Un blog creato da tuttiscrittori il 07/10/2007

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A volte, quando si è un grande scrittore, le parole vengono così in fretta che non si fa in tempo a scriverle... A volte. (Snoopy)

 
 
 
 
 
 

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mostra evento di Costantino Giovine presso Il trittico - Roma Piazza dei satiri - inaugurazione sabato 26 febbraio alle 18.30

locandina

 

 

 
 
 
 
 
 
 

YOU'LL FOLLOW ME DOWN - LABORATORIO CONCORSO

Il presidente della giuria, Luigi Bernardi, ci comunica che

   The winner is Paolo Zaffaina

La motivazione:

Statale 61 è un bel racconto giocato su molteplici livelli, tutti resi con stile adeguato.
I continui cambi di prospettiva, fino allo scioglimento finale, ne fanno un testo godibile ed estremamente accattivante.
Un bel saggio di scrittura al servizio di un'ottima idea.

adesso rileggiamolo iniseme >>>clicca qui

Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli (E. Salgari) 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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LABORATORIO AUTOGESTITO

Post n°166 pubblicato il 03 Giugno 2009 da tuttiscrittori

I Blogger amici di tuttiscrittori.it danno vita ad un Laboratorio di Scrittura così con(geni)ato (o ingegnato o architettato o geometrato...): a partire dal seguente input (realizzato da Valeria Tedde)

Sara, fidanzata da sempre con Luigi, scopre di essere incinta. E’ felice. Organizza una cena per comunicarlo al suo compagno ma con delusione scoprirà che lui non condivide la sua gioia.”  Ciascun partecipante sviluppa una storia che deve contare dentro una forbice tra i 1000 e i 1500 caratteri (o battute) spazi compresi. La trama può svolgersi in vari generi a scelta dell’autore (rosa, noir, thriller, psicologico, comico, surreale ect ect.) Il Laboratorio svilupperà 2 fasi. La prima sarà la discussione sui testi postati: domande, risposte, dubbi, modifiche (ogni brano sarà modificabile secondo le impressioni e i consigli ricevuti dagli stessi Blogger partecipanti o lettori) e tutto quanto concerne il pezzo ed è d’aiuto a migliorarlo fino alla stesura definitiva. La seconda fase vedrà la scelta di un solo brano, da parte sempre degli stessi Blogger o lettori, oppure di varie parti di vari brani che potranno essere assemblate fino ad ottenere un buon brano, questa volta quello definitivo. Il medesimo verrà sottoposto alla seria e mediata lettura di un’Amica, scrittrice di mestiere (ne indicherò il nome solo a cose fatte) affinché lo proponga sul suo frequentato Blog e dia così una grande visibilità al nostro lavoro, il brano sarà ovviamente pubblicato anche sul Blog tutti scrittori.it. Chiunque può partecipare: chi desidera mettersi in gioco, chi vuole pareri approfonditi sul proprio testo, chi crede nel confronto e nella sua forza di miglioramento, insomma chi ama la scrittura. Vi aspettiamo, numerosi o pochi che sarete, il Laboratorio è aperto!  

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Renata il 03/06/09 alle 11:20 via WEB
Grazie ancora alla disponibilità della Redazione, un bacione a Gianfranco e a Stefo! In post di seguito a questo vado a copiaincollare il brano di Kallida.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Renata il 03/06/09 alle 11:23 via WEB
Contributo di Kallida: “Come accidenti avrò fatto a cacciarmi in questo pasticcio!”. Non ho avuto il coraggio di dirgli: “No, guarda...Io non mi occupo di questo genere di cose, sai la mia specializzazione è la cronaca giudiziaria, non la rosa.”. E dire che è la migliore occasione della mia vita, questa! Potrei avere finalmente la possibilità di farmi conoscere dal grande pubblico, ricevere l'attenzione dell'audience popolare! Ma io non sono tagliata per scrivere fiction, questa poi...La solita tiritera all'italiana, con tanto di prete che fa da coprotagonista. Fosse almeno un Don Abbondio... Ma quegli occhi, quello sguardo intenso...No, non ho saputo resistere. La mia sola speranza è che la sceneggiatura sia talmente stravagante che il direttore sia costretto ad invitarmi a cena per chiarire meglio, ed io a spiegarmi..." ////// Mie prime considerazioni: In effetti è un tantinello fuori tema, ma solo un tantinello:-) Però al Lab tutto è utile, quindi il suo brano io lo prendo per buono, sentiamo cosa ne pensano gli altri. Grazie per esserci, Kallida. Ho delle modifiche da suggerire, non di carattere contenutistico, bensì di forma. Ad es: si hanno 1000 battute a disposizione (ne hai usate 809) però [Potrei avere finalmente la possibilità di farmi conoscere dal grande pubblico, ricevere l'attenzione dell'audience popolare!] o dici una cosa o dici l'altra, tutte e due sono in sovrappiù e ti fanno sprecare battute utili invece alla storia. Ancora [...con tanto di prete che fa da coprotagonista] “con tanto di prete a fare da coprotagonista” oppure “con tanto di prete come coprotagonista.] Comunque, per me va bene anche perché è troppo presto per selezionare. Lei segua, intervienga, modifichi, suggerisca, partecipa. Grazie del contributo! Per ora.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Renata il 03/06/09 alle 13:46 via WEB
"intervenga" e "partecipi". Letto il brano di Valery, poi dirò la mia.
 
VALERIATEDDE
VALERIATEDDE il 03/06/09 alle 13:39 via WEB
Kallida è un mito di originalità e ironia. Poi mi concentrerò e farò meglio un'analisi del suo brano. Posto il mio elaborato. In questi giorni ho poco tempo. Nei prossimi ancora meno ma penso riuscirò a collegarmi. Ciao a tutti. p.s. Pinguina felice, Erbavoglio dove siete? ----- Luigi aveva taciuto a lungo dopo l' annuncio di Sara, sotto il suo sguardo, poi s’erano detti qualcosa, chissà cosa, già lei non lo ricordava più. S’era alzato e le aveva baciato la nuca, impacciato, bagnandola di saliva poi se n’era andato chiudendosi piano la porta alle spalle. Sara aveva passato con rabbia il tovagliolo di pizzo (la tavola era elegantissima) sull’umidore del suo bacio e poi era rimasta a lungo seduta davanti ai piatti sporchi cercando puntigliosa tra briciole e posate i loro giorni passati. Con cupo sollievo aveva visto che in fondo erano un paesaggio sciapo, poco verde e cirri fumosi. Allora s’era alzata, il viso già dolce ed enigmatico da Madonna medievale, e aveva aperto la finestra. Le era parso che il buio raspasse con dita di bimbo sui vetri, le era sembrato avesse freddo. Subito erano entrate falene. Pazze di gioia avevano iniziato a vorticarle intorno al capo, ma lei non aveva badato a quel frullio, a quel nero turbinio e con solennità aveva iniziato a riporre piatti e bicchieri nell’acquaio.
 
 
kallida
kallida il 03/06/09 alle 14:38 via WEB
Grazie cara, ma come noto, il figlio è di chi lo partorisce e in effetti hai tirato fuori una bella storiella...posso solo dire che:" a lungo" si ripete;quando Luigi tace sotto lo sguardo di Sara, sembra il soggetto, ma poi è quest'ultima che non ricorda più che cosa si erano detti, ora è lei di nuovo il soggetto;il secondo periodo non ha una virgola;"aveva visto che erano un paesaggio sciapo,poco verde e cirri fumosi." che cosa, i giorni passati? Poi sugli anacoluti devo studiare meglio... a me comunque piace sempre leggerti:)
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
VALERIA TEDDE il 03/06/09 alle 14:49 via WEB
Ciao Kallida. Avrei voluto partorire un figlio altrui e non vedo l’ora di farlo. Le difficoltà, da brava babbea mi affascinano. Avevo inteso che tutti avremmo proposto una trama ma poi l’unica in gioco è rimasta la mia. Grazie degli appunti. Confusione soggetto prima parte, concordo. Assenza virgola secondo periodo, almeno una ci sarebbe stata bene, è vero. Poco verde e cirri fumosi sono sì, una metafora della appassionata relazione tra Luigi e Sara. Mò mi rileggo bene il tuo. Ciao collega.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Renata il 03/06/09 alle 14:54 via WEB
@ Valery: Ciao Valery! Io direi “Luigi aveva taciuto a lungo, sotto lo sguardo di Sara, dopo l’annuncio di lei…” “Aveva taciuto a lungo, Luigi, sotto lo sguardo di Sara, dopo l’annuncio di lei. Poi, s’erano detti qualcosa, chissà cosa: Sara non lo ricordava più.” Ergo: [sotto il suo sguardo] così come l’hai messo tu pare uno che sta sotto una tettoia, invece sotto uno sguardo è diverso. E’ più importante e nel caso è qualcosa di veramente importante. Basta soltanto ricostruire la frase. Tu dici [il tovagliolo di pizzo] e dopo aggiungi [la tavola era elegantissima.] O indichi “il tovagliolo di pizzo” e non aggiungi altro, valuterà il lettore. Oppure indichi semplicemente “il tovagliolo.” Perché? Perché non ha alcuna rilevanza ai fini della storia. Dopo, non parli più di tavola né la stessa entra più nella scena. Dunque: noi sappiamo, in virtù del tuo input, come stanno le cose, ma il lettore no. Sicché ciò che tu hai scritto in pratica non ha capo. Esplicita la situazione (come da indicazione) e poi soffermati sulla reazione di lei, così come hai fatto. Io sono dell’idea (opinabilissima) di presentare un brano compiuto con tanto di titolo (che decideremo a suo tempo.) Tornando a bomba: [cirri fumosi] è enfatico, cerca di rendere l’idea adoprando altra espressione, inerente cmq. Anche [viso dolce ed enigmatico da madonna medievale] va modificato, è già sentito. […che il buio raspasse con dita di bimbo sui vetri] mi piace molto, tienilo e non modificarlo. Ancora: [le era sembrato avesse freddo] è complicata come frase, alleggerisci con un semplice “aveva freddo.” O “sentiva freddo.” “Falene pazze di gioia vorticarle attorno al capo” mi lascia perplessa, vedremo poi come fare. Attenta a [frullio] [turbinio.] La chiusa è ok, fatto salvo quel “solennità” al quale bisognerà trovare un sinonimo adatto. Lavoraci su e quando sarai pronta, riproponi.
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
VALERIA TEDDE il 03/06/09 alle 14:58 via WEB
Ok.Saluti.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Giancarlo Manfredi il 03/06/09 alle 14:32 via WEB

Ecco il mio contributo al laboratorio autogestito.

Tutto era perfetto.
I sapori..
Il rosmarino della focaccia, il curry del riso con i gamberi, la senape dell’insalata di carciofi e asiago mezzano, la salsa Worcester del carpaccio e infine la grappa aromatizzata alle castagne.
Sara aveva lavorato duro per quella cena e si era anzitutto concentrata sul senso del gusto.
Poi le luci, una luminosità soffusa grazie agli speciali filtri da lampada che aveva comprato in un negozio di fotografia.
Quindi i due segnaposto realizzati a mano su di una tavola apparecchiata con cura, perché anche l’occhio vuole la sua parte.
E naturalmente candele profumate, a galleggiare in una vaschetta con olii essenziali.
Per ultimo la musica, una colonna sonora selezionata con amore, fusion on the rocks.
Solo Luigi, non era stato all’altezza della serata.
Quando lei gli aveva comunicato la sua prossima paternità aveva reagito con durezza, per poi uscire, per sempre, dall’appartamento e dalla sua vita.
Ma ciò che più l’aveva ferita era stata quella citazione, falsamente intellettuale e ipocrita: “Che differenza corre tra scegliere ed essere scelto quando non possiamo fare altro che sottometterci alla scelta?”.
Si, proprio un perfetto stronzo!

un saluto <br
Giancarlo Manfredi

 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Renata il 03/06/09 alle 14:56 via WEB
Grazie Giancarlo, è davvero un piacere che tu abbia contribuito! Oh ma non pensare di cavartela così...intervieni, fa, disfa, ect ect. Leggerò poi il tuo brano, adesso non ce la fo'.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Renata il 03/06/09 alle 16:39 via WEB
OK Giancarlo. Mi pare che ci siamo ed io note da segnalarti non ne ho. Ragazzi/e, è un buon esempio da seguire se siete in cerca di esempi. Però non fotocopiate, lasciate libera la creatività :-)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
VALERIA TEDDE il 03/06/09 alle 14:51 via WEB
Mi è piaciuto il brano di Gf, molto femminile per tutta la prima parte. E’ nella testa di una donna quell’elenco attento, il menù, l’ambiente. Immagino Sara passare una giornata intera a predisporre tutto per la serata. Perfetto il finale. Anche la più innamorata delle donne davanti alla delusione diventa sintesi e rabbia: lui è semplicemente un perfetto stronzo. Un brano fintamente semplice. Valery
 
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 03/06/09 alle 21:51 via WEB
Cavolo, per fortuna ho trovato il tempo per passare da queste parti! Se c'è un laboratorio, ci devo essere anche io ehehheheh! ecco il mio contributo (mi dispiace ma non ho ancora imparato a usare i tag!!):----Luigi posò il bicchiere sulla tovaglia, tra il ricamo della rosa e il porta pane d’argento. Senza parlare, si toccò il nodo della cravatta, lo allentò trattenendo il respiro. Il suo sguardo severo braccò gli occhi di Sara. - Mi aspettavo almeno un sorriso. – Sussurrò Sara. Luigi respirò, l’odore delle candele alla vaniglia sembrava svanito. - Da quanto tempo lo sai? - Ho ritirato le analisi questa mattina, sono al secondo mese; io speravo… Luigi interruppe la donna con un gesto della mano, socchiuse gli occhi mordendosi le labbra. - Non era proprio il momento. – Inflessibile, decretò. Sara sembrò non ascoltare, guardò la zuppa calda davanti ai suoi occhi. - Perché non me l’hai detto prima? – Incalzò l’uomo. - Ti ho detto che l’ho appena saputo. La donna si alzò dalla sedia, spense lo stereo mettendo a tacere le prime note di Sally. Si asciugò una lacrima ribelle e accese la luce del soggiorno: la penombra fu inghiottita da un’asettica luce al neon. Tornò seduta al suo posto. - Cosa pensi di fare ora? - Cosa penso di fare? Te lo faccio vedere cosa penso di fare! La zuppa calda inondò la faccia di Luigi.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Renata il 04/06/09 alle 08:14 via WEB
Ciao Nap! Bentrovato! In giornata leggo. Contenta che tu sia qui.
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Renata il 04/06/09 alle 09:34 via WEB
@Alessandro_n_71: come ho detto a Valery le espressioni che non servono alla storia vanno eliminate, nel tuo caso è [tra il ricamo della rosa e il portapane d’argento] non ha altra funzione se non stare lì senza ulteriore sbocco. Avendo a disposizione battute limitate si devono dosare meglio le parole, imparare cioè a mettere quelle che realmente servono, altrimenti il lettore pone l’attenzione sul ricamo e il portapane (perché tu, autore, glielo fai notare) però poi si chiede che fine han fatto il ricamo e il portapane dato che non compaiono più perché, in effetti, non è più necessario farli comparire. Quindi, alla fine della fiera: si devono evitare. - Occhio a: [sguardo severo] [socchiuse gli occhi mordendosi le labbra] [penombra inghiottita]: sono frasi fatte. - In chiusa: [cosa pensi di fare, ora? – Cosa penso di fare? – La zuppa calda inondò (qui cambia il verbo con un sinonimo, se possibile, sennò lascia così) la faccia di Luigi. Ovvero: [Te lo faccio vedere cosa penso di fare] eliminalo, ti porta il brano troppo sopra le righe, invece devi tenerlo dentro, in leggerezza. Siccome tu sei carveriano, e mostri, trovarti un “come” è impossibile, devi alleggerire i dialoghi, mantenendo però inalterata la potenza del brano. Ergo: sei sbilanciato, la forma minimalista che adotti non concorda con frasi in sovrappiù che la forma medesima adottata non richiede. Per giunta quel [Te lo faccio vedere io cosa penso di fare] (e improvviso gesto) sa di commedia e ci starebbe tutto se tu avessi impostato in commedia, ma non è così. Quindi sfronda. – A disposizione per qualsiasi (o quasi) domanda. E vediamo gli altri cosa ne pensano.
 
   
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 04/06/09 alle 14:19 via WEB
Che bello sapere che ci sei anche tu!! Ciao Renata, non mi fare nero che quel pezzo l'ho scritto in tre secondi ;O)) PS: anzi, fammi nero che fa sempre bene!
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Renata il 04/06/09 alle 14:42 via WEB
Appunto, visto che nero t'ho già fatto. Scherzo! So che tu ci stai, allo scherzo e così ne approfitto :-)Frase fatta: che bello che tu sia qui. E sarà anche fatta, però fa piacere scriverla e soprattutto pensarla. Davvero.
 
VALERIATEDDE
VALERIATEDDE il 04/06/09 alle 08:05 via WEB
Apportato modifiche ma aspetto a postare sebbene mi prudano le dita! Rileggerò tutto tra 24 ore, sono certa che troverò altre magagne. Due righe sull’elaborato di Kallida. Non mi è molto chiaro: la protagonista scrive? O interpreta? Pensavo si trattasse di una scrittrice ma infine parla di sceneggiatura stravagante perciò mi è nato il dubbio. Il brano da un senso gradevolissimo di immediatezza, qualità che apprezzo moltissimo. Ti preferisco di gran lunga in componimenti rapidi come questo, sebbene tu sia molto abile anche in scritti più eleganti ed elaborati. Però due parole in più avresti potuto scriverle. Es. di chi sono gli occhi scuri? Un salutone.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Renata il 04/06/09 alle 08:18 via WEB
Bene Valery e bene anche la pausa di 24 ore: scrivere non fa rima con fretta, quindi prenditi tutto il tempo necessario. E' un Laboratorio, serve ad inquadrare tanti aspetti dello scrivere che non abbiamo ben chiari, anche quelli che ci sembrano insignificanti. Intanto G. Manfredi ha promesso di invitarci tutti a casa sua per farci degustare il menù da lui descritto, quindi state leggeri...:-))
 
messaggeria.normale
messaggeria.normale il 04/06/09 alle 09:27 via WEB
Ecco che faccio l'intento pure io...poi tornero' a leggere con calma i racconti altrui che ho letto un po' velocemente.il mio sara' un italiano un po' strano,ma... vabbe' mi butto...Un salutone in anticipo.Gabri

Un figlio.

Si...Nostro.

Un figlio nostro?

Si sentiva ripetere le parole.E,ovvio,la voce non sembrava sua.

Un figlio nostro?

Suonava strano.

Anzi,si sentiva strano nella bocca il sapore di quelle tre parole.

Parole banali.Ma così abbinate...Un incubo.

E si ascoltava ripetere quelle parole,ancora.

A un certo punto,perso tra denti e saliva e fiato mancante,sparì il “un”.

“Figlio nostro”... Osceno accoppiamento...

Non voleva un figlio.

Ne’ nostro ne’ vostro ne’ suo ne’ loro ne’ figlio.Non ne voleva uno ne’ due’ ne’ tre.

Un incubo.Ma non si svegliava.

Non voleva un figlio.

Non adesso.

Non voleva il mutuo e la tv e le bomboniere e scopare solo lei e... e non voleva un figlio,cazzo,non voleva!

“Ti amo Sara ma...”

Ma...

Maledetto “ma”.

Avrebbe voluto sputargli in faccia che quel “ma” era una coltellata infame,imperdonabile.

E invece si mangiò quelle parole.Una a una.Lento.

Non voleva diventare una di quelle sfigate di Centovetrine di cui sempre faceva buffa.

Si mangiò la rabbia,il dolore e la tristezza.Come una di quelle sfigate di Centovetrine.E fece un sorriso teatrale.

Pure Luigi sorride.Bastardo.Sorride.Come se tornasse a respirare.

“Era uno scherzo,vero?.”

“Certo.Era uno scherzo.”

Ma un figlio non è mai uno scherzo.

E la vita a volte è tanto buffa come Centovetrine.

 
 
VALERIATEDDE
VALERIATEDDE il 04/06/09 alle 09:49 via WEB
Ciao Gabriela, il tuo scritto si discosta in modo interessante dagli altri, e non per l’italiano strano :-) . Il commento di Erre a Nap mi ha fatto riflettere su un aspetto che, per immaturità, non ho ancora voluto affrontare: l’importanza della dimensione del testo rispetto ai contenuti e al messaggio. Saluti a tutti Valery
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
VALERIA TEDDE il 05/06/09 alle 19:16 via WEB
Ciao Gabriela. Del tuo brano ho apprezzato il ritmo, frasi brevi che si susseguono. Hai reso molto bene il momento che descrivi grazie a questa scelta. Mi ha colpito nella parte finale lei che “mangia” le parole e poi la tristezza il dolore etc. Il riferimento a “cento vetrine” è un po’ ripetitivo. Un salutone.
 
messaggeria.normale
messaggeria.normale il 04/06/09 alle 09:29 via WEB
uffa e' addiritura mi e' uscito doppio spazio...
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Renata il 04/06/09 alle 09:37 via WEB
Grazie di esserci, Gabriela. Dopo leggerò il tuo contributo. Non preoccuparti dello spazio doppio, anche io coi tag ho nessuna dimestichezza. Davvero contenta che tu sia dei nostri, ma proprio tanto.
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Renata il 04/06/09 alle 12:48 via WEB
@messaggeria.normale (Gabriela) :

Un figlio.
Sì. Nostro
Sempre attenzione ai punti di sospensione, usarli con moderazione e solo ove siano effettivamente necessari. Va un po’ aggiustato, ad es: [sparì il “un”] :”A un certo punto, perso tra denti e saliva e fiato mancante, sparì l’articolo “un.” [“Figlio nostro”…osceno accoppiamento…] via i punti di sospensione e le virgolette, ossia: Figlio nostro. Osceno accoppiamento. [Né nostro né vostro né suo né loro…] la congiunzione coordinante di tipo correlativo (né…né) vuole accento acuto e non apostrofo, ma a parte questo, nella frase hai abusato dei “né.” [Un incubo. Ma non si svegliava] “Un incubo. Non si svegliava.” Via il “ma.” [Ti amo Sara, ma…] qui i punti li puoi lasciare premettendo la virgola prima della congiunzione avversativa, ovvero il “ma.” [Ma…] via i punti a seguire “Ma.” Per questione di assonanza leverei “maledetto” prima del “ma” sostituendolo con “dannato.” Tu dici [coltellata infame, imperdonabile] “coltellata infame” è già bello tosto di suo, che sia imperdonabile è ovvio, quindi metti il punto dopo infame e chiudi così. [E invece si mangiò quelle parole una ad una. Lento] “E invece si mangiò quelle parole una ad una. Lentamente.] Per ora mi fermo qui, incoraggiandoti assolutamente a rivedere il pezzo quel giusto che serve per renderlo scorrevole. Male non è, affatto. E avevo ragione ad essere contenta che tu fossi qui. Se hai domande da fare sono a tua disposizione, sia inerenti al testo sia per altro attinente allo scrivere, il Lab serve anche a questo.

 
Taoista1963
Taoista1963 il 04/06/09 alle 10:00 via WEB
RACCONTO DI KALLIDA - Il racconto di kallida sembra anche a me un po’ fuori tema. Non riesco a capire in effetti il collegamento fra l’incipit e lo sviluppo proposto, ma del resto alla fantasia non si comanda. Comunque mi saltano agli occhi queste cose. (1) … “No, guarda … Io non mi occupo ….” - Toglierei “guarda”, i puntini e il pronome personale io. (2) “… sai la mia specializzazione …” – Toglierei quel “sai”. (3) “… è la cronaca giudiziaria, non la rosa …” – Sostituirei “la” con “quella”. (4) “… ricevere l’attenzione dell’audience popolare!... “ è in effetti una ripetizione, meglio toglierla. (5) “ … con tanto di prete che fa da coprotagonista …” – Toglierei … che fa da coprotagonista. (6) Per ultimo toglierei le ultime parole “… per chiarire meglio, ed io a spiegarmi”. Non credo serva, meglio che il lettore lo immagini da solo pensando alla cena, occasione tipicamente ottimale per spiegarsi.
 
Taoista1963
Taoista1963 il 04/06/09 alle 10:00 via WEB
RACCONTO DI VALERIA – (1) Toglierei … sotto il suo sguardo …”, mettendo il punto dopo Sara e quindi il “poi” con la maiuscola. (2) Toglierei anche il “… bagnandola di saliva”… Lui è pensieroso, perché mai dovrebbe sbrodolarla di saliva? Un uomo preoccupato per una gravidanza perde la voglia di sesso. (3) Toglierei … ”(la tavola era elegantissima)” – Penso basti il pizzo del tovagliolo per farlo capire. (4) Toglierei dal …”sull’umidore del suo bacio e poi era rimasta a lungo seduta davanti ai piatti sporchi ....” “suo”, “poi”, “a lungo”. Metterei i due punti dopo “… i loro giorni passati”, eliminando “… Con cupo sollievo aveva visto che in fondo erano…”. (5) Sostituirei “…. .Pazze di gioia…” con un semplice “che”. Non so se le falene son pazze di gioia. (6) Toglierei nella stessa frase “… al capo” e “… nero …” – (7) E’ corretto “acquaio” ?
 
Taoista1963
Taoista1963 il 04/06/09 alle 10:01 via WEB
RACCONTO DI MANFREDI – (1) “… Quando lei gli aveva comunicato la sua ….”, toglierei il “lei”, non credo serva. Senza, la frase scorre più veloce. (2) “… aveva reagito con durezza, per poi uscire, per sempre, dall’appartamento e dalla sua vita.” Qui toglierei “…, per poi uscire, per sempre …” sostituendolo con “uscendo”. Il “per sempre” mi sembra già incluso nel fatto che esce dalla sua vita. (3) Tra “intellettuale” e “ipocrita” metterei al posto di “e” un “ed”, mi suona meglio.
 
Taoista1963
Taoista1963 il 04/06/09 alle 10:50 via WEB
RACCONTO DI ALESSANDRO/N71 – Intanto saluto il mio caro omonimo. (1) La descrizione del poggiare il bicchiere sulla tovaglia, tra il ricamo della rosa e il porta pane… è una bella immagine, che mostra il protagonista pensieroso, con la mano che lascia il bicchiere, rapito dalla rosa e dal posta pane, appunto. Tuttavia è fuorviante, cioè dà troppi dettagli che spingono il lettore a voler sapere altre informazioni sulla rosa, sul ricamo e sul porta pane. In questi casi credo sia meglio non complicarsi la vita e togliere via tutto. (2) Si, lo sguardo severo esprime l’immagine, ma pecca di originalità… e a questo proposito …. braccò gli occhi … quel braccò lo sostituirei con qualche altro verbo, tipo afferrò, ... non mi viene in mente niente altro. (3) Toglierei “Sussurrò Sara”, altrimenti tra il suo sussurro e il successivo respiro di lui sorge una situazione un po’ troppo sssssssssospirataaaaa. (4) Toglierei quel “io” prima di “… speravo… Luigi interruppe la donna con un gesto ….” (5) Sostituirei l’immagine della luce che inghiotte la penombra. Mi vien più facile da immaginare la penombra, più “cattiva”, che inghiotte la luce e non il contrario. Ma questa è una mia idea. (6) Per l’ultima parte … si, assume il tono della commedia… piacevole da leggere, ma ridicolizza l’atmosfera drammatica precedente… forse sarebbe meglio che Sara oper esempio sbattesse le mani sul piatto fino a far saltare la zuppa. Tipo… “Cosa pensi di fare?” – Sara si alzò sbattendo la mano sul bordo del piatto, facendo schizzare la zuppa sulla tovaglia. “E tu, che cosa pensi di fare?”
 
 
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 04/06/09 alle 14:20 via WEB
Alessandro F, ma mi hai cambiato nome?? NON SI FA COSI' ;O)))). Grazie Tao per i suggerimento, aspetto qualche altra segnalazione e poi lo rimpasto un po'. A presto!
 
   
Taoista1963
Taoista1963 il 04/06/09 alle 15:51 via WEB
Hai ragione, vecchio mio. Ma era per darmi un tono, per sembrare migliore. Comunque cercherò di non montarmi la testa. Un salutone, mio omonimo.
 
Taoista1963
Taoista1963 il 04/06/09 alle 11:14 via WEB
RACCONTO DI MESSAGGERIA.NORMALE – Devo dire che il racconto è un modo veloce e immediato per descrivere quello che anche negli altri si continua a ripetere (lo sto facendo pure io!!!): ‘sti uomini non vogliono figli. E lo dice uno che non ne ha, di figli! (1) Va sistemato sul piano della punteggiatura, altrimenti il lettore deve stare a impegnarsi a capire dove è “descrizione”, “riflessione” e dove è invece “dialogo”. (2) La forma delle righe separate …perché non usare una forma più tradizionale? Andrebbe bene lo stesso, anzi …. (3) Confesso che la fine mi delude… concludere con Centovetrine mi sembra riduttivo, rispetto ad una storia “sentita dentro”, fatta di begli sprazzi… e se la si modificasse?
 
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agata il 04/06/09 alle 18:16 via WEB
Buonasera scusate,posso intanto chiedere una informazione sull' uso della parola CONGENIATO che è qui nel titolo? Non ho trovato sul mio vocabolario questa parola,c'è congegnare e congeniale.Grazie per la spiegazione se potete.Agata.
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 05/06/09 alle 10:27 via WEB
Cara Agata, penso che una delle capacità di uno scrittore o di uno che vuol essere tale, possa essere quella di riuscire a coniare parole nuove che abbiano un senso compiuto. Nonostante ne abbiamo tantissime che non usiamo, mischiare neologismi a voci onomatopeiche ed a parole antiche, è un puro divertimento, che spinge a ragionare sul(sui) significato(i). A me personalmente da' invece un po' fastidio la punteggiatura non seguita dagli spazi, ma non lo vengo a dire di solito...
 
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Renata il 04/06/09 alle 18:38 via WEB
Eccoti la spiegazione: tu prosegui il Laboratorio, tu e tutti quelli che, sempre tu, verranno qui a distruggere con idiozia le belle idee altrui. Mi auguro che la Redazione ti segnali a Libero. Un'ultima cosa: sei talmente vile da non venire qui con il tuo nome e cognome. Ciao Ragazzi, o lavoro tranquilla e serena come ho detto, oppure nix. Adesso il mio posto lo prende Agata. Il quale non s'aspetti altre mie repliche. Non perdo tempo con i vigliacchi come lui.
 
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Renata il 04/06/09 alle 18:53 via WEB
Ai Ragazzi: il refuso è mio, io ho scritto la mail alla Redazione, così come ho detto ieri (mi pare fosse ieri)e quindi Vi chiedo scusa per la distrazione. Grazie ancora di cuore per la Vs. disponibilità e per la Vs. accoglienza. Continuate il Lab. Fatelo, mi raccomando. Non siete voi il suo bersaglio e non dovrei esserlo neppure io, ma ci sono persone che covano odio. Stupido, vigliacco, idiota, inutile odio. Senza alcun motivo. E' triste, tragico, ma è così. In bocca al lupo! Vi voglio bene. Renata. PS: lascio definitivamente TS e non replicherò ad alcun post. Andate avanti senza contare né costui né me. Buon lavoro.
 
 
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Nap il 04/06/09 alle 19:08 via WEB
Ma, Renata, io non leggo nessun messaggio di nessuna AGATA! Ma sei sicura di vederlo? ehehheheheheheeheh Daje Renà, che sto pure rivedendo il raccontino seguendo le indicazoni tue e dell'omonimoF ! NAP
 
Taoista1963
Taoista1963 il 04/06/09 alle 19:36 via WEB
Senti Renata, non voglio fare il saggio a tutti i costi, ma non posso trascurare di ricordarti che chi è in prima linea, prima o poi qualche colpo lo prende. Tra invidie, stranezze, giornate storte, rompiballe e via dicendo, di gente che rompe... se ne trova comunque. Il laboratorio è partito bene, con tutte le difficoltà che inevitabilmente ci sono con qualcosa di nuovo, quindi ... il gruppo blog Lab, ne sono certo, non vuol perdere nessuno, te inclusa. Voglio aggiungere che refusi, stupidaggini, cavolate varie... ne facciamo tutti e sicuramente ne faremo anche nel futuro... ma il laboratorio, per definizione, è un luogo in cui si sperimenta e dove proprio anche dalle stupidaggini possono venir fuori grandi cose.
 
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NAP il 04/06/09 alle 19:44 via WEB
Sacro santo quello che hai detto OmonimoF. E poi, Renata, smettiamo di dare tutta questa importanza a sta gente, basta tributargli tutta questa attenzione!Ripeto: ti devi essere sbagliata amica mia, io non vedo nessuna AGATA!
 
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gianfranco il 04/06/09 alle 20:03 via WEB
a me, e forse a tutti noi, renata piace così: passionale, arrabbiata, permalosa ma impagabilmente attiva e intelligente, preparata e disponibile... cosa che non si può certo dire per quei poveracci e poveracce che si affacciano qui, mi ricordano quei poveretti dei tempi andati "andiamo a vedere i ricchi che vanno al teatro" chi non può o non ha i numeri per fare cose belle, come voi siete soliti fare, ha la tendenza a distruggerle e deriderle... compiangiamoli e abbiate pietà di loro. buon proseguimento da gianfranco --- P.S. preferisco non cancellare il miserabile post di cui sopra, una persona educata e amichevole avrebbe mandato una mail in redazione per segnalare il refuso
 
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Renata il 04/06/09 alle 20:35 via WEB
Bé una replica è doverosa. Vi ringrazio, ma non è questo. Mettetevi nei miei panni: non è possibile ben fare in codeste condizioni. So cos'è un laboratorio, non ho mai preteso di (im)pormi su nessuno, conosco le difficoltà di chi scrive, il rapportarsi con gli altri. Qualche mese fa ho sostenuto un colloquio con un critico letterario (scrive su un quotidiano, ma non cito) ebbene l'intervista è durata quasi 2 ore, alla fine credo di aver perso almeno un kilo di peso. E' stata dura, ha esaminato il mio libro e le mie conoscenze in modo minuzioso. Mi ha guardata in faccia e lo stesso io ho fatto con Lui. Ha poi segnalato il mio lavoro ad uno degli scrittori e poeti migliori che abbiamo in Italia, il quale s'è complimentato con la sottoscritta. Non ho camminato un metro da terra, ho iniziato un nuovo lavoro conscia delle grosse difficoltà che incontrerò. Quando si è letti da professionisti è molto ma molto più dura: non rischiano la reputazione e non hanno peli sulla lingua. Almeno con me che non godo di appoggi editoriali sostanziosi e vado avanti con le mie forze. Piano piano poco per volta perché la scrittura così richiede. A tutti, ché i risultati son poi sotto gli occhi di tutti. Io sto in un periodo non bello (faccio un'eccezione a dire del mio privato che tengo separatissimo dal web) ho perso una Persona cara, un'altra Mamma per me. Qst (si scrive questo, ve lo anticipo io, non datevi pena di sfogliare vocabolari) per Voi ha poco significato, lo so. Tornando a bomba, GF direbbe: va tutto a puttane (almeno credo lo direbbe.) Ora bisogna stabilire se sarà il caso dato che le signorine non sono più quelle di una volta, nemmeno loro. Ancora v'ho rintronato con un “malloppo” (Valery dice così e ha ragione, oltre alla permalosità ho la logorrea dalla mia.)
 
 
VALERIATEDDE
VALERIATEDDE il 04/06/09 alle 21:55 via WEB
Cara Erre, non ho capito un accidenti di tutti questi ultimi post su te e i tuoi nemici. Volevo solo dirti che ammiro i tuoi malloppi. Valery
 
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Renata il 05/06/09 alle 08:45 via WEB
Ok, provo a riprendere il filo interrotto. Verrà interrotto ancora perché costui non rinuncerà alla soddisfazione solitaria, come del resto è abituato a fare. Essere molestati è brutto, è essere umiliati da chi nell’umiliazione vive. Cercherò di comprendere la povera esistenza di costui ed ignorarlo. Riassumendo: alcuni di voi stanno rivedendo il loro brano. Postatelo quando ne sarete sicuri, o anche se non lo siete: del resto il Lab serve anche a questo. Un brano può (e deve) essere riscritto molte volte (la stesura di Madame Bovary conta 1.500 riscritture.) Noi non siamo Flaubert, però la dovuta attenzione e la cura ce le mettiamo ugualmente. Ciascuno parli del proprio brano e di quelli altrui, si formi un circolo sano di sano scambio. Quindi Nap e Valery dovrebbero ripostare, aspettiamo pazienti i loro lavori. Forza, datemi una mano a proseguire, abbiamo un progetto da portare avanti, le Vostre parole mi hanno convinta a restare. Alé, tutti quanti insieme! Ho visto che la Redazione non ha corretto il refuso. Bene, lasciatelo così. Abbiamo la presunzione (una volta tanto, sì, ce l’abbiamo!) di mantenere “congeniale” nell’annuncio. Significa: “con”= insieme – “geniale” perché geniali siamo. Geniali insieme. E dunque: congeniali. Grazie di cuore a tutti quanti, per ieri e per ciò che sarà.
 
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Montalbano sono il 05/06/09 alle 09:05 via WEB

Miiii che gran camurria per un piccolo refuso.
E poi, anche non fosse cosa, cosa nota è che le madri dei troll sempre pregne sono.

Scherzo.
Non sono Montalbano e neanche (lo) Zingarelli (il vocabolario che l'attore si chiama Zingaretti come dice Montalbano nell'ultimo romanzo di Camilleri - ma lo avete letto vero? -
In compenso ringrazio per le valutazioni e i suggerimenti sul mio brano e mi scuso se in questo periodo sono poco presente.
E' che anche oggi mi ha convocato il gran capo di pirsona, pirsonalmente.
E questo male è ;-)

Giancarlo Manfredi

 
 
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Renata il 05/06/09 alle 09:35 via WEB
Manfredi, ti facevo pirsona molto ma molto più seria :-)) Grazie a te, e...se vorrai postare ancora una o più varianti sull'argomento, noi siamo qua :-)
 
Taoista1963
Taoista1963 il 05/06/09 alle 09:23 via WEB
E questo è il mio. Attendo commenti, suggerimenti, insomma, attendo. ----- Gli inviti in pergamena, i segnaposti in argento, la macchina nuova, la vacanza ai Caraibi, la cena, il brindisi in piedi, nel salotto, con amici e parenti. Quel brindisi, Sara lo aveva immaginato mille volte, ma non avrebbe mai pensato di vedere la faccia del suo uomo disorientarsi deglutendo le ultime bollicine dello spumante. Luigi si lasciò cadere sulla vecchia poltrona percependo i cuscini di lana grezza da sempre appoggiati lì sopra. Si piegò in avanti e spense lo sguardo sulle proprie scarpe. Sara tirò il calice di cristallo contro la parete, si gettò nel corridoio e scese le scale di corsa inseguita dall’eco delle sue grida. Lui si alzò e passando in mezzo a tanti manichini arrivò sulla terrazza dalla quale seguì la sua fuga oltre il marciapiede. In pochi secondi non la vide più. “Come ci siamo ridotti così?”, le domandò con la mente, percependo ancora il calore del falò sulla spiaggia di Rimini. “Finalmente ti ho trovata”, le aveva detto sfilandosi il costume. “E io finalmente ho trovato te” gli aveva gridato lei ballando a seno nudo, spinello in una mano e bottiglia di vino nell’altra. “Che fai?” La voce di suo fratello lo riportò sulla terrazza. Luigi tornò dentro, attraversò la piccola folla disorientata e raggiunse la porta. Aggredì le scale saltando i gradini due, tre per volta con un solo pensiero: “Ti amo”.
 
 
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Renata il 05/06/09 alle 09:38 via WEB
Ok Tao, copioincollo su word, leggo e poi ti fo' sapere. Un abbraccio (a tutti, eh mica solo a te.)
 
 
kallida
kallida il 05/06/09 alle 09:41 via WEB
Bentrovati a Lor Singori. Mi piace assai il pezzo del Tao, ma forse sono un po' di parte,perchè non riesco ad essere molto obiettiva...comunque se dovessi seguire i consigli che mi hai dato sul pezzo,caro Tao, questo rimarrebbe: ... nulla cioè...impietoso! Il pezzo di GF è terribilmente femminile, è inutile che si atteggi a masculo siculo...eh,eh!Bravi a tutti, complimenti. ritornerò per gustare meglio questi deliziosi bocconcini;)
 
 
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Renata il 05/06/09 alle 11:12 via WEB
@ Taoista1963: la prima parte, per ora, la lascerei stare. Salvo chiederti se i due [brindisi] quasi appaiati sono voluti oppure no. Nella seconda concentrati sul [manichini] io direi persone o troverei altro termine per indicare la staticità, la rigidità, la convenzionalità, la formalità ààààààà dei convenuti al party. […le domandò con la mente] a me non garba molto. Vediamo un po’….”Perché ci siamo ridotti così? disse a sé stesso come parlando con lei, percependo ancora….” Anche [percependo] non è bello, i gerundi non lo sono quasi mai. Alcune banalità in chiusa che andranno modificate. Disponibile per qualsiasi domanda, contestazione ect ect. Rileggerò ancora, quidni prendi qst come solo una prima tranche.
 
   
Taoista1963
Taoista1963 il 05/06/09 alle 12:00 via WEB
OK, grazie. Stasera (perchè di sera faccio 'ste cose), non posso causa cena con i miei anziani, pensatemi! Domani e domenica rivedo. Comunque spero di ricevere anche altri commenti, opinioni, suggerimenti, critiche, etc etc. Vanno bene anche commenti non obiettivi!!! Grazie in anticipo a tutti.
 
 
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VALERIA TEDDE il 05/06/09 alle 19:26 via WEB
Ciao taoista. Mi è piaciuto del tuo racconto l’ambientazione. Bella, l’hai resa bene, anche quel piccolo flash di loro due sulla spiaggia. Qualcosa di mediterraneo, suggerisce colori caldi, estate. Ho trovato un po’ troppo carica la parte delle azioni, tra lanci di calici e inseguimenti. Nell’ultima frase mi e sembrato un po’ enfatico quel “due, tre gradini” . Bellissimo il finale. Salutoni
 
 
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 06/06/09 alle 16:53 via WEB
@ TAOISTA
Caro omonimo, mi piace la sensazione di movimento che hai saputo dare alla tua scena: la caduta di luigi sul divano, il calice che si frantuma sulla parete, il tentativo di Luigi di scorgere Sara dalla terrazza, la corsa dell'uomo giù per le scale.
Resto perplesso sulla scelta di accennare al ricevimento, non riesco a capire. Luigi e Sara avevano appena celebrato il loro matrimonio? O forse quello di un loro amico? E perché lei fugge?
Nella storia non si capisce che Sara è incinta e che il suo malessere è dovuto al rifiuto di Luigi.
Il flashback di Luigi potrebbe essere una buona trovata, ma così come hai strutturato il brano mi appare distante dalla traccia che dovevamo seguire.
OmonimoA
 
   
Taoista1963
Taoista1963 il 07/06/09 alle 11:22 via WEB
Il mio buon amico omonimo ha messo il ditino nella piaga. In effetti ho dato per scontato l'incipit...e ora mi sorge il dubbio... l'incipit è da dare per scontato oppure no? Rispondetemi, vi prego!! Un saluto da una domenica grigia, nuvolosa, almeno qui nel trevigiano... non so, il fatto che ci siano i seggi elettorali aperti mi fa ...un po' meno domenica.
 
     
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Renata il 07/06/09 alle 11:32 via WEB
Ciao Tao e ciao a tutti! L'incipit non è da dare per scontato, noi sappiamo di che si tratta, ma il lettore finale, no. Per cui va precisato nel contesto.
 
     
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NAP il 07/06/09 alle 17:03 via WEB
ma quale dito nella piaga, avevo il tuo stesso dubbio e mi è andata bene.
Forza Omonimo, rimettiti al lavoro!
 
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VALERIA TEDDE il 05/06/09 alle 10:01 via WEB
Ciao gente. Prima di postare la nuova versione del mio brano vorrei dire due parole sulle critiche ricevute. Le ho accettate tutte sulla parte stilistica che è il mio punto debole, inoltre sono una bestia sempre di corsa e impaziente di natura il che non aiuta. Spero di aver fatto bene. Il brano in tal senso è stato modificato ed ora mi sembra mille volte meglio. Scene, metafore e termini. Difendo e mantengo: 1) tutto quello che riguarda il bacio di Luigi. “Sbauscia” :-) Sara baciandola perché è impacciato non arrapato, e a me serve il suo gesto perché lei poi, pulendosi con rabbia e usando addirittura la prima cosa che trova, un tovagliolo, dimostri il suo disgusto di lui. Non lo vuole più in tutti i sensi. 2) La metafora tra la vita di coppia dei protagonisti e un paesaggio, anche se ho cambiato cirri fumosi che Erre ha giudicato enfatico. Spero di aver trovato termini più freschi e incisivi. 3) Tutto quello che riguarda le falene: entrano insieme al buio - lei lo accoglie (il buio) perché le sembra raspi i vetri con dita di bimbo - le volano intorno al capo ma lei è serena, quasi non se ne accorge. Le falene sono pazze di gioia perché, è noto, sono attratte dalla luce. Due righe buttate giù di getto che mi sono subito piaciute perché mi sono sembrate simboliche. Comunque ringrazio tutti. Ho mantenuto queste parti perché le critiche mi sono parse relative solo al gusto personale, davanti ad altre motivazioni sono pronta a modificare ulteriormente. Saluti a tutti. “Sono incinta”. Luigi scappava, correva veloce per le scale. Una nuova vita l’aveva occhieggiato durante quella cena a sorpresa, terrorizzandolo. Sotto lo sguardo della sua ragazza di sempre aveva taciuto a lungo, poi s’erano detti qualcosa, chissà cosa. Nessuno dei due già lo ricordava più. S’era alzato e le aveva baciato la nuca, impacciato, bagnandola di saliva poi se n’era andato chiudendosi piano la porta alle spalle. Sara aveva passato con rabbia il tovagliolo di pizzo sull’umidore del bacio poi era rimasta seduta davanti ai piatti sporchi cercando puntigliosa tra briciole e posate i loro giorni passati. Con cupo sollievo aveva visto che in fondo erano solo un paesaggio sciapo, poco verde, un po’ di rosa e sempre nubi, timide ma ostinate a guastare l’azzurro. Allora s’era alzata. Le era parso che il buio raspasse con dita di bimbo sui vetri, che avesse freddo? Aveva aperto la finestra, la notte era entrata e con essa falene pazze di gioia. Subito avevano iniziato a vorticarle attorno al capo, ma lei non aveva badato a quel nero turbinio e, calma, aveva iniziato a riporre piatti e bicchieri nell’acquaio.
 
 
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Renata il 05/06/09 alle 13:12 via WEB
@Valeria Tedde/2: [Luigi scappava, correva veloce per le scale] “Luigi scappava, correndo veloce lungo le scale.” “La notizia di una nuova vita, palesata durante la cena a sorpresa, l’aveva terrorizzato.” Cambierei così (o similare, non mi prendere come Vangelo) la terza frase del tuo brano. “A lungo era stato zitto, sotto lo sguardo della sua ragazza, poi qualche frase bisbigliata. Nessuno dei due la ricordava, però.” Luigi è terrorizzato, giusto? Però poi [le bacia la nuca, impacciato] Non ti pare troppo repentino il cambio di stato d’animo? Quel [bagnandola di saliva] non è bello, più semplice, secondo me, sarebbe dire “baciandola” nel quale è implicito, correggetemi se sbaglio, l’umidore della saliva. Anche il [timide ma ostinate] abbisogna di sinonimi. Ricordami di guardare sul vocabolario, fallo anche tu e poi insieme confrontiamo. Mio uhm sulle [falene pazze di gioia] e sul [nero turbinio.] Nota di carattere generale (scusa se profitto del tuo spazio): bisogna personalizzare la forma, i contenuti, purtroppo, sono tutti già sfruttati all’osso, l’unico modo – o uno dei modi – per renderli originali è personalizzare la maniera di esporli. Prima, però, andiamo con ordine, ché di lavoro da fare ce n’è :-)
 
   
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VALERIA TEDDE il 05/06/09 alle 18:48 via WEB
Cara Erre, il tuo primo suggerimento mi sembra corretto. Sul resto ho queste perplessità: “notizia palesata” anziché “nuova vita che occhieggia”. Ho scritto un brano giocato sulle immagini, mi sembra più coerente seguire questa linea. 3° frase: “a lungo era stato zitto… “ questa mi piace ma escluderei le “frasi bisbigliate” e qui probabilmente ho sbagliato nel proporre la scena. Loro non bisbigliano, parlano. Sono entrambi a disagio, lui è sulla difensiva lei è già arrabbiata, non sono in vena di bisbigli. Il bacio: lui la saluta con un gesto che ricorda il loro legame ma è maldestro perché la notizia lo ha sconvolto. Il bacio è troppo umido, lei ne è infastidita. Su “saliva” non so, ci penserò. “Nuvole timide ma ostinate”. Cercherò altro. Un salutone.
 
     
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Renata il 05/06/09 alle 19:00 via WEB
@Valery: ho gli appunti sull'altro pc, domattina rileggo il testo e lo riconsidero alla luce del tuo intervento. Anzi lo riconsidereremo insieme e con chi vorrà darci una mano. Ciao, buona serata :-)
 
     
VALERIATEDDE
VALERIATEDDE il 06/06/09 alle 06:06 via WEB
Ciao Erre, che ne pensi? Un salutone. ////////////////“Sono incinta”. Luigi scappava, correndo veloce lungo le scale. Una nuova vita l’aveva occhieggiato durante quella cena a sorpresa, terrorizzandolo. Sotto lo sguardo della sua ragazza di sempre aveva taciuto a lungo, poi s’erano detti qualcosa, chissà cosa. Nessuno dei due già lo ricordava più. S’era alzato e le aveva dato un bacio maldestro, troppo umido, sulla nuca poi se n’era andato chiudendosi piano la porta alle spalle. Lei aveva afferrato il tovagliolo di pizzo e s’era asciugata con rabbia poi, seduta davanti ai piatti sporchi aveva cercato puntigliosa tra briciole e posate i loro giorni passati. Con cupo sollievo aveva pensato che, forse, erano stati solo paesaggi incolori, chiacchiere grigie, corpi ammaestrati. Allora s’era alzata. Le era parso che il buio raspasse con dita di bimbo sui vetri, che avesse freddo? Aveva aperto la finestra ed era entrata la notte e con essa falene pazze di gioia, golose di luce. Subito avevano iniziato a vorticarle attorno al capo, ma lei senza badare a quel nero frullio aveva iniziato, calma, a riporre piatti e bicchieri nell’acquaio.
 
     
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Renata il 06/06/09 alle 09:25 via WEB
@ Valeria Tedde/3: qualcosa va bene qualcosa no. Ho sempre [l’umido] in testa che frulla. E se lo levassi, lasciando a Sara lo stesso gesto col tovagliolo? Cioè: un bacio a labbra chiuse può dare fastidio quanto uno che lascia la pelle umida se è dato dalla persona dalle quale non si vuole riceverlo. Sicché, a bacio “asciutto” il gesto di Sara diverrebbe ancor più significativo. Di fatto la volontà di cancellare qualcosa che neppure c’è. Riflettici su. Poi qui […che avesse? Aveva aperto…] Intanto due “che” da sfoltire: “Le era parso che il buio raspasse i vetri con dita di bimbo, sentiva forse freddo? Aperta la finestra era entrata la notte e falene pazze di gioia e golose di luce. Vorticando, s’erano concentrate attorno al suo capo. Lei, senza badare al frullio nero, riponeva, calma, piatti e bicchieri nell’acquaio. – Proseguiamo così, frase per frase. Anche su quanto da me esposto rifletti e vedi se può andare o no. Intanto lo faccio anche io. Rivedrei, ma ne parleremo poi, il tutto al passato remoto.
 
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Giancarlo Manfredi il 05/06/09 alle 10:05 via WEB

Renata, Kallida, babbiando mi state? In realtà serissimo masculo piemontese sugno ;-)

Giancarlo
p.s. e occhio a non confondermi con il vero e unico GF di TuttiScrittori.

 
 
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Renata il 05/06/09 alle 10:14 via WEB
Se babbiando è il gerundio di babbiona, quella sono io. Hai ragione tu sei Giancarlo, non GF, io non ti ho confuso, almeno non in tal senso. Per il resto con-fusa sono io :-) Per Valery: leggerò con calma in giornata.
 
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VALERIA TEDDE il 05/06/09 alle 10:07 via WEB
Letto il breano di Tao. Bella la scena che descrive e un maschio più comnbattuto, meno deciso alla rinuncia alla sua donna e al bambino. La forma la leggerò con calma. Valery
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 05/06/09 alle 10:15 via WEB
un'amica milanese... non cotoletta! ha voluto dare il suo contributo - s'appella Maddalena e partecipa tramite gianfranco =
Il sangue pulsava dietro gli occhi, non sapeva se per la paura o per la posizione. La lingua era diventata tre volte più spessa e Luigi non riusciva ad articolare parola… solo dei rantoli che alle sue orecchie suonavano come ridicoli gridolini isterici. La caviglia sinistra era strettamente incastrata tra il portavasi di ferro e il davanzale del terrazzo. Trenta metri più in basso o più in alto dipende dai punti di vista, correva la buia stradina che percorreva da cinque anni quando si recava da lei. Lo aveva spinto. Delicatamente. Semplicemente. Sorridendogli. Come era solita fare prima di strappargli e strapparsi i vestiti di dosso e trascinarlo in un mai banale incontro erotico. Lui si era sbilanciato all’indietro proprio mentre sollevava il suo bicchiere di vino e mentre Sara gli allentava il nodo della cravatta alitandogli «Ti sei spaventato maialino? Basta con gli scherzi, ho deciso che stasera mi farai impazzire». In effetti gli era parso di scorgere un lampo nello sguardo di lei, proprio nell’attimo in cui aveva cominciato a tossicchiare imbarazzato, subito dopo che lei aveva detto «Diventerai papà, sei contento amore mio?» ---- ---- -----
 
 
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Renata il 05/06/09 alle 10:23 via WEB
Grazie GF per aver portato qui Maddalena che saluto unitamente a te. Anche in qst caso, copioincollo e mi farò risentire. Intanto Ragass, datevi da fare!
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Renata il 05/06/09 alle 14:44 via WEB
@Maddalena (brano postato da GF): originale, essì. Io, però, farei così: “ Il sangue pulsava dietro gli occhi, Luigi non sapeva se per la paura o per la posizione. La lingua era diventata tre volte più spessa e lui non riusciva ad articolare parola, solo rantoli che alle sue orecchie suonavano come ridicoli gridolini isterici.” Qualche virgola da mettere. Brava cmq.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
NAP il 05/06/09 alle 19:04 via WEB
AIUTO ! Sono pronto a postare ma prima di farlo voglio imparare a usare i TAG. Me li spiegate??
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Renata il 05/06/09 alle 19:41 via WEB

però la freccia finale attaccata per ANDARE A CAPO NORMALE.

per ANDARE A CAPO SALTANTO UNA RIGA. <i è corsivo -

 
   
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Renata il 05/06/09 alle 19:43 via WEB
Intendevo le frecce degli indiani, è ovvio. Ti mando una mail con la spiegazione giusta.
 
     
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 05/06/09 alle 19:57 via WEB
Sì, è meglio... ehehehheheheehhe!
 
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 05/06/09 alle 20:11 via WEB
Allora, io faccio una prova
se sbaglio

prendetevela con RENATA

 
 
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 05/06/09 alle 20:17 via WEB
Luigi posò il bicchiere sulla tovaglia ricamata. Senza parlare, toccò il nodo della cravatta, lo allentò trattenendo il respiro. I suoi occhi braccarono quelli di Sara.
- Mi aspettavo almeno un sorriso. – Il viso di Sara imporporò.
Luigi tornò a respirare, l’odore delle candele alla vaniglia sembrava svanito.
- Da quanto tempo lo sai?
- Questa mattina ho ritirato le analisi, sono al secondo mese, speravo…
Luigi interruppe la donna con un gesto della mano, socchiuse gli occhi stropicciandoli con le dita.
- Non era proprio il momento. – Esclamò.
Sara sembrò non ascoltare, guardava la zuppa calda davanti ai suoi occhi.
- Perché non me l’hai detto prima? – S’infervorò l’uomo.
- Ti ho detto che l’ho appena saputo.
La donna si alzò di fretta, raggiunse lo stereo e lo spense: le note di Sally tacquero.
Si girò, accese la luce del soggiorno e la penombra collassò.
Tornò seduta al suo posto.
- Cosa pensi di fare ora? – Rilanciò Luigi.
Sara afferrò il piatto e in silenzio, rovesciò la zuppa sulla faccia dell’uomo.

Sono riuscito ad asciugarlo un po'.

 
   
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Renata il 05/06/09 alle 20:29 via WEB
Sei riuscito ad asciugarlo un po'? Cioè hai asciugato la faccia di Luigi dalla zuppa? Eri lì anche tu, con Luigi e Sara? :-))) Domani rileggo, buoan serata anche a te Nap! PS: da come l'hai messo sembra davvero che tu abbia asciugato Luigi e non il pezzo.
 
   
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Renata il 06/06/09 alle 09:34 via WEB
@Alessandro_n_71:[Perché non me l’hai detto prima? – Ti ho detto che l’ha appena saputo] di quei due detto bisogna levarne uno. “Perché non me lo hai detto prima? – L’ho appena saputo.” Oppure “Avresti dovuto informarmi prima” – “L’ho appena saputo, te l’ho detto.” Adopro “informare” visto che non si parla dello stato sociale o culturale dei protagonisti, quindi può benissimo essere uno, Luigi, che usa termini leggermente diversi dal comune parlare povero di vocaboli. O essere qualcuno che usa di frequente il verbo per motivi di lavoro, ad es. – Vedi tu, pensaci e poi informaci :-)Resta inteso che le mie interpretazioni vanno prese tutte con beneficio d’inventario.
 
     
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NAP il 07/06/09 alle 17:09 via WEB
Ho capito Renata, i due detto ravvicinati comunque non mi piacciono.
- L'ho appena saputo.
va benissimo come risposta.
 
   
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NAP il 07/06/09 alle 18:29 via WEB
Metto giù il seguito. è tutto un po' sperimentale.

- Radio Notte è un microfono aperto, capta rumori, voci. Tutto si amplifica in una grancassa virtuale, che viaggia nell’etere senza mai arrestarsi. Radio Notte raccoglie sfoghi e preghiere, parole confuse, dichiarazioni d’amore e di guerra.
Sara, distesa nel letto, ascoltava la radio saturare la stanza: una voce passionale, soffice, lenta come una ninnananna.
- Radio Notte è una banda musicale, suona i vostri silenzi, ascolta i sospiri vagare, solitari, tra i vicoli oscuri della città. È un raccoglitore di delusioni e speranze, le une necessarie alle altre.
La voce cessò.
Sara accarezzò la pancia, una leggera pressione tra il petto e l’ombellico. Un gesto spontaneo, naturale, nessuna emozione da sentire o provare. La gravidanza rappresentava l’unica certezza, pensò, la scossa da cui ripartire. Luigi era lontano e dopotutto lo era sempre stato: quella gravidanza aveva messo a nudo il loro rapporto, già logoro.
La radio tornò a parlare.
- Radio Notte ti ascolta, raccontaci la tua storia.
- Sono una donna sola, - esordì una voce timida - soffocata dall'incapacità di prendermi per mano. Ho rinunciato alle mie scelte, ho detto no alla possibilità di amare, per paura. Io ho avuto paura del giudizio degli altri. E la mia notte scivola tra le pieghe delle lenzuola, non ho neanche più i rimorsi, sono anneganti tra le mie lacrime. Da trent’anni vivo accanto a uno sconosciuto, con cui devo condividere la mia vita, lontano da chi doveva essere la mia vita.
Un singhiozzo smorzò la voce.
- Vuoi lasciare il tuo nome?
- Sono sola.

 
     
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Renata il 07/06/09 alle 19:00 via WEB
Domani lo leggo bene, adesso gli ho dato soltanto un'occhiata. Bella l'idea, bravo. Pensa che ho buttato giù alla veloce qualcosa anche io, ma non mi sono riferita alla radio, bensì ad una rubrica su una rivista. scrive lui, scrive lei ect ect.
 
     
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NAP il 07/06/09 alle 19:10 via WEB
Resto in paziente attesa - stop.
Mi piacerebbe leggere ciò che "alla veloce" hai tirato giù - stop.
NAP!
 
     
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Renata il 08/06/09 alle 08:38 via WEB
Ciao a tutti! Caro Nap a me non piace 'sta cosa che ho buttato giù, vedrò cosa ne potrò fare, io sono ipercritica nei miei stessi confronti e quando mi rileggo mi bastono da sola, pensa un po' ..... :-)
 
     
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NAP il 08/06/09 alle 09:04 via WEB
Ummmmm, però pensa a quanto potrebbe essere interessante per noi vedere come tu rieci a correggere e a far crescere un tuo scritto.
Ok, io c'ho provato, non insisto più ;O)
 
     
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Renata il 08/06/09 alle 08:52 via WEB
Ti dico subito cosa mi è saltato agli occhi: Sara è incinta, al conduttore radiofonico dice [Da trent'anni vivo accanto ad uno sconosciuto...] Ora: quanti ha Sara? Convive con un uomo da 30 anni, ammesso che ne avesse 20 quando iniziò la convivenza, prima mi pare difficile, adesso Sara ha 50 anni...ed è incinta? Ammesso e non concesso che una donna possa rimanere incinta a 50 anni, non so se affronterebbe il problema attraverso un conduttore radiofonico. Tutto è possibile, beninteso e forse proprio su quello volevi puntare l'attenzione. Dimmi un po' tu.... PER TUTTI: potete, volendo, scrivere e postare altro/i brani sempre inerenti al tema, se quello già postato non vi convince alla luce dei commenti ricevuti, potete lavorarci su oppure cambiare e proporne uno nuovo. O anche postarne uno nuovo pure se il precedente vi convince e lo ritenete finito e destinato alla lettura. Nel frattempo qui proseguono commenti e quant'altro.
 
     
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NAP il 08/06/09 alle 09:01 via WEB
Cavolo Renata! Avrei dovuto fare un po' più di attenzione: Sara sta ascoltando la radio, la donna con la voce timida non è lei! Aiutami, forse basterebbe evidenziare proprio che sta in ascolto. Mi dispiace avrvi portato fuori strada, sigh!
 
     
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Renata il 08/06/09 alle 09:15 via WEB
Potrei aver posto poca attenzione io. Aggiungerei "la voce timida di una donna" oppure, a scanso di equivoci, dai un nome alla voce al telefono. Poi rileggo ancora. Quindi: Sara ascolta una donna di 50 anni confidarsi alla radio. Ok. Siamo sicuri che ad una ragazza interessino le confidenze di una cinquantenne? Oppure hai voluto proiettare Sara nel suo futuro, ed ella stessa si vede in quella donna delusa? Propendo per la 2° risposta. Per quanto concerne il mio pezzo potrei correggerlo qui, sì, perché no? Posterò domani, forse.
 
     
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NAP il 08/06/09 alle 09:34 via WEB
Ottimo, con "la voce timida di una donna" ho risolto il malinteso. Sara è distesa sul letto, si massaggia la pancia e pensa al rapporto con Luigi e come questo sia compromesso. La donna alla radio e la sua esperienza saranno dei motivi di riflessione per Sara. E qui viene il bello, eehhehehehe, ora mi tocca continuare ;O)
 
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Renata il 06/06/09 alle 08:40 via WEB
@Valery e Nap: leggo con calma e poi vi dico. Intanto, buongiorno e ben trovati tutti!
 
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Giancarlo Manfredi il 06/06/09 alle 09:31 via WEB

Sabato mattina, tra il caffe' e la corsa con il cane (Frodo), vi propongo una variazione sul tema. Scritta di getto; come sempre.

Hotel California

- No, ti prego, non lo voglio fare.
- Oh si che lo farai, piccola Sara.
La voce dell'uomo, gelida, non ammetteva repliche.
- Non voglio, non voglio, non voglio… - la ragazza, giovanissima, continuava a ripetere la stessa frase, sempre piu' debolmente, mentre arretrava spaventata dal suo uomo italiano.
Luigi era bello, forte e quando lo aveva conosciuto, quel giorno lontano, in Romania, gli era sembrato un principe azzurro.
E poi il sogno impossibile, lasciare la sua grigia cittadina, una casa troppo affollata, la poverta', per tentare la grande avventura nello Show.
Ben presto era diventato un incubo, il suo sogno: stanze di squallidi alberghi e poi la violenza, la paura, lo stupro.
E ancora serate passate in compagnia di vecchi libidinosi, in locali di periferia.
Il primo aborto, a suon di calci.
Di nuovo a prostituirsi, questa volta sulla strada, per punizione.
Sara non poteva crederci, il "suo" Luigi non era veramente cosi'.
Lo capiva quando, una volta al mese, la portava fuori, al mare e poi in quel ristorante sulla spiaggia le offriva cena ed era gentile.
Quando facevano all'amore.
E adesso lei aspettava un figlio, il figlio del suo uomo, ma lui, invece di esserne felice...
Sul pavimento della stanza era finita la cena preparata con amore e i piatti si erano rotti - non erano quelli soliti di plastica.
Sara arretrava, il trucco sciolto dalle lacrime le impastava il viso e i suoi piedi scalzi calpestavano i vetri acuminati dei bicchieri: cristallo spezzato proprio come il suo cuore.
Nelle mani di Luigi un coltello affilato.

Giancarlo Manfredi

 
 
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Renata il 06/06/09 alle 09:37 via WEB
EbbravoGiancarlo! Così ti voglio! Poi leggo. Nel frattempo "getta" pure quanto vuoi, noi qui a raccogliere. Un saluto a te e una carezza a Frodo.
 
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Renata il 06/06/09 alle 11:43 via WEB
@Giancarlo Manfredi: l’idea non è male, trovo però lo sviluppo un po’ stereotipato, anche se purtroppo la realtà dei fatti non è stereotipata ma dolorosamente autentica. Sono temi da affrontarsi con le pinze, proprio per non cadere nel retorico. Apprezzo dunque il tuo lavoro, però punterei, fossi in te, sul meno convenzionale. Non nel contenuto, ma nella forma. Grazie del contributo, Giancarlo. E ancora complimenti per la scelta non facile.
 
 
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Giancarlo Manfredi il 06/06/09 alle 13:11 via WEB

Ok, ci proviamo di nuovo: stavolta ribaltiamo il punto di vista della storia.

Trovare il coraggio.
Sembra cosa facile nella finzione narrativa.
Inquadro mentalmente la scena: piano medio.
Androne di un palazzo elegante lui e' un ragazzo normale, capelli corti, vestito grigio e camicia bianca, senza cravatta, e' seduto sui gradini.
Comparse escono di casa o rientrano nel loro appartamento guardandolo sospettose.
Finalmente il protagonista si decide; la camera lo segue mentre sale le scale fino all'attico.
Suona il campanello.
La porta si apre: appare la protagonista, splendida, abito nero da sera, lunghi capelli corvini.
Piano americano sul suo volto, poi la ripresa si allarga: oltre le spalle abbronzate e scoperte della ragazza si vede lo scorcio di una stanza arredata con estremo gusto.
Le linee di design dei mobili, le macchie di colore dei quadri, il tavolo di cristallo gia' apparecchiato con sottopiatti d'argento, lo spumante nel secchiello del ghiaccio.
- Ciao Sara.
- Luigi! Che fai sulla porta! - Lei lo bacia sulla guancia e prendendogli la mano lo guida verso il divano bianco.
Lo fa sedere, poi prende due flute e li riempie del liquido ambrato e scintillante.
Particolare del perlage nei bicchieri.
Ora la camera fa un’inquadratura totale.
Lei sorride sicura: - Ho una notizia da darti!
Lui, invece, e' pallido in volto: - Anche io.
- Spara! -
- Prima la tua notizia: al telefono mi sei sembrata raggiante.
- Tieniti forte: ho ritirato le analisi, aspetto un figlio! Da te.
Primo piano su Luigi.
Voce di Sara fuori campo: - Hai perso la voce? Guarda che nel pomeriggio verranno tutti i miei amici per conoscerti. E poi domani andremo nella casa di campagna dei miei… E qual'e' la tua notizia, cosi' importante?
- Sara anche io ho ritirato le mie analisi: il dottore ha detto che, senza alcun dubbio, io sono sterile.
La camera sfuma sui due personaggi.
Titoli di coda.
No, nella realta', trovare il coraggio per fare quello che e’ giusto, non e' per niente facile.
Si alza ed esce di scena.

Giancarlo Manfredi

 
Taoista1963
Taoista1963 il 06/06/09 alle 12:53 via WEB
Un saluto al laboratorio. Mi sono segnato i sei punti critici evidenziati da Renata e Valeria... attendo altri commenti...poi rielaboro.
 
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Renata il 06/06/09 alle 15:39 via WEB
@Giancarlo Manfredi/3° brano proposto: andiamo meglio, bene! Buona l’idea di una sorta di sceneggiatura – io sono cinefila, quindi apprezzo a prescindere – o cmq l’ispirazione cinematografica. Originale, sì. Debbo rileggere incipit e chiusa, forse c’è qualcosa che non mi quadra, ma per oggi e pure domani ti lascio tranquillo sennò mi rincorri con la scure. E’ faccenda di 4 righe, non di più. Ne riparliamo con calma. Tanto è un Laboratorio, quindi smontare, rimontare, smontare ancora, rivedere, limare ect ect è oltremodo lecito e fattibile. Non solo: lavorate su un unico brano, oppure se non vi/ci convince potete cambiarlo postarne altro/i sempre sullo stesso tema. Più brani ci sono, più discussioni si fanno e più ne guadagnamo tutti. Ciascuno decida come crede, per i dubbi…proveremo a chiarirli. Un saluto a Tao e buon lavoro a tutti!
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 06/06/09 alle 19:16 via WEB
>>>Kallida<<<
penso che occorrano lampi di chiarimento per il lettore (a beneficio della trama che non risulti troppo distante dal tema) e anche qualcosina che incuriosisca e colpisca di più --- per il resto buon pezzo e condivido note di Renata + Valery + Tao

>>>ValeriaTedde<<<
il sentimento c’è – le immagini sono azzeccate, semplici ma non banali (la saliva + le falene + il buio che raspa + giorni passati) – Secondo me dovresti TAGLIARE tutti gli aggettivi da questo brano, perché indeboliscono proprio le immagini forti – un messaggio incoerente, o meglio stridente, è costituito dalla pazza gioia e dal “nero” turbinio delle falene – OK note di R e Vt – Non concordo con il num.2, 4 e 7 di AleF

>>>GManfredi<<<
a me piaceva il primo brano – sarebbe bastato qualche TAGLIO azzeccato e spostare alla fine la frase “Solo Luigi non era stato all’altezza della serata” sostituendola con la poco efficace “Si, proprio un perfetto stronzo” – OK con Vt e R

>>>AleN<<<
Il finale “cazzeggione” e un po’ banale non è adatto al brano che hai scritto, dove invece descrivi con la giusta distanza una storia INTENSA e SERIA ---- ok con note di R e Tao

>>>messaggeriaN<<<
Bel tentativo – Elevato e funambolico – Forse dedicherei qualche minuto alle semplificazioni del linguaggio, onde evitare che la scorrevolezza della lettura non ne risenta… è evidente che si tratta di un brano in cui la velocità è essenziale! Nulla deve disturbarla – OK note di Tao ma non sono d’accordo sul num. 2) a me piace così la stesura grafica – OK l’editing di Renata

>>>maddalena<<<
senza dubbio il pezzo è ben scritto ma c’è poco cuore… chi sono Luigi e Sara? Sembrano ectoplasmi senza storia, sembrano due attori su un palcoscenico, qualche parola in più sui personaggi non guasterebbe… spero che si rifaccia viva === per maddy non è un buon momento
---
…dovrò tornare per esprimermi sui nuovi di Manfredi e su Taoista di cui non ho letto

se mi sono dimenticato qualcuno o qualcosa, ditemelo e cercherò di porvi rimedio –
gianfranco
 
 
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 06/06/09 alle 20:29 via WEB
GF, devo sapere se hai letto la mia seconda versione, quella del 05/06/09 alle 20:17, se anche questa ha il finale troppo a cazzeggio!
 
kallida
kallida il 07/06/09 alle 11:22 via WEB
Ho cercato di seguire i vostri consigli e questo è:
“Come accidenti avrò fatto a cacciarmi in questo pasticcio!”. Non ho avuto il coraggio di dirgli: “No, non mi occupo di questo genere di cose, la mia specializzazione è la cronaca giudiziaria, non quella rosa.”. E dire che è la migliore occasione della mia vita, questa! Potrei avere finalmente la possibilità di farmi conoscere dal grande pubblico, firmare una scrittura tutta mia! Ma io non sono tagliata per scrivere fiction, questa poi...La solita tiritera all'italiana, con tanto di prete come coprotagonista. Fosse almeno un Don Abbondio... Ma quegli occhi, non potevo deluderli. La mia sola speranza è che la sceneggiatura sia talmente stravagante che il direttore dallo sguardo intenso, sia costretto ad invitarmi a cena per chiarire meglio la prima scena: Luigi, Sara, le analisi di lei sul piatto rosso e il vento di maestrale che le spazza via. Una sola folata intensa e tutte le sue aspettative sparse al suolo, allo stesso modo dei fogli aperti sul pavimento freddo di marmo, insensibile come il vento del nord...
baciamo le mani:)
 
 
Taoista1963
Taoista1963 il 08/06/09 alle 11:57 via WEB
Ma, chi dice che il vento del nord è insensibile?
 
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VALERIA TEDDE il 07/06/09 alle 19:18 via WEB
Ciao amici, e sopratutto ciao Erre. Ho letto velocemente il tuo commento ieri mattina ed ho trovato, acciderbola, che devo mangiare ancora quintali di panini :-). Ho dato un'occhiata rapida agli ultimi brani e mi sono sembrati molto interessanti. Chissà se riuscirò a leggerli con calma e a lavorare ancora sul mio? Spero tanto.In questo momento mi trovo lontano da casa, è tutto bellissimo peccato che mancate voi. Un salutone. Valery
 
 
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Renata il 08/06/09 alle 08:40 via WEB
Ciao Valery, vai con calma che fretta non ce n'è. Noi siamo qui, ad aspettarti. Un abbraccio.
 
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elena il 08/06/09 alle 15:43 via WEB
Ecco il mio modesto contributo. Attendo fiduciosa il massacro. Luigi, una notte quasi insonne, inghiottita dagli incubi. Chiavi di tutte le fogge avevano chiuso cancelli, portoni, inferriate, botole. Ad ogni risveglio un dolore al petto, un senso di soffocamento. Le porte chiudevano, sbarravano e il prigioniero era sempre lui, inchiodato in un angolo buio. Fu contento di svegliarsi la mattina e vedere la luce brillante del sole, pensò che lo aspettava un’allegra giornata con il finale di una gran festa organizzata da Sara, la sua compagna di sempre. Si alzò frastornato, afferrò la tazza della colazione, il primo oggetto che Sara gli aveva regalato. Nel versare il latte, la mano ancora intorpidita non tenne la presa e la tazza si sfracellò sul pavimento. Cercò di raccogliere i cocci e si tagliò un dito. Frugò irritato nell’armadietto dei medicinali per trovare un disinfettante. Vide invece uno strano oggetto bianco, come un grande termometro, nella cui finestrella si distingueva una sottile linea violetta. Sara era incinta. Ecco il perché della festa con tanti invitati. Ignorò il senso di nausea che la scoperta gli procurava e cominciò a vagare per la città. Si affacciava alle vetrine dei negozi e controllava il finto sorriso che avrebbe sfoggiato la sera. Terminate le prove di recitazione, tornò a casa, era tardi. La giornata era quasi finita e lui non se n’era accorto. Entrò in casa, gli amici lo accolsero con un rimprovero benevolo e gli ficcarono un calice in mano. Sara gli comunicò la notizia. Il sorriso che aveva preparato con tanta cura si trasformò subito in una smorfia. Poi tutto divenne concitato e incomprensibile. La corsa in bagno, la caduta, il dolore alla testa. Si svegliò in una stanza bianca e si accorse con stupore che il suo letto aveva le sbarre.
 
 
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Renata il 08/06/09 alle 17:34 via WEB
Grazie Elena! Domattina leggerò. Scusate Ragazzi, ma qui stiamo aspettando i risultati della tornata amministrativa e quindi ci "rivediamo" domani. Buona serata a Tutti!
 
Taoista1963
Taoista1963 il 09/06/09 alle 08:59 via WEB
RACCONTO DI ELENA – (1) All’inizio metterei al maschile quell’inghiottita. farei diventare inghiottito lui, Luigi, non la notte. (2) “… Chiavi di tutte le fogge …” mi sembra un po’ retorico come termine. Sarebbe da cambiare la frase, magari mettendo come soggetti i cancelli, i portoni e via dicendo. (3) “… Fu contento di svegliarsi la mattina e vedere la luce brillante del sole, pensò che lo aspettava un’allegra giornata con il finale di una gran festa organizzata da Sara, sua compagna di sempre. Si alzò frastornato, afferrò la tazza …” Mi suona meglio così – “ … Fu contento di svegliarsi e vedere la luce brillante del sole: lo aspettava un’allegra giornata con il finale di una festa organizzata da Sara, sua compagna da sempre. Afferrò la tazza … “ (4) Toglierei “… e la tazza si sfracellò sul pavimento.” – Anche per non ripetere la parola tazza. (5) “ … Si affacciava alle vetrine dei negozi …” lo metterei così: “ … … Si specchiava sulle vetrine dei negozi … (6) Toglierei la frase “ … La giornata era quasi finita e lui non se n’era accorto”. Mi pare ripeta quanto detto nella frase precedente, … tornò a casa, era tardi. (7) “ … Il sorriso che aveva preparato con tanta cura si trasformò subito in una smorfia …”. Togliendo “con tanta cura” e “subito” mi suona meglio. (8) Il finale vuol essere ad effetto, ma la tira un tantino. Per quale motivo va a finire in bagno? Perché la stanza bianca nella quale si ritrova?
 
Taoista1963
Taoista1963 il 09/06/09 alle 08:59 via WEB
RACCONTO DI KALLIDA 2 – (1) Che sia da mettere un punto interrogativo al posto di quello esclamativo, all’inizio? (2) La parola “specializzazione” mi fa quasi pensare ad un avvocato. Per esempio si potrebbe usare preferenza. (3) La frase “Ma quegli occhi, non potevo deluderli”. Mi pare si riconduca allo sguardo intenso del direttore. Però mi sembra un ripetere … la toglierei. (4) L’aggettivo “intenso” è ripetuto più sotto con … “Una sola folata intensa”. Questo ultimo si può anche togliere. (5) “Una sola folata intensa e tutte le sue aspettative sparse al suolo …” – Le aspettative sono di Sara o del direttore? (6) Verso la fine invece di “… allo stesso modo” metterei semplicemente “come”. Invece di “aperti” userei “adagiati”, “addormentati” perché aperti … un foglio aperto è piuttosto ovvio. Quando penso ad un foglio lo immagino aperto. (7) “ … sul pavimento freddo di marmo …” Il marmo credo sia già in grado di far provare la sensazione di freddo. E se invertissimo, per esempio “ … sul marmo del pavimento …”.
 
Taoista1963
Taoista1963 il 09/06/09 alle 09:00 via WEB
RACCONTO DI GIANCARLO MANFREDI – (1) Nella quarta riga metterei il punto dopo “elegante”, mettendo la maiuscola a LUI. (2) Il gusto dell’arredo della stanza non mi pare abbia bisogno dell’aggettivo “estremo”. (3) Il tavolo di cristallo … si può togliere il “già? (4) Luigi! Che fai sulla porta! – Forse volevi mettere il punto interrogativo e non esclamativo- (5) Toglierei “… del liquido ambrato e scintillante …” (6) Toglierei “Ora la camera fa un’ ….. lasciando “Inquadratura totale” si mette in evidenza la parte che non racconta, ma che fa parte della sceneggiatura, le indicazioni da dare al regista – (7) Il raggiante mi sembra un aggettivo di qualcosa che si vede, cosa che al telefono è un tantino difficile. E se usassimo? ENTUSIASTA? Per esempio, s’intende. (8) Giancà … mi hai fatto ridere con la conclusione!! Anche noi maschietti
 
 
Taoista1963
Taoista1963 il 09/06/09 alle 09:03 via WEB
Anche noi maschietti abbiamo il nostro bel test... mancava la fine.
 
 
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Giancarlo Manfredi il 09/06/09 alle 10:17 via WEB

Concordo pienamente con le annotazioni.
In alcuni casi è stata solo una questione di fretta (e quando mai nella mia vita ho il tempo e la tranquillità di fare una, dico anche una sola cosa, con calma), in altri il problema viene dalla mia incapacità di rileggermi, se non dopo molto tempo dalla stesura del testo.
In questo caso mi sono concentrato sull'idea e soprattutto ho provato a cambiare i ruoli dei protagonisti.
Nella realtà dei sentimenti adulti, che assume tutte le sfumature dal bianco al nero, difficilmente c'è il cattivo perfetto e la vittima designata e innocente.
Ma così va la vita, come soleva dire Billy Pilgrim.

grazie e alla prossima
Giancarlo Manfredi

 
Taoista1963
Taoista1963 il 09/06/09 alle 09:01 via WEB
RACCONTO – REVISIONATO - Ho cercato di seguire le indicazioni sin qui pervenute, ma ne attendo altre. Grazie e un salutone a tutti. ------------------- Gli inviti in pergamena, i segnaposti in argento, la macchina nuova, la vacanza ai Caraibi, la cena, il brindisi in piedi, nel salotto, con amici e parenti. Sara lo aveva immaginato mille volte, ansiosa di comunicare finalmente l’arrivo di un figlio dopo tanti anni di fidanzamento. Tuttavia la felicità scomparve nello scoprire il disorientamento di Luigi mentre deglutiva le ultime bollicine di spumante. Lo vide lasciarsi cadere sulla vecchia poltrona di cuoio, piegarsi in avanti e spegnere lo sguardo sulle proprie scarpe. Sara gettò il calice di cristallo contro la parete, si lanciò nel corridoio e scese le scale inseguita dall’eco delle sue urla. Lui si alzò liberando un sospiro lunghissimo. S’infilò tra le figure umane che lo fissavano e raggiunse la terrazza dalla quale seguì la sua fuga, oltre il marciapiede. In pochi secondi non la vide più. “Cos’è successo fra noi?”, immaginò di chiederle, percependo ancora il calore del falò sulla spiaggia di Rimini. “Finalmente ti ho trovata”, le aveva detto togliendosi il costume. “E io finalmente ho trovato te” gli aveva gridato lei ballando a seno nudo, spinello in una mano e bottiglia di vino nell’altra. “La lasci andare?” La voce di sua sorella lo riportò sulla terrazza. Il vuoto della strada lo spinse a correre, a raggiungere la porta, sempre più in fretta, con un solo pensiero: “Ti amo”.
 
 
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Renata il 09/06/09 alle 13:15 via WEB
@Taoista1963: io rivolterei l’incipit, ossia partirei da “Sara aveva immaginato mille volte gli inviti in pergamena………Ansiosa com’era di comunicare finalmente l’arrivo di un figlio.” Non c’è altro verbo per “comunicare?” un figlio mi sembra valga qualcosa in più di un “comunicare.” Quel [deglutiva] cercherei di cambiarlo, non s’accorda con [bollicine] che danno un senso leggerissimo quasi impalpabile al gusto, basta solo cercare un altro verbo. [figure umane]: mi dirai che sono noiosa ché già t’avevo contestato [manichini] mettere semplicemente “persone” che ne dici? ” figure umane è troppo impegnativo, sebbene tu voglia dare l’impressione di gente interessata solo al party, quindi impermeabile alla situazione in evolversi. Cerca delle soluzioni alternative, il lettore su [figure umane] lo blocchi e il lettore non bisogna bloccarlo mai. Anzi. Dopo il [finalmente ti ho trovata] ci vuole il remoto (sei andato nella posteriorità degli avvenimenti sin qui narrati) metti tutto al presente, e porta quel inciso al remoto. Sennò posteriorità contro posteriorità dovresti usare il trapassato remoto, ma diventa un caos. Vai al presente e il remoto lo adoperi per la posteriorità. Poi vediamo ché mi sto confondendo pure io :-) Parleremo della chiusa, dopo.
 
   
Taoista1963
Taoista1963 il 09/06/09 alle 18:46 via WEB
OK. Per ora non rileggo, lascio decantare e attendo altri commenti. Un saluto.
 
 
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elena il 09/06/09 alle 18:34 via WEB
Al di là di ogni sofisma letterario, questo racconto mi appassiona con il felice connubio tra passato e presente.
 
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Renata il 09/06/09 alle 10:58 via WEB
@Elena: incipit alla Poe un po’ enfatico, ma non sarebbe omaggio ad E.A.se fosse diverso. [Pensò che lo aspettava…] “Pensò lo aspettasse…” Qui è importante [Ignorò il senso di nausea che la scoperta gli procurava e cominciò a vagare per la città.] Dal bagno al vagare per la città senza nemmeno uscire di casa! Capisco che il numero limitato di battute poco spazio lasci, però limando un po’ l’inizio (pazienza per Poe) riesci ad inserire il legame tra bagno e città, facendolo almeno uscire dal portone di casa. Queste le prime annotazioni, rileggerò. Intanto sentiamo gli altri. Ciao.
 
 
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Renata il 09/06/09 alle 11:52 via WEB
@Elena: ti spego il perché ho modificato [pensò che lo aspettava] in "pensò lo aspettasse" o "pensò che lo aspettasse": il passato remoto "pensò" è reggente quindi vuole il congiuntivo imperfetto e non l'indicativo imperfetto, ciò in virtù di consecutio temporum. Correggetemi se sbaglio.
 
   
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NAP il 09/06/09 alle 12:44 via WEB
A occhio, e orecchio, hai ragione.
Ho bisogno di una delucidazione: la "e" dopo la "," è possibile? Ricordo male o sarebbe meglio evitare?
 
     
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Renata il 09/06/09 alle 12:54 via WEB
Grammatica stante, no non si dovrebbe. Però le eccezioni ci sono e tante. Dipende da cosa vuoi dire, come vuoi dirlo, l'importanza attribuita, l'evidenza di qualcosa o qualcuno rispetto ad altro ect ect. La virgola, indipendentemente dalla grammatica (tra l'altro le regole di punteggiatura sono inesistenti o quais, è specificato solo quel che NON si deve fare) è il ritmo dei periodi. Ci sono autori/trici tipo Clara Sereni che tengono su un intero periodo con la punteggiatura più che con le parole. In sostanza: devi sentirlo tu e non aprire il palmo della mano e buttare punti a casaccio sul foglio. Proponi il pezzo e poi vediamo se, nello specifico, la virgola ci può stare o meno.
 
     
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NAP il 09/06/09 alle 13:06 via WEB
Grazie Renata. No, non ho un pezzo specifico, era piuttosto una curiosità, perché quella del ", e" è una forma che mi sembra sempre più usata. All'inizio, proprio visivamente, non mi piaceva troppo; oggi, probabilmente perché l'ho vista ripetuta più volte, e se usata per incidere, mi comincia a convincere.
 
     
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Renata il 09/06/09 alle 13:14 via WEB
Prego, anche le domande che non riguardano lo specifico dei brani sono benissimo accette, se avete dubbi su qualcosa proviamo a risolverli insieme. Usata per incidere, dici. Anche per altro può essere usata purché non stoni e s'adatti al resto. Ecco il motivo per cui si raccomanda di leggere molto e leggere bene, serve a dissipare dubbi.
 
     
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Renata il 09/06/09 alle 13:30 via WEB
Nap, dovresti trovare in libreria, semmai chiedi, delle edizioni economiche delle opere di Pirandello. E guardare se, nelle pagine in chiusura, è riportato il capitolo "Come correggeva Pirandello", è utilissimo vedere come il Maestro dedicava tempo anche ad una sola virgola, utilissimo e molto interessante. Io ne ho a casa, però adesso a memoria non ricordo i titoli e le edizioni che sono cmq di qualche annetto fa.
 
     
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 09/06/09 alle 15:13 via WEB
Grazie per la dritta, cercherò!
Altro aspetto, questa volta prettamente stilistico, che vorrei affrontare e di cui vorrei conoscere la tua opinione: le "D" eufoniche.<gr> Grazie Renata ;O)
 
     
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Renata il 09/06/09 alle 15:20 via WEB
"Ad esempio"...ecco l'eccezione all'eufonica. Anche qui come sopra: il tuo orecchio sente la musicalità (eu-fonica) del testo e tu decidi se usare o meno la D. Se ne scrive tutti i giorni di 'sta cosa, molti la usano per mostrare cultura laddove sono solo degli sciocchi che voglion mettersi in evidenza. I tuoi sensi sono i tuoi principali interclocutori ove non esistano regole precise o queste ultime siano flessibili; i tuoi sensi percepiscono dalla tua anima ciò che tu vuoi dire a chi legge. Fidati di quelli e lascia perdere i manuali e i sapientoni quando non è il caso.
 
     
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NAP il 09/06/09 alle 15:31 via WEB
Grazie Renata!
 
Taoista1963
Taoista1963 il 09/06/09 alle 11:43 via WEB
Con il volume di scritti, commenti ed elaborazioni... forse sarebbe il caso di tirar fuori le ultime versioni dei racconti e sistemarli in un nuovo spazio... non vogliamo mica che Renata esploda!
 
 
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Renata il 09/06/09 alle 11:49 via WEB
Grazie del pensiero, Tao. Su word ho copiato versioni, elaborazioni. I commenti no. Mi ripromettevo di selezionare e metterli in ordine, però e a mio beneficio, non vostro. Vediamo cosa ne pensa la Redazione, io per ora mi ci raccapezzo abbastanza. Il bum! è scongiurato per ora. Appena il ticchettio si farà più vicino, vi informerò :-)
 
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elena il 09/06/09 alle 16:07 via WEB
Grazie Renata, ci riprovo. Luigi, una notte quasi insonne, inghiottita dagli incubi. Chiavi di tutte le fogge avevano chiuso cancelli, portoni, inferriate, botole. Ad ogni risveglio un asfissiante dolore al petto. Le porte serravano, sbarravano e il prigioniero era sempre lui, inchiodato in un angolo buio. L’alba calmò finalmente i sensi confusi. Lo aspettava un’allegra giornata con il finale di una gran festa organizzata da Sara, la sua compagna di sempre. Si alzò frastornato, afferrò la tazza della colazione, il primo oggetto che lei gli aveva regalato. Nel versare il latte, la mano ancora intorpidita non tenne la presa e la tazza si sfracellò sul pavimento. Nell’affanno di ricongiungere i cocci, si ferì un polso. Frugò irritato nell’armadietto dei medicinali per trovare un disinfettante. Scorse invece uno strano oggetto bianco, come un grande termometro, nella cui finestrella si distingueva una sottile linea violetta. Sara era incinta. Ecco il perché della festa con tanti invitati. Ignorò il senso di nausea che la scoperta gli procurava. Si buttò addosso i vestiti della sera prima e si trascinò fuori, senza meta. Osservava la sua immagine riflessa nelle vetrine dei negozi e controllava con sospetto il finto sorriso che avrebbe esibito la sera. Terminate le prove di recitazione, tornò a casa. La giornata era quasi finita. Gli amici furono pronti ad accoglierlo con un rimprovero benevolo e gli ficcarono un calice in mano. Sara comunicò la notizia. Il sorriso che aveva preparato con cura si trasformò subito in una smorfia. Fece appena in tempo ad avvertire lo sguardo deluso di lei. Poi tutto divenne concitato e incomprensibile. La corsa in bagno, la caduta, il dolore alla testa. Si risvegliò in una stanza buia e si accorse con stupore che il suo letto aveva le sbarre.
 
 
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Renata il 09/06/09 alle 16:49 via WEB
@Elena: lettura stravelocissima quindi non posso esprimere parere conforme e sano, mi pare migliorato però. Domattina (o in serata, ma non ti garantisco)leggerò bene e ti dirò. Grazie a te dell'entusiasmo e grazie a tutti dell'entusiamo che vi anima, è bello da vedere, da leggere e da portare nel cuore. Bravi!
 
   
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Renata il 10/06/09 alle 08:56 via WEB
@Elena/2: non è male, per ora lo lascerei così, eventualmente ci lavoreremo in un secondo tempo. Sempre in attesa di altri pareri, mi riservo cmq altra rilettura.
 
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VALERIA TEDDE il 09/06/09 alle 19:22 via WEB
Ciao ragazzi. Che bello e che invidia il lavoro che state facendo. Ho dato una scorsa rapida ai post, ho letto velocemente il brano di Elena e mi è piaciuto molto. Avrei preferito un finale più psicologico che psichiatrico :-) comunque bello. Non ho letto la seconda versione, forse la prossima volta. Un abbraccione a tutti! Valery ps Erre, non riesco a scrivere ma sto leggendo.
 
 
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Renata il 09/06/09 alle 20:05 via WEB
Valery fai quello che vuoi :-) leggi, segui come puoi e come vuoi, ci sei e qst è l'importante. Fretta non ne abbiamo e anche fosse (ma non è) ti aspetteremmo senza se e senza ma. (Mini "malloppo" dedicato a te) Ciao ;)
 
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Renata il 10/06/09 alle 15:19 via WEB
A Nap e a Tutti: ieri si parlava di punteggiatura, ebbene ho trovato online i Racconti di Friedrich Durrenmatt, googlate "Friedrich Durrenmatt racconti" e al 3° link trovate Racconti (risultati da Google Libri) aprite la pagina e scrollate fino a due di essi, ovvero: La salsiccia e Il figlio. Leggeteli, ché in merito alla punteggiatura sono singolari, e non solo per la punteggiatura.
 
 
Taoista1963
Taoista1963 il 10/06/09 alle 18:00 via WEB
Ho letto, ho letto... sia IL FIGLIO, sia LA SALSICCIA. Quello più incalzante è sicuramente il secondo, fatto di frasi veloci e brevi. Mi colpisce comunque la serie di immagini che provengono dall'autore... mi piace la capacità (anche il coraggio) di scrivere tutto quello che ha dentro... non credo sia cosa da poco. Ma penso dipenda anche dall'età, che influenza sicuramente il nostro rapporto con quello che abbiamo dentro di noi. Mi sembra un buon suggerimento quindi non solo per la punteggiatura, ma anche per gli argomenti... Thanks Renata.
 
   
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Renata il 10/06/09 alle 18:50 via WEB
Grazie Tao, se hai/avete tempo leggeteli tutti perché sono dei gioielli di letteratura. con calma, pian pianino se li leggete ne trarrete senza dubbio un gran vantaggio. Ho il libro e ogni tanto qualcuno lo rileggo sempre volentieri. Segnalo anche LA PANNE, che è più lungo rispetto ai due indicati, ed è una meraviglia.
 
 
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 10/06/09 alle 18:54 via WEB
Sarò dissacrante ma per me l'uso che fa Durrenamatt della punteggiatura è fin troppo singolare. Sarò sincero: le sue frasi sembrano tagliate con l'accetta, non sento il suono delle parole, la melodia. Tutto troppo sincopato, quasi mi urta e fatico a seguire il filo del discorso. Sono grave?
 
   
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Renata il 10/06/09 alle 19:52 via WEB
@Nap: la violenza deve urtare (parlo de IL FIGLIO) sennò non arriva dove vuole arrivare. Personalmente adoro Durrenmatt, troverai se avrai voglia di leggere altri brani strutturati in modo diverso. Durrenmatt è lettura obbligatoria per chi desidera scrivere. Sei piuttosto grave, sì, ma non preoccuparti, te la caverai :-))
 
Taoista1963
Taoista1963 il 11/06/09 alle 09:33 via WEB
Cara Renata, sto lavorando al racconto seguendo le tue indicazioni. -------------- (1) All’inizio ho fatto le modifiche suggerite. Il “comunicare” l’ho sostituito con un banale “annunciare”. Banalotto, ma … per ora non mi viene niente altro in mente. (2) Ah, per quanto riguarda il “deglutire”. Ci ho pensato e ripensato e sono giunto alla conclusione che sia meglio eliminare dal “mentre” in poi. Che vigliacco che sono!! (3) Sulle figure umane (ex manichini) non ci dormo la notte. Sto valutando il semplice “persone”, ma mi par poco. In effetti voglio mettere in evidenza che queste persone, gli ospiti, diventano lo sfondo del dramma dei due fidanzati e diventano una massa di figure indefinite, inebetite, disorientate. Una massa che Luigi deve attraversare per muoversi. Ci penso ancora, ma non si rifiutano suggerimenti. Forse potrei aggiungere un aggettivo a “persone”, anche se gli aggettivi ho imparato che è bene usarli con parsimonia. Dico ‘na cavolata? (4) La parte finale, quella dei tempi, poi mi mette in ulteriore, anzi drammatica difficoltà. Se non erro mi suggerisci di mettere al pass. remoto i verbi dopo il “Finalmente ti ho trovata”. Intendi quel …”le aveva detto togliendosi il costume …”? Dunque sarebbe da mettere così: “… le disse togliendosi il costume”. Ecco questo è una delle cose che mi mettono in difficoltà. Ah, la Consecutio!!. Che sia a causa del mio brutto rapporto con il latino? Non sto qui a riportare i voti che avevo al liceo, non mi parleresti più. E’ che “…le aveva detto…” mi suona come la migliore forma per descrivere il fatto che in quel momento, Gigio le disse appunto “Finalmente ti ho trovata”. Ma credo sia uno dei miei limiti in fatto di tempi e dei loro reciproci rapporti. Quindi, concludendo, mi suggerisci di mettere al passato remoto “……le aveva detto togliendosi il costume …” e anche “… gli aveva gridato lei …”. Ho capito bene? Un salutone.
 
 
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Renata il 11/06/09 alle 09:51 via WEB
@Tao: provo a farti un esempio io. Appena finito lo posto. Lì ti regoli sui tempi dei verbi, il resto, poi, lo modifichi tu. Non è un editing, beninteso, è un esempio. Gli altri dubbi, successivamente. A dopo...
 
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Renata il 11/06/09 alle 10:25 via WEB
@Tao(esempio): Gli inviti in pergamena, i segnaposti in argento, l’auto nuova, la vacanza ai Caraibi, la cena, il brindisi in piedi nel salotto con amici e parenti. Sara lo aveva immaginato mille volte, ansiosa di annunciare finalmente, dopo anni di fidanzamento, l’arrivo di un figlio. Oggi, però, la felicità scompare nel rivelarsi del disorientamento di Luigi, il compagno, nell’atto di bere le ultime gocce di spumante. Lo vede cadere (accasciarsi?) sopra vecchia poltrona di cuoio e spegnere lo sguardo sulle proprie scarpe. Sara getta il calice di cristallo contro la parete, e via! nel corridoio, scendendo le scale inseguita dalle sue urla. Lui si alza liberando un lungo sospiro e va ad infilarsi tra l’indifferenza dei presenti, poi raggiunge la terrazza dalla quale cerca di seguire la fuga di Sara, ormai oltre il marciapiede. Pochi secondi e non la vede più. “Che cosa è successo tra noi?” immagina di chiederle, ricordando il calore del falò sulla spiaggia. “Finalmente ti ho trovata” le disse allora. “Ed io finalmente ho trovato te” gridò lei ballando a seno nudo, spinello in una mano e bottiglia di vino nell’altra. “Vuoi lasciarla andare?” la voce di sua sorella lo riporta al presente, in terrazza. Questione di attimi raggiungere la porta: la strada vuota lo spinge a correre, sempre più in fretta, con un solo pensiero “Ti amo.”

Ho cercato di aggiustare il testo, vedi tu come e se ti ci ritrovi, diversamente sono qui per fugare (potendo) i tuoi dubbi. E rivedere quanto ho scritto, ovviamente.

 
 
Taoista1963
Taoista1963 il 11/06/09 alle 10:31 via WEB
Lo rileggo con calma... grazie intanto.
 
Taoista1963
Taoista1963 il 11/06/09 alle 17:56 via WEB
Tanto per chiacchierare con voi. Ieri sera a Matrix c'era Faletti che presentava il suo ultimo libro. Non mi ha sorpreso Faletti all'interno dei cui discorsi non ho trovato molti contenuti, ma mi ha incuriosito quello che ha detto un critico letterario. Dice che gli scrittori si dividono in due tipologie. Quelli che "sentono" una voce e che quindi scrivono quello che la voce dice loro e quelli che invece "vedono" e descrivono le immagini che vedono. Voi di che tipo siete?
 
 
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NAP il 11/06/09 alle 19:10 via WEB
bella riflessione omonimo. Non saprei, non riesco a darti una risposata precisa. Forse, pensandoci, io sono uno che osserva molto, è probabile che nella scrittura sono più portato a vedere piuttosto che sentire.
 
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Renata il 11/06/09 alle 19:37 via WEB
Del tipo che non sono uno scrittore e nemmanco una scrittrice :-) chi lo è, invece, sente, osserva, odora, tocca e gusta.
 
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Renata il 12/06/09 alle 08:23 via WEB
@TUTTI: nel fine settimana potreste rivedere i vostri pezzi e entro lunedì postare la versione definitiva (se ci fosse ancora da lavorare lo faremo cmq) intanto c'è Tao che con tutta calma riposterà il suo. Nel frattempo, se lo desiderate, ponete domande, curiosità e quant'altro riguarda il mondo della scrittura. Nel w.e. è concesso, anzi benvoluto e venuto il cazzeggio, specie quello nei confronti della amatissima Redazione. Gulp!
 
Taoista1963
Taoista1963 il 12/06/09 alle 10:49 via WEB
Si, come la Renata (noi del nord, nel Veneto almeno, aggiungiamo l'articolo al nome, al femminile però, non al maschile) ha sottolineato, sto mettendo assieme tutte le voci e tutti i commenti/suggerimenti sul mio raccontino. Ho ancora qualche dubbio sui verbi e a dire la verità mi stanno venendo fuori due versioni, ma sinceramente mettere il racconto al presente non mi piace molto. Comunque, l'idea di rimettere a posto i singoli testi è utile per non perderci, altrimenti si rischia di smarrire un mimino di ordine necessario a imparare. Mi concentrerò pertanto sul mio, per ora sospendendo la lettura degli altri, almeno fino alla prossima settimana. Sulle note del critico letterario e sulla sua teoria, credo che la nostra Renata abbia sottolineato giustamente l'importanza di coinvolgere tutti i sensi. Mi sa che sto critico (di cui non ricordo il nome) ha detto 'na stupidaggine. Ma è pur sempre uno spunto per riflettere assieme. Un saluto.
 
 
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Renata il 12/06/09 alle 11:04 via WEB
Più che una stupidaggine il critico ha molto semplificato un concetto (chiamiamolo così) che è arduo semplificare. Ha detto giusto, per quel che ha detto. Non è così facile, però, la distinzione. Diciamo che, nel contesto televisivo (non sempre preciso nell’esternare) ha preferito suddividere in due (peraltro giuste categorie) senza approfondire. PS: Tao fai con comodo, se ti avanza qualche minuto facci compagnia :-)
 
   
Taoista1963
Taoista1963 il 12/06/09 alle 11:37 via WEB
Certo che son qui. Ogni tanto faccio una pausa e butto l'occhio nel blog. Mi riferivo al fatto che ora mi voglio concentrare sul mio racconto... cosa che farò in queste serate. Come già ho detto, la sera è il momento migliore per scrivere, almeno per me. C'è silenzio, gli impegni della giornata son quasi tutti finiti (non sempre, per noi lavoratori autonomi)e ci si può permettere di approfittare del buio. E' allora che i personaggi vengono a trovarmi. E' anche vero che quando poi vado a dormire qualche agitazione me la porto a letto... ma del resto non si può aver tutto a questo mondo. Voi che mi dite?
 
     
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Renata il 12/06/09 alle 14:08 via WEB
Io scrivo quando capita - e si vede! direte voi :-) - non ho orari precisi, seguo l'estro. Dove mi porta è meglio che non lo dica :-))
 
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Renata il 12/06/09 alle 20:12 via WEB
Proposta: quando sarete pronti postate il vostro brano, segnalate se per voi è la versione definitiva o intendete lavorarci ancora su (o in pvt o qui in Lab.) Quando i brani saranno tutti definitivi chiederemo alla Redazione di pubblicarli qui nel blog TS (Gianfranco e Stefo: i Ragazzi se lo meritano, ché han fatto un bel lavoro, si stanno impegnando e sono appassionati alla causa, quindi incoraggiarli e premiarli è d'obbligo.) Poi...poi ne riparleremo. Non sarà certo finita lì. Ho promesso e manterrò, però bisognerà fare le cose per bene. Al momento opportuno vi dirò cosa ho in mente ;) Nel frattempo il Lab. è e resta aperto, procedete con calma e domandate di fronte a dubbi anche non pertinenti al pezzo.
 
 
Taoista1963
Taoista1963 il 12/06/09 alle 21:21 via WEB
Va benissimo. Per quanto mi riguarda mi prendo il fine settimana e conto di postarlo lunedi. Buona serata a tutti.
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 12/06/09 alle 21:33 via WEB
che lavoro! complimenti a tutti - sono ancora a mezzo servizio ma ci sono... continuae a usare questo post SOLO per i commenti di servizio e per le fasi di laboratorio --- ora apro un'altra discussione per i brani definitivi, non usatela per nessun altro motivo. a presto, gianfranco
 
Taoista1963
Taoista1963 il 13/06/09 alle 12:50 via WEB
Mi sono messo a sistemare il racconto e sarei giunto a questa versione, che forse merita un’occhiata ulteriore, prima di essere chiamata definitiva --(1) All’inizio ho inserito “… aveva cominciato ad arrendersi all’idea …” per dare risalto al fatto che lei, pur essendo ribelle (vista la scena della spiaggia) si era appunto arresa, adattata alla regola della cena con brindisi e alle solite belle cose (Caraibi, macchina e via dicendo) solo per godersi l’entusiasmo dell’avere un figlio. Volevo mettere in risalto che si tratta di un compromesso. Quindi anche lei soffre come lui di questo adattamento all’immagine sociale. L’unica cosa che la faceva sostenere questo prezzo è la felicità di comunicare a Luigi la notizia. (2) Ho cambiato “nel” che stava davanti al “disorientamento” e ci ho messo un “ di fronte al”, che forse è più banale, ma credo descriva meglio l’immagine di lei che vede la faccia di lui al momento della notizia. E anche perché lei stessa si trova di fronte alla verità del disorientamento del suo uomo, aspettandosi quindi ben altro. (3) Ho modificato la scena della discesa di lei lungo le scale. Volevo far “sentire” il suono delle grida che diminuiscono, mentre tutti le ascoltano, rimasti come sono bloccati dentro l’appartamento, coi bicchieri in mano. Non so se aggiungendo la “fantasia” ho migliorato o peggiorato. La mia idea era quella di far vedere l’immagine di Sara che scende, ma all’interno della testa degli altri. (4) Ho corretto la scena di lui che si butta verso la terrazza, attraversando i presenti. Mi pare di aver usato “adeguatamente” il suggerimento di Renata. (5) La scena della spiaggia ha subìto la variazione dei tempi, ma non so se (anche in tal caso) sia meglio o peggio. (6) Alla fine ho modificato un po’. Ho aggiunto l’avverbio “improvvisamente”, sperando vada bene e “… lo colpì” da parte del vuoto. Volevo mettere in evidenza che è proprio il vuoto della strada che lo spaventa, che gli fa insomma pensare al vuoto della sua vita dopo la scomparsa di Sara. Vede il suo futuro e corre a riprendersela. (7) Da ultimo volevo sottolineare una cosa, per me importante. Per dare il giusto ritmo al testo (a tutti i testi, ovviamente) bisognerebbe pubblicarlo/li con le opportune interruzioni, con le “andate a capo” che meglio regolano la sequenza temporale degli eventi. Che dite? Renata, chiedo troppo?? ---------------------------------------------------------------- Sara aveva cominciato ad arrendersi all’idea degli inviti in pergamena, ai segnaposti in argento, alla macchina nuova, alla vacanza ai Caraibi, alla cena, al brindisi in piedi, nel salotto, con amici e parenti, ansiosa com’era di annunciare finalmente l’arrivo di un figlio dopo tanti anni di fidanzamento. Tuttavia la felicità scomparve di fronte al disorientamento di Luigi. Lo vide accasciarsi sulla vecchia poltrona di cuoio, piegarsi in avanti e spegnere silenzioso lo sguardo sulle proprie scarpe. Sara gettò il calice di cristallo contro la parete, si lanciò nel corridoio e scese le scale inseguita dalle sue urla acute che si allontanarono velocemente dissolvendosi nella fantasia di chi le aveva ascoltate. Lui si alzò in piedi liberando un sospiro, passò attraverso l’imbarazzo dei presenti e raggiunse la terrazza dalla quale seguì la sua fuga, oltre il marciapiede. In pochi secondi non la vide più. “Cos’è successo fra noi?”, immaginò di chiederle, percependo ancora il calore del falò sulla spiaggia di Rimini. “Finalmente ti ho trovata”, aveva avuto il coraggio di dirle togliendosi il costume. “E io finalmente ho trovato te” gli aveva risposto lei continuando a ballare a seno nudo, spinello in una mano e bottiglia di vino nell’altra. “La lasci andare?” La voce di sua sorella lo riportò sulla terrazza. Improvvisamente il vuoto della strada lo colpì e lo spinse a correre, a raggiungere la porta, sempre più in fretta, con un solo pensiero: “Ti amo”.
 
 
Taoista1963
Taoista1963 il 13/06/09 alle 12:55 via WEB
.... dissolvendosi nella fantasia di chi le aveva ascoltate .... ripensandoci si potrebbe mettere ..... di chi le stava ascoltando....
 
 
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Renata il 13/06/09 alle 13:14 via WEB
Copio su word e poi leggo con attenzione e il testo e le tue precisazioni circa il medesimo. quindi, a dopo, o meglio, a domani. Fors'anche lunedì. Circa la pubblicazione e su come desideri venga effettuata (li pubblica la Redazione) non chiedi affatto troppo, anzi. Però sistemalo tu con i tag opportuni, oppure (visto che la cosa non è facile su Libero) indica / quando vai a capo normale e // quando vuoi saltare la riga. Se per GF e Stefo va bene, te li trascrivono con gli "a capo" voluti. Per la versione definitiva prenditi (prendetevi) il tempo che occorre, qui c'è tutto lo spazio disponibile per discuterne finché volete, meglio prendersi qualche giorno in più che mandare una versione che non ci convince.
 
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Renata il 13/06/09 alle 15:04 via WEB
@Taoista/3: [Lui si alzò in piedi liberando un sospiro, passò attraverso l’imbarazzo dei presenti e raggiunse la terrazza dalla quale seguì la sua fuga, oltre il marciapiede.] Cominciando da metà: il soggetto è Luigi (il periodo inizia con Lui, però poi dici [seguì la sua fuga] Sua di chi, se il soggetto, nel frattempo, l’hai cambiato e da Sara è diventato Luigi? E va bene che subito dopo metti […non la vide più] però è sballato lo stesso, anzi è sballato 2 volte. Correggi il tiro e non disorientare mai il lettore se non vuoi farlo diventare cattivo. Quel [togliendosi il costume] l’avevo cassato, ché personalmente trovo non stia affatto bene e sortisca un effetto comico non voluto. Tu vuoi metterlo a pari di lei che sta a seno nudo e dare l’idea della trasgressione dell’epoca (a proposito: quanto tempo passa tra il retrò e il presente? – non che tu debba specificarlo, no. Però occhio che i tempi siano giusti, sennò il lettore si mette a fare conti e se non gli quadrano diventa ancor più cattivo di prima.) – La voce di sua sorella lo riportò sulla terrazza “La lasci andare?” Ho invertito perché il “la lasci andare” subito dopo “bottiglia di vino” pare che lasci cadere quest’ultima. Anche il “la lasci” avevo tolto per assonanza (la-la.) [Spegnere silenzioso lo sguardo] uno sguardo è silenzioso di suo, però tu ti riferisci a Luigi. Semplifica sempre, non crearti inghippi dai quali poi uscire è impossibile, sennò il lettore diventa ancora ancora più cattivo &#61514; Rileggerò anyway.
 
 
Taoista1963
Taoista1963 il 13/06/09 alle 16:23 via WEB
OK, grazie. Io aspetto e poi rivedo. Ma sto lettore è proprio cattivo. Quasi quasi cambio lettore!!!!
 
   
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Renata il 13/06/09 alle 16:33 via WEB
Eh...io ci ho provato a cambiare il mio, ma ne ho trovato uno peggio :-)) La misteriosa sigla &... in realtà è uno smile :-) che word ha tramutato in arcano. Aggiungo e sparisco: il lettore è cattivo per definizione, più cattivo del lettore c'è nessuno, anche Zorro, Robin Hood, Thierry la Fronde, Van Damme e John Cena hanno paura del lettore. E' tutto dire.
 
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Renata il 15/06/09 alle 08:40 via WEB
Ciao Ragazzi, buona giornata a tutti!
 
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VALERIA TEDDE il 15/06/09 alle 09:50 via WEB
Eccomi, finalmente è arrivata una chiavetta usb. Posto una nuova versione del mio brano. Ho seguito un ordine più cronologico. Avrei cambiato tutto, ovviamente, ma non mi è sembrato il caso :-). Un saluto a tutti. ////////////// “Sono incinta”. A queste parole ne seguirono altre pronunciate da entrambi, fonemi, niente più, Sara li stava già scordando. Poi tacquero. Lo vide alzarsi e girare intorno al tavolo. Pareva rammaricato. Si chinò su di lei, le diede un bacio impacciato sulla nuca ed uscì dal loro appartamento. Sara ascoltò la sua corsa a perdifiato lungo le scale, la sua fuga da quella vita nuova che l’aveva occhieggiato timida terrorizzandolo. Prese il tovagliolo di pizzo e lo passò con rabbia sul collo, sulle tracce umide delle labbra di lui, poi fissò a lungo la tavola cercando tra briciole e posate i loro giorni passati. Con cupo sollievo vide che erano un paesaggio scialbo, alberi scarni su una sequenza di piani grigi, foschia testarda a guastare l’azzurro. Allora si alzò. Le era sembrato di udire il buio raspare sui vetri con dita di bimbo, forse aveva freddo. Aprì le imposte e subito, insieme alla notte, entrarono falene. Incredule, gioiose, avide di luce le vorticavano attorno al capo ma lei, senza badare a quel nero turbinio , iniziò, calma, a riporre piatti e bicchieri nell’acquaio.
 
 
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Renata il 15/06/09 alle 10:24 via WEB
@Valeria Tedde: [fonemi] lo toglierei, lascia, ripetendo, [parole] è più semplice. Anche [occhieggiato] riferito a vita, prova a sostituirlo. Il resto per me va bene. Brava! Se vuoi fare le due modifiche, potrai poi postare la versione definitiva. Però questo è un primo passo, una volta pubblicati tutti i brani in versione definitiva, ricominceremo. Stavolta sarà un poco diverso da come detto (ho cambiato una regolina in corsa) il brano da presentare alla scrittrice sarà scritto da tutti i partecipanti al Lab. Tutti insieme. Quindi resteremo (o torneremo) in qst 3d. Farò un post a se stante con le prime indicazioni, che voi potrete cambiare con suggerimenti, consigli e quant'altro per la buona riuscita del fine che ci siamo proposti. Lo metterò domani, intanto vo' dal commercialista (:
 
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Renata il 15/06/09 alle 09:56 via WEB
Entrai in casa e vidi la tavola approntata. Sul mio piatto notai una busta bianca sigillata. Ne fui incuriosito, ma Sara, allegra e sorridente, disse di non toccarla, lei mi avrebbe suggerito quando aprirla. Mi sedetti sul divano, come in attesa. Infatti Sara si accomodò accanto a me, prese le mie mani tra le sue e senza giri di parole mi annunciò di aspettare un bambino. Il nostro bambino. La sensazione immediata fu il gelo, sudore freddo e unto colava dentro e sul mio corpo, un solo pensiero prese campo nella mente: mia moglie. Mia moglie avrebbe saputo e per me non ci sarebbe stato scampo, fine di tutti i privilegi d'una vita agiata, la figlia del celebre avvocato m'avrebbe cacciato di casa con un calcio nel sedere rovinandomi per sempre. La 'distrazione' Sara sarebbe stata la mia fine. Non doveva accadere. In quel momento sragionavo; davanti soltanto il ghigno di mia moglie. Afferrai la bottiglia di champagne, la mazzata sulla testa di Sara non fu mortale, lo fu però il taglio: un pezzo di vetro da un lato all'altro del collo, la sgozzai con una determinazione che non sapevo d'avere. Poi, fuggii. A metà della scala mi ricordai della busta, e se ci fosse stato scritto qualcosa di compromettente? Tornai indietro, la presi, la aprii e ne lessi il contenuto. “Luigi, amore mio, non sono incinta, è stata una burla, volevo soltanto vedere come avresti reagito alla notizia. Ti amo, Sara.
Con ciò ho reso piena confessione del delitto. Luigi Cattaneo.
 
Taoista1963
Taoista1963 il 15/06/09 alle 12:36 via WEB
Rieccomi a modificare il testo. (1) Ho tolto quel “silenzioso” inutile e ripetitivo (2) Ho tolto il secondo “Sara” per spostarlo più sotto. (3) sulla “sua” fuga” per evitare (o almeno per provarci) ambiguità ho tolto sua e ho appunto precisato di chi è la fuga. (4) sulla faccenda del costume… mi sono buttato sul “spogliandosi”, forse banale, ma più semplice e meno comico. (5) Alla fine si potrebbe anche evitare l’inversione che dici? Mi riferisco all’intervento della sorella che diventando il fratello … tanto, il lettore mica ha l’albero genealogico di Luigi. Sul tempo, non mi sembra di far riferimento ad un periodo storico preciso, non so... o forse si e non me ne accorgo? Dimmi tutto, Renata. --------------------------------------------- Sara aveva cominciato ad arrendersi all’idea degli inviti in pergamena, ai segnaposti in argento, alla macchina nuova, alla vacanza ai Caraibi, alla cena, al brindisi in piedi, nel salotto, con amici e parenti, ansiosa com’era di annunciare finalmente l’arrivo di un figlio dopo tanti anni di fidanzamento. Tuttavia la felicità scomparve di fronte al disorientamento di Luigi. Lo vide accasciarsi sulla vecchia poltrona di cuoio, piegarsi in avanti e spegnere lo sguardo sulle proprie scarpe. Lei gettò il calice di cristallo contro la parete, si lanciò nel corridoio e scese le scale inseguita dalle sue urla acute che si allontanarono velocemente dissolvendosi nella fantasia di chi le aveva ascoltate. Lui si alzò in piedi liberando un sospiro, passò attraverso l’imbarazzo dei presenti e raggiunse la terrazza dalla quale seguì la fuga di Sara, oltre il marciapiede. In pochi secondi non la vide più. “Cos’è successo fra noi?”, immaginò di chiederle, percependo ancora il calore del falò sulla spiaggia di Rimini. “Finalmente ti ho trovata”, aveva avuto il coraggio di dirle spogliandosi. “E io finalmente ho trovato te” gli aveva risposto lei continuando a ballare a seno nudo, spinello in una mano e bottiglia di vino nell’altra. “La lasci andare?” Suo fratello lo riportò sulla terrazza. Improvvisamente il vuoto della strada lo colpì e lo spinse a correre, a raggiungere la porta, sempre più in fretta, con un solo pensiero: “Ti amo”.
 
 
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Renata il 15/06/09 alle 15:07 via WEB
@Taoista1963: e dire semplicemente [scese le scale urlando] e ci pensa il lettore a definirsi la scena? Un periodo storico no, però il lasso di tempo intercorso è importante. La scena che tu descrivi con spinello&Co. mi sembra ( a me eh, magari ad altri no) qualcosa tipo anni '80 o prima ancora. Ergo: erano giovani, adesso pensano alla vacanza ai Caraibi, si sono imborghesiti. E' però un lasso di tempo lungo, troppo. Ormai lei è in menopausa :-))) Sarà perché io ho mai ballato a seno nudo in spiaggia di notte con spinello e vino: ecco il motivo di tanta acidità, adesso lo avete scoperto. Tao, io la vedo così, ragionaci e non prendermi alla lettera. Boysandgirls ci occorrono pareri, forza e coraggio.... PS: poi c'è la cosa della terrazza e di quella che tu definisci [strada] per raggiungere la porta. Sarebbe meglio dire "corridoio" per indicare l'interno? Sennò sembra che stia fuori, però raggiunga la porta. Non so se mi ho spiegata...
 
   
Taoista1963
Taoista1963 il 15/06/09 alle 17:25 via WEB
Ok, rivedo ulteriormente. Don't worry.
 
   
Taoista1963
Taoista1963 il 15/06/09 alle 17:57 via WEB
Sto rileggendo il racconto seguendo le tue indicazioni. Lasciami pensare assieme a te, non intendo difendere il mio scritto, era solo per riflettere. In ogni caso stasera lo rivedo. (1) In effetti si potrebbe mettere … scese le scale urlando … semplificandosi la vita. Solo che mi sono immaginato che tutti continuano a sentire la voce di Sara che si allontana scendendo le scale. Mi sembrava anche un modo per sottolineare la drammaticità della situazione esplosa all’improvviso, tutti rimangono rimbambiti col bicchiere in mano mentre questa voce, queste urla si allontanano. Ecco, questo volevo dire. (2) Riguardo l’altra cosa, quella della strada. Io immagino Luigi che è sulla terrazza che continua a fissare la strada, quella sulla quale ha visto scomparire Sara. Quando suo fratello lo “riporta” sulla terrazza, lui è ancora con lo sguardo sulla strada (ultima cosa vista) ed è proprio quella strada ancora vuota (col ricordo di Sara scomparsa e della solitudine a cui lui pensa) che lo fa disperare e correre per raggiungerla.
 
     
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Renata il 15/06/09 alle 18:17 via WEB
Devi difendere il tuo scritto; perché no? Difendilo eccome! Difendilo sempre. A bomba: l'effetto che vuoi dare alla voce l'ho capito, ma, forse, dicendo “urlando” dovrebbe essere implicita l'eco Un urlo ha una eco, specie se all'interno di 4 mura. Cmq domattina rileggo e cerco una soluzione meno ermetica di un solo verbo e meno macchinosa. Strada: come dici tu pare che prima raggiunga la strada e poi la porta, ergo: [ Suo fratello lo riportò sulla terrazza. Improvvisamente il vuoto della strada lo colpì e lo spinse a correre, a raggiungere la porta, sempre più in fretta, con un solo pensiero: “Ti amo”] “La voce del fratello lo riportò al presente, sulla terrazza. D'improvviso il vuoto della strada sottostante lo colpì, si mise a correre, raggiunse la porta d'ingresso, la spalancò, un solo pensiero “Ti amo.”
 
     
Taoista1963
Taoista1963 il 15/06/09 alle 18:25 via WEB
Ah cara Renata, sapessi quanto ammiro chi riesce a scrivere con uno stile chiaro e meno arzigogolato del mio.
 
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Renata il 15/06/09 alle 16:29 via WEB
OffTopic(ma non troppo): Mi corre (quasi) l'obbligo di una considerazione: stiamo facendo un Laboratorio. Certo non è Vangelo, né critica letteraria alla massima potenza, ma ci stiamo impegnando, chi più chi meno, collaborando tra noi e una sacrosanta volta tanto non ci sono i soliti “bene bravo bis” ad accompagnare le fregnacce che più fregnacce non si puote (mi riferisco in generale). Chiunque con un minimo clic può leggere i nostri errori, le modifiche, i passaggi dagli uni alle altre e, magari, acquisire qualche chiave di lettura che prima non possedeva. Vengo al punto: ma quei siti che per entrarci devi essere conosciuto dal gestore, presentato da almeno 6 utenti anziani praticanti rigorosamente nonnismo, registrarti con dna, genoma e foto autenticata anagrafe, quei siti che devono approvare (ma chi caz di chi?) la tua iscrizione ove gli amministratori si credono umberto eco, dico io quei siti...che aspettano ad andare a nascondersi?
 
 
Taoista1963
Taoista1963 il 15/06/09 alle 17:32 via WEB
Ma guarda che poi rischiamo pure noi di montarci la testa. E un giorno quando la nostra brava Elena o la nostra brava Valeria o il nostro bravo Alessandro N o la nostra brava Kallida (ho cercato di essere equo con l'aggettivo) saliranno sul podio a ritirare il premio Nobel, tutti noi potremo dire... ecco, un pezzo di quel premio è anche nostro. Beh, anche della nostra BRAVA Renata, naturalmente.
 
   
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Renata il 15/06/09 alle 17:56 via WEB
Grazie, ma troppo troppo troppo buono. Fo' ciò che posso, epperò qualche cosetta l'ho carpita dal Lab e partecipare è sempre cosa buona e giusta, se non c'è confronto non c'è parola né scrittura. Ed auguro di vero cuore a qualcuno dei da te nominati di arrivare ad un'ottima scrittura, lasciamo perdere i riconoscimenti, peraltro legittimi, ma non sempre centrati, però un'ottima scrittura sì. E' per me l'auspicio più bello che possa ricevere un appassionato.
 
     
alessandro_n_1971
alessandro_n_1971 il 15/06/09 alle 19:17 via WEB
Non saprei ragazzi, pubblicazione o meno, io mi diverto un modo così. Mi diverte anche solo "pensare" di migliorare un po' a scrivere, un micro-passettino alla volta mi fa felicissimo. Tutto questo è possibile grazie a persone come voi!
C'ho tante cose da fare (come tutti) eppure sulla scrittura (e lettura) non mollo, sacrifico altro, ma questo no!
Renata, devo prendere per buono la mia seconda cartella, mica l'ho capito! Se sì, provo ad andare avanti ;O)
 
     
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Renata il 15/06/09 alle 19:58 via WEB
@Nap: c'è quello che hai asciugato (il 1° proposto, quindi la sua seconda versione) e quello che inizia con Radio Notte ect, scegli quello che vuoi tu, che preferisci e lavora su quello. Io, ma è mia opinione, preferisco Radio notte, ma non farti influenzare e procedi per conto tuo.
 
Taoista1963
Taoista1963 il 16/06/09 alle 09:30 via WEB
Volevo dire alla nostra Renata che sto lavorando sul raccontino. Ieri sera mi sono venute fuori delle modifiche da sperimentare. Vediamo se entro oggi o domani al massimo lo ripropongo. Di sicuro è che ogni volta che lo riprendo in mano mi viene sempre da modificarlo, una virgola, una parola, una frase, la punteggiatura. A volte mi chiedo se ci si sta allontanando dalla forma e dall'idea originali. Non è che si rischia di perdere la spontaneità iniziale? Sono dubbi che mi vengono ogni volta che correggo un brano o un articolo per sistemarlo, ogni volta la stessa sequenza: si butta giù, si rilegge, si lascia lì a dormire, si riprende e si corregge all'infinito. E poi lo si rilascia a dormire....sarà che io quando scrivo rischio contircimenti.
 
 
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Renata il 16/06/09 alle 09:59 via WEB
Interessantissima argomentazione, la tua. Ne ho parlato durante una delle presentazioni del mio libro. Mi chiedevo quando un autore ritiene finito il suo lavoro. E ho concluso che è lui stesso a “dirlo”, il lavoro. Ho passato 8 mesi a correggere (dopo aver firmato il contratto, a scriverlo ho impiegato 3 anni) poi l’editore ha preteso il manoscritto definitivo per la pubblicazione e, in pratica, il tutto s’è chiuso da solo. In ultimo la correzione delle bozze, che cmq riguarda aspetti marginali, ormai a quel punto la sostanza non cambia più (anche perché diversamente l’editore diventa verde tipo hulk.) Quindi una fine ci sarà, non foss’altro il termine definitivo per la consegna e la pubblicazione sul blog TS. Tu dici [A volte mi chiedo se ci si sta allontanando dalla forma e dall'idea originali. Non è che si rischia di perdere la spontaneità iniziale?] Moltissimi hanno iniziato una storia e poi, la medesima, ha preso da sola una strada diversa. Non è un delitto allontanarsi dall’idea originale, affatto. E la spontaneità è sempre quella iniziale, la spontaneità va mantenuta per tutta la durata dello scritto e del tempo che si impiega a stenderlo. Anni, anche. Del mio nuovo sono a metà del 4° capitolo, ho cominciato il 23 marzo, finirò chissà quando (mesi e mesi) eppure ne sono “carica” come il primo giorno. L’idea l’ho sviluppata da tempo, l’ho lasciata frullare in testa per un bel po’ e poi mi sono messa a scriverlo. Chiaro che non posso scrivere altro, ho i personaggi che mi stanno incollati addosso, sono in costante contatto: io non mollo loro e loro non mollano me. Sto magari qualche giorno senza scrivere, però sempre in contatto con loro e con la storia, ce l’ho dentro, finché non sarà finita non mi lascerà ed io non lascerò lei. Sicché, Tao, no fear.
 
   
Taoista1963
Taoista1963 il 16/06/09 alle 10:39 via WEB
Beh, a questo punto non posso non chiederti qual'è il modo migliore per correggere un testo. Anzi, son convinto che non esista un metodo migliore di altri. In realtà volevo rubarti qualche segreto, qualche astuzia....immagino che poi ognuno abbia il suo modo di lavorare, sicuramente, ma qualche piccolo segretuccio ... questo sarebbe un argomento interessante da discutere anche con gli altri.
 
     
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Renata il 16/06/09 alle 11:02 via WEB
Ti dico di prima della presentazione alla casa editrice, dopo c’è anche l’editor (ma tralasciamo adesso qst aspetto, tanto le case minuscole non ce l’hanno, se lo vuoi te lo paghi tu o devi contare su un amico esperto e volenteroso.) Secondo me il modo migliore per correggere un testo non esiste, o meglio: non c’è un manuale apposito e anche se ci fosse il lavoro se lo deve fare lo scrittore, sennò che scrittore è? Segreti e astuzie io non ne ho: rileggo rileggo e rileggo, sistemo, ri-sistemo, modifico, ri-modifico fino a che mi pare tutto ok. Del resto il momento di creatività è quello, non lo si può cambiare a vita, un termine esiste. Conta anche sul fatto che non tutti i lettori sono dei fenomeni, quindi qualcosa che può scappare a te, scappa pure a loro. Ciò non toglie che il lavoro va eseguito al meglio. Il segreto è la pazienza, il credere in quello che si sta facendo, averne la massima cura come se ogni parola fosse un dono prezioso e insostituibile. E soprattutto parlare col proprio lettore, non prodursi in un soliloquio ché scrivere è comunicare, col lettore si instaura un dialogo. Le tecniche s’imparano, metterci l’anima, no. Correggere e/o portare l’opera alla sua fase definita è impiegare tutto il corpo: dal fil rouge sensi/cuore ai muscoli, alla pelle, è “stare” dentro la storia, convivere coi personaggi. Ecco che una buona scuola di scrittura può sopperire a qst informazioni di base, insegna a incassare i colpi degli editor (non a caso Elena ha definito quella di TS “Guantanamo”) a riscrivere, ad applicarsi, ad andare oltre la parola scritta, a dare base alla parola e non lasciarla vagante senza significato, e a correggere. La pratica è la migliore maestra, scrivere e leggere e ancora leggere. E ricordarsi che se Pirandello stava ore ed ore a studiare una virgola una ragione l’avrà pure avuta. Sono step che si superano mano mano, non serve fretta, serve determinazione.
 
     
Taoista1963
Taoista1963 il 16/06/09 alle 14:28 via WEB
Si, son d'accordo con te. Non posso dire di avere altro metodo, se ne esiste uno effettivamente alternativo. Ma colgo lo stesso l'occasione per invitare tutti gli altri a raccontare qualcosa del loro modo di scrivere, di buttar giù, di correggere, di rileggere, e di rileggere ancora ... MA SECONDO VOI, ESISTE CHI BUTTA GIU' SENZA DOVER POI FARE GRANDI CORREZIONI?
 
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VALERIA TEDDE il 16/06/09 alle 16:09 via WEB
Ciao amici, queste vacanze hanno solo un guaio: mi tengon lontana dai vostri post. Ho letto qua e là delle osservazioni di Taoista e di Erre, che mi rileggerò con calma, a proposito di scrittura e riscrittura, correzioni etc. Ho apportato le ultime modifiche al mio brano ed ora lo posto nel 3d apposito. Un grandissimo grazie a tutti voi. Non scrivo altro perchè cadrei sparata nella melassa. Ciao amici. Valery
 
 
Taoista1963
Taoista1963 il 16/06/09 alle 17:08 via WEB
Pensa che io invece sono invidioso delle tue vacanze.
 
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Renata il 16/06/09 alle 17:30 via WEB
Valery son talmente rintronata che leggendo l'inizio del commento che contiene la versione definitiva del tuo brano col titolo "Sono incinta" c'è mancato poco ti facessi le congratulazioni. Eh oh...è il caldo no panic è il caldo. Forse. Tao sei l'unico che si è impegnato con me, ci voleva uno psicologo ci voleva, ça va sans le dire.
 
 
Taoista1963
Taoista1963 il 16/06/09 alle 18:06 via WEB
Che devo fare? Prendo l'agenda e fisso un appuntamento?
 
   
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Renata il 16/06/09 alle 18:57 via WEB
Nominato sul campo l'ottimista dell'anno: hai scritto "un" appuntamento. E agenda al singolare.
 
     
Taoista1963
Taoista1963 il 16/06/09 alle 21:54 via WEB
Tu pensa che mi era venuto il dubbio di aver sbagliato a scrivere... non è così, vero?
 
Taoista1963
Taoista1963 il 16/06/09 alle 23:39 via WEB
Sara aveva ceduto all’abito elegante, ai tappeti persiani, ai gioielli di classe e al brindisi ufficiale con amici e parenti, ansiosa com’era di annunciare finalmente l’arrivo di un figlio dopo tanti anni di fidanzamento. Tuttavia la felicità svanì di fronte al disorientamento di Luigi, al suo accasciarsi sulla vecchia poltrona di cuoio, piegato in avanti, con lo sguardo spento sulle punte delle scarpe. / Sconvolta, gettò contro la parete il calice di cristallo che si disintegrò fra schegge di vetro e gocce di spumante. Pallida in volto si lanciò verso la porta, scese le scale e corse via urlando. / Lui si alzò liberando un sospiro, passò attraverso l’imbarazzo dei presenti e raggiunse la terrazza dalla quale seguì quella fuga disperata: Sara aveva superato il marciapiede e in pochi secondi scomparve. / “Cos’è successo fra noi?”, immaginò di chiederle, percependo sulla pelle il calore di quel falò sulla spiaggia di Rimini. / “Finalmente ti ho trovata”, aveva avuto l’istinto di dirle spogliandosi. / “E io finalmente ho trovato te” gli aveva risposto lei continuando a ballare a seno nudo. // “Muoviti, vai a prenderla.”/ La voce del fratello lo strappò dai ricordi riportandolo a fissare dall’alto il vuoto di quella strada paurosamente deserta. Ritornò dentro, riattraversò il gruppo rimasto ad aspettare con i bicchieri in mano e raggiunta la strada continuò a correre, respirando a fatica, ma sentendosi su quel marciapiede già meglio, vicino a lei.
 
 
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Renata il 17/06/09 alle 08:19 via WEB
Lo rileggerò in giornata, va meglio, sì. Bravo Tao! Vedremo insieme se sarà il caso di qualche limatina, prima del post definitivo. Siete stati tutti bravi, appassionati e volenterosi, però, onore al merito, Tao ha lavorato di lena. Non vince niente, sia chiaro. Ma da oggi ha fatto un passo in più nel suo cammino, piccolo ma l'ha fatto. Complimenti. E complimenti a tutti i partecipanti, avete dato il vostro contributo, se vorrete ne darete di più: ci divertiremo ancora!
 
Taoista1963
Taoista1963 il 17/06/09 alle 09:19 via WEB
Comunque, se c'è qualcosa che non va lo risistemo.... tanto, è bene non aver fretta. E poi non è nemmeno il caso di insistere troppo. A volte basta riposarsi e "distrarsi" dal testo per poterlo rivedere con occhi più obiettivi. Comunque, io mi auguro che il laboratorio non si fermi con questa prima esperienza, magari ne facciamo un'altra, diversa. Un saluto alla te, Renata.
 
Taoista1963
Taoista1963 il 19/06/09 alle 14:04 via WEB
Sara aveva ceduto all’abito elegante, ai tappeti persiani, ai gioielli di classe, acconsentendo pure al brindisi ufficiale con amici e parenti, ansiosa com’era di annunciare l’arrivo di un figlio dopo tanti anni di fidanzamento. Tuttavia la felicità svanì di fronte al disorientamento di Luigi, al suo accasciarsi sulla vecchia poltrona di cuoio, piegato in avanti, con lo sguardo spento sulle punte delle scarpe. / Sconvolta, gettò contro la parete il calice di cristallo disintegrandolo fra schegge di vetro e gocce di spumante. Pallida in volto si lanciò verso la porta, scese le scale e corse via urlando. / Lui si alzò liberando un sospiro, passò attraverso l’imbarazzo dei presenti e raggiunse la terrazza dalla quale seguì quella fuga disperata: Sara aveva superato il marciapiede e in pochi secondi scomparve. / “Cos’è successo fra noi?”, immaginò di chiederle, percependo sulla pelle il calore di quel falò sulla spiaggia di Rimini. / “Finalmente ti ho trovata”, aveva avuto l’istinto di dirle spogliandosi. / “E io finalmente ho trovato te” gli aveva risposto lei continuando a ballare a seno nudo. // “Muoviti, vai a prenderla.”/ La voce del fratello lo strappò dai ricordi riportandolo a fissare il vuoto di quella strada deserta. Riattraversò il gruppo rimasto immobile con i bicchieri in mano e corse, corse trattenendo il respiro. Quando vide i suoi piedi sullo stesso marciapiede, si sentì già meglio. Ancora una volta vicino a lei.
 
 
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Renata il 19/06/09 alle 14:59 via WEB
@Taoista: "Quando mise i piedi sull'asfalto della strada si sentì meglio. Si sentì ancora una volta vicino a Sara." Se ti fidi, io la vedo così. E non modificherei più. Ragionaci ancora un minimo e poi vai con il post definitivo. Ancora una volta i miei complimenti, sei stato attentissimo, scrupoloso, appassionato nonché partecipe. Ne devi essere fiero ed io sono contentissima per questo tuo chiamiamolo exploit. Bravò! Clap clap clap.
 
   
Taoista1963
Taoista1963 il 19/06/09 alle 16:16 via WEB
Dai, che divento rosso. Anzi, no, io divento pallido quando sono emozionato. Pensa che alle elementari ci si stava preparando per la recita e ogni allievo doveva impersonare un mese dell'anno. A quelli del periodo invernale la maestra sbatteva del talco sulla faccia per renderli pallidi. Io, Gennaio, sono andato davanti a lei e questa mi ha detto: "No, no, a te non serve". Racconti dell'infanzia a parte, ringrazio dell'applauso. La tua soluzione mi sembra vada bene, ma ci penso un po' sopra. Mi lascia perplesso la ripetizione della "strada" e anche quel doppio "sentì". Sai, quando insegni al bambino una regola, la prima cosa che fà è fare il grande e atteggiarsi a genitore usando quella stessa regola in modo esagerato. Grazie ancora. Ah, volevo dire a Kruaxi che ho iniziato il suo racconto. Mi sono armato come sempre di penna rossa... ma ci vuole qualche giorno, anzi qualche serata. Credo di aver interiorizzato la penna rossa dei miei insegnanti di scuola... Un saluto a tutti.
 
Taoista1963
Taoista1963 il 19/06/09 alle 14:06 via WEB
Ciao Renata. Mi son preso una mezz'ora e seguendo i suggerimenti di un'amica ho provato a fare qualche aggiustatina. Comunque ho ritoccato solo l'inizio e la fine. Questa poi è un' difficile da sistemare. Grazie.
 
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Renata il 20/06/09 alle 09:09 via WEB
Amici Tutti e Carissimi, poche righe per annunciarvi che, una volta terminato il commento a Kruaxi prenderò congedo dal Blog. Il Laboratorio, almeno in questa fase, è terminato. Ritornerò in settembre esclusivamente, se me ne sarà data la possibilità, per portarlo a termine, ovvero scrivere insieme il testo a medesimo tema da proporre poi in pubblicazione, così come ho promesso e come intendo mantenere. Dopo di che lascerò definitivamente. Per ora auguro a voi una buona estate, piena di sole, divertimento e ottime letture. Arrivederci! Il mio grazie dal cuore a Gianfranco e Stefano per avermi ospitata nonché sopportata in questo lasso di tempo. E un abbraccio tanto grande quanto simbolico al blog tuttiscrittori. Ciao!
 
 
Taoista1963
Taoista1963 il 20/06/09 alle 12:20 via WEB
Mi spiace di questa tua decisione... pensavo, credo non solo io, che il laboratorio fosse solo l'inizio. Comunque, grazie di tutto.
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Renata il 20/06/09 alle 12:31 via WEB
Infatti Tao, è solo l'inizio. Se mi sarà consentito lo ricominceremo a settembre e, quando il brano sarà pronto, lo termineremo con la presentazione al blog di cui ho accennato. Ho promesso e manterrò, come specificato. Una volta finito, e non prima, io lascerò TS. E' decisione irrevocabile. Chiaro che io non sono "appiccicata" al Lab, nel senso che se la Redazione troverà qualcuno che vorrà prendersene cura, volentieri cederò il posto di coordinatrice. In caso contrario, ribadisco, lo terminerò. Grazie di tutto a te, e un grazie grande.
 
     
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VALERIA TEDDE il 21/06/09 alle 07:47 via WEB
Seconda notiziona. Cara Erre, certo partecipare come partecipi tu non è roba da dieci minuti ogni tanto. Insegnare è un lavoraccio, tempo e fatica, ed è quello che hai fatto con noi. Vienici a trovare ogni tanto e leggici. Grazie di cuore. Valery
 
     
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Renata il 21/06/09 alle 11:13 via WEB
Grazie di cuore a te, Valery. Però io non insegno a nessuno, ho bisogno di imparare e voi me ne avete dato la possibilità. Ciao Ragazzi, un abbraccio grosso a tutti quanti.
 
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VALERIA TEDDE il 21/06/09 alle 08:21 via WEB
Ciao Tao, rispondo alla tua domanda del 16/06, Se c’è qualcuno che scrive e non cambia più nulla del suo testo è perché è, stupidamente, innamorato di se stesso. Manca di obiettività, come sempre quando si è cotti. Veniamo a noi. Scrivo un brano. Anche breve. Già alla prima immediata rilettura cambio qualcosa, di solito cose semplici, aggettivi. Alla seconda rilettura si passa ai periodi. E così via. Le modifiche più efficaci e più valide le ottengo dopo aver fatto riposare il brano per almeno una settimana. A volte scrivo due cose contemporaneamente. “Stacchi” e aiuta. Cercherò la tua ultima versione del brano del lab. Salutoni Valery
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 23/06/09 alle 14:47 via WEB
equivoco sufficientemente chiarito? anche per Renata? anzi, con l'occasione la prego di conpletare l'eventuale parere sul racconto di Maria (Carpediem56... ecc.). Nel frattempo vorrei ricordare anche ad AlessandroN, GiancarloManfredi, Kallida, MessaggeriaN e Maddalena di inserire la "loro" versione finale nel post apposito. Buon proseguimento e grazie di cuore a tutti. gianfranco per LaRed
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 24/06/09 alle 11:34 via WEB
IL CONTRIBUTO DI CARPE E RELATIVO EDIT/COMMENTO DI RENATA
eccoli di seguito:
Quand’è che aveva cominciato a fare la prova di come suonava il suo nome seguito dal cognome di Luigi? Primo ginnasio o prima liceo? Sara non lo ricordava ed allora telefonò a Camilla: Ciao Ellina, non prendermi per pazza, ma ti ricordi quand’è che mi sono innamorata di Luigi? Ascoltò la sua amica del cuore ridere di gusto dall’altro lato della città, poi continuò ad apparecchiare la tavola sapendo, da fonte attendibile, che amava Luigi da quando aveva 16 anni: primo liceo classico “Garibaldi” sezione mista A. Con Luigi si erano lasciati e ripresi mille volte, avevano avuto altre storie, ma lui era stato il file rouge della sua vita: le sembrava che ci fosse da sempre. Si accarezzò la pancia piatta e ancora tonica e immaginò, per l’ennesima volta, a come glielo avrebbe detto: Luigi, avremo un bambino! Così di colpo? O era meglio ricorrere a spiritosi indizi e arzigogolati doppi sensi? L’avrebbe detto guardandolo negli occhi o l’avrebbe lasciato cadere come un allegro petardo in una festa di paese? Il cuore le balzò in gola quando senti il campanello e aprì al suo grande amore. Luigi entrò di fretta come al solito, la baciò fuggevole su una guancia e poi disse tutto d’un fiato: Non posso fermarmi, mi aspettano in ufficio. Sara, spiazzata, e forse già preda degli ormoni, sentì l’ira montarle dentro e disse a bruciapelo: Se esci da questa casa puoi non tornarvi più! Luigi si fermò un attimo a guardarla, poi imboccò la porta che sbattè forte alle sue spalle.<\i>
------------------------ @Carpediem (commento al testo):
[Ascoltò la sua amica del cuore ridere di gusto dall’altro lato della città, poi continuò ad apparecchiare la tavola sapendo…] Sara sta telefonando, però continua ad apparecchiare la tavola. E non chiude la chiamata. E’ un’incongruità: ciò che si comincia va chiuso, mai lasciare fili pendenti.
[…sapendo, da fonte attendibile…] cioè Sara sa di amare Luigi perché un presunto qualcuno glielo dice? un passaggio da evitare perché il lettore bisogna mai confonderlo.
Poi […che amava Luigi…] meglio dire “sapendo di amare Luigi”, il “che” è bestia malevola, usarlo con attenzione.
[File rouge] = “fil rouge.”
La faccenda ”allegro petardo” …ne sconsiglio vivamente l’uso.
[…forse già preda degli ormoni…] una battuta ironica può diventare un’arma a doppio taglio e bisogna saperla usare, in questo caso appare sottotono o fuori luogo… addirittura intimandogli di non fare più ritorno! Evidentemente l’amore non era così amore se si comporta in quel modo. Andrebbe forse rivisitato il concetto.
Spiegazione sull’uso del limite (in questo caso le 1.500 battute): è stato inserito come esercizio per imparare a dosare le parole, ovvero non adoperarne mai per ripetizioni e concetti inutili alla storia che si racconta (per esempio ne sono state sprecate troppe per indicare la stessa persona ossia Camilla ed Ellina; oppure l’inefficace frase “primo liceo classico Garibaldi sezione mista A.”)
Infine segnalo questa ulteriore incongruenza: perché Sara telefona all’amica per sapere quando si è innamorata di Luigi se già lo sa da “fonte attendibile?”
Parere generale: sarebbe consigliabile riscriverlo, partendo anche dai medesimi presupposti, ma curando la forma affinché la storia risulti più scorrevole e leggibile.<\b>
 
 
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NAP il 27/06/09 alle 18:39 via WEB
L'idea di "Sara e Luigi" mi ha dato lo spunto per un racconto lungo, molto lungo, troppo da proporlo a voi in questa fase. Mi dispiaceva però non partecipare al laboratorio, allora ho ripreso le due cartelle che avevo inizialmente postato su queste pagine e ho trovato loro una chiusa. Mi scuso in anticipo perché ho sforato le 1500 parole concesse all'inizio.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
relatived il 30/06/09 alle 09:51 via WEB
da relatived
Chi l'avrebbe mai detto che potesse capitare a me?Alla donna fin troppo razionale, fin troppo controllata.La pioggia tamburellava senza sosta sulle finestre, rendendole vergini e distraendomi per pochi attimi dai pensieri che mi affollavano la mente.
Mi specchiai: due gocce di sudore mi imperlavano la fronte, lo sguardo perso nel vuoto.. e quel test di gravidanza stretto nella mano.
Maledetto test.Eppure era impossibile ignorare quella sensazione così strana, quella gioia mista ad ansia. Non mi ero mai sentita così prima d'ora. "C'è sempre una prima volta"aveva detto una mattina d'agosto Andrea. Già...All'epoca, la nostra storia era perfetta, mi aspettavo dovesse finire da un giorno all'altro.
Invece era durata. Cinque anni. Poi la convivenza. Ma ora...Meglio che lo sappia subito. Del resto non è certo lui il tipo che si tira indietro di fronte alle responsabilità... e i bambini li adora, quando usciamo non fa altro che coccolare quelli dei nostri amici. "Come mai questa cenetta? Lo sai che mi stai viziando, vero?". Bene. Era di ottimo umore.
"Un motivo c'è..." Le parole mi erano uscite di getto,senza pensare.
"Quale sarà mai... dev’essere importante..." Lasciai cadere il discorso. Cominciammo a mangiare senza fretta, gustando il buon vino della vigna di mio padre, ridendo ogni tanto alle battute di un vecchio film comico.
Le candele alla lavanda che avevo sistemato con cura quella sera, lo circondavano di luce soffusa: sembrava un angelo che mi stringeva la mano. Si girò senza dire nulla: gli occhi gli si erano accesi all'improvviso di curiosità ed impazienza.
Senza distogliere lo sguardo mi alzai e cominciai ad accarezzarmi lentamente la pancia. Il tonfo della sedia per terra mi fece sobbalzare. "Da quanto lo sai?" Si era avvicinato alla finestra e fissava la pioggia al di là del vetro.
"Da stamattina..."Si voltò: mi sentìì schiacciare sotto il peso dei suoi occhi. Irriconoscibili. Vuoti.
"Io no...non adesso...Porca miseria Laura! Ho 34 anni!"
Non ricordo quale sentimento prevalse in me quella sera, so solo che lo invitai ad andarsene. Non solo da quella stanza.
Mentre Matteo mi osserva ripenso a quel giorno. Alla decisione che presi d'istinto, ai sacrifici affrontati da sola, alla gioia che provai di fronte a quella scoperta.
Con occhi profondi mi scruta, un attimo dopo sta già immergendo i piedi.
Il mare gli piace. "Com'è fredda mamma!" Già! Eppure non gli impedisco di bagnarsi, anzi lo imito. La vita talvolta sa sorprendere.
Del resto c'è sempre una prima volta.
ecco il mio brano... sinceramente stavo per gettare la spugna:( mi fa molto piacere partecipare, bella l'idea del laboratorio:) anke se il mio brano è veramente semplice.
grazie ancora
Silvia(relatived)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Renata il 30/06/09 alle 11:34 via WEB
En repassant d'ici: leggerò Nap e Relatived e ad entrambi dirò ciò che penso dei loro testi. Non prima di oggi pomeriggio, però. Ciao.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Renata il 30/06/09 alle 14:39 via WEB
In segno di rispetto verso le vittime della tragedia di Viareggio - solo adesso ho potuto realizzarne la portata - oggi mi asterrò dal commento, come preannunciato.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Renata il 01/07/09 alle 16:42 via WEB
@NAP: già che hai sforato fossi in te unirei di più i due pezzi, l’attacco del 2° col trattino (-) a mo’ di dialogo fa perdere la strada al lettore. ; amalgama meglio e, a ‘sto punto, lascia stare le battute (non allungare troppo, però) e riunifica il tutto. Sempre che io abbia ben compreso, oppure vuoi che siano due brani differenti tra loro accomunati soltanto dal filo conduttore? @Tao: ricambio i saluti, leggerò domani :-)
 
 
Taoista1963
Taoista1963 il 01/07/09 alle 16:56 via WEB
Va bene, grazie.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
NAP il 01/07/09 alle 17:41 via WEB
Hai capito bene Renata, i due pezzi sono unificati. Forse per paura di asciugare troppo e limitare al massimo le (già troppe)battute ho finito per staccare troppo i 2 pezzi. Ok, senza esagerare, amalgamo un pochino ;O) Grazie Renata!
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Renata il 01/07/09 alle 16:43 via WEB
@relatived: fai attenzione a espressioni come [vergini] riferito alle finestre, a volte usiamo una terminologia che ci colpisce e con la quale pensiamo di fare altrettanto verso il lettore, spesso è così, qualche volta no; nel tuo caso non è così, quindi io lo leverei quel [vergini.] Stai attenta anche alle frasi fatte tipo [pioggia tamburellava senza sosta sulle finestre] non che si possa adoprare, però bisogna camuffarla bene affinché il lettore non s’accorga dell’uso della ovvietà. Togli tutti i punti di sospensione privilegiando solo quelli che realmente servono al racconto (tipo una frase lasciata in sospeso.) Quindi: rivedilo evitando i trabocchetti che tu stessa hai messo sul percorso. Fai con calma senza fretta. PS: il verbo [invitare] riferito alla reazione di lui alla notizia è poco calzante, cercane uno che renda meglio l’indignazione di Sara alla risposta (di uno che a 34 anni non è capace di assumersi una responsabilità – e una gioia – così importante.)
 
AllwaysMe
AllwaysMe il 31/08/09 alle 12:37 via WEB
E' la prima volta che partecipo ad una cosa del genere, sono curiosa. Ci provo. Ciao a tutti, Annabelle ----- Un figlio proprio adesso. Adesso che era arrivato ad ammettere a se stesso che non l’amava più, quella donna. Ora non l’amava. Non l’amava già da tempo. Non era riuscito egli stesso ad accettarlo e non era stato in grado nemmeno di pensare a come farlo accettare a lei. Non faceva l’amore con Sara da tempo. Ci faceva sesso. Quel sesso aveva generato un figlio. Un figlio. Luigi continuava a ripetersi che un figlio avrebbe dovuto essere il frutto dell’amore fra uomo e donna. E non di un amore a senso unico. Sara era una donna splendida, adorabile, una compagna perfetta, ma non l’amava. Cosa ci poteva fare? Nulla avrebbe potuto cambiare questo fatto. E mentre Luigi pensava, Sara osservava il suo silenzio e capiva. Capiva quello che non aveva voluto capire fino a quel momento. Capiva che questo figlio non li avrebbe uniti. Aveva perso la battaglia, lo amava così tanto da aver fatto di tutto per tenerlo con se. Anche smettere di prendere la pillola a sua insaputa. Aveva visto Luigi cambiare, aveva cercato segnali di tradimenti per avere una giustificazione. Avrebbe voluto scoprire un’amante segreta per attribuirle la colpa. Ma no. Luigi non l’amava più, ma non le aveva mancato mai di rispetto. Lei interruppe il silenzio: “Domani prendo l’appuntamento per l’aborto”. “Verrò con te”. A quel tavolo nessuno di loro aveva parlato dopo l’annuncio di Sara. Ma si erano amati così tanto un tempo da capirsi persino nei silenzi. E avevano capito che quella sarebbe stata l’ultima cosa che avrebbero fatto insieme.
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 31/08/09 alle 14:44 via WEB
bentrovata Annabelle, accogliamo con piacere la tua tentazione scrittoria. tra qualche giorno o qualche ora o anche qualche minuto, se avrai la pazienza necessaria, qualcuno ti darà la sua opinione sul tuo brano... magari accompagnata da consigli e sconsigli vari. A presto, La ReadAction
 
   
AllwaysMe
AllwaysMe il 31/08/09 alle 15:30 via WEB
Ciao, grazie del benvenuto. Prendo questo laboratorio come occasione per imparare! Ann
 
 
VALERIATEDDE
VALERIATEDDE il 01/09/09 alle 15:24 via WEB
Ciao Always me, ho letto il tuo elaborato e mi è piaciuta la struttura: hai riservato quasi metà del testo a lui, un po' meno ai pensieri di lei, e infine poche righe alla coppia. Chiaro come il sole. Da un po' rifletto su questo aspetto di uno scritto ragionando in termini percentuali, quanto a un personaggio, quanto ad un paesaggio etc. Un salutone Valery.
 
   
AllwaysMe
AllwaysMe il 02/09/09 alle 14:02 via WEB
Ciao Valery, non ci avevo pensato, è interessante considerare questa prospettiva del peso dato ad ogni componente, che siano o meno personaggi. La chiarezza è risultato involontario della necessità di completare una trama in poche righe. Ciao, Ann
 
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