con la terza e ultima parte :-) R.
 
 
kallida
kallida il 20/01/09 alle 13:00 via WEB
Grazie ad Alessandro i consigli di Madame De Shark sono utili per tutti noi!Vi ringrazio entrambi!@ Madame: sto facendo una scorpacciata di maccheroni! Fortunatamente la pasta mi piace!:)
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 20/01/09 alle 13:20 via WEB
@ Clara: grazie :-)
 
   
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 20/01/09 alle 18:46 via WEB
Ciao Kallida, benvenuta in questa discussione.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 20/01/09 alle 13:21 via WEB
@ Nap/3: [Azionò il vivavoce, la linea libera. Attese un minuto, nessuno rispose. Senza riagganciare, spinse il cellulare sott'acqua. / La morsa d'aria fredda che attanagliava il paese di Brighton Rock sembrava diminuire. La notte passò senza nevicare e il mattino seguente fu salutato da un cielo terso e un sole caldo. /Il centro del paese sembrava rianimarsi. Nelle strade, i pick up avevano preso il posto dei mezzi antineve, le persone tornavano a fermarsi davanti le vetrine dei negozi, il mercato all'aperto riapriva i battenti dopo tre giorni di chiusura forzata. / Bert arrivò al Brighton Hospital nel primo pomeriggio.] Prima di ciò che ho riportato è in azione Sophie, infatti […azionò il vivavoce…] a lei si riferisce. Poi spinge il cellulare sott’acqua. Subito appresso siamo fuori, non c’è stacco. Dovresti staccare il paragrafo successivo, cambi personaggio e luogo. E pure giorno visto che parli del pomeriggio successivo. Anche qualche riga dopo, quando entra in scena Herman commetti la stessa imprecisione, non stacchi. Ancora: [É bastato raccontarle che andavo per qualche…] “E’ bastato raccontarle che sarei andato…] Riassumendo: asciugare (ripeto la stessa parola, ma è l’immagine giusta) specie dalla metà in poi, cerca di economizzare parole, leva quelle inutili, portarsi dietro pesi stanca il lettore, non lo avvince, anzi. La prosa deve scorrere e non restare inguaiata su se stessa. Come già detto molto – troppo – Carver, però, come già detto, continua a mettere tutto nel calderone, poi frullerà, metabolizzerà e infine, dando tempo al tempo, verranno fuori le parole di Nap, la sua anima, la sua visuale. Non avere fretta, la fretta è nemica dello scrivere. Rinnovo cmq i complimenti, non è facile assemblare una storia così, farne muovere i personaggi, portarla a compimento. Ciao Nap, alla prossima! R.
 
 
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 20/01/09 alle 14:13 via WEB
Ho solo un modo per ringraziarti del lavoro fatto e del tempo che hai dedicato alla mia storia: studiare e applicarmi sulle tue osservazioni e "cercare" di fare tesoro dei tuoi consigli. Alla prossima R, GRAZIE! Ale.
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 20/01/09 alle 14:22 via WEB
@ Nap/3bis: mi permetto ancora un piccolo appunto. Attenzione non solo allo spreco di parole, ma anche di personaggi. La zia Rosy, ad es. Viene chiamata in causa una volta – ma se ne potrebbe fare a meno – risulta quindi un personaggio né aperto né chiuso, trovato dal lettore in una sorta di limbo. E’ però un personaggio in più, senza diventare personaggio compiuto mai. Un filo che non trova legame alla fine e ai fini della trama. Importante starci attenti, non carichiamo zavorra o la barca navigherà con difficoltà. Grazie a te! R.
 
     
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 20/01/09 alle 18:59 via WEB
Far fuori Zia Rosy? Azz, devo prima elaborare il lutto... ehehehehe! Ci penso. Ciao R.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 20/01/09 alle 19:34 via WEB
Non preoccuparti, così come l'hai messa s'è fatta fuori da sola, la zia Rosy. Anche perché tu non l'hai fatta né fuori né dentro :-))))))) R.
 
     
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 20/01/09 alle 20:09 via WEB
;O))))))) !! volevo evitare di lasciare Bert "assolutamente" solo. Mi sembrava poco credibile. Mi rendo conto che zia Rosy è solo una voce fuori campo e temo sia tardi per ritagliarle un pezzo nella storia. Ti inviterò al suo funerale... Ahahahahahahh!!
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 20/01/09 alle 16:32 via WEB
Caro Alessandro N. dopo la lettura del tuo racconto mi sono segnate delle note, tuttavia abbondantemente riprese e superate da quanto hanno detto gli altri. Il tuo racconto è stato analizzato e sezionato come nessun altro. E come ha detto la brava Clara, tutti abbiamo imparato qualcosa, anche dalle note a commento. Ma voglio comunque dire una mia opinione sulla storia nel suo complesso: una storia noiosa, una storia che alla fine boh!, chssà forse è influenzata dal fatto di essere oggetto di un laboratorio. Ma certo ciascuno trova curioe e interessanti cose diverse, anche da lettore intendo. Ciao comunque e grazie della tua disponibilità. AlessandroF.
 
 
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 20/01/09 alle 18:55 via WEB
Ciao Ale F. La storia è una mia storia e se ti è apparsa noiosa non può essere perchè oggetto di un laboratorio o perchè da questo possa essere stata influenzata, ma perchè io ho scritto una storia che alla fine... boh! ahaahahha!! Grazie Ale per la tua lettura e per il tuo contributo e spiegatemi la faccenda del caffè da pagare che non ho capito e mi sento emarginato. Ciao e alla prossima. Tuo omonimo.
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 20/01/09 alle 19:28 via WEB
Ci possono essere cose più o meno ben scritte che possono poi apparire noiose. L'importante è che chi le scrive lo faccia senza limitarsi, generosamente. E se poi un lettore le trova noise, peggio per lui (il lettore). Sul discorso caffè, essendo questo un caffè letterario è una bevanda inevitabile, ma qualcuno la deve pagare. Tutto ovviamente sull'onda della bella possibilità (poco realizzabile) di trovarci davvero in un locale a parlare di letteratura e sogni di scrittura. Ciao a te, caro omonimo. Sai, mi sa che non abbiamo solo il nome in comune. AlessandroF.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 20/01/09 alle 17:15 via WEB
Ciao AleF, come ti butta?Clara A chi mandiamo la fattura dei caffè?
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 20/01/09 alle 19:20 via WEB
OVVIAMENTE A NAPOLITANO!!!!!! AlessandroF.
 
   
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 20/01/09 alle 20:11 via WEB
aaaahhh! ora ho capito questa storia del caffè! Ok, il primo giro segnatelo sul mio conto. Ps: Ale, io vivo a Roma, è così impossibile un caffè a via veneto?
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 20/01/09 alle 20:45 via WEB
Bah, possiamo metterci d'accordo. Perchè no? Ciao caro. AlessandroF.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 21/01/09 alle 10:35 via WEB
Buongiorno!A proposito del caffè, lo so che è un'idea malsana e non confacente allo stile del blog, però se davvero ci si potesse incontrare in un caffè con i nostri libri in mano, bè sarebbe davvero bello. Voi romani siete avvantaggiati, gli isolani hanno la peggio, comunque se la redazione crea un laboratorio apposito per i primi "vetratisti", io ci sto. AleF che ne pensiF? Se vi sembra balorda, ditelo pure. E' che io preferisco le cose concrete. Buona giornata. Clara/Kallida
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 21/01/09 alle 11:43 via WEB
Cara Clara, altrettanto concretamente l'idea è buona, ma non facile da realizzare. Mettere assieme persone diverse con impegni diversi e che vivono tanto lontano...non è facile. Tuttavia, magari con la bella stagione (nella quale ci si sposta di più) si potrebbe fare qualche proposta e buttare qualche idea. La nostra Clara è sorprendente e rivela il suo carattere siculo. Un salutone dal nord "umido" di questi giorni. AlessandroF.
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 21/01/09 alle 13:17 via WEB
Infatti pensavo all'estate anche io. Ma che dici,mi devo contenere?Devo mostrare più la parte mitteleuropea? saluti dal sud piovoso:)
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 21/01/09 alle 19:47 via WEB
La storia narrata da Alessandro N. difficilmente avrebbe potuto essere influenzata da un laboratorio: la fantasia e la creatività del suo autore non si possono imbrigliare, né a questo miravano le nostre intenzioni! Anzi, piuttosto a far venir fuori e valorizzare "i talenti" di ciascun partecipante.
I refusi grammaticali e le varie imprecisioni, che pure è giusto rilevare, riguardano comunque un passaggio successivo e non inficiano l'efficacia della narrazione; pertanto non debbono essere motivo di scoraggiamento, né per Alessandro né, soprattutto, per chiunque volesse mettersi alla prova in questo campo.
Le idee e il cuore, prima. Poi gli strumenti, da affinare sempre di più. P.S. - Lo ripetiamo: abbiamo grandi speranze, per il futuro letterario-artistico di Alessandro N.!
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 21/01/09 alle 21:26 via WEB
... quindi, coraggio! aspettiamo altri racconti! ciao a tutti :)
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 21/01/09 alle 22:07 via WEB
Ok buona sera. Qui è Marcolì che vi parla dalla Sardegna. Forse la mia parola scritta su questo blog si è spenta a causa dell'umido. Qui piove da una vita anche se il solstizio d'inverno è passato da un mese. non sembriamo più l'anticamera dell'africa. Io un racconto lo invio volentieri però sono in dubbio tra: una storia d'amore di 5ooo anni fà, una storia da ombrellone tra Luisiana e Carmelo oppure l'amore geometrico (Teoria del matematico prof. Guglielmo Barracca) . Mi aiutate? buona notte Marcolì
 
     
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Anonimo il 21/01/09 alle 22:17 via WEB
@Marcolì, Io preferirei l'amore geometrico...suona bene! Ciao, Bob!
 
     
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Anonimo il 22/01/09 alle 07:25 via WEB
Storia d'amore ambientata 5000 anni fa. Mai letto niente di simile. Salutoni Valeria
 
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Anonimo il 22/01/09 alle 10:18 via WEB
Beh, "amore geometrico" mi ricorda inevitabilmente il triangolo di R. Zero. Ma non credo che questo suggerisca molto. Io ci ho provato. Un salutone a tutti. Ah, a proposito della disponibilità della Redazione, sto già scartabellando (si può dire, si tanto, questo non è un racconto della vetrata) fra i miei scritti. Un invito a tutti a fare la stessa per ravvivare il confronto. AlessandroF.
 
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 22/01/09 alle 10:24 via WEB
Ciao Marcoli, piacere di conoscerti! mandali tutti e tre i tuoi racconti ;O))) ciao e a presto. Ale N.
 
kallida
kallida il 22/01/09 alle 10:57 via WEB
Buongiorno! @Marcolì:mi pare di aver capito che senza storia d'amore il nostro Mr. non scriva! Sicuramente saranno descritte in modo non comune e prevedibile. Per quanto mi riguarda preferirei leggere storie senza le briglie delle solite passioni di uomini/donne traditi, abbandonati, etc... @redazione: non è per piaggeria, giuro!Però ho fatto alcuni giretti in rete sbirciando in siti pseudo-letterari e devo dire che il vostro è a un livello superiore. Sarà per le persone che lo frequentano... Perdonate le mie lodi, finanche eccessive a volte, ma mi sento così:)Clara
 
 
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Anonimo il 22/01/09 alle 12:21 via WEB
Allora qualche indicazione: 5ooo anni fa l'amore è l'incontro tra la dea della luna e... l'amore geomentrico o geometria d'amore non ricorda la canzone di Renato Zero ma un vero trattato del matematico Barraca. E la storia della "Brasiliana" e Carmelo è una storia da ombrellone... naturalmente tutte con il timbro doc di Marcolì. quale dei tre?..ma La Redazione non si pronuncia?
 
   
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 22/01/09 alle 13:04 via WEB
La scelta è tua Marcolì... ehehehe! comincia con uno, poi proseguiremo :) ciao!
 
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Anonimo il 22/01/09 alle 15:11 via WEB
Qualche mia riflessione circa lo “scoraggiamento” a fronte di commenti non o poco entusiastici nei confronti dei testi. Riflessioni fatte in generale, quindi nessuno, ripeto: nessuno si senta chiamato in causa, tantomeno bloggers e frequentatori di tuttiscrittori. E’ quasi ovvio: un parere non favorevole al proprio testo piacere non fa. Siamo molto possessivi verso le nostre “creature” e le vediamo sempre con occhio troppo benevolo, un po’ come molti genitori guardano i loro figlioli. In genere ciò che viene in noi urtato è più che altro orgoglio, che sì deve esserci, ma sano. Ergo, non incaponirsi e gridare insulti al malcapitato commentatore, ma vagliare attentamente il suo dire e, in caso, verificarne l’attendibilità e la competenza. Ribadire che ci fanno crescere le critiche e non le lodi mi pare superfluo nonché ormai assodato e le critiche non sono fatte, se in onestà intellettuale, per scoraggiare, tutto il contrario. Sono fatte per cambiare, il che è diverso. Nessun scrittore deve sentirsi escluso da commenti a pollice verso, specie chi approccia da poco la scrittura e si mette in gioco. Semplicemente: si impara. Nessuno è nato maestro. Chiudersi in sé stessi dopo aver ricevuto critiche non è il metodo giusto per proseguire il cammino nella scrittura, cammino peraltro infinito dato che c’è sempre da imparare e da scoprire. Bisogna, invece, fare tesoro delle esperienze negative e andare a cercare là dove è necessario ripartire. Scrivere è una ripartenza mai conclusa, un continuo studiare, sperimentare, mettersi in gioco. Nessuna presa di posizione verso l’autore, il commento vira soltanto al suo brano. L’autore ha da familiarizzare col prendere le distanze dal brano stesso. Esserne perciò il primo critico. Chiaro che non si può fare tutto subito e tutto in una volta, bisogna armarsi di santa pazienza e allenarsi, sia a scrivere, ma soprattutto a leggere. Scoraggiarsi, mai. Il termine scoraggiarsi non fa parte del seppur nutrito vocabolario dello scrittore, proseguire è parola d’ordine. Il pezzo perfetto non esiste, ed è meglio così: piacerebbe a nessuno. Riassumendo: scriviamo. Se è la nostra passione, scriviamo. Senza sciocchi timori, senza fasulle velleità, senza presunzioni risibili. Con tanto entusiasmo. In bocca al lupo a tutti! R.
 
 
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Anonimo il 22/01/09 alle 17:54 via WEB
Nessun scrittore? O nessuno scrittore?
 
   
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Anonimo il 22/01/09 alle 22:21 via WEB
o nessun dorma? gf :))
 
   
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Anonimo il 26/01/09 alle 13:45 via WEB
Scusa, ho visto adesso il post. Nessuno, sì. Perché c'è "s"+cons. e non solo cons. A me suona meglio senza la "o", però grammaticalmente è sbagliato. Debbo abituarmi a rileggere i miei commenti? Per una "o" non credo, è un fatto che segnalerei in un brano volendo fare le pulci, ma sono cose che possono tranquillamente sfuggire in un contesto e a chiunque. Cmq grazie della segnalazione, personalmente ti sarei grata se lo stesso zelo lo impiegassi anche nello stilare pareri ai racconti quivi pubblicati. Avresti un "bel" daffare :-)) R. PS: e non solo qui, of course.
 
 
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Anonimo il 23/01/09 alle 07:43 via WEB
Cara R. condivido in tutto ciò che hai scritto. Se non si tenesse conto delle critiche di chi ci legge significherebbe che lo si fa solo per stessi. Un salutone e buon Venerdì a tutti. Valeria
 
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Terzo bocconcino caldo caldo. Da sbocconcellare in pochi minuti. Questa volta parliamo un po' del punto di vista del narratore. Prima persona? Terza persona onnisciente o quasi? (entra)

 

 
 
 
 
 
 
 

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