Un blog creato da tuttiscrittori il 07/10/2007

tuttiscrittori

A volte, quando si è un grande scrittore, le parole vengono così in fretta che non si fa in tempo a scriverle... A volte. (Snoopy)

 
 
 
 
 
 

SOSTIENE... KREMUZIO

Kremuzio

Sull'orlo del precipuzio

 
 
 
 
 
 
 

ALBERGO A ORE (HERBERT PAGANI) PERF. EDITH PIAF

 
 
 
 
 
 
 

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ARTE & DINTORNI

mostra evento di Costantino Giovine presso Il trittico - Roma Piazza dei satiri - inaugurazione sabato 26 febbraio alle 18.30

locandina

 

 

 
 
 
 
 
 
 

YOU'LL FOLLOW ME DOWN - LABORATORIO CONCORSO

Il presidente della giuria, Luigi Bernardi, ci comunica che

   The winner is Paolo Zaffaina

La motivazione:

Statale 61 è un bel racconto giocato su molteplici livelli, tutti resi con stile adeguato.
I continui cambi di prospettiva, fino allo scioglimento finale, ne fanno un testo godibile ed estremamente accattivante.
Un bel saggio di scrittura al servizio di un'ottima idea.

adesso rileggiamolo iniseme >>>clicca qui

Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli (E. Salgari) 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Messaggi di Marzo 2008

 

Libri in cerca di gloria

Post n°67 pubblicato il 31 Marzo 2008 da tuttiscrittori
 
Tag: Libri

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Alessandro Fort - Cento aforismi e un sogno

Il sogno è quello di Alessandro Fort, psicologo, appassionato di filosofia orientale, di escursionismo, di alberi da frutta e, naturalmente, di scrittura.  Un sogno, il suo, comune a molti di noi: vedere i propri pensieri fissati sulla carta, toccare quei fogli odorosi di stampa fresca, sfiorare con le dita la copertina studiata con cura... un libro. Il “suo” libro.
E quando un amico arriva a coronare un sogno, non possiamo che essere felici per lui e augurargli la miglior fortuna, cominciando però a porgli qualche domanda, perché la curiosità cresce...

Alessandro, molti hanno un manoscritto nel cassetto, spesso un romanzo, a volte una raccolta di racconti o di poesie, in attesa di diventare il primo libro pubblicato nella propria vita. Perché Alessandro Fort pubblica invece un libro di aforismi? 

- Gli aforismi consentono di parlare di molte cose usando poche parole: sono un vero e proprio concentrato di significati, e dunque il massimo della sintesi. Hanno la capacità di suggerire, di invitare alla riflessione e in ultima analisi di stimolare chi legge ad osservare quello che gli sta attorno con un occhio diverso...  (leggi  tutta l'intervista)

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Il libro di Alessandro Fort:  “Dove vai” -  www.altromondoeditore.com

 

 

 
 
 

PAROLE AL PASSO - La seduzione delle parole

Post n°66 pubblicato il 29 Marzo 2008 da tuttiscrittori
 

Una puntata, quella del 28 marzo 2008, all'insegna della seduzione, ma anche di nuove collaborazioni e nuovi amici.
Poesie scelte e suggerite dalla eterea e insostituibile  eolian, raffinata selezione musicale ad opera dell'unico, grande, inimitabile BobSaintClair e... molto altro ancora!... oltre ai brani riportati più sotto.
La puntata sarà presto disponibile sul sito di Radio Imago (soliti pochi giorni di pazienza!),
cliccando qui.


Cominciamo con il racconto di  eosia  (sicuramente molti lo riconosceranno....)

L'INCONTRO

Quarantanni, non pochi per tirare le somme di una vita sentimentale infelice, neanche tanti da mettere in discussione la mia femminilità e la gioia di sublimare i diritti del mio eros.
Era un'afosa notte d’estate. Lui fuori città. Mi mancava il suo corpo nel letto, quel respiro accanto al mio, nonostante non mi desiderasse più chissa da quanto!
Oh lui! Lui era le mie radici, il mio cuore imperfetto, una vita da addomesticare tutte le volte che eludeva un bacio e un po’ di patos.
Quella notte accesi il computer, attesi che la chat si riempisse di nomi sconosciuti, sollevai le mani e digitai il mio ingresso su quella passerella che mi avrebbe portata dalle altre anime.
Un nick attirò la mia attenzione: Stewart.
Di solito in chat scorgevo solo sesso ostentatamente volgare e quel nome invece mi piaceva. Ed ecco una finestra sullo schermo.
Stewart - Perditi in me, sguscia dalla pelle, attorcigliati nelle mie parole
Io - (un sorriso) E come uomo del cielo?
Stewart - Iniettami immagini, dammi le dita, divora l’occasione!
In un istante s’impadronì della tastiera, del tatto delle dita, la gonna, le gambe, le ali dell'anima, frantumandomi la ragione. E in quelle parole mi persi, viaggiando tra i pori deodorati di patchouli e nei suoi vortici alchemici di sensi viscerali. Mi feci sbattere come un giunco nelle parti più intime del corpo, premendo la carne in un'orgia di sesso virile e femmineo al tempo stesso, mentre i polpastrelli guizzanti cercavano il dono da offrire a quel nick sconosciuto.
Fu allora che persi per sempre la bussola della vita: qualche sillaba indecifrabile scrisse il nostro amplesso.
''Ti amo'' aggiunse dopo un pò con una rosa.
''Anch'io'' risposi impazzita.
''Sei stata molto intensa. Solo due donne potevano amarsi così''
''Due donne?'' digitai infiammata.
''Si, sono una donna''
Silenzio. Scrissi il numero di cellulare e spensi il pc. Non ho più dormito.
Il giorno dopo lui rientrò come previsto. Io avevo sistemato tutto come sempre.
Venne a sedersi a tavola e mi guardò in viso senza vedermi:''Come hai passato la notte?''
''Non ho pensato a te'', sussurrai. Tanto non avrebbe sentito.

** **  **

Ed ecco Renata Maccheroni

MON DIEU

Sei imperterrita sui tacchi, ti vedo ritmare i passi
testa diritta e cuore annebbiato
un’idea di profumo a circondarti
è secca l’aria del boulevard stamane,
madame Ponzo accarezza un gatto e il marito le grida c’è gente al banco, in attesa!
spazza stringendo la scopa come fosse mitra, lo smilzo Jacki
imprecando les étrangeres a sporcargli l’ingresso della tabaccheria;
Mon Dieu, vous devriez avoir honte!
s’indigna Céline, ma la penna non è il suo forte: meglio sms a tutto spiano di sorridenti faccine compilati
sono pagine di Nice Matin quelle che sfuggono il vento
e sono putes da quattro soldi a rimanere incollate sempre allo stesso angolo;
McDonald è stampato nelle pupille dei ragazzini, Marsiglia non è più quella di un tempo
E tu
tu
imperterrita sui tacchi
preoccupata del giro vita ad assecondare i fianchi
sei pronta per Doisneau;
i tuoi pensieri sono oltre me
che vorrei disegnarti
da capo a piedi in punta di grafite,
silhouette di giorni andati
tra il rumore del traffico e l’odore di pastis sulle labbra degli anziani.

** * **

E il nostro Crono Kidd

CYRANO

[La rappresentazione pomeridiana del Cyrano di Bergerac di Rostand è appena terminata, ma, tra gli applausi, tutti sanno che il clou dello spettacolo sarà l’intervento del regista ed attore protagonista. Si tratta di Marcus, giovane e bello, idolo del teatro alternativo, sfacciato e spaccone come Cyrano, provocatore ed esternatore di punti di vista insoliti. Marcus, ancora agghindato da spadaccino, ma senza naso posticcio, comincia a declamare....
                                                        leggi tutto - in Vetrina


 
 
 

Post N° 65

Post n°65 pubblicato il 26 Marzo 2008 da tuttiscrittori
 

GIOCO LETTERARIO - L'INCONTRO

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Non è stato facile scegliere UN racconto tra i tanti pervenuti, ma questa è la dura legge dei giochi e dei concorsi. Tanto è vero che qualcuno ha inventato il famoso detto "l'importante è partecipare"...!
Un grazie di cuore a tutti coloro che hanno giocato con le parole e con la scrittura e si sono divertiti insieme a noi!

A questo punto... ci siamo.
Ricordando i nomi dei finalisti: 

andecaa agentealcairo bartelio costantia eosia maryrose6 sara _1971 - soledargento writer_lady 

 Con la seguente motivazione:

"Grande forza evocativa di luoghi, persone, atmosfere, capace di trascinare il lettore all'interno della storia, fin dalle prime battute: “Questa è la strada che percorrevo per andare a scuola, vedi?”. E’ la strada che  porta la protagonista in quel suo mondo che non la accetta perché non “omologata”; una strada che diventa teatro di un piccolo incontro-scontro dal quale esce vittoriosa, ben decisa a non tradire mai l’incontro con se stessa. Un ritmo incalzante, una scrittura semplice ed efficace che ci cattura fino alla domanda conclusiva: "Ma cosa devo fare io con te?", lasciandoci col desiderio di poter leggere ancora."


***

IL RACCONTO VINCITORE DEL GIOCO  LETTERARIO E'

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MASCHIACCIA   di  andecaa

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Questa è la strada che percorrevo per andare a scuola, vedi? Si doveva passare lungo questo sentierino, facendo attenzione a non inciampare nelle radici dei salici chini fin dentro il Rio e poi oltrepassarlo. Avevamo costruito una passerella con vecchi tronchi ammuffiti, in modo da addomesticare il percorso. San Lazzaro non era così, come la vedi adesso. Era circondata da fattorie. Molti dei miei compagni venivano da esse. Per questo a scuola si studiava tutto il programma fino al limitar della primavera e poi, si ripassava solamente. Avrei voluto andare insieme a loro a spulciar granturco, e giocare “a cucco” tra i covoni. Ma mia madre non me lo permetteva. Era una gioia intensa però, quando non vista, scappavo nei campi e racimolavo le ultime patate sepolte nella terra, screpolata dal sole, eppure così fresca, al tatto! Se avevi la fortuna di avere per madre una maestra, come la Gloria, arrivavi addirittura a scuola che sapevi già tutto, e venivi eletta capoclasse perché eri la più brava. Io non sono mai stata eletta capoclasse in vita mia. Col tempo, ti abitui all’idea e anzi, ti convinci che è un ruolo a cui rinunci volentieri. Nessuna discussione, niente regole, per chi non è il primo e deve dar l’esempio, certo. Però all’epoca, guardando l’altezzosa Gloria che dirigeva la preghiera mattutina in classe e la schiera di amiche che la seguivano ovunque all’ora di ricreazione quasi fosse una bussola, ti sembrava un grande privilegio. Io non avevo amiche in classe. Ero una maschiaccia, come chiamavano allora le bambine che salivano sugli alberi e nascondevano una fionda nella tasca del grembiule, o preferivano giocare con la cerbottana e arrotolar freccette di carta coi maschi. E sebbene ammirati per tanta perizia nei giochi più sfrenati, non è che quelli ti accettassero di più. Ti guardavano un po’ come una cosa rara da cui diffidare. “Tu non sei mica tanto normale” aveva un giorno osato dirmi, incontrandomi sul percorso verso la scuola, Roberto il bello. Era il cocco della maestra, perché così biondo, sembrava un angelo del presepe, e la Gloria gli faceva gli occhi dolci, ricambiata. Esser capoclasse, evidentemente, significava anche esser amata dal più ambito della scuola. “Hai un nome impronunciabile, vieni dall’altro capo del mondo, e non ti comporti come tutte le altre femmine. Non salti la corda, non giochi a regina reginella. Tu sei un maschio con la gonna! Non sei normale… pappappero non sei normale… pappap…” Non riuscì a finire la frase. Un pugno secco, ben assestato all’altezza del diaframma lo zittì. Ricordo il suo viso, prima rosso paonazzo e poi subito dopo livido. Fui spedita dietro la lavagna a scrivere “le brave bambine non danno pugni” per cinquanta volte, quindi la maestra telefonò a mia madre giusto all'ora di sedersi a tavola, in tempo per guastare la cena a tutti. Lei, abbandonandosi senza più forze, scuotendo la testa senza tregua si chiedeva desolata: “Ma cosa devo fare io con te?”

 
 
 

Poesia

Post n°64 pubblicato il 25 Marzo 2008 da tuttiscrittori
 
Tag: Poesie

Un amico invece mi ha suggerito questa...

.

.

Da semplici doni e impacciate parole

Il cuore umano è informato

Del nulla -

Il "Nulla" è la forza

Che rinnova il Mondo -

                              (Emily Dickinson)

 
 
 

Poesia

Post n°63 pubblicato il 22 Marzo 2008 da tuttiscrittori
 
Tag: Poesie

E' così meravigliosamente vasto il mondo della poesia... e ogni tanto ne incontro una che non conoscevo. Ieri ho "inciampato" in questa:

Se cerco te non sei tu che io vedo

e non sei tu che io guardo se a te parlo.

Ma se ad altri mi volgo è a te che io dico

un'antica parola che ognuno si gode

e per un volto che intanto io guardo

è la tua guancia sempre che io vedo.

Così gli altri ingannando e me stesso

non inganno te che non mi guardi.

(Libero De Libero -  "Così gli altri ingannando")





 
 
 
 
 
 
 
 
 

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BOCCONCINI DI SCRITTURA - 3

 

Terzo bocconcino caldo caldo. Da sbocconcellare in pochi minuti. Questa volta parliamo un po' del punto di vista del narratore. Prima persona? Terza persona onnisciente o quasi? (entra)

 

 
 
 
 
 
 
 

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