Un blog creato da tuttiscrittori il 07/10/2007

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A volte, quando si è un grande scrittore, le parole vengono così in fretta che non si fa in tempo a scriverle... A volte. (Snoopy)

 
 
 
 
 
 

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mostra evento di Costantino Giovine presso Il trittico - Roma Piazza dei satiri - inaugurazione sabato 26 febbraio alle 18.30

locandina

 

 

 
 
 
 
 
 
 

YOU'LL FOLLOW ME DOWN - LABORATORIO CONCORSO

Il presidente della giuria, Luigi Bernardi, ci comunica che

   The winner is Paolo Zaffaina

La motivazione:

Statale 61 è un bel racconto giocato su molteplici livelli, tutti resi con stile adeguato.
I continui cambi di prospettiva, fino allo scioglimento finale, ne fanno un testo godibile ed estremamente accattivante.
Un bel saggio di scrittura al servizio di un'ottima idea.

adesso rileggiamolo iniseme >>>clicca qui

Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli (E. Salgari) 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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PRIMAVERA DI PAROLE

Post n°151 pubblicato il 28 Febbraio 2009 da tuttiscrittori

primavera di parole

*PRIMAVERA DI PAROLE
*

Voglia di scrivere? Accogliendo un suggerimento della nostra amica Kallida, ecco una bella occasione da utilizzare come  valvola di sfogo - e fonte di divertimento, naturalmente!
Proviamo a scrivere in libertà? Cosa? Quello che ci urge. Che sia amore, rabbia o il fastidio di quel sassolino nella scarpa...

Lo scopo è quello di provare a giocare liberamente con le parole e lasciar fiorire delle sensazioni, cercando di comunicarle  agli altri, confrontandosi poi sui temi trattati e sulle emozioni che saremo riusciti a trasmettere.

Lunghezza dei testi? Beh, conviene scrivere brani non troppo lunghi, perchè - come sappiamo - è più la voglia di scrivere che quella di leggere, soprattutto in web, e quindi evitiamo di appesantire i lettori. Diciamo intorno alle tremila battute.

... ehm... correzione: anche più di tremila, ma tenete sempre conto della pigrizia dei lettori

 

Coraggio, cominciamo? 

 

**********
*******
****

Ed ecco il primo fiore, spuntato proprio dal nostro Cassonetto!

E' una proposta di Kallida, che ha confezionato un racconto un po' particolare... avvalendosi della partecipazione straordinaria di BobSaintClair... "partecipazione" in che senso non ci è dato saperlo, per il momento. 


Buona  lettura: IL DIRUPO.

Mi era già successo, precipitare, carezzando l'aria bagnata di salsedine ed  approdare, sprofondando, in acque sconosciute. Il rumore sopra di me giungeva assordante, la potenza dell'acqua impediva di liberarmi da quei liquidi vincoli; ma l' attrattiva dell'ignoto solleticava i miei sensi, tralasciando di preoccuparmi troppo per la mia incolumità.                                                     

Allo stesso modo quel giorno mi trovai in  una stanza d'albergo con lui... CONTINUA QUI!

*

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Commenti al Post:
kallida
kallida il 28/02/09 alle 13:57 via WEB
Ragazzi!Questa sì che è sintonia, vi stavo per spedire quanto promesso qualche giorno fa, essendo io donna d'onore (aaah), si è sentito l'accento? Comunque ho solo un piccolo problema, a parte la vergogna per un argomento mai trattato prima,anche la lunghezza dello stesso poichè è sui seimila caratteri, che faccio?
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
AleF. il 28/02/09 alle 14:00 via WEB
Mandalo in due puntate di 3000 battute ciascuna, così "freghiamo" quelli della Redazione. AleF.
 
   
kallida
kallida il 28/02/09 alle 14:17 via WEB
Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!Ahhhhhhhhhh!
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 28/02/09 alle 17:48 via WEB
Ma dico io, non si può pensare a una regola che subito spuntano le eccezioni!!! ahahahah! Va bene, dai, questo non è un concorso, ma è un gioco tra noi (noi: inteso come chi vuole partecipare!).Tutto da sperimentare. (e poi è pure partito da una tua idea! come si fa a dirti di no??)
Prova pure a postarlo qui, vediamo che effetto fa!
Cancella quella parola però: "vergogna" non essere in nostro vocabolario :) Ciao Clara! nic.
p.s. - mmmmm... che curiosità! p.s. 2 - ora sistemo pure il post! auff :))
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 28/02/09 alle 17:49 via WEB
Per il caro AleF: non pensare di cavartela così, eh? invece di pensare a come fregare la redazione... comincia a digitare! Ciao, baci :) nic.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Marcolì il 28/02/09 alle 22:12 via WEB
Ho corso per un mese, per tutta la galassia per trovarun post center. Per raccontare a voi esseri bipedi del mio pianeta invisibile. 3 febbraio: uno scipoero della compagnia di bandiera Alibabà ha bloccato duemilioni di passeggeri nell'aeroporto di Arcoled. 10 febbraio: sono a letto con la febbre. Insieme alle ronde nel mio quartiere girano i virus. Sono dei pacchi. Falsificati dalle industrie dei farmaci. Devo riuscire a fermare il tempo. Voglio comunicarvi del mio pianeta invisibile. Anche se nella terra madame Erre mi sta apettando per la messa "corporae presentae". 20 febbraio: Mi è spuntata una verruca nell'indice sinistro. Nulla mi può fermare. Ho deciso di proseguire a piedi. Nella galassia non si trova più una bicicletta. Dicono sia la crisi. Asmatica. 27 febbraio. Ancora un giorno per raggiungere il post center. Sono sicuro di farcela. Basta poco. Stanotte non chiuderò occhio. Finalmente l'alba del ventotto. Ecco il post center. Ora vi descivo il mio piantea invisibile: " " Saluti Marcolì
 
kallida
kallida il 01/03/09 alle 10:35 via WEB
ma come si fa a non amare quest'uomo, anzi questo alieno!!!!!Ciao Mr. marcolì
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Marcolì il 02/03/09 alle 11:52 via WEB
Le invio in miei saluti Miss Kallida. f.to Marcolì
 
   
BobSaintClair
BobSaintClair il 07/03/09 alle 10:19 via WEB
Ciao Marcolì, mi sono sempre chiesto in che modo gli alieni facessero .... sesso!!!
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 01/03/09 alle 22:22 via WEB
Sei grande Marcolì, ed è il più bel pianeta quello lì! ahahah! l'importante è che di nuovo tu sia approdato qui :) (mi sento la vena poetica, stasera).
Che ne dici di questa nuova iniziativa primaverile? E scrivi, dai scrivi... ciao! Nic.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Marcolì il 02/03/09 alle 11:27 via WEB
Aspetto la primavera prima di spandere inchiostro. Il cielo è ancora troppo carico di nubi. Guardo il mare nero di seppia: gonfio e collerico. Aspetto la primavera prima di allontanarmi dal caminetto. Il freddo arriva la sera mangiando avido il tepore del sole mattutino. Non ho voglia di scrivere. Lo farò. Non ora. In silenzio mi guarda il foglio bianco. Attende. *** 2 marzo 2009: aspettando che arrivi la primavera. *** (leggerò il racconto di Alessandro - Peter Pan) Marcolì
 
   
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 02/03/09 alle 16:24 via WEB
Il foglio bianco è un fido compagno, Marcolì. Quando sarà il momento, sarà lui a chiamarti e ti suggerirà le parole giuste...
p.s. - perchè quel mare nero di seppia, gonfio e collerico? Un raggio di sole riesce sempre a filtrare, prima o poi :) ciao! nic.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Marcolì il 03/03/09 alle 07:49 via WEB
@P.S. *** Anche oggi è così. La baia sotto il faro di Calamosca sembra un pentolone di nero seppia. Venisse il vostro raggio di sole a calmare le acque. Il mondo non è più quello di una volta. Qui piove dal giorno dei defunti. Da novembre non ha mai smesso di pisciare. E dire che qui siamo più vicini a Cartagine che a Roma. Un saluto alla redazione sono in partenza...chissà che sopra le nuvole non riabbracci il sole. Marcolì
 
     
BobSaintClair
BobSaintClair il 07/03/09 alle 10:22 via WEB
..nel frattempo mi consolerei con 2 spaghi alla chitarra al nero di seppia...;)) e un buon bianco di compagnia! *_^
 
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 02/03/09 alle 11:10 via WEB
Ah sì, se sono ammessi gli over 3000 eccovi un mio raccontino per questo simpatio spazio. Si tratta di una riscrittura della favola di Peter Pan. - PETER PAN C'era una volta la mia favola di Peter Pan. Giorno uno Peter ha gli occhi secchi, è sdraiato sopra un letto, immobile. Sogna immagini in bianco e nero, luoghi sconosciuti si alternano a figure sfocate. Le percezioni sono improvvise, repentine, casuali. Il viaggio onirico si ferma in una camera, ora la scena è nitida. Peter è seduto a terra, ha le gambe incrociate. La finestra della stanza è chiusa, le persiane accostate. Un raggio di sole penetra tra le fessure, rimbalza su una vecchia radio cromata e colpisce un cesto di giocattoli: burattini e marionette, bambole di pezza con teste di ceramica, soldati di ferro e buffi clown. Giocattoli ovunque. Peter ha una foto tra le mani. Sobbalza e ride per un urlo soffocato che attraversa il pavimento. È un rumore spento, sale dalla cantina accompagnato da uno strusciare metallico. Si alza, tiene stretta la foto e arriva alla finestra, guarda fuori: un luna park in disuso. Giostre abbandonate, la ruota panoramica mangiata dalla ruggine e un cartello di benvenuto: L'isola che non c'è. Peter si volta, uno specchio riflette un viso che non è il suo e che non conosce. Torna seduto a terra, ancora un urlo ovattato. Sobbalza e respira, mentre accarezza il volto ritratto nella fotografia. Giorno due Michael Aturio ha nove anni, è al parco giochi, al terzo giro di scivolo. Il giardino è un susseguirsi di altalene, bambini e mamme. Si respira l'aria fresca della primavera. Un uomo è seduto su una panchina, ha in mano una macchina fotografica. Inquadra, mette a fuoco un cavallino di legno, sposta l'obiettivo, centra Michael, due click. L'uomo si alza, cammina, controlla. La mamma di Michael è distratta, parla con una donna. Lui avvicina il bambino: - Una caramella? - Sorride. Michael lo guarda, ricambia il sorriso. Infila la mano nella busta trasparente, tocca la caramella con la carta verde, la evita; prende quella con la carta rossa, la scarta e la mette in bocca. L'uomo si allontana un metro, lo vede vacillare, portarsi una mano alla fronte. Dopo dieci secondi il bambino ha gli occhi semichiusi, sta per cadere a terra. L'uomo si avvicina e lo sorregge, venti passi e sono fuori dal parco giochi, altri dieci e sono in un furgone. Michael Aturio riprende conoscenza due ore dopo. Apre gli occhi ma non vede nulla, è buio. Respira a fatica l'aria umida di una cantina. Si alza, ricade; ha i piedi incatenati. Urla a squarciagola. Giorno tre - mattino L'ispettore Marie Angel è al distretto di polizia, nel suo ufficio, seduta alla scrivania. Apre e chiude siti internet, passa in rassegna articoli di giornale, cerca l'illuminazione. La porta si apre e lei non si accorge di nulla, una voce la scuote: - È arrivata la terza foto, coincide con il bambino scomparso ieri, è Michael Aturio. Marie si alza di scatto e strappa la fotografia dalle mani dell'agente. È un primo piano. - Pezzo di merda. Maledetto pezzo di merda. - Esclama. Tre foto per tre bambini svaniti nel nulla. Il primo è stato John Rabiv, quattro giorni fa, ha sette anni; la seconda, una bambina di dieci anni: Wendy Darling; il terzo è Michael Aturio. - Non lo troveremo mai. - Sentenzia l'agente. - Vaffanculo anche a te. Passano tre minuti, una seconda guardia entra nell'ufficio dell'ispettore. Trova la donna con le spalle alla parete, la sigaretta in bocca e il viso nel fumo. - Ispettore, di là c'è un tale, afferma di avere notizie sui bambini scomparsi. - Se è uno scherzo lo sbatto in galera. - Gliel'ho detto. Ha insistito. - Vediamo se insiste anche con me. - Marie Angel spegne la sigaretta sulla parete e butta il mozzicone a terra. La sala d'attesa è sporca e rumorosa. I telefoni del centralino squillano senza sosta; le prostitute parlano tra loro in attesa di essere riconosciute; un tossico piange e vomita; una anziana urla la sua indignazione per essere stata scippata. - Eccolo, è lui, quello vicino alla colonna. - L'agente indica un uomo di trent'anni, capelli biondi, occhi azzurri, camicia verde. L'ispettore Angel si avvicina, parla con voce ferma: - Lei sarebbe? - Peter. - Peter? - Infastidita. - Peter Pan - L'uomo sorride, Marie Angel no. - Mi perdoni ispettore, mi chiamo Peter Terpe. - Che notizie ha sui bambini scomparsi? - Io credo di aver visto strani movimenti… - Lei crede? L'uomo sorride per la seconda volta. - È stato al vecchio luna park L'isola che non c'è. Un uomo con un bambino che urlava e si dimenava. Ho ritenuto opportuno dirvelo. I bambini devono ridere e giocare, sognare e volare. I bambini hanno diritto a restare tali più a lungo possibile. Devono credere alle favole, non alla violenza. – Terzo sorriso. - Aspetti un attimo, mi deve lasciare una deposizione scritta. - Dice Marie Angel. L'ispettore cammina verso il bancone, parla con un agente che le passa un foglio prestampato. Quando si volta, Peter non c'è più. Giorno tre - sera Alle 16:15 tre volanti della polizia arrivano all'Isola che non c'è. Gli agenti perlustrano il luna park e bussano alla casa del custode. Uno sparo rompe il silenzio. Sfondano la porta, davanti a loro il cadavere di un uomo con la testa spappolata. Ha in mano una pistola. L'altra mano non c'è, al suo posto un uncino. Michael, John e Wendy urlano e sbattono le mani sulla parete della cantina, sotto la casa. Sono vivi. Quattro ore dopo, Marie Angel beve una birra al pub, il suo cellulare squilla. - Ispettore, ho trovato Peter Terpe. - Finalmente! Portalo in centrale, io arrivo. - Impossibile, è morto. - Cosa? Morto? Silenzio. - Ho riconosciuto il corpo, è l’uomo che è venuto oggi da noi. - Stai dicendo un’assurdità. - La donna urla incredula. - Ispettore, le dico, Terpe è morto in ospedale. E non è tutto: era in coma profondo da un anno. Marie Angel spegne il cellulare. Ha il cuore in tumulto. Guarda il cameriere: - Ho bisogno di un whisky. FINE - Ciao a tutti da AlessandroN!
 
 
kallida
kallida il 02/03/09 alle 11:42 via WEB
Uau!Finalmente Peter Pan è cresciuto! :)
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 02/03/09 alle 16:29 via WEB
No! Hai ammazzato Peter Pan? e lo hai fatto con parole di primavera! Alessandro, perchè???
ehm... un sospetto lo avrei, ma per ora taccio... Nic.
 
   
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 02/03/09 alle 18:24 via WEB
eheheh... cara Nic, hai indovinato! AleN
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 02/03/09 alle 22:12 via WEB
AleN, secondo me è un effetto passeggero... proporrei un finale diverso, una risurrezione tipo Beautiful, un espediente fantascientifico, non so, ma... salvate Peter Pan! (ormai siamo troppo abituati alla sua esistenza...)
AleN, se non te ne fossi accorto, questo post è un po' particolare... l'attesa della primavera può fare strani effetti... Baci a tutte le tue donne :) Nic.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
gianfranco il 03/03/09 alle 07:57 via WEB
peter pan non può morire, stiamo tutti tranquilli. egli è ben vivo dentro di noi (avete presente Obi-Wan Kenobi quando dice "uccidendomi mi hai reso immortale") ecco... e lui è sempre pronto a risorgere dalla cenere del nostro quotidiano, al momento opportuno taglierà al mano a capitano uncino e la darà in pasto al coccodrillo - ciao a tutti, gianfranco
 
   
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 03/03/09 alle 09:18 via WEB
Wau Gf, mi hai tolto dall'imbarazzo ehehehe. Nic mi stava facendo venire i sensi di colpa ;O) ! Peter Pan non può morire perchè è uno spirito libero e vive in una dimensione a noi sconosciuta, apparentemente sconosciuta. Questa volta si è servito di Peter e ha permesso a tre ragazzini di restare tali. Ringrazierei anche Marie Angel (la mia trilli), anche lei in fondo al suo bicchiere di whisky è una bambina capace di crede alla storia del luna park l'isola che non c'è. AleN
 
     
kallida
kallida il 03/03/09 alle 09:53 via WEB
Buondì, vorrei sottolineare come il nostro Alessandro abbia compiuto uno storico evento(lo sai che sei rivoluzionario?):cioè Peter Pan non è morto,come sottolineato da più voci, (non potrebbe, per fortuna)ma è finalmente un uomo anzi un padre che prende posizione nel suo mondo e dà un senso alla sua vita,che regalo meraviglioso hai fatto a tutte le donne e a tutti i bimbi che si aspettano di diventare così...
 
     
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 03/03/09 alle 11:15 via WEB
ciao kallida, ti ringrazio per la bella e profonda lettura che hai dato al mio racconto. Aggiungo: questa storiella ha pertecipato a un gioco letterario, in principio l'avevo pensata come una "favola nera". Peter (peter pan) era il carnefice dei bambini, rubava la loro giovane vita per vivere lui stesso da bambino e in eterno. Il personaggio di Peter mi ha impedito di portare a termine la storia in questi termini, costringendomi a rivederla come oggi la leggete. A voi è mai successo? E' disarmante e ti fa sentire impotente eppure è una meravigliosa sensazione. AleN.
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 03/03/09 alle 20:07 via WEB
Sì, è una meravigliosa sensazione quando un personaggio ti prende la mano e ti costringe ad andare nella direzione che lui stesso ti indica. Non so se accada spesso, a me è successo poche volte, ma sono occasioni indimenticabili. Una in particolare è stata entusiasmante: un personaggio che portavo con me tutto il giorno, che mi ha fatto stare male ma anche ridere e divertire molto... poi un giorno è stato maltrattato, più volte... e alla fine si è arreso. Così ora dorme in un cassetto, ma non lo dimentico. Grazie Alessandro, grazie per questa bella emozione che ci hai comunicato: dentro c'è la sensibilità (oltre che le capacità) di una persona simpatica e generosa :) ciao! nic.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
AleF il 03/03/09 alle 23:54 via WEB
Sono un tantino preoccupato per il personaggio rinchiuso nel cassetto. Anche perchè penso che nei cassetti di noi tutti siano rinchiusi tanti personaggi e tante avventure che vorrebbero venir fuori e farsi conoscere. Però credo che quel tempo di "isolamento" del personaggio nel cassetto faccia bene. A tempo debito il personaggio non busserà più. Quello sarà il momento giusto per farlo uscire. Un saluto a tutto il popolo del blog e ai loro cassetti pieni di fantasia. AleF.
 
     
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 04/03/09 alle 10:39 via WEB
Grazie a voi nic! AleN
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
AleF il 03/03/09 alle 12:19 via WEB
Ciao AleN. Ho visto con piacere il tuo racconto. Solo che adesso temo di perdere il sonno. Il tuo scritto è diciamo ... un tantino angosciante, per le immagini che si inseguono. E Peter Pan? Deve vivere o morire? Comunque, penso che Peter Pan sia qui fra noi. E' di solito una persona poco sospettabile. Ora vediamo di fare delle indagini adeguate. Dunque, chi è Peter Pan? Pensiamoci. AleF.
 
     
BobSaintClair
BobSaintClair il 07/03/09 alle 11:05 via WEB
Ciao AleN, vedo che con AleF vi siete stabilizzati sul nome e ne è uscito un bel nickname, il tuo di ispirazione francese e l'altro di ipirazione russa! :))) Ti faccio i complimenti vivissimi per il racconto, l'introduzione è già di per sè molto spigliata e mi ha strappato una spontanea risata....poi pian piano il racconto scivola in acque più torbide, rimanevo ancora in attesa di risate e invece la mia attenzione s'incupiva, da vivace fiamma di candela a flebile fiammella cianotica (?)....insomma la storia si fa brutta; penso, chissà dove vorrà andare a parare AleN, sono disorientato e un pò infastidito (capperi! era una favola dopotutto) per la piega pesante che credo mi si prospettera' davanti, - e continuo a pensare, vabbe' AleN è un amico, è un bravo ragazzo, perchè non dargli una chance, leggiamolo sto' raccontino <<famolo sto sforzo, ke du du :)>>(ahahahahahahahah scherzoooooooooo!!!!!) - e invece contrariamente alle mie aspettative il racconto mi rapisce (sara' che sto leggendo un giallo di Marcello Fois che il buon Marcolì mi suggerì a suo tempo, "Sheol"..) ; Marie Angel mi piace colla sua sigaretta, l'amore per la giustizia e il suo forte temperamento.....Peter Terpe se la ride, è pronto a dare indizi all'ispettore (eccolo il fiabesco Peter Pan, resuscitare..). L'isola che non c'è ritorna, ed è indispensabile per scoprire la verità. Il tuo stile è veloce, nitido, conciso,scattante, ma nello stesso tempo il lettore (positivamente sbatacchiato) ha tutto sotto al naso, un'ottima ivisitazione, sono contento che ti sia servito del noir per rileggere questa immortale fiaba. Alooooohhhaaaaaa! :)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
VALERIA TEDDE il 03/03/09 alle 08:56 via WEB
Ciao Gabriele, mi è piaciuto il tuo racconto. L'ho letto rapidamente e poi l'ho riletto. Mi è piaciuto sopratutto per l'argomento che hai trattato anche se avrei voluto un maggior approfondimento del desiderio di maternità di Martina. Un salutone.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
AleF. il 04/03/09 alle 12:31 via WEB
La questione dei personaggi nel cassetto mi ha fatto pensare. E mi sono chiesto che cosa ci ferma dal farli uscire allo scoperto. Ma indubbiamente una delle ragioni è senza dubbio legato alle difficoltà di pubblicazione. Fortuna che in questo sito si ha la possibilità di farci conoscere. Ho constatato che vale molto il passaparola. Vorrei chiedere se questa mia riflessione trova d'accordo pure voi. AleF.
 
 
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 04/03/09 alle 13:31 via WEB
Personalmente la "questione pubblicazione" non mi tocca. Non credo sia ancora arrivato il momento. Quando scrivo il mio unico scopo è divertirmi tanto che fino a un anno fa non cercavo neanche il gradimento di altre persone. Il mio cassetto invece è vuoto, nel bene o nel male cerco sempre di assecondare la voce dei miei personaggi. Devo dire che da un po' di tempo a questa parte questi sono più rumorosi rispetto a prima, più pretendono la loro indipendenza e più mi diverto ;O) AleN.
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
AleF. il 04/03/09 alle 13:50 via WEB
Si, è vero c... condizionarci con il discorso "pubblicazione" non fa bene allo scrivere, ma dentro di noi alberga sempre il sogno di passare davanti ad una vetrina ricolma del nostro ultimo successo ed essere fermati dalla folla che ci riconosce e vuole stringerci la mano onorata di averci incontrato. Ah, no scusa... questo è un sogno mio... vabbè, comunque il concetto era chiaro. Ciao caro omonimo. AleF.
 
     
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 04/03/09 alle 14:06 via WEB
Ma no AleF, non credo sia solo un tuo sogno. Quello di pubblicare e firmare autografi è anche un mio desiderio e sto lavorando sperando che domani diventi un'aspettativa concreta. E' solo che non mi sento pronto, non me la vado a cercare! Per dirti, da qualche settimana sto inviando un paio di racconti (visti, rivisti, aggiustati all'infinito)ad alcuni noti concorsi. In questo momento, per me, è un discreto passo avanti che mi sento di poter fare. Un saluto affettuoso a te, omonimo! AleN.
 
kallida
kallida il 04/03/09 alle 15:02 via WEB
Alef, sono d'accordo con il tuo sogno, anzi siamo nello stesso sogno. Ma non scrivo pensando a questo,altrimenti ne sarei condizionata,anzi se penso che nessuno lo leggerà mi riesce anche meglio l'insieme di parole gettate sul foglio. Per ora sono alla rinfusa,ma il cuore pulsa, eccome!
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
AleF il 04/03/09 alle 16:24 via WEB
Ciao kallida. Hai ragione, il sogno del successo rischia di condizionare, ma del resto noi piccoli scrittori (imbrattacarte mi sembrerebbe troppo negativo, che dici?), viviamo anche di questi sogni. Comunque, sogni a parte, è vero che l'importante è dare spazio alla propria passione e poi vegna fuori quel che può venir fuori. E' vero infatti che da una rapa non puoi far uscire ... Un salutone a te e al mio buon omonimo. Firmato Mister rapa...no... ho sbagliato la firma... AleF.
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 05/03/09 alle 00:53 via WEB
e allora? cosa tiriamo fuori da questi cassettini? AleF... ehm... su su! esortazione che vale per tutti eh? (non per me, però. i miei personaggi stanno dormendo così tranquilli, dentro quel cassetto... non li disturberò per ora. magari ne nascerà qualcuno nuovo, chissà!). Ciao! nic.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
AleF il 05/03/09 alle 10:15 via WEB
"Sei un bastardo ...non dovevi ucciderla ...", "Avanti, andiamocene da questo inferno....", "...Hei, tu...ma chi ti credi di essere?, scendi da cavallo...", "Metti in moto e ...", "Sai, ho sempre sognato di incontrarti in un tramonto come questo", "Accidenti, questa pistola si è inceppata nel momento sbagliato. Per oggi ti è andata bene, ragazzo!", "Me ne vado, qui non c'è più posto per me", "Chissà quando torna quella ragazza sotto la pioggia, adesso ho anche i soldi pronti!!!". Questi sono i personaggi dentro il mio cassetto. Scusa Nic, ma i tuoi personaggi hanno rapporti fra loro? E' così che ne nascono di nuovi? Un salutone e grazie per l'invito che colgo con affetto. AleF.
 
   
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 05/03/09 alle 16:48 via WEB
Oh AleF, io non so cosa succede nel chiuso di quel cassetto... ma vuoi sapere come possono nascono personaggi nuovi? Aspè, ora dismetto i panni redazionali e proviamo... Nic.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Nic il 05/03/09 alle 16:53 via WEB
- Avanti, andiamocene da questo inferno…
- Che dici? – urlò lui, continuando a dimenarsi sulla pista.
- Ho detto andiamo via!
- Ehi pupa, ma la serata è appena cominciata! Yhuhuuuu! Guarda, guardami! – e girando su se stesso accennò una mossetta alla Tony Manero.
In fondo aveva la stessa camicia, lo stesso fascino e uno stile da fare invidia a tutti quei ragazzetti là intorno alla pista. Fermi a guardare non si capiva cosa…
Quando lei si allontanò, lui non se ne accorse nemmeno.
Il dj aveva appena cambiato musica e due acrobatiche biondine seminude avevano preso a lanciare coriandoli fosforescenti dall’alto di due trapezi agganciati al soffitto, tra le luci rosse verdi bianche e blu che inondavano la sala.
“Quasi cinquanta, e non li dimostro!” – si trovò a pensare sudando, mentre continuava a sgambettare.
Improvvisamente…

.... chi ha qualche idea per continuare da uno degli incipit di AleF? Si gioca con le parole, si gioca... ciao! Nic.
 
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AleF il 05/03/09 alle 22:48 via WEB
Una ragazza perse la gonna davanti a lui, ma lui esaltato dal ballo non se ne accorse. La ragazza incrociò le braccia e si fermò in mezzo alla pista. Tutti gli altri si bloccarono all’improvviso, solo lui continuava a dimenarsi al suono della musica. “Ma cosa devo fare? Togliermi anche il resto?”, gridò la ragazza sfiorando il bordo dei suoi slip. Lui si bloccò. La guardò con un sorriso e le disse: “Vattene, ho bisogno di tutto lo spazio”. Lei si chinò a tirar su la gonna e se ne andò. Tutti gli altri lo guardarono divertiti e all’unisono esplosero in un fragoroso applauso. Lui si esaltò ancora di più, guardò il DJ e gli gridò “Vai con i Village People, la notte è tutta mia”. http://www.youtube.com/watch?v=CS9OO0S5w2k
 
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AleF il 05/03/09 alle 22:52 via WEB
- Avanti, andiamocene da questo inferno… - Che dici? – urlò lui, continuando a dimenarsi sulla pista. - Ho detto andiamo via! - Ehi pupa, ma la serata è appena cominciata! Yhuhuuuu! Guarda, guardami! – e girando su se stesso accennò una mossetta alla Tony Manero. In fondo aveva la stessa camicia, lo stesso fascino e uno stile da fare invidia a tutti quei ragazzetti là intorno alla pista. Fermi a guardare non si capiva cosa… Quando lei si allontanò, lui non se ne accorse nemmeno. Il dj aveva appena cambiato musica e due acrobatiche biondine seminude avevano preso a lanciare coriandoli fosforescenti dall’alto di due trapezi agganciati al soffitto, tra le luci rosse verdi bianche e blu che inondavano la sala. “Quasi cinquanta, e non li dimostro!” – si trovò a pensare sudando, mentre continuava a sgambettare. Improvvisamente… Una ragazza perse la gonna davanti a lui, ma lui esaltato dal ballo non se ne accorse. La ragazza incrociò le braccia e si fermò in mezzo alla pista. Tutti gli altri si bloccarono all’improvviso, solo lui continuava a dimenarsi al suono della musica. - “Ma cosa devo fare? Togliermi anche il resto?”, gridò la ragazza sfiorando il bordo dei suoi slip. Lui si bloccò. La guardò con un sorriso e le disse: “Vattene, ho bisogno di tutto lo spazio”. Lei si chinò a tirar su la gonna e se ne andò. Tutti gli altri lo guardarono divertiti e all’unisono esplosero in un fragoroso applauso. Lui si esaltò ancora di più, guardò il DJ e gli gridò “Vai con i Village People, la notte è tutta mia”. http://www.youtube.com/watch?v=CS9OO0S5w2k
 
 
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Nic il 06/03/09 alle 19:00 via WEB
La storia di Alef continua:
- Avanti, andiamocene da questo inferno… - Che dici? – urlò lui, continuando a dimenarsi sulla pista. - Ho detto andiamo via! - Ehi pupa, ma la serata è appena cominciata! Yhuhuuuu! Guarda, guardami! – e girando su se stesso accennò una mossetta alla Tony Manero. In fondo aveva la stessa camicia, lo stesso fascino e uno stile da fare invidia a tutti quei ragazzetti là intorno alla pista. Fermi a guardare non si capiva cosa… Quando lei si allontanò, lui non se ne accorse nemmeno. Il dj aveva appena cambiato musica e due acrobatiche biondine seminude avevano preso a lanciare coriandoli fosforescenti dall’alto di due trapezi agganciati al soffitto, tra le luci rosse verdi bianche e blu che inondavano la sala. “Quasi cinquanta, e non li dimostro!” – si trovò a pensare sudando, mentre continuava a sgambettare. Improvvisamente… Una ragazza perse la gonna davanti a lui, ma lui esaltato dal ballo non se ne accorse. La ragazza incrociò le braccia e si fermò in mezzo alla pista. Tutti gli altri si bloccarono all’improvviso, solo lui continuava a dimenarsi al suono della musica. - “Ma cosa devo fare? Togliermi anche il resto?”, gridò la ragazza sfiorando il bordo dei suoi slip. Lui si bloccò. La guardò con un sorriso e le disse: “Vattene, ho bisogno di tutto lo spazio”. Lei si chinò a tirar su la gonna e se ne andò. Tutti gli altri lo guardarono divertiti e all’unisono esplosero in un fragoroso applauso. Lui si esaltò ancora di più, guardò il DJ e gli gridò “Vai con i Village People, la notte è tutta mia”!
Accadde molto più tardi, mentre era seduto su uno dei divanetti in fondo alla sala, un bicchiere in una mano, un fazzoletto per asciugare il sudore nell'altra, il fiato ancora grosso...
Una voce alle sue spalle - sovrastando il frastuono della musica - gli urlò nell'orecchio: "Sei un bastardo, non dovevi ucciderla!"
Sobbalzò e si voltò di scatto...

(chissà se riusciamo a tirar fuori una storia di senso compiuto utilizzando tutti gli incipi di AleF! ahahaha!)
Baci. Nic.
 
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Nic il 06/03/09 alle 07:31 via WEB
Un commento personale sul racconto IL DIRUPO: Kallida!!! e... Bob!!!
aggiungo - già che son qui - un: AleFF!! ahahaha! a più tardi per qualcosa di più "consistente"! :) Nic.
 
 
BobSaintClair
BobSaintClair il 07/03/09 alle 11:21 via WEB
..ehm..Elliy sei ancora sulle note di YMCA?....:)))
 
kallida
kallida il 06/03/09 alle 10:27 via WEB
AleF...lasciarsi andare è troppo bello anche per chi ci legge....ah,aha
 
 
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AleF il 06/03/09 alle 11:03 via WEB
Creiamo il movimento della scrittura ribelle e libera... M.S.R.L. .... senti un po' cara kallida, stasera che fai? Vieni con me in discoteca? Se vuole, può venire anche la Nic... per la cronaca (vista la età) amo la musica anni '80. Io son cresciuto consumando i dischi dei Rockets: "Galactica", "On the road again" e "Some other place, some other time". Un saluto a tutti. Per continuare il racconto vedrò di bere qualcosa. AleF.
 
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roberto celani il 06/03/09 alle 12:12 via WEB
Se amate giocare con le parole vi propongo la sfida di un saggio in 6 parole... http://robertocelani.blogspot.com/2009/03/un-saggio-in-sei-parole.html Grazie R.C.
 
VALERIATEDDE
VALERIATEDDE il 06/03/09 alle 12:48 via WEB
Con piacere e un tantino di imbarazzo, preferisco lavorare di fantasia ma mio marito mi ha ricordato che per uno scrittore anche quello può essere un limite, mi tolgo sto sasso dalla scarpa. Un salutone. - La bruma sta calando. Si addensa. Vibra alla luce dei fanali delle auto come coriandoli gialli e tristi. Parlo di un momento preciso tra Ottobre e Novembre, quando ancora le illuminazioni natalizie paiono fuori luogo, quando gli angoli retti dei palazzi sembrano stringersi in prospettive acute, piani falsi, linee impossibili. I marciapiedi sono pieni di foglie morte. Ne prendo una e la osservo attentamente. Ha bordi frastagliati e colori accesi che mi parlano di morte. O di sonno? O di transito? E perché guardando questa foglia, boccheggio nel grigio, mi vien da pensare alla mia vita in un preciso momento? Forse perché pareva primavera e invece era solo autunno per non dire inverno? Alle quattro del pomeriggio i rami spogli dividono il cielo in campiture. Un pettirosso si posa a pochi metri da me. Che ci fa qui? Cosa è successo in giorni come questo? Ricordo di aver calpestato questo asfalto, scarpe numero 36, scarpette da ragazzina, scarpe che ancora accennavano passi di corsa alternati a passi più lenti misurati, affianco ad altri passi, lievi come il mio. C’è la catechesi, l’oratorio. Sento ancora l’odore dell’incenso e il freddo attraversare ghignante la lana del mio cappotto. Vedo ancora le facce asciutte o molli delle devote, sento ancora la voce del parroco raschiare il silenzio. In Chiesa non si parla. In chiesa non si ride. Fuori dalla Chiesa ci si comporta bene, da ragazzine educate. Si studia. Si fa l’uncinetto. Al massimo si va a pallavolo. Stretta nei miei maglioncini ci nascondevo furtiva domande e desideri, come gli scoiattoli le ghiande. Volevo profumo di caldarroste, ballare come le soubrette, cantare a squarciagola. Oppure scappare via. Avrei voluto mettere il rossetto e aprir la gabbia dei leoni. Avrei voluto potermi alzare durante le funzioni e dire alle devote: io so chi siete. Siete solo preghierine e quadernetti dei conti vergati da scritture piccole e ordinate, con maiuscole eleganti. Camicette accollate a nascondere cuori piccoli, secchi. Siete occhi senza lacrime. Siete un dispiacere. Ma non grande. Minuscolo e gretto. Invece vagavo per le vie, scarpe numero 36 affianco ad altri 36. Sorridevo anch’io però guardavo il cielo e pensavo che era troppo basso. Le vie mi parevano troppo strette. Parlavo e la mia voce non era mia. Ho emesso guaiti disperati ma si sentivano solo parole insulse e ragionevoli. Dov’erano finiti la rabbia e la gioia? Mi ci son voluti anni per ritrovarli e riempirmene il cuore. Ora li accarezzo estatica e aspetto senza più paura la fine dell’autunno e quelle giornate livide, quando la malinconia galoppa veloce. Allora so che avrò di nuovo dodici anni e il mondo sarà fatto di nebbia, smog, finestre gialle con dentro gente felice che non ti vuole. Ipocrisia e insicurezza. Seduta su un muretto, aspetterò tranquilla il ritorno della primavera.
 
 
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AleF. il 06/03/09 alle 17:45 via WEB
Valeria, è stato bellissimo saltellare fra i tuoi ricordi, fra le immagini che si rincorrono nella tua mente mescolate a nostalgie e ad emozioni varie. Mi è piaciuto il modo di farlo, senza scadere nello stile eccessivamente spezzato che costringe il lettore ad impazzire per capire i significati, per riattaccare tutti i pezzi in un'unica lettura. Sulle nostalgie ... tutti noi ne abbiamo dentro. Quindi ci hai ricordato una cosa molto importante della vita, e che si accentua col passare del tempo. Te lo dice uno nel mezzo della mezza età. Un salutone a te, cara Valeria. AleF.
 
 
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Nic il 06/03/09 alle 18:50 via WEB
Cara Valeria, abbiamo detto che questo post è più che altro un angolo dedicato alle emozioni, a quelle che riusciamo a trasmettere attravero le parole, naturalmente. E sai una cosa? Ho riconosciuto quella voglia soffocata di ballare e di cantare e di ridere forte... e ho ricordato anche l'uncinetto e ripercorso una parte del cammino... ritrovato antiche malinconie. Incoraggia quella tranquillità nell'attesa della primavera. Grazie :) Nic.
 
   
BobSaintClair
BobSaintClair il 07/03/09 alle 12:19 via WEB
Un racconto decisamente autunnale quello di Valeria Tedde. E' vero, ci riporta a certe atmosfere cittadine di quando si era piccoli, a me in particolare ricorda gli anni '70 quando ero alle elementari; lì incrocio nei suoi, molti dei miei ricordi..viali con tante foglie cadute, le suore del vicinissimo convento/scuola, una certa aria di "ristrettezza" tipica di quegli anni '70 così cupi (terrorismo, crisi economica) e così ricchi per i bambini del tempo (spazi aperti, fantasia, poca tecnologia)...e mi ritrovo anche io, bambino, attento osservatore di tanti particolari che mi circondavano, anzi era proprio uno spasso osservare l'esterno.. Davvero un bel tuffo. leggero e piacevole, nel passato che grazie a Valeria, diventa anche presente. Ps. mi viene col cuore da consigliarti questo libricino di Philippe Delerm dal titolo: La prima sorsata di birra. E altri piccoli piaceri della vita. Ciau! ;)
 
kallida
kallida il 06/03/09 alle 14:45 via WEB
Ehm..vorrei garantire ai lettori che la prestaz..ops la partecipazione di BobSaintClair, di straordinario ha mantenuto solo le correzioni! EH,eh
 
 
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AleF. il 06/03/09 alle 17:37 via WEB
Kallida, ma lo sappiamo bene che Bob è un santo ... quindi stai tranquilla, nessuno ha pensato male. O NO? AleF.
 
 
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Nic il 06/03/09 alle 18:53 via WEB
Scusa Kallida, vuoi forse dire che per il resto non è stata straordinaria, ma ordinaria? e straordinarie solo le correzioni?? umh....
In ogni caso, molto interessante la cura da te sperimentata... medicina alternativa contro la depressione? baci cara :) Nic.
 
   
BobSaintClair
BobSaintClair il 07/03/09 alle 02:54 via WEB
Kallida, è una ragazza pudica! E voi dei sordidi curiosoni.....abbiamo in cantiere gia' un altro racconto..storie di frati, monache, chiostri.....siamo in odor di santita' ;)
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 07/03/09 alle 06:10 via WEB
Bob, perchè - lasciando che il chiostro attenda soltanto per un po' - non ci fai dono del tuo estro e ti cimenti con il Tony Manero della situazione, cioè il racconto di senso compiuto che stiamo cercando di tirar fuori utilizzando tutti gli incipit di AleF?
L'invito, ovviamente, è rivolto a tutti! daiii :) baci! Nic.
(mica mi lascerete da sola alle prese con quel nano in mezzo alla pista... aiut!)
 
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AleF il 06/03/09 alle 21:22 via WEB
La storia sta prendendo un taglio strano, strano .... Avanti, andiamocene da questo inferno… - Che dici? – urlò lui, continuando a dimenarsi sulla pista. - Ho detto andiamo via! - Ehi pupa, ma la serata è appena cominciata! Yhuhuuuu! Guarda, guardami! – e girando su se stesso accennò una mossetta alla Tony Manero. In fondo aveva la stessa camicia, lo stesso fascino e uno stile da fare invidia a tutti quei ragazzetti là intorno alla pista. Fermi a guardare non si capiva cosa… Quando lei si allontanò, lui non se ne accorse nemmeno. Il dj aveva appena cambiato musica e due acrobatiche biondine seminude avevano preso a lanciare coriandoli fosforescenti dall’alto di due trapezi agganciati al soffitto, tra le luci rosse verdi bianche e blu che inondavano la sala. “Quasi cinquanta, e non li dimostro!” – si trovò a pensare sudando, mentre continuava a sgambettare. Improvvisamente… Una ragazza perse la gonna davanti a lui, ma lui esaltato dal ballo non se ne accorse. La ragazza incrociò le braccia e si fermò in mezzo alla pista. Tutti gli altri si bloccarono all’improvviso, solo lui continuava a dimenarsi al suono della musica. - “Ma cosa devo fare? Togliermi anche il resto?”, gridò la ragazza sfiorando il bordo dei suoi slip. Lui si bloccò. La guardò con un sorriso e le disse: “Vattene, ho bisogno di tutto lo spazio”. Lei si chinò a tirar su la gonna e se ne andò. Tutti gli altri lo guardarono divertiti e all’unisono esplosero in un fragoroso applauso. Lui si esaltò ancora di più, guardò il DJ e gli gridò “Vai con i Village People, la notte è tutta mia”! Accadde molto più tardi, mentre era seduto su uno dei divanetti in fondo alla sala, un bicchiere in una mano, un fazzoletto per asciugare il sudore nell'altra, il fiato ancora grosso... Una voce alle sue spalle - sovrastando il frastuono della musica - gli urlò nell'orecchio: "Sei un bastardo, non dovevi ucciderla!" Sobbalzò e si voltò di scatto... “Quella zanzara mi stava pungendo”, rispose deciso alzando la spalla. La voce si spostò e lo raggiunse mentre stava ingurgitando quel cocktail rosa che ondeggiava nel bicchiere. “Non fare finta di niente. Quella non era una zanzara, era una ragazza in carne e ossa”. Lui si alzò in piedi e cercò di capire da dove provenisse quella voce. Il pubblico lo guardò in silenzio. Nessuno aveva il coraggio di ballare, ad eccezione di un nano, vestito tutto di bianco con un cappello a punta. Si avvicinò per capire chi fosse e per quale motivo continuasse a ballare malgrado la musica si fosse fermata. Lui si piegò per vederlo in faccia, ma una mano sulla sua spalla lo condusse a voltarsi. Era la ragazza di prima, completamente nuda con in mano delle caramelle, no… erano le pastiglie che aveva mescolate al cocktail prima di darglielo. Lei aveva fatto finta di morire, quindi. O forse quelle pastiglie non erano il veleno che lui credeva, o forse lei era in grado di resistere al veleno, o forse lui aveva sbagliato e quelle erano delle caramelle. La guardò, lì davanti a lui, completamente nuda… “Non male!”, pensò rallentando gli sguardi nei punti giusti. La musica riprese proprio in quell’istante e fu allora che il nano si tolse il cappello e ….
 
BobSaintClair
BobSaintClair il 07/03/09 alle 11:27 via WEB
Eh-eh-eheheheheh Bravo AleF, bel gioco hai tirato fuori, devo dire che con Elliy, avete messo su un cocktail letterario che sortisce l'effetto divertimento...;) Braviiiiii! Se mi viene l'ispirazione mi aggancio al trenino :) Un salutone AleF!
 
 
kallida
kallida il 07/03/09 alle 11:33 via WEB
Ma come si fa? c'è troppa legna al fuoco!E noi qui si andava lentamente meditando nuove sfide per curare lo spirito afflitto dalle sozzure del mondo! Mi ritiro nell'eremo a pregare...Dovrei invitare anche Alef, che ho capito avere preso...mala strada! MALA TEMPORA CURRUNT..soprattutto nelle isole;)
 
   
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AleF. il 08/03/09 alle 00:31 via WEB
Cara Kallida, ma se la tua intenzione è quella di togliermi dalla mala strada ... non credi sia inopportuno invitarmi in quell'eremo? E che scusa tiro fuori con mia moglie? Ci devo pensare, magari chiedo un consiglio alla Nic, a Bob, insomma a qualcuno.... Sulle "sozzure" del mondo... devo pensare pure a questo, ma più passa il tempo e più mi convinco che tutto è relativo, e che ognuno è bene che si crei un proprio metro per misurare le cose del mondo. E in ogni caso, nessuno di questi "metri" è migliore degli altri, è utile alla persona che lo ha elaborato, almeno finchè gli è effettivamente utile, poi lo può anche buttare e farsene uno nuovo. Del resto, tutti noi cambiamo, più o meno lentamente, più o meno profondamente, ma cambiamo e ... IL DIRUPO ne è una chiara dimostrazione, ecco perchè è un piacere leggerlo. Ringraziamo ancora Tuttiscrittori di questo spazio... Un salutone a tutti ... AleF.
 
     
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Nic il 08/03/09 alle 19:30 via WEB
Bella e utile riflessione AleF, quella sul metro personale, da usare e poi eventualmente buttare per cambiarlo con uno nuovo... possiamo chiamarlo anche "crescita"? Ciao :) Nic.
 
     
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AleF il 08/03/09 alle 21:36 via WEB
Si, possiamo chiamarlo anche crescita. AleF.
 
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AleF il 08/03/09 alle 00:22 via WEB
Kallida, Bob, bello davvero il vostro Dirupo. Devo ammettere che dalla collaborazione nascono cose davvero interessanti. Due commenti, uno riguarda lo stile e l’altro il tema. Sullo stile devo subito dire che mi è piaciuto, veloce, si legge bene, scivola e arriva alla fine senza accorgersene. Cosa importante, visto che in certi scritti si arranca anche dopo una decine di righe. Mi sono piaciute le parole scelte per bene nel descrivere il vissuto personale della protagonista. Per quanto riguarda il tema, devo dire che descrive perfettamente il mondo infinito di “storie” che si sviluppano parallelamente ai matrimoni. Storie che trovano terreno fertile nella non comunicazione fra le coppie, ma anche nella più comune voglia di cambiare, voglia di novità. Talvolta sono proprio queste “storie” che fanno sopravvivere, ma forse è più corretto dire “tirare avanti” matrimoni o comunque relazioni “spente” dal tempo, dalla routine o dall’educazione. AleF.
 
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AleF. il 08/03/09 alle 00:56 via WEB
.... Avanti, andiamocene da questo inferno… - Che dici? – urlò lui, continuando a dimenarsi sulla pista. - Ho detto andiamo via! - Ehi pupa, ma la serata è appena cominciata! Yhuhuuuu! Guarda, guardami! – e girando su se stesso accennò una mossetta alla Tony Manero. In fondo aveva la stessa camicia, lo stesso fascino e uno stile da fare invidia a tutti quei ragazzetti là intorno alla pista. Fermi a guardare non si capiva cosa… Quando lei si allontanò, lui non se ne accorse nemmeno. Il dj aveva appena cambiato musica e due acrobatiche biondine seminude avevano preso a lanciare coriandoli fosforescenti dall’alto di due trapezi agganciati al soffitto, tra le luci rosse verdi bianche e blu che inondavano la sala. “Quasi cinquanta, e non li dimostro!” – si trovò a pensare sudando, mentre continuava a sgambettare. Improvvisamente… Una ragazza perse la gonna davanti a lui, ma lui esaltato dal ballo non se ne accorse. La ragazza incrociò le braccia e si fermò in mezzo alla pista. Tutti gli altri si bloccarono all’improvviso, solo lui continuava a dimenarsi al suono della musica. - “Ma cosa devo fare? Togliermi anche il resto?”, gridò la ragazza sfiorando il bordo dei suoi slip. Lui si bloccò. La guardò con un sorriso e le disse: “Vattene, ho bisogno di tutto lo spazio”. Lei si chinò a tirar su la gonna e se ne andò. Tutti gli altri lo guardarono divertiti e all’unisono esplosero in un fragoroso applauso. Lui si esaltò ancora di più, guardò il DJ e gli gridò “Vai con i Village People, la notte è tutta mia”! Accadde molto più tardi, mentre era seduto su uno dei divanetti in fondo alla sala, un bicchiere in una mano, un fazzoletto per asciugare il sudore nell'altra, il fiato ancora grosso... Una voce alle sue spalle - sovrastando il frastuono della musica - gli urlò nell'orecchio: "Sei un bastardo, non dovevi ucciderla!" Sobbalzò e si voltò di scatto... “Quella zanzara mi stava pungendo”, rispose deciso alzando la spalla. La voce si spostò e lo raggiunse mentre stava ingurgitando quel cocktail rosa che ondeggiava nel bicchiere. “Non fare finta di niente. Quella non era una zanzara, era una ragazza in carne e ossa”. Lui si alzò in piedi e cercò di capire da dove provenisse quella voce. Il pubblico lo guardò in silenzio. Nessuno aveva il coraggio di ballare, ad eccezione di un nano, vestito tutto di bianco con un cappello a punta. Si avvicinò per capire chi fosse e per quale motivo continuasse a ballare malgrado la musica si fosse fermata. Lui si piegò per vederlo in faccia, ma una mano sulla sua spalla lo condusse a voltarsi. Era la ragazza di prima, completamente nuda con in mano delle caramelle, no… erano le pastiglie che aveva mescolate al cocktail prima di darglielo. Lei aveva fatto finta di morire, quindi. O forse quelle pastiglie non erano il veleno che lui credeva, o forse lei era in grado di resistere al veleno, o forse lui aveva sbagliato e quelle erano delle caramelle. La guardò, lì davanti a lui, completamente nuda… “Non male!”, pensò rallentando gli sguardi nei punti giusti. La musica riprese proprio in quell’istante e fu allora che il nano si tolse il cappello e …. LO riconobbe subito, era il Direttore del suo ufficio, che come ogni sera si sbizzarriva sulla pista sapendo di non farsi riconoscere e di potersi mimetizzarsi fra la gente. O almeno questo era quello che lui credeva. Lasciò il nano/direttore col cappello in mano al suo divertimento e si diresse verso l’uscita. Camminando velocemente percepì nell’aria un profumo. Si voltò e vide una ragazza meravigliosa. “Ciao, ma tu chi sei?”, le chiese senza nemmeno rendersi conto di averlo detto. Lei si avvicinò: “ Io sono AdillaK. Questa è la mia amica, la chiamano Cin. E tu, te ne stai andando proprio ora?”. Lui non seppe cosa rispondere. Guardò le due splendide creature e cercò un pretesto per giustificare il suo eventuale rientro in pista. “No, stavo venendo a bere. Posso offrirvi qualcosa?”. Fu proprio in quel momento che si avvicinò un ragazzo dai pettorali in vista, con gli occhi azzurri e lo sguardo da playboy. Le due ragazze lo guardarono estasiate, mentre lui passava lì vicino, non camminando, ma scivolando sul pavimento. Rimasero per un paio di istanti incerte, poi si decisero e si buttarono all’inseguimento di quel fusto, tanto irresistibile. Lui rimase al banco, con il barman che lo fissava, guardando il terzetto che si dimenava sulla pista. Da lontano si accorse che quel fustone stava ripetendo qualcosa. Lesse il labiale… “…BOB, MI CHIAMO BOB…”. A quel punto decise di lasciar perdere. La serata era da considerasi terminata. Si girò, lanciò un’ultima occhiata a quei tre nuovi amici e si diresse verso il guardaroba. Qui si fece consegnare la giacca, ma mentre se la infilava, si ritrovò ad incrociare lo sguardo con la bella mora dall’altra parte del banco. Per un attimo volle tentare qualcosa, dirle qualcosa, farle un sorriso, ma non se la sentì. Si sistemò la sciarpa, si alzò il bavero e si incamminò verso l’uscita, quando la voce della mora lo raggiunse:”Tutto solo, stasera?”.
 
 
BobSaintClair
BobSaintClair il 08/03/09 alle 15:29 via WEB
Mi sto proprio divertendo a leggere questa storia, che bella fantasia AleF :)
 
   
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Nic il 08/03/09 alle 19:48 via WEB
Bobbb!! che aspetti ad entrare in pista??
 
kallida
kallida il 08/03/09 alle 18:37 via WEB
Il dirupo comincia a manifestare i suoi deleteri effetti: siamo già ai "menage a trois"...ma il terzetto in questione non può accontentarsi solo del Bob, seppure quello che hai descritto sia..diciamo così..interessante...ma necessita di ulteriori sviluppi;) Dico bene amica Cin?
 
 
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Cin il 08/03/09 alle 19:39 via WEB
Cara amica Adillak... ne convengo :) Occorre approfondire... Nic, no cioè, Cin!
 
kallida
kallida il 08/03/09 alle 18:38 via WEB
Ecco il mio sassolino nella scarpa: ...Eppure lo sapevi, eri stato avvertito, ricordi? Te lo dissi quella volta a Portofino, il giorno del mio 24° compleanno, quando mi regalasti la Reflex. Ti dissi che odio le soprese, poiché non tengono mai conto dello stato d'animo della persona a cui vorresti farle, sono egoiste, biunivoche e pericolose. Ma tu hai voluto ripetere questo ingenuo gesto da innamorato. Hai deciso di affrontare un viaggio di duemila chilometri, e venirmi a trovare durante le vacanze solo per dimostrare il tuo innocente amore, ma inutilmente. Quando ti ho visto apparire a casa mia non so se fossi più irritata per la violazione della mia regola d'oro o perchè ormai non provavo più alcuna dolcezza per il fidanzato devoto. Ti ho lasciato qualche ora dopo, in quel polveroso campeggio, accasciato, piangente, disperato, e il tuo anello ancora in tasca, con la freddezza di un assassino. In verità, anch'io ho pianto, per molti giorni, soprattutto perchè sapevo di avere contaminato per sempre i tuoi futuri amori. Ancora oggi una parte del mio cuore piange per averti ferito, e in tutti questi anni ho sempre aspettato il mio castigo. So che prima o poi giungerà a ristabilire l'equilibrio e a liberarmi l'anima da questo peso. O forse la mia pena è proprio questa attesa, questa ansia che non consente al mio amore di esplodere interamente, per paura di soffrire. Io ero certa che la tua felicità sarebbe stata parziale insieme a me, non già lo credesti tu, ma voglio sperare che oggi, incontrandoti, tu mi ringrazieresti per essere lontano da te ancora una volta migliaia di chilometri...
 
 
kallida
kallida il 08/03/09 alle 18:46 via WEB
ERRATA CORRIGE: le soprese sono egoiste,univoche e pericolose.
 
 
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Nic il 08/03/09 alle 19:47 via WEB
Ci sono ferite che lasciano cicatrici indelebili, ma che col passare degli anni smettono di fare male, devono smettere... no? ciao :)
 
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AleF. il 08/03/09 alle 20:51 via WEB
Ma è anche vero che se si arriva a togliersi un sassolino dalla scarpa, vuol dire che non se ne ha più paura. E si ha anche il coraggio di tenerlo in mano per qualche secondo, tornare indietro nel tempo con la memoria e poi andare verso il futuro col cuore più libero e forte. Un salutone, AleF.
 
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AleF. il 08/03/09 alle 22:15 via WEB
.... Avanti, andiamocene da questo inferno… - Che dici? – urlò lui, continuando a dimenarsi sulla pista. - Ho detto andiamo via! - Ehi pupa, ma la serata è appena cominciata! Yhuhuuuu! Guarda, guardami! – e girando su se stesso accennò una mossetta alla Tony Manero. In fondo aveva la stessa camicia, lo stesso fascino e uno stile da fare invidia a tutti quei ragazzetti là intorno alla pista. Fermi a guardare non si capiva cosa… Quando lei si allontanò, lui non se ne accorse nemmeno. Il dj aveva appena cambiato musica e due acrobatiche biondine seminude avevano preso a lanciare coriandoli fosforescenti dall’alto di due trapezi agganciati al soffitto, tra le luci rosse verdi bianche e blu che inondavano la sala. “Quasi cinquanta, e non li dimostro!” – si trovò a pensare sudando, mentre continuava a sgambettare. Improvvisamente… Una ragazza perse la gonna davanti a lui, ma lui esaltato dal ballo non se ne accorse. La ragazza incrociò le braccia e si fermò in mezzo alla pista. Tutti gli altri si bloccarono all’improvviso, solo lui continuava a dimenarsi al suono della musica. - “Ma cosa devo fare? Togliermi anche il resto?”, gridò la ragazza sfiorando il bordo dei suoi slip. Lui si bloccò. La guardò con un sorriso e le disse: “Vattene, ho bisogno di tutto lo spazio”. Lei si chinò a tirar su la gonna e se ne andò. Tutti gli altri lo guardarono divertiti e all’unisono esplosero in un fragoroso applauso. Lui si esaltò ancora di più, guardò il DJ e gli gridò “Vai con i Village People, la notte è tutta mia”! Accadde molto più tardi, mentre era seduto su uno dei divanetti in fondo alla sala, un bicchiere in una mano, un fazzoletto per asciugare il sudore nell'altra, il fiato ancora grosso... Una voce alle sue spalle - sovrastando il frastuono della musica - gli urlò nell'orecchio: "Sei un bastardo, non dovevi ucciderla!" Sobbalzò e si voltò di scatto... “Quella zanzara mi stava pungendo”, rispose deciso alzando la spalla. La voce si spostò e lo raggiunse mentre stava ingurgitando quel cocktail rosa che ondeggiava nel bicchiere. “Non fare finta di niente. Quella non era una zanzara, era una ragazza in carne e ossa”. Lui si alzò in piedi e cercò di capire da dove provenisse quella voce. Il pubblico lo guardò in silenzio. Nessuno aveva il coraggio di ballare, ad eccezione di un nano, vestito tutto di bianco con un cappello a punta. Si avvicinò per capire chi fosse e per quale motivo continuasse a ballare malgrado la musica si fosse fermata. Lui si piegò per vederlo in faccia, ma una mano sulla sua spalla lo condusse a voltarsi. Era la ragazza di prima, completamente nuda con in mano delle caramelle, no… erano le pastiglie che aveva mescolate al cocktail prima di darglielo. Lei aveva fatto finta di morire, quindi. O forse quelle pastiglie non erano il veleno che lui credeva, o forse lei era in grado di resistere al veleno, o forse lui aveva sbagliato e quelle erano delle caramelle. La guardò, lì davanti a lui, completamente nuda… “Non male!”, pensò rallentando gli sguardi nei punti giusti. La musica riprese proprio in quell’istante e fu allora che il nano si tolse il cappello e …. LO riconobbe subito, era il Direttore del suo ufficio, che come ogni sera si sbizzarriva sulla pista sapendo di non farsi riconoscere e di potersi mimetizzarsi fra la gente. O almeno questo era quello che lui credeva. Lasciò il nano/direttore col cappello in mano al suo divertimento e si diresse verso l’uscita. Camminando velocemente percepì nell’aria un profumo. Si voltò e vide una ragazza meravigliosa. “Ciao, ma tu chi sei?”, le chiese senza nemmeno rendersi conto di averlo detto. Lei si avvicinò: “ Io sono AdillaK. Questa è la mia amica, la chiamano Cin. E tu, te ne stai andando proprio ora?”. Lui non seppe cosa rispondere. Guardò le due splendide creature e cercò un pretesto per giustificare il suo eventuale rientro in pista. “No, stavo venendo a bere. Posso offrirvi qualcosa?”. Fu proprio in quel momento che si avvicinò un ragazzo dai pettorali in vista, con gli occhi azzurri e lo sguardo da playboy. Le due ragazze lo guardarono estasiate, mentre lui passava lì vicino, non camminando, ma scivolando sul pavimento. Rimasero per un paio di istanti incerte, poi si decisero e si buttarono all’inseguimento di quel fusto, tanto irresistibile. Lui rimase al banco, con il barman che lo fissava, guardando il terzetto che si dimenava sulla pista. Da lontano si accorse che quel fustone stava ripetendo qualcosa. Lesse il labiale… “…BOB, MI CHIAMO BOB…”. A quel punto decise di lasciar perdere. La serata era da considerasi terminata. Si girò, lanciò un’ultima occhiata a quei tre nuovi amici e si diresse verso il guardaroba. Qui si fece consegnare la giacca, ma mentre se la infilava, si ritrovò ad incrociare lo sguardo con la bella mora dall’altra parte del banco. Per un attimo volle tentare qualcosa, dirle qualcosa, farle un sorriso, ma non se la sentì. Si sistemò la sciarpa, si alzò il bavero e si incamminò verso l’uscita, quando la voce della mora lo raggiunse:”Tutto solo, stasera?”. Si fermò, e senza voltarsi, alzò lo sguardo verso lo specchio che aveva alla sua destra. Su quella superficie lucida si rifletteva l’immagine di quell’insperata sorpresa. Volle dare una possibilità alla serata e con fare naturale, si girò verso di lei, rimasta immobile, con il seno in mostra fino a riempirgli gli occhi stralunati. “Si, stasera sono solo. E tu?” le domandò. Lei fece un paio di passi, gli si fermò davanti, lo accarezzò sulla guancia e poi lo baciò sulle labbra, con quel rossetto infuocato. “Piaciuto?”, gli chiese subito dopo, fissandolo negli occhi come una gatta in calore. “Abbastanza”, le rispose. Chissà perché lo disse, ma nel farlo una parte di lui si era terribilmente divertita, come se all’improvviso la sua anima infantile fosse apparsa solo per fare un dispetto. E tutto questo a quasi cinquanta anni!”, pensò. Per sentirsi più maturo, decise allora di riprendere in mano la situazione come avrebbe fatto un vero uomo, maturo e sicuro di sé. Afferrò la donna per i fianchi, le lanciò uno sguardo da predatore irresistibile e attaccò le sue labbra a quel rossetto che risplendeva di fantastici riflessi. Dimenticò dov’era, dimenticò la brutta serata, dimenticò AdillaK, Cin e quel Bob talmente fico da ripromettersi di chiedergli come riusciva a esserlo, malgrado il suo terribile segreto. Ma proprio nel momento in cui prese il coraggio di “approfondire” il bacio, una voce conosciuta, proveniente dal basso, lo distolse dall’eccitazione: “E’ un quarto d’ora che aspetto… posso avere il mio cappotto?.”.
 
 
kallida
kallida il 09/03/09 alle 15:03 via WEB
..ma non mi piace che la Cadillak, cioè la Adillak, esca di scena, facciamo così: lei ti invita ovviamente a fare un giro sulla sua convertibile rossa, che ne pensi? e poi, ti porta nella sua casa sulla scogliera e ti confessa che sta per morire e vuole passare l'ultima notte con te;)ih,ih
 
   
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AleF il 09/03/09 alle 16:40 via WEB
E chi dice che esce di scena? I personaggi della storia oramai sono autonomi, non li controllo più. Quindi non posso anticipare quello che faranno e non posso nemmeno tentare di condizionarli... Staremo a vedere. Ciao carissima. AleF. (Sulla scogliera....uhm, uhm...).
 
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Nic il 09/03/09 alle 18:31 via WEB
"Abbastanza". ahahahah! AleF, ma ricordi gli altri incipit da inserire? E davvero, guarda che Cin, Adillak e Bob stanno tramando qualcosa di agghiacciante secondo me... attento! Chissà che Cin non decida di intervenire in prima persona e sconvolgere i piani di Tony Manero... tremate tremate....
 
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AleF il 09/03/09 alle 23:30 via WEB
Il nano, trafelato, pallido come il vestito che indossava, si alzò sulla punte dei piedi e afferrò il cappotto che la bella mora era andata a recuperare e che gli aveva appoggiato sul bancone. Se ne andò senza dire nulla, lasciando un’insopportabile scia di sudore misto a colonia di qualità scadente. La donna gli tornò vicino sbattendogli il seno sul petto e scrutandolo con desiderio. “E io che credevo tu fossi uno a posto!”. La voce di Adillak lo raggiunse alle spalle. “Chi è questa?”, gli chiese con rabbia la mora squadrando la nuova arrivata. AdillaK lo afferrò per un braccio e lo trascinò via, ma la mora gli afferrò l’altro braccio e Tony Manero si ritrovò strappato dalle due femmine impazzite. “Lasciate stare quei due gemelli”, urlò Cin arrivata all’improvviso con una grossa bottiglia di Vodka al limone in mano, ondeggiando instabile sui tacchi delle sue bellissime scarpe rosse. AdillaK tirò più forte e riuscì a portarlo via mentre la mora afferrava la bottiglia di vodka e se la scolava sotto gli occhi pallati della Cin. Lui e AdillaK corsero verso l’uscita e mano nella mano si ritrovarono nel parcheggio. Una gelida nebbiolina avvolgeva ogni cosa nascondendo il viso del parcheggiatore che si era parato loro davanti con la visiera del cappello abbassata. “Vi posso essere utile?”, chiese tenendosi una sigaretta mezza consumata fra le labbra. AdillaK non lo degnò nemmeno di uno sguardo, quando Tony adocchiò una meravigliosa convertibile rossa. “Dai, rubiamola e fuggiamo via. Facciamo una pazzia, stasera”, disse con voce eccitata. Salirono a bordo. Tony armeggiò fra i fili per metterla in moto, ma lei esclamò: “Guarda, ho trovato le chiavi, che fortuna”. “Ma sei fantastica come ladra”, le disse lui pompando sull’acceleratore e innestando la prima. Partirono tagliando la nebbia in direzione della scogliera, percorrendo la statale 69 e ignorando l’umidità della notte. All’altezza del vecchio faro, si fermarono a guardare il mare e le poche stelle che brillavano a fatica nella nebbia in parte dissolta. “Tony… devo dirti una cosa”, gli sussurrò all’orecchio. “Dimmi tesoro”, le rispose lui stringendola a sé. “Io sono ammalata. Mi hanno dato un mese di vita e vorrei usare il tempo che mi resta per fare quello che non mai fatto prima.” Tony la guardò negli occhi e la baciò sulla fronte:”Questa sera non può finire come le altre”. AdillaK lo baciò con passione poi … “Dall’altra parte del faro, a picco sulla scogliera c’è la mia casa.” Lui tornò al volante:”Andiamo, stasera impazziremo assieme. Domattina, te lo garantisco ….. sarai guarita”.
 
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AleF il 10/03/09 alle 19:07 via WEB
Ma ci siete? O sono solo con Tony Manero? AleF
 
 
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gianfranco il 10/03/09 alle 19:55 via WEB
stai tranquillo che ci siamo... il Grande Fratello osserva, si diverte e non caccia il naso --- sto aspettando le prossime mosse e non credo proprio che Bob & c. se ne stiano buoni buoni a farsi mettere da parte da quel cialtrone di tonymanero ...e se fossi in lui mi preocuperei un po' di più del nanocapufficio, quella gente è vendicativa e molto ma molto cattiva, chissà che non sia stato proprio lui a mettergli alle calcagna qualcuno/a dei presunti amici e fatalone? mumble mumble, cogito ergo sugno... o sogno? adelante, gianfranco
 
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AleF il 11/03/09 alle 01:14 via WEB
Cin e la mora si guardarono l’un l’altra convinte di parlare con due persone ciascuna. “Ho la macchina … qui fuori.. andiamo tutte e quattro a prenderlo”, esclamò la Mora lanciando la bottiglia contro il soffitto. Sotto una pioggia di schegge di vetro corsero fuori. Qui vennero raggiunte dal parcheggiatore: “Vi posso essere utile?”, chiese guardandole con curiosità. Cin addocchiò la sua Porche e gridò:”Con la mia facciamo prima”. Partirono a razzo, prendendo la statale 68. Fu allora che Bob apparve all’uscita della discoteca: “Vi posso essere utile?”, gli chiese il parcheggiatore. “Ma scusi, parcheggiatore, non crede che avrebbe dovuto dirmi... Le posso essere utile?”, lo corresse. L’altro si alzò il cappello e si grattò la nuca: “Perché … non è giusto? Guarda che nessuno si è mai lamentato del mio servizio”. Bob sospirò spazientito:” Senta, intanto lei non può passare dal voi al tu, è un discorso di stile. O mi dal lei o mi dal tu, ma sicuramente non può darmi del voi. Sarebbe uno stile desueto. Mi spiace doverla invitare ad adattare il suo linguaggio al contesto, che diamine”. Il parcheggiatore continuò a grattarsi. “Ma perché io dovrei darti il lei e anche il tu? E io non sono desuto”. “Desueto, si dice DE SU E TO. Ha capito?”. ---------------- ------------------------------------------------------------------------ “Vieni, non aver paura. I gradini sono vecchi ma reggono”, gli disse Allikad. Tony respirò il profumo di salsedine, mentre lei accendeva il fuoco del caminetto. “E’ tanto tempo che non venivo qui. Quando ero bambina mi sedevo sul grande tappeto blu, ai piedi di mio padre e stavo ore e ore ad ascoltare le sue storie sui marinai e sui mostri marini”. Dicendolo, si distese sul pavimento gettando la testa all’indietro. Tony si avvicinò slacciandosi la camicia luccicante, stendendosi accanto a lei, osservando lì vicino una serie di bottiglie vuote, piatti sporchi, un paio di pentole incrostate e pensando che se il tappeto fosse stato ancora lì, sarebbe stato molto meglio. Allikad tirò su la testa e lo accarezzò: “L’ultima notte, è la mia ultima notte… fammi sognare”. -------------------------------------------------------------------------------------------------- “Attenta alla curva … Cin, fermati …. guido io…” le gridò la mora terrorizzata. “Non vi preoccupate… state tranquille … sono una ottima guidatrice”, rispose concentrata sulla strada. All’altezza di un ponte videro qualcosa. Cin riuscì a frenare all’ultimo momento. I fari della macchina si piantarono sulla faccia di un uomo terrorizzato, immobile al centro della carreggiata, con un sacco sulle spalle e un colbacco sulla testa. Cin abbassò il finestrino e mise fuori la testa:”Ma sei impazzito?”, gli gridò. Quello si avvicinò al finestrino: “Buona seronski, io Naig Narcof … venire da Grande Russia”. Cin scosse la testa: “Ti sei perso?” Lui chinò il capo per meglio vederla:”Da, io perso. Venire da Grande Russia”. La mora si inclinò per guardarlo: “Ti diamo un passaggio, abbiamo posto”. Cin la guardò sorpresa: “Guarda che questa macchina non può portare più di quattro persone. Comunque… va bene. Dai, … Naghi Narfoc… sali”. Il russo si sistemò dietro ponendosi accanto il sacco e mettendosi sulle ginocchia il colbacco:”Io Naig Narcof… no Naghi Narfoc …”. Cin ripartì senza aggiungere altro. La mora invece, incuriosita dall’ospite, si voltò verso di lui:”Stiamo andando a prendere un amico. La casa più vicina è quella vecchia villa sulla scogliera. So che una volta ci viveva il comandante di una petroliera e la sua famiglia. Ma pare che tutta la famiglia sia annegata in un naufragio al largo del Triangolo delle Bermude”. Naig Narcof scosse la testa: “Io conoscere villonsky … conoscere bene. Stato lì due giorni poi scappato… mangiato tutto mangiare e poi via, via … scappare con buio …”. La mora sorrise:”Bene, meglio così… quando arriviamo là….”, “No… no… questa essere strada sbagliata ”, la interruppe preoccupato.
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 11/03/09 alle 08:28 via WEB
ahahah! AleF, la verità credo sia semplice: nessuno ha il coraggio di interrompere o deviare questo dvertente e irrefrenabile flusso di creatività, compresa la sottoscritta... anche se la tentazione è forte :) Ma tu continua, anche se non troppo tranquillamente... Cin potrebbe avere in serbo qualche sorpresa! (quando meno te lo aspetti...) ciao! Nic
 
kallida
kallida il 11/03/09 alle 14:25 via WEB
Ha ragione Nic, caro Alef, è troppo divertente questo tuo racconto, non ho il coraggio di intervenire se non come moribonda, almeno fammi ricordare questa notte per sempre....ah,ah
 
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Nic il 11/03/09 alle 15:05 via WEB
... la interruppe preoccupato.
"Stai zitto" gli ordinò imperiosamente Cin, sappiamo quello che facciamo! Naig il russo non aggiunse altro, tirò fuori la bottiglia di vodka e la scolò d'un fiato, cominciando poi a borbottare in una lingua incomprensibile...
Una brusca frenata di Cin segnalò la fine del viaggio: erano arrivati, erano ai piedi della scogliera, che incombeva sopra di loro. "Dov'è la casa"? si chiese Cin a voce alta. "Da qui non si vede, dobbiamo girare dietro il promontorio, andiamo. Presto", disse la mora, decisa.
"E lui? il russo?"
"Ma lascialo perdere, non vedi come se la dorme? E'imbottito di vodka e di chissà cos'altro!".
Il tempo stava cambiando, una pioggia leggera cominciava a bagnare il viso delle due ragazze che procedevano nell'oscurità verso il promontorio. Ad un tratto Cin si fermò, fulminata da un pensiero. Si voltò verso la mora e prendendola per un braccio: "Come facevi a sapere che la casa è dietro il promontorio? Ma tu chi sei?"
"Troppe domande, Cin. Ma ti dico una cosa, una sola. Il mio nome... il mio nome è Tap! E quello... quello è mio marito." Poi non seppe resistere e continuò: "E' impazzito, dal giorno del suo compleanno, credo. Non mi riconosce nemmeno più e bisogna ..." Tacque. Non piangeva, non sembrava arrabbiata... era strana.
Cin rimase di ghiaccio. Senza parlare ripresero a camminare insieme, più lentamente, ognuna immersa nei propri pensieri.
Nessuna delle due si accorse di uno sguardo, uno sguardo minaccioso. Lo sguardo di una figura avvolta dall'oscurità come da un impenetrabile mantello... lo sguardo di Bob.

spero di non avere rovinato i tuoi piani AleF ... ma non potevo più resistereee! ciao!! Nic.
 
BobSaintClair
BobSaintClair il 11/03/09 alle 17:55 via WEB
Troppo bello...dai..dai..daiiiii -_*
 
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AleF il 11/03/09 alle 23:49 via WEB
“Ma lei è sicuro … o forse dovevo dire tu.. insomma… che diavolo siamo venuti a fare fin qui?”. Bob fece cenno al parcheggiatore di fare silenzio. “Non possiamo farci scoprire, ho una missione da compiere”. Il parcheggiatore si tirò su il bavero:”Ma guarda adesso ‘sto matto. Venire fin qui, adesso, a prendere pioggia e freddo, pioggia, freddo e ancora pioggia e freddo … io avevo un lavoro prima di incontrarti e adesso cosa farò sotto sta pioggia e con il vento e il freddo? E adesso? “. Bob lo zittì di nuovo, tirando fuori dalla tasca un vocabolario dei sinonimi e dei contrari. “Prendi questo, te lo regalo, ma veda di piantarla”. Nel dirlo si accorse di aver sbagliato, ma rimase in silenzio, contando sul fatto che l’altro non si sarebbe accorto dell’errore. Il parcheggiatore si accoccolò nel suo bavero, si accese una sigaretta e sbuffò una lunga nuvola di fumo che svanì nella pioggia leggera: “Me ne sono accorto, non sono mica scemo!” gli disse sottovoce. “Kallida….dal primo momento…”, le labbra della donna si appiccicarono alle sue, mentre il suo corpo si animò di un’impazienza che lo sconvolse e lo eccitò allo stesso tempo. Sentì la propria mano scivolare alla ricerca del gancetto del reggiseno. L’indice e il pollice si misero d’accordo per farlo saltare come una molla pronta a liberare l’acqua che la diga aveva trattenuto per troppo tempo. Si abbracciarono presi dalla passione. “Ma non avevi detto che era dietro il promontorio?”, le chiese Cin. Tap si fermò, mise la mano nella tasca e tirò fuori una pistola: “Si, prendendo questo sentiero si arriva al promontorio…mancano pochi minuti… Cin, non credevo di poter contare su di te, ma io non posso più sopportare mio marito, con i suoi tradimenti, con la sua mania di andare a ballare e fare il figo con le ragazzine. Non so più cosa fare per conquistarlo. Stavolta mi ero travestita da guardarobiera. Voglio finirla”, nel dirlo, le consegnò l’arma, poi rimise la mano in tasca e ne tirò fuori un’altra: “Dovrai aiutarmi, uccidiamoli tutti e due e facciamola finita”. Cin, con la pistola impugnata davanti al petto, la guardò sconvolta, ma alla fine decise: “Ti aiuterò, non temere. Andiamo e ammazziamoli, quei due porci”. “Dove essere voi?”, gridò Naig, il russo. Sceso dalla macchina, barcollò per qualche secondo, si mise il sacco sulla spalle e si avviò, per poi tornare, insicuro sulle gambe, a prendere il colbacco. “Dove essere voi, dove essere voi?”, continuò a gridare prendendo una stradina in salita comparsa di ghiaia immersa in una sottile fanghiglia. Ad un certo punto gli sembrò di vedere qualcosa di bianco davanti a lui. “Chi essere lì?”, domandò a voce alta cercando di mettere a fuoco quell’immagine. Avvertì una strana puzza di sudore mescolata a colonia. “Cosa essere questo fetore?”, gridò ancora verso la figura che riusciva a malapena ad intravedere. “Mi aiuti… ho la macchina in panne”. Il nano, con la faccia sporca ed il vestito macchiato, si avvicinò. Naig lo fissò chinandosi per vederlo meglio. “Avere macchina per fare panna?”, gli chiese. Il nano incrociò le braccia: “Ma guarda se dovevo incontrare un immigrato ubriaco che non capisce niente”. Naig inclinò la testa con lo sguardo minaccioso: “Sentire nanoski, io stato campione di pugilato …stare attento che faccio nanoski ancora più nanoski”. Il nano sorrise, si voltò e scomparve dalla sua vista. Naig continuò a camminare, fermandosi a tratti per evitare di rovinare a terra. Passò sotto un abete presso il quale volle soffermarsi a riposare. Si sedette e appoggiò la schiena sul tronco del grande albero. In pochi secondi si addormentò. Ma nel buio del bosco una figura bianca si materializzò a pochi metri da lui. Il nano lo guardò, lì, addormentato, in sua balia. Gli sfilò le scarpe che buttò nell’erba, gli tolse il colbacco e gli strappò dalle mani il sacco. Quindi si dileguò.
 
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AleF il 11/03/09 alle 23:53 via WEB
“Ma lei è sicuro … o forse dovevo dire tu.. insomma… che diavolo siamo venuti a fare fin qui?”. Bob fece cenno al parcheggiatore di fare silenzio. “Non possiamo farci scoprire, ho una missione da compiere”. Il parcheggiatore si tirò su il bavero:”Ma guarda adesso ‘sto matto. Venire fin qui, adesso, a prendere pioggia e freddo, pioggia, freddo e ancora pioggia e freddo … io avevo un lavoro prima di incontrarti e adesso cosa farò sotto sta pioggia e con il vento e il freddo? E adesso? “. Bob lo zittì di nuovo, tirando fuori dalla tasca un vocabolario dei sinonimi e dei contrari. “Prendi questo, te lo regalo, ma veda di piantarla”. Nel dirlo si accorse di aver sbagliato, ma rimase in silenzio, contando sul fatto che l’altro non si sarebbe accorto dell’errore. Il parcheggiatore si accoccolò nel suo bavero, si accese una sigaretta e sbuffò una lunga nuvola di fumo che svanì nella pioggia leggera: “Me ne sono accorto, non sono mica scemo!” gli disse sottovoce. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------- “Kallida….dal primo momento…”, le labbra della donna si appiccicarono alle sue, mentre il suo corpo si animò di un’impazienza che lo sconvolse e lo eccitò allo stesso tempo. Sentì la propria mano scivolare alla ricerca del gancetto del reggiseno. L’indice e il pollice si misero d’accordo per farlo saltare come una molla pronta a liberare l’acqua che la diga aveva trattenuto per troppo tempo. Si abbracciarono presi dalla passione. -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- “Ma non avevi detto che era dietro il promontorio?”, le chiese Cin. Tap si fermò, mise la mano nella tasca e tirò fuori una pistola: “Si, prendendo questo sentiero si arriva al promontorio…mancano pochi minuti… Cin, non credevo di poter contare su di te, ma io non posso più sopportare mio marito, con i suoi tradimenti, con la sua mania di andare a ballare e fare il figo con le ragazzine. Voglio finirla”, nel dirlo, le consegnò l’arma, poi rimise la mano in tasca e ne tirò fuori un’altra: “Dovrai aiutarmi, uccidiamoli tutti e due e facciamola finita”. Cin, con la pistola impugnata davanti al petto, la guardò sconvolta, ma alla fine decise: “Ti aiuterò, non temere. Andiamo e ammazziamoli, quei due porci”. ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- “Dove essere voi?”, gridò Naig, il russo. Sceso dalla macchina, barcollò per qualche secondo, si mise il sacco sulla spalle e si avviò, per poi tornare, insicuro sulle gambe, a prendere il colbacco. “Dove essere voi, dove essere voi?”, continuò a gridare prendendo una stradina in salita comparsa di ghiaia immersa in una sottile fanghiglia. Ad un certo punto gli sembrò di vedere qualcosa di bianco davanti a lui. “Chi essere lì?”, domandò a voce alta cercando di mettere a fuoco quell’immagine. Avvertì una strana puzza di sudore mescolata a colonia. “Cosa essere questo fetore?”, gridò ancora verso la figura che riusciva a malapena ad intravedere. “Mi aiuti… ho la macchina in panne”. Il nano, con la faccia sporca ed il vestito macchiato, si avvicinò. Naig lo fissò chinandosi per vederlo meglio. “Avere macchina per fare panna?”, gli chiese. Il nano incrociò le braccia: “Ma guarda se dovevo incontrare un immigrato ubriaco che non capisce niente”. Naig inclinò la testa con lo sguardo minaccioso: “Sentire nanoski, io stato campione di pugilato …stare attento che faccio nanoski ancora più nanoski”. Il nano sorrise, si voltò e scomparve dalla sua vista. Naig continuò a camminare, fermandosi a tratti per evitare di rovinare a terra. Passò sotto un grande abete presso il quale volle soffermarsi a riposare. Si sedette e appoggiò la schiena sul tronco del grande albero. In pochi secondi si addormentò. Ma nel buio del bosco una figura bianca si materializzò a pochi metri da lui. Il nano lo guardò, lì, addormentato, in sua balia. Gli sfilò le scarpe che buttò nell’erba, gli tolse il colbacco e gli strappò dalle mani il sacco. Quindi si dileguò.
 
BobSaintClair
BobSaintClair il 12/03/09 alle 12:54 via WEB
Love on line. Bella la forma del dialogo usata per questo micro raccontino, sbrigativa, immediata, classica la doccia fredda finale...ci si poteva aspettare un qualcosina di più.... anche perchè il buon AleF, ci sta dimostrando doti di immaginazione sfrenata, nel raccontino in corso di scrittura cui tutti siamo invitati a partecipare...;) Ciao!
 
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AleF il 12/03/09 alle 13:57 via WEB
Tony la prese per i fianchi, ma lei assunse un’aria seria. “Che c’è?”, le chiese scostandole i capelli. Adillak scosse la testa guardandolo negli occhi: “Chissà quante altre volte ti sarà capitato di sbagliare”. Tony non capì: “Sbagliare cosa?”. Lei lo allontanò da sé con la mano e incrociò le braccia: “Almeno stai attento… ad una donna non piace essere chiamata col nome di un’altra. Chi è sta Kallida? Lo so che te la spassi con una diversa ogni sera, ma almeno non farmelo capire… che stupido che sei, hai rovinato tutto”. Si alzò in piedi chiudendosi la camicetta e andando davanti al fuoco. La luce delle fiamme le rischiarono il volto corrucciato. Tony rimase per qualche secondo sul pavimento, poi le si avvicinò… “Scusami, ho fatto una stupidaggine …ma … è che sei così bella da confondermi la testa”. Lei lo guardò con un sorriso: “Si, hai ragione… lasciamo perdere….baciami…”.
 
kallida
kallida il 12/03/09 alle 14:50 via WEB
...si scambiarono un lungo e appassionato bacio, le onde si infrangevano sulla scogliera con lo stesso impeto con cui ora le mani di Tony si addentravano nella camicetta sbottonata della ragazza triste. All'improvviso lei aprì gli occhi e vide oltre le spalle del suo focoso compagno, i due occhi più gelidi che avesse mai visto, un'ombra avvolta in cupo mantello la fissava. Un luccichio metallico sporgeva dal nero della figura e uno sparo silenzioso le trafisse il cranio. Tony fu colpito dal fiotto caldo di sangue di Adillak, che ormai esamine giaceva sul pavimento, non più immacolato, si voltò e nello steso istante sentii un voce calda e familiare provenire dalla stanza accanto."Tap, amore mio, sei qui?" disse, avvicinandosi alla porta..
 
 
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Nic il 12/03/09 alle 19:14 via WEB
(Gulp! colpo di scena....)
 
   
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AleF il 12/03/09 alle 21:04 via WEB
Direi un colpo di pistola!!!!!
 
kallida
kallida il 13/03/09 alle 13:16 via WEB
Allora degna sepoltura a sta povera Adillak, la vogliamo dare?????
 
 
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Tony Manero il 13/03/09 alle 13:47 via WEB
Non ti preoccupare, ci penso io. Tony Manero.
 
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AleF il 14/03/09 alle 00:39 via WEB
Tony entrò nella stanza e vide Tap e accanto a lei Cin, entrambe con la pistole in mano. “Ma cosa avete fatto?” chiese con un filo di voce. Tap gli si avvicinò: “Non abbiamo fatto niente, idiota che non sei altro. Qualcun altro ha sparato. E chiunque sia stato, è ancora qui attorno e potrebbe sparare di nuovo. E ora andiamocene, altrimenti ti ammazzo io”. Cin li guardò incredula: “Ma voi non eravate felici? Perché vi siete ridotti a fare queste cose?”. Tap sospirò: “Lasciamo stare. Andiamo via, questo posto mi fa venire i brividi”. Tony si voltò verso il corpo di Adillak rimasto sul pavimento in un’orrenda macchia di sangue: “E lei? Non possiamo lasciarla lì. Ho promesso di darle una sepoltura”. Cin si fermò davanti al cadavere: “Lascia stare. Questa casa è disabitata da tanto tempo, nessuno se ne accorgerà”. Tony si inginocchiò sulla povera Adillak, le prese la mano e la strinse: “Povera ragazza. Voleva solo trascorrere un’ultima notte di follia, diceva di essere ammalata”. “Hei, guardate qui”, esclamò Cin dall’altra parte della stanza. I tre si voltarono scoprendo che sulla parete c’era una cassaforte aperta. Si avvicinarono. Era completamente vuota, a parte un foglio piegato in due. Cin lo prese e lo aprì: “ E’ un elenco di date. Dice che dal 1980 al 1999 sono stati scritti dei diari, uno per ciascun anno. Dice anche che ….”, si interruppe, continuando a leggere in silenzio con gli occhi sbarrati. “Che cosa dice?”, le chiese Tap. Cin alzò la testa: “In quei diari c’erano le informazioni per trovare … un tesoro, su un’isola che si può vedere dal promontorio al mattino, quando sorge il sole”. Tony si guardò attorno: “Chissà dove sono andati a finire quei diari. Chiunque può essere passato qui e aver scassinato la cassaforte”. Cin si ricordò del suo passato, di quando frequentò la scuola di polizia investigativa, quel maledetto corso dal quale venne mandata via per … preferì non ricordare quelle cose … : “Ragazzi, io credo di avere un’idea su chi potrebbe essere stato …”. Tap la guardò in faccia: “E noi gli abbiamo dato anche un passaggio”. I tre scattarono fuori dalla casa, si precipitarono lungo i vecchi gradini consumati della villa e sotto la pioggerellina sottile che continuava a cadere, raggiunsero la macchina di Cin, la quale suggerì: “Non sarà difficile prendere quel sacco … il russo sarà sicuramente ancora ubriaco … ragazzi … domani a quest’ora potremmo essere tutti e tre ricchissimi da far schifo”. -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Il Parcheggiatore si accese l’ennesima sigaretta: “Lo sapeva che ci sono tanti modi per dire morto? Cadavere, corpo senza vita, corpo inanimato …”. Bob tirò fuori dalla tasca una cordella metrica e prese a prendere le misure della ragazza: “Piantala con quel dizionario e dammi una mano. Lo vuoi oppure no questo lavoro?”, lo rimproverò. Il parcheggiatore prese un’estremità della cordella e la avvicinò ad uno dei piedi: “Certo che in questo modo non avrà mai problemi per trovare clienti. Che idea fantastica … invece che aspettare di essere chiamato, lei che fa? Se li trova da solo i clienti? Anzi, se li procura. Ma, scusi una curiosità … chi pagherà per il suo funerale?”. Bob tirò fuori il suo taccuino e segnò dei numeri: “Te l’ho già spiegato … basta cercare i parenti e il gioco è fatto”. Il parcheggiatore si rialzò in piedi: “Ma allora tanto valeva ucciderli tutti e quattro”. Bob sorrise con ironia: “ Non capisci proprio niente di affari. Uno alla volta, uno alla volta … mai fare troppe cose insieme. E poi, la notte è ancora lunga … dove vuoi che scappino?”. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Suo padre, con il suo solito vestito grigio era entrato nella salotto con un’aria particolarmente triste. Lo guardò e gli disse: “Naig, figliolo mio, io non ti ho insegnato a comportarti in questo modo. Rubare è la cosa peggiore che un uomo possa fare. Sii uomo e rendimi orgoglioso di mio figlio”. La figura di suo padre svanì, mentre un’aria gelida lo investì. Sentì i piedi gelidi, umidi e doloranti … sempre più freddi e insensibili da non riuscire a muoverli. Fu allora che aprì gli occhi e si accorse di aver sognato. Vide di non avere più le scarpe, mentre le parole di suo padre gli echeggiavano ancora attorno :”Rubare è la cosa peggiore che un uomo possa fare ….”. Si alzò in piedi, percependo la terra fredda sotto di sé e con orgoglio decise di riportare indietro il sacco con quei libri che aveva portato via.
 
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AleF il 15/03/09 alle 23:51 via WEB
“Potrebbe essere andato dovunque”, esclamò Tap legandosi la cintura. “No, vedrai che lo troviamo da queste parti, un ubriaco non va tanto lontano”, disse Cin sterzando a destra e sinistra oltre la base del promontorio”. Scrutando fuori dal finestrino, Tony notò una figura che ondeggiava nel buio, come se si stesse guardando attorno alla ricerca di qualcosa: “E’ lui, eccolo lì”. Cin frenò all’improvviso. Scesero tutti e tre verso quella figura che stava girando attorno. Non avendo le scarpe si spostava misurando con prudenza dove metteva i piedi. Lo raggiunsero e lo circondarono: “Dove sono i libri?”, gli urlò Tony afferrandolo per il bavero. Cin si avvicinò: “Naig, guarda che quest’uomo è pazzo e ti ucciderebbe. Ti conviene dirlo subito, altrimenti non so cosa potrebbe farti”. Il russo li guardò disorientato: “Non sapere niente …”. Cin gli prese un braccio: “Vuoi proprio che ti lasci dieci minuti con questo pazzo? Lui ama ballare la disco dance sullo stomaco di chi interroga. Allora … ce lo dici?”. Il russo deglutì a fatica: “Ve bene, io dirvi tutto, ma non sapere dove andato mio saccoski. Mio saccoski svanito, io non sapere”. Cin trascinò in disparte i due amanti: “Avete visto? Ha funzionato la solita tecnica del poliziotto buono e di quello cattivo. L’ho imparata in Accademia. Adesso dobbiamo capire chi può averglielo preso”. Cin si spostò ancora vicino al russo: “Hai visto nessuno? Hai incontrato qualcuno. Insomma, qualche sospetto?”. Il russo scosse la testa: “Io addormentato sotto albero, quando sveglio saccoski sparito. Io volevo riportare in villa … mio padre detto in sogno …”. Cin si voltò dall’altra parte: “Torniamo alla macchina!”. Il russo alzò la testa: “La macchina … incontrato piccolo uomo vestito di bianco con macchina per fare panna”. I tre si guardarono con un sorriso, poi Tony ebbe un’intuizione: “Il mio direttore, l’unico che mi viene in mente. Che dite?”. Cin si sfiorò il mento: “Dobbiamo trovarlo. Trovato lui, riusciamo a chiudere questa faccenda. Dove diavolo può essere? Di sicuro avrà controllato il contenuto del sacco, e avendo visto che erano libri avrà avuto l’istinto di vedere che cosa c’era scritto. Quindi ha bisogno di luce, pertanto “. Tap fece un passo avanti: “Ma che senso ha che uno abbia una macchina della panna?” chiese ad alta voce. Tony annuì: “Forse il mio direttore ama a tal punto il bianco da amare anche la panna, mi sembra l’ipotesi più plausibile”. Naig cominciò a prendere a pugni un albero per sfogare la sua rabbia sapendo di dover sopportare la vergogna per il resto della vita. Cin gli si avvicinò: “Lascia stare quel povero albero. Spiegaci invece dove lo hai incontrato. Ho una mezza idea … forse non era panna, ma qualcosa di simile, avanti … aiutaci”. “Mi scusi, ma che facciamo adesso?”, chiese il parcheggiatore appoggiandosi allo stipite della porta della villa. “Adesso devo pensare”, gli rispose Bob in modo secco gonfiando il suo petto ed ostentando la sua esuberanza. “Vediamo un po’, … dunque … pesare, penare, ah, ecco … pensare, … ragionare, riflettere, meditare, ponderare …”. Chiuse il dizionario, lasciando l’indice nella pagina consultata. “Lo sa che da quando sto con lei ho imparato molte parole nuove?”. Bob lo guardò sgonfiandosi lentamente: “Fra un po’ scendiamo e andiamo alla ricerca di quei tre. Metti via quel dizionario, comincio a essere stanco di questa storia delle parole. Era meglio avere un aiutante muto”. ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- I tre, accompagnati dal russo, trovarono la macchina del nano ai margini della strada. Lui era per terra, davanti ai fari accesi con in mano uno di quei libri. “Lo avevo intuito, ragazzi. Lo sapevo che non era panna, ma panne. Era con la macchina in panne. E infatti eccolo là che sta leggendo i libri”. Tony annuì: “Prendiamolo e portiamogli via i libri”. Cin tornò a sfiorarsi il mento: “No, lasciamo fare. Lui ha cominciato prima di noi a leggere. Noi dovremmo ricominciare da capo. Lasciamolo fare, sarà lui a portarci dal tesoro. Noi lo seguiamo e poi al momento opportuno …”. “Mi sembra una buona idea”, commentò Tap. “Ma se poi non andasse subito a cercare il tesoro, potrebbe farlo domani o fra un mese?”, continuò la mora. Tony sorrise: “Si vede che non conoscete quell’uomo. Per un tesoro darebbe l’anima. No, Cin ha ragione, lui ci porterà al punto giusto, quindi aspettiamo e seguiamolo”.
 
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AleF il 16/03/09 alle 11:30 via WEB
Il nano trascorse altre due ore alla luce dei fari della sua automobile, quando all’improvviso si alzò in piedi e buttò da una parte tutti i diari facendone un cumulo. Entrò nella macchina e spense i fari, poi tornò fuori e si chinò. Un chiarore sempre maggiore lo avvolse. Aveva dato fuoco ai libri e se stava lì davanti, immobile a guardare le fiamme che pungevano la notte circondate dal fumo che ondeggiava qua e là con incerte spirali che risalivano verso l’alto. “Ve lo avevo detto che è uno di quelli che vuole tutto per sé”, disse sottovoce Tony rimanendo nascosto dietro il cespuglio dove erano rimasti. “Fra un po’ arriva l’alba, quindi sicuramente si appresterà a muoversi e noi lo seguiremo. Lasciamogli fare il lavoro e noi ci prenderemo i frutti”. Il russo si appoggiò le mani sul viso: “E’ tutta colpa mia. Se non avere rubato quei libri, ora non …”, “Piantala”, lo interruppe Tap. “Se non avessi preso quei libri non potremmo diventare ricchi e poi, anche tu potrai diventare ricco. Non ti piacerebbe …, ma vuoi finirla di guardarmi le tette?”. Il russo distolse lo sguardo: “Scusa signora, ma sa… noi emigranti … mancare amore”. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- “Mi chiedo chi è quell’idiota che fa un fuoco di notte e sta là a guardarselo”, chiese il parcheggiatore acquattato nell’erba. Bob fece un respiro profondo: “Potrebbe invece essere un affare. Vendo una bara piccola col prezzo intero, risparmio legno e il tessuto per la tappezzeria interna. Un vero affare”. Il parcheggiatore si grattò la testa e tirò fuori il dizionario: “Chissà se esistono altri modi per dire affare, vediamo … “. Bob gli strappò il libro dalle mani: “E basta con sto dizionario. Adesso lo tengo io. Te lo darò alla fine di questa storia. Concentriamoci sul lavoro… hei, il nanerottolo se ne sta andando … quasi quasi gli sparo adesso e la facciamo finita .. e poi con calma troviamo gli altri. Si, ammazziamolo e facciamo sto affare”.
 
 
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tuttiscrittori il 16/03/09 alle 16:27 via WEB
AleF, stiamo aspettando con impazienza la conclusione di questa avventura... ma che sorprendente fantasia :)))
(chi l'avrebbe mai sospettato?)
poi bisognerà rileggerlo tutto per vedere se è rimasto qualche filo appeso strada facendo e... farne qualcosa, vedremo vedremo... ciao! Nic.
 
   
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AleF il 16/03/09 alle 21:46 via WEB
Sta finendo, sta finendo... qualche puntatatina e termina ... mi mancheranno quei personaggi, lo sento già. AleF.
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 17/03/09 alle 18:38 via WEB
Attento AleF, non vorrei che Bob ti chiedesse un risarcimento danni.... Nic.
 
     
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AleF il 17/03/09 alle 21:51 via WEB
Alla fine della storia ve la vedrete con Tony Manero. Io non c'entro. AleF.
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 19/03/09 alle 14:44 via WEB
Che fine ha fatto Tony Manero?? Nic.
 
     
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AleF il 19/03/09 alle 19:34 via WEB
Arriva, arriva. E' un po' stanco, ma arriva.
 
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AleF il 20/03/09 alle 09:15 via WEB
Bob puntò la pistola verso il nano, ma non riuscì a prendere bene la mira: “E’ così piccolo che … non riesco a vedere dov’è”. Il parcheggiatore lo guardò senza dire nulla, regalandogli tuttavia un mezzo sorriso. Nel frattempo il nano se la svignò andando verso il promontorio e alla tenue luce del primo albeggiare si sedette a terra come a pregare per il nuovo giorno. I due lo seguirono: “Ma che sta combinando adesso?” chiese Bob con la pistola ancora in mano. “Si è seduto per farsi più piccolo. Infatti da seduto diventa un bersaglio ancora più piccolo e quindi…”, “E finiscila con queste idiozie”, lo interruppe Bob. -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- “Che cosa facciamo? Non riesco a capire che ci fanno qui Bob e il parcheggiatore”, chiese Cin agli altri. Tap si appoggiò ad un albero: “Quel Bob è strano, prima sembra un ballerino provetto e poi, te lo trovi di notte, in compagnia di quel tipo del parcheggio. E se invece … quei due …si, insomma… potrebbe essere ...”. Cin la guardò con ironia: “Ma cosa stai dicendo? Guarda che Bob non è mica …”. Tony sospirò infastidito: “Va bene, va bene. Lasciamo stare quel Bob. Decidiamo invece che cosa fare, fra un po’ arriva l’alba e il nano potrà riconoscere l’isola del tesoro. Qui ci vuole un’idea”. Il russo si pose davanti agli altri con coraggio: “Io essere responsabile di tutto questo. Ora vado a parlare con quei due ….”.
 
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Dalmo il 21/03/09 alle 16:22 via WEB
Canestro, palla.

TUM TUM TUM
il pallone rimbalza sul parquet Joe fissa il canestro pubblico assente niente urla né tanfo di sudore dov’è l’arbitro?
TUM TUM
il pallone rotola sul parquet Joe fissa il canestro c’è un uomo appeso tiene le budella strette nella mano sinistra e fissa Joe che fissa il canestro dov’è l’assassino?
SLIIII
il pallone si ferma contro lo zoccolo del muro silenzio Joe fissa la pozza di sangue odore di marcio un cadavere è appeso al muro dov’è la morte?
FUUUU
sbuffa Joe volevo giocare a basket qualche tiro in santa pace il killer sbuca dall’unica porta esistente fissa Joe e fissa il canestro ne hanno messo soltanto uno
CIAK
calpestio di scarpe nel sangue bisturi alla gola di Joe schizzi sulla parete bianca
TUM TUM TUM
il pallone rimbalza sul parquet l’assassino è felice impronte rosse sul muro il cuore di Joe è tra le mani dell’assassino l’assassino fissa il canestro tiro punto! il pubblico esulta.

 
 
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AleF. il 23/03/09 alle 12:39 via WEB
Mi piace il ritmo e i TUM TUM TUM descrivono bene il rumore del pallone da basket sul pavimento. Faccio qualche difficoltà nei passaggi a ricreare nella mia testa le immagini che desideri trasmettere. Ma forse sono io un tantino anziano e ho bisogno di più parole. Ciao Dalmo. AleF.
 
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AleF il 22/03/09 alle 18:22 via WEB
Bob vide con la coda dell’occhio la figura del russo uscire dai cespugli di rosmarino e avanzare verso di lui con le mani alzate: “Ascoltare me, prego. Ascoltare me, prego”, ripeté camminando velocemente. Bob lo inquadrò in un istante classificandolo per tipologia di bara e di importo guadagnabile, puntò la pistola e sparò. Il russo stramazzò a terra. “Con questo ci faccio un bel po’ di soldi”, esclamò Bob soddisfatto rimettendo l’arma nella tasca dei pantaloni. “Ma com’è che quando c’è da lavorare dobbiamo farlo assieme e quando invece c’è da guadagnare … la cosa riguarda solo lei?”, chiese il parcheggiatore chinandosi a prendere le misure del cadavere. Bob non rispose, sognò sé stesso con una Ferrari nuova fiammante e respirò profondamente. ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Il nano si alzò lentamente in piedi, si mise la mano sulla fronte per non farsi accecare e rimase immobile per qualche secondo, poi si voltò e prese a camminare verso la parte più alta del promontorio. “Avanti, seguiamolo!”, esclamò Tony uscendo dal nascondiglio, subito seguito da Cin e Tap. Il nano raggiunse la punta più alta del promontorio e lì rimase a guardare in basso, poi si buttò giù, all’improvviso. “Corriamo, dai … corriamo”, gridò Tony. I tre raggiunsero velocemente lo stesso punto dal quale si era gettato il nano. “Quel Bob e il parcheggiatore ci hanno seguiti e stanno venendo qui”, esclamò Cin preoccupata. Tony, si tolse la camicia, fece un respiro profondo e si buttò già. Tap e Cin si guardarono in faccia, osservarono Bob e il parcheggiatore sempre più vicini e si buttarono pure loro. Due colpi di pistola risuonarono nell’aria sopra le loro teste. -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Il nano, raggiunta la sponda dell’isola più vicina, aveva corso in direzione di due palme situate sulla sommità di una duna di sabbia. Qui si piazzò al centro delle due piante e con le mani si mise a scavare come un forsennato. In pochi minuti riuscì a fare una buca profonda un paio di metri. Vi entrò dentro cercando qualcosa di prezioso, ma non riuscì a trovare nulla. Arrabbiato si mise a saltare e facendolo si accorse dello strano rumore sordo sotto le sue scarpe. ----------------------------------------------------------------------------------------- ------------------------------------------- In quel momento arrivarono Tony, Tap e Cin che rimasero a guardare in attesa. “Che diavolo starà facendo?”, chiese sottovoce Tap. Cin scosse la testa: “Forse non lo trova, forse non riesce a trovare il tesoro. Non si sente niente”. Tony sospirò distendendosi sulla schiena a guardare il cielo: “Sentite, io quasi quasi lascerei perdere. Non siamo nemmeno sicuri che esista sto benedetto tesoro. Magari non ha capito bene dov’è nascosto, quindi se non lo trova lui non lo troverà mai nessuno”. Cin sospirò a sua volta: “Peccato, sembrava l’occasione per diventare ricchi”. Tap si avvicinò alla buca e vi guardò dentro. Il nano era sparito: “Hei, ma non c’è più. Qui non c’è nessuno”. Cin e Tony scattarono in piedi a controllare. Dentro la buca non c’era niente, ad eccezione di una botola. ---------------------------------------------------------------------------------------------- “Guardi che se mi ammalo le chiederò l’assistenza sanitaria, L’acqua era freddissima”, si lamentò il parcheggiatore strizzandosi la camicia. Bob si pettinò i fluenti capelli che gli ricaddero sulle spalle come onde di un mare tranquillo. “Finiscila di lamentarti continuamente. Avanti, vediamo dove sono andati a finire”. Arrivarono alla buca e individuando la botola spalancata, vi si gettarono dentro. ---------------------------------------------------------------------------------------------- “Chissà dove conduce questo corridoio”, chiese Tony camminando davanti alle due donne e rammaricandosi di aver dimenticato la botola aperta. “C’è una luce, lì in fondo”, disse Cin indicandola con la mano. Il corridoio terminò in una grande sala al centro del quale c’era una sfera, davanti alla quale scoprirono uno spettacolo raccapricciante: il corpo del nano enormemente ingigantito e la cui testa era andata a sfracellarsi sul soffitto. La sfera era situata sopra un piedistallo di marmo nero sul quale erano incise delle parole in oro massiccio. Cin si avvicinò a leggerle: “ESPRIMI UN DESIDERIO ED ESSO VERRÀ ESAUDITO”. Un rumore alle loro spalle li fece voltare all’improvviso: “Mani in alto”, gridò Bob esibendo la pistola con sicurezza. Il parcheggiatore si mise a ridere. Tap lo guardò arrabbiata: “Prova a ridere adesso … ”, gridò estraendo la sua pistola e sparando all’impazzata. Il parcheggiatore cadde di colpo su se stesso, mentre Bob scaricava la sua arma contro Tony che con il suo corpo cercò di proteggere Tap. Nell’ultimo atto d’amore, prima di morire, Tony e Tap si abbracciarono e rimasero immobili sul pavimento. Bob rivolse la pistola verso Cin e premette il grilletto, ma non successe nulla: aveva consumato tutte le pallottole. La donna sorrise, ispirò con sicurezza ed estrasse la sua arma, la rivolse verso di lui: “Qualcun altro farà i soldi con la tua bara. Per te è finita”. Bob fece un passo indietro, ma due proiettili lo trafissero scaraventandolo al suolo. Cin gettò la sua pistola guardando i cadaveri riversi a terra attorno a lei. Una lacrima scivolò lungo la sua guancia. Si portò le mani alla testa e si mise a piangere. Poi si ricordò della sfera e con entusiasmo si portò davanti ad essa. La fissò con tutta se stessa, si concentrò e infine decise. ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- “No, lascia stare, Adillak. Stasera pago io”. Cin consegnò il denaro alla cassiera e invitò l’amica a seguirla. “Non ero mai venuta all’EveryOne Writers Disco Dance. Speriamo di conoscere qualche bel fusto”, commentò Adillak guardandosi attorno. Arrivate alla pista si posizionarono presso il bar e ordinarono un drink per caricare la serata: “Hei, guarda quel tipo scatenato … sarà alto un metro e mezzo al massimo…”, le disse Cin all’orecchio. “Se balliamo con quello c’è il rischio di calpestarlo”, rispose Adillak ridendo. Cin le dette un colpetto sul braccio: “Figone numero due in arrivo”. Tony Manero si avvicinò a loro: “Ciao, ma tu chi sei?”, chiese. “Io sono AdillaK. Questa è la mia amica, la chiamano Cin. E tu, te ne stai andando proprio ora?”. Gli venne chiesto. Lui non seppe cosa rispondere:“No, stavo venendo a bere. Posso offrirvi qualcosa?”. Fu proprio in quel momento che si avvicinò un fusto bellissimo. Le due ragazze si buttarono all’inseguimento di quel fusto, tanto irresistibile. Disse di chiamarsi Bob. Cin tuttavia guardò Adillak e le disse di rimanere a ballare con Bob, lei sarebbe arrivata subito dopo. Andò in direzione di Tony che trovò mentre la guardarobiera lo baciava, sotto gli occhi del nano vestito di bianco. Non si perse d’animo: “Scusate ragazzi, visto che è ancora presto che dite di venire con noi a ballare? Dopo ci inventeremo qualcosa, magari una pizza … o qualcos’altro”. Tony accettò e la donna che lo stava baciando sorrise: “Mi chiamo Tap, sono sua moglie. Va bene, veniamo volentieri”. Il nano sospirò indeciso, poi acconsentì di seguirli. Il gruppo raggiunse la pista dove Bob stava dando il meglio di se con la Adillak, entrambi scatenati in una lambada scioccante. Si riunirono tutti assieme, si buttarono nel ballo, quando a Cin venne in mente un’ultima cosa: “Ragazzi, torno subito!”, ma nessuno le prestò ascolto. Uscì dalla pista e facendosi strada fra la folla raggiunse l’uscita. Si guardò velocemente attorno e individuò la figura del parcheggiatore mentre si accendeva una sigaretta. “Mi scusi, che ne direbbe di fare una pausa?”, gli chiese appoggiandogli una mano sulla spalla. Lui la squadrò sorpreso: ““Vi posso essere utile?”, “. Cin sorrise: “Non si preoccupi delle macchine, venga dentro pure lei. Venga a ballare con noi”. Il parcheggiatore rimase sorpreso per qualche istante poi decise di seguirla dentro. Sulla pista stavano suonando “In the navy” dei Village People. Bob si adattò alla musica con un’energia inesauribile, Tony non volle essere da meno, Adillak si mise a scuotersi in maniera sensuale, Tap iniziò a volteggiare su se stessa senza fermarsi e Cin, con la felicità nel cuore, si fece cullare dal ritmo contenta di aver potuto esaudire il desiderio più bello della sua vita. “Comunque – ballare - si può dire anche … danzare, piroettare e volteggiare”, pensò il parcheggiatore fra sé e sé, reinfilandosi in tasca … il dizionario dei sinonimi e dei contrari. ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Ah, a proposito … Naig fece un sogno … e non rubò i diari.
 
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AleF il 22/03/09 alle 18:23 via WEB
Un grazie infinito a tutti i protagonisti e un altro grazie alla Redazione che ha avuto la pazienza di accogliere questo gioco e le mie pazzie di scrittura.
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 22/03/09 alle 23:01 via WEB
AleF grazie a te! hai scelto un finale buono e salvifico per tutti ... come mai?? troppo buona la Cin, che bel desiderio ha espresso! eheheh! A parte ogni scherzo, comunque grazie per la tua "pazzia" (insospettabile finora!) e per la bella prova di fantasia. Ora dovresti fare un altro bel lavorone: rimettere tutto insieme, fare attenzione a eventuali fili pendenti e incongruenze e... poi si vedrà! ciao! Nic.
 
   
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AleF il 23/03/09 alle 09:47 via WEB
Il finale salvifico per tutti è inevitabile, visto che tutti i protagonisti (malgrado tutto) sono dei teneroni e più ancora .... lo è chi ha scritto (pazzo e tenerone). AleF.
 
     
kallida
kallida il 23/03/09 alle 11:51 via WEB
Pazzo e tenerone...ah,ah. Io lo sapevo che la tua creatività è ancora allo stadio iniziale, si percepiva molto di più dai tuoi racconti...sono contenta:)Baci teneri,ih,ih
 
     
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AleF il 23/03/09 alle 12:26 via WEB
Dunque, sono pazzo, tenerone e in via di crescita ... una cosa non mi è chiara: sei contenta di cosa? del fatto che sono ancora allo stadio iniziale oppure ... insomma, di cosa? Guarda che stanotte non dormo se non me lo dici. Per quanto riguarda i baci teneri ... sono giusti giusti per un tenerone come me. Ciao cara Kallida. Ah, a proposito, non mi dici nulla della fine del racconto? Ah, ma forse anche lì ho evidenziato quanto sono tenero tenero. Ma lo sono così tanto? AleF.
 
     
kallida
kallida il 23/03/09 alle 13:24 via WEB
Sto ancora ridendo dopo avere letto tutta la parte finale della storia. Aspetta mi devo riprendere!Sono contenta del fatto che ci hai regalato una parte della tua fantasia, che , secondo me,è tutta da scoprire. La lambada scioccante mi fa morire dal ridere...insomma alla fine ci siamo proprio divertiti, e menomale che alla povera Cin non è toccato il bianconano, ih,ih. Certo che questa discoteca è proprio interessante:)
 
     
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AleF il 23/03/09 alle 21:13 via WEB
La EVERYONE WRITERS DISCO DANCE è un locale pieno zeppo di brave e simpatiche personcine. E tu che balli la lambada scioccante ... non ho trovato altri aggettivi... più di scioccante ... che posso dire? Contento comunque sono di aver divertito (adesso parlo come Joda). Mi sono divertito pure io a dare spazio alla fantasia senza limiti. Ciao ..... Allikad.!!!!!!!! AleF.
 
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VALERIA TEDDE il 23/03/09 alle 09:07 via WEB
Clara, Il dirupo. Ciao Clara, ho riletto con calma il tuo racconto. La parte che mi è piacita maggiormente è stata l'incipit, molto poetico, l'acqua come metafora dell'istinto e delle passioni. La parte che mi è piaciuta di meno la descrizione dell'incontro amoroso alla fine. Preferisco nei racconti erotici un linguaggio più semplice anche se, devo riconoscere, parlare di sesso e amore è veramente complesso. Ci sono tranelli ovunque. Complimenti per il coraggio, io mi ci cimenterò tra anni. Nel complesso un bel racconto. L'unica critica, linguaggio troppo perfetto, descrizioni troppo precise, ma è solo una questione di gusti. Perchè l'hai messo nel cassonetto? Ci metterò qualcosa io di veramente illeggibile :-) Un salutone Valery
 
kallida
kallida il 23/03/09 alle 11:41 via WEB
Grazie Valeria, sei davvero gentile. Ad onor del vero, se il linguaggio e preciso non è merito mio ma del caro Bob che gli ha fatto il "make up",io ero un po' contorta. Forse a causa dell'argomento, infatti, come hai sottolineato tu, è stata una sfida che avevo deciso di affrontare. Però ti consiglio caldamente una prova del genere: la scrittura è catartica:)
 
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Terzo bocconcino caldo caldo. Da sbocconcellare in pochi minuti. Questa volta parliamo un po' del punto di vista del narratore. Prima persona? Terza persona onnisciente o quasi? (entra)

 

 
 
 
 
 
 
 

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