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CAPITOLO XLI - Flashback parte IV

Post n°45 pubblicato il 05 Settembre 2008 da Tyki_Mikk
 

"Siamo nei guai!" esordì Bannegaard appena fu raggiunto dai tre guerrieri: "Il grosso delle truppe del capitano si trova nella zona della grande piazza centrale, i ribelli sono riusciti a isolarci da loro!"
Vash e Ander si guardarono ancora increduli, sino ad allora sembrava impossibile che i loro nemici potessero esporsi fino a questo punto.
"Il capitano Blake e la sua guardia personale sono stati circondati! Ha con sé meno di una dozzina di uomini, non resisteranno a lungo!" spiegò il sergente seriamente preoccupato: "Di questo passo verrà ucciso o catturato! A quel punto tutta la campagna andrebbe incontro a un fallimento! Cosa possiamo fare?!"
"Ma è ovvio!" rispose Jax con decisione: "Andiamo a salvare quell'idiota di Blake!"
"Starai scherzando, spero... siamo troppo pochi!" protestò il sottoufficiale feoriano: "Ci saranno almeno cinquanta ribelli ad assediarlo attorno alla casa dell'interrogatorio! Come credi di sbaragliarli?! O pensi forse di riuscire a crearti un varco tra di loro?!"
"Dimmi la verità, sergente..." si voltò l'altro a fissarlo negli occhi: "...non hai mai visto qualcuno della Deathforce all'opera, dico bene?!"

Il Cavaliere Nero osservava nervosamente la situazione all'esterno dell'abitazione nella quale ora si trovava assediato. I suoi uomini combattevano all'entrata, di fronte a lui, nel disperato tentativo di fermare il nemico. Se i ribelli fossero riusciti a entrare, sarebbe stata la fine.
Ancora una volta dovevano avere ricevuto una soffiata su quella ghiotta opportunità di colpire l'esercito imperiale nel vivo. Ma questa volta la situazione era davvero critica. Il Capitano di Feor era in trappola, nettamente sovrastato numericamente e senza via di fuga. E il resto delle sue truppe erano state bloccate tra i vicoli di Waldberg dalle restanti centinaia di ribelli. Finalmente la guerra sembrava avvicinarsi al suo esito finale.
Per quanto fosse forte e agguerrito, Blake non sarebbe mai riuscito a sconfiggere cinquanta uomini. Due soldati della sua guardia personale erano già caduti, altrettanti erano stati feriti. Il sergente Ravendahl e i superstiti ormai lottavano solo per allungare le loro vite di qualche altro minuto.
Poi però videro qualcosa di davvero incredibile. Quello che riconobbero subito come il giovane caposquadra Deathforce sbucò da una via correndo direttamente contro lo schieramento nemico. Sembrava il gesto folle di un esaltato che andava incontro alla morte.
Ma in realtà Jax non aveva alcuna intenzione di morire. Egli si aspettava solo un po' di movimento e divertimento. Estrasse da dietro la schiena un grosso spadone e si gettò a capofitto nel mezzo dei nemici. Sorpresi, questi non riuscirono a colpirlo con le armi da lunga distanza e si prepararono a ingaggiare un corpo a corpo.
Quella che ne seguì fu una carneficina. Jax vibrava fendenti in ogni direzione, muovendosi rapidamente da un avversario all'altro. I suoi colpi erano di una violenza inaudita, non si preoccupava di superare le difese altrui, poiché le spezzava con la lama della sua pesante spada. I ribelli iniziarono a cadere uno dopo l'altro, i loro corpi venivano squarciati assieme a protezioni e armi. Molti ebbero l'impressione di trovarsi tra le fauci di una belva feroce e assetata di sangue. Coperto del liquido rosso che ovunque schizzava su di lui, Jax era ormai in preda al delirio. Gridava e rideva come se si stesse divertendo con il suo hobby preferito.
Quando anche Vash e Ander lo raggiunsero, circa una diecina di uomini era già stesa a terra immobile e in un lago di sangue. I due guerrieri si unirono subito allo scontro per dare il loro contributo e poco dopo accorsero anche gli uomini di Bannegaard, guidati dal loro sergente.
Comprendendo che quella sarebbe stata la sua unica possibilità di salvezza, Blake invitò i suoi uomini a seguirlo, mentre iniziò a farsi largo tra le linee nemiche. Il suo pesante mazzafrusto roteò minaccioso, facendo a pezzi tutto ciò che colpiva.
Con il passare dei minuti i ribelli constatarono che la situazione gli stava sfuggendo dal controllo, ma non mostrarono alcun segno di resa o rassegnazione. Iniziarono anzi a combattere ancor più strenuamente, ben consci che quella era un'occasione irripetibile per conquistare una vittoria definitiva. Lo scontro si fece così ancora più cruento, nessuno pensava minimamente a fuggire, ma solo a uccidere fino all'ultimo avversario. Gli uomini caddero da una parte e dall'altra, però i feoriani potevano contare su tre guerrieri straordinari. Jax travolgeva chiunque come un toro scatenato, le sue energie parevano inesauribili.
Alla fine, quando il loro vantaggio numerico era divenuto ormai insignificante, i ribelli desistettero e si ritirarono a malincuore. Dalla parte opposta, gli unici sopravvissuti oltre ai tre Guerrieri Deathforce erano il capitano e i due sergenti. Erano troppo stremati e pochi per pensare d'inseguire il nemico.
Il caposquadra Dethforce era completamente zuppo di sangue, ma la cosa sbalorditiva era che non aveva nemmeno un graffio. Soddisfatto, Jax esplose in una fragorosa risata. Persino il Cavaliere Nero lo osservava con prudente distacco.

Entro sera tutto era ritornato alla normalità. Quel giorno si era svolto uno scontro particolarmente aspro ed entrambi gli schieramenti avevano subito importanti perdite. Ma a parità di condizioni chi vi aveva rimesso maggiormente erano stati sicuramente i ribelli. Il Capitano di Feor era convinto che essi dovevano trovarsi in una pessima condizione psicologica, oltre che fisicamente provati. Sarebbe stato il momento giusto per infliggere loro il colpo di grazia e si rammaricò di non esser riuscito a fare nemmeno un prigioniero da cui poter scoprire il tanto agognato nascondiglio. Alla fine era ritornato al punto di partenza e questo lo rese di umore terribile.
Dopo essersi lavato e tolto così lo sgradevole odore del sangue, Jax lasciò la locanda e se ne andò per i fatti suoi. Ogni occasione era buona per prendere le distanze dai due compagni che detestava ricambiato. Ander recuperò due bottiglie di vino e raggiunse Vash allo stesso tavolo della sera precedente.
"Mi dispiace..." sussurrò a un certo punto: "Lo so di aver sbagliato e di aver rischiato di compromettere la nostra missione... forse anche la nostra carriera!"
"Quando hai scelto di fare parte di questo mondo, hai accettato di piegarti a determinate condizioni." non si fece impietosire l'altro: "Deathforce non significa giustizia e nemmeno eroismo... Noi dobbiamo fare quello che ci viene ordinato, non ci è data alcuna scelta. Se ci dicessero di uccidere degli innocenti, questo è ciò che dovremmo fare."
"E a te va bene così?!" si scaldò il cavaliere di Eyrie: "Anche se ti dicessero di uccidere la tua famiglia?!"
"E' un discorso che non ha presa su di me, lo sai." rispose Vash: "Io non ho alcun famigliare..."
"Questo non è del tutto esatto...!" obiettò Ander.
"Ti riferisci a quella persona?" si rabbuiò il compagno: "Per me non conta più nulla..."
"Allora mettiamola in questo modo: uccideresti Heathys se ti venisse ordinato esplicitamente?" domandò dopo una breve riflessione: "D'altronde non è neppure un'ipotesi cosi assurda... Se lei decidesse di lasciare la Deathforce, saresti costretto a farlo, no?"
"Ti sbagli..." lo corresse Vash: "Probabilmente non passa giorno in cui lei non pensi ad andarsene, ma la sua situazione è diversa da quella di chiunque altro." fece una breve pausa, quindi riprese: "Heathys non ha mai voluto entrare nell'accademia, è stata costretta a farlo. La sua permanenza le è stata imposta con la forza, i Maestri non volevano farsi sfuggire le sue capacità per nessuna ragione al mondo..."
Ander annuì comprensivo. Non conosceva quella ragazza quanto il compagno, ma non era del tutto ignaro di tutto ciò che la riguardava.
"Di conseguenza non sarebbe tanto strano se lei volesse scappare..." proseguì Vash: "Il suo non sarebbe comunque un tradimento. Nel suo caso la Deathforce cercherebbe di riprendersela senza torcerle un capello. E' troppo importante."
"Già... e lo è anche per te." sorrise maliziosamente Ander: "Non potrebbe essere altrimenti, quella ragazza è davvero un angelo... E' incredibile che faccia parte della Deathforce!"
L'altro lo fissò con aria interrogativa.
"Cos'è un angelo?" chiese infine.
"Caspita, sei davvero ignorante quando si parla di religione, sai?!" si sorprese il cavaliere: "Mah, ti basti sapere che sono i guardiani di Sol, gli esecutori del suo volere... esseri estremamente puri e candidi, composti dalla luce più intensa, quella solare... Questo vale secondo la dottrina di Eyrie, ma credo che sia lo stesso per ogni culto di Sol."
"E cosa centra?"
"Sei senza speranza, tu..." sospirò il biondo guerriero: "E' solo un modo di dire, significa che Heathys è molto graziosa e dolce, ok?!"
Tra i due scese un lungo silenzio. Mentre stappavano la seconda bottiglia, fuori era sceso il buio più totale. Ander tornò a pensare ai propri problemi, finendo per deprimersi nuovamente.
"Non sono sicuro di voler continuare in questo modo." dichiarò infine: "Ci sono abominii che non riesco proprio a sopportare, tantomeno a commettere... In fondo ho anch'io dei principii e un patto morale da rispettare... sono un cavaliere di Eyrie!"

Al mattino si scatenò l'inferno. Venne così il giorno che segnò per sempre la gloria di alcuni e la vergogna degli altri. Fiamme e fumo si levarono alti nel cielo, mentre si udivano le grida disperate della gente che fuggiva in ogni direzione. Waldberg fu saccheggiata e distrutta, gli abitanti vennero massacrati o dispersi, le donne stuprate, i bambini rapiti...
Il Capitano di Feor non aveva digerito le delusioni del giorno prima. Se non fosse riuscito a portare a termine l'incarico datogli dall'Imperatore in persona, la sua reputazione da condottiero e guerriero ne avrebbe risentito. E proprio questo era il peggiore dei suoi incubi. Quella notte non riuscì a prender sonno, ma al mattino aveva ormai deciso. Dopo aver dato l'ordine di cancellare per sempre Waldberg, se ne ritornò tranquillamente all'accampamento con i gli uomini della sua scorta personale. Il suo umore era ancora più nero che mai.
"Non ci credo... quel pazzo l'ha fatto per davvero!" commentò Jax meravigliato.
I tre guerrieri rimasero a osservare da posizione sicura, ai margini della foresta. Ander era caduto in ginocchio, oppresso da un senso d'impotenza e orrore.
"Maledetto infame!!" si infuriò: "Come ha potuto...?!! Perché?!!"
"Alla fine ha optato per la soluzione più semplice..." constatò il caposquadra: "Ma in ogni caso rimane un comportamento da vigliacchi, mi delude..."
Per tutto il tempo Vash era rimasto in silenzio, ma quando il cavaliere si voltò a guardarlo, si sentì gelare il sangue. Gli occhi dell'amico sembravano vitrei. Per un attimo credette di avere di fronte un cadavere ritto in piedi.
Poi però si accorse con grande stupore che il compagno era in realtà rimasto profondamente sconvolto da quella scena, sembrava aver subito un vero e proprio trauma. Il che lo meravigliò non poco. Nonostante fosse di un anno più giovane degli altri due, Vash gli era sempre sembrato un impavido, freddo come il ghiaccio al punto di apparire quasi insensibile. E invece ora iniziava a tremare di fronte a allo spettacolo di una città che veniva divorata dalle fiamme. Eppure nella loro seppur breve carriera, i giovani guerrieri avevano assistito a cose ben peggiori senza battere ciglio.
Infine, apparentemente ancora incosciente, Vash sussurrò qualcosa, una sola parola. Ander non fu certo di averla compresa bene, anche perché non aveva nessun senso in quella situazione, in quel contesto. Preoccupato, iniziò a scuotere il compagno per le spalle, affinché si riprendesse.
"Cosa c'è?" domandò infine Vash.
"C'è che dobbiamo fermarli!!" gridò il cavaliere di Eyrie.
"Cosa vorresti fare?!" lo derise istericamente il caposquadra: "Ormai è troppo tardi! I feoriani scorrazzano ovunque e Blake, che è l'unico che può richiamarli, se n'è andato! Non vorrai affrontarli tutti per le vie di una città che comunque tra poco sarà ridotta in cenere?! Arrenditi, è una causa persa!!"
"Non m'importa!!" tuonò l'altro: "Quel bastardo che si vanta di essere un capitano ci deve delle spiegazioni!!" sul suo volto si leggeva una forte determinazione: "Ora vado da lui... e se non trova una buona ragione per tutto questo... giuro che l'ammazzo!"
Senza aggiungere altro, Ander svanì nella foresta, lasciando gli altri due di stucco. Era infuriato come non l'avevano mai visto.
"Dannazione, non dirà sul serio?!" si chiese Jax a voce alta: "Non permetterò a quell'idiota di rovinarmi la missione!"
"Avanti, dobbiamo fermarlo prima che faccia qualcosa d'irreparabile!" lo spronò Vash: "Blake non è un tipo con cui si possa scherzare...!"

Ander era piuttosto veloce e sospinto dal furore della rabbia, in un primo momento riuscì a distanziare i compagni nella corsa. Vash e Jax lo inseguirono lungo il sentiero che già li aveva condotti a Waldberg dall'accampamento. Il caposquadra nel frattempo imprecava contro entrambi i colleghi. Il primo, secondo lui, era colpevole di averlo tradito, mentre l'altro di deluderlo nell'impegno. Infine iniziò a tirare in ballo la fortuna avversa e qualche bestemmia su divinità nelle quali non aveva mai creduto.
"Risparmia il fiato per correre!" gli consigliò Vash spazientito.
"Zitto!!" esclamò Jax livido: "Muovi il culo e prendi quel deficiente del tuo amico!!"
Finalmente il cavaliere iniziò ad accusare la fatica della lunga fuga e gli inseguitori incominciarono a guadagnare terreno. Vash in particolare, si avvicinava rapidamente, guidato dal desiderio di salvare il compagno dal commettere una pazzia che gli sarebbe certamente costata cara. Ander iniziò a sentire il suo fiato sul collo, ma non accennò a fermarsi, nemmeno alle parole dell'amico o alle intimazioni del caposquadra.
Vash dovette placcarlo in tuffo, afferrandolo alle gambe. Il fuggitivo finì col muso a terra, ma appena tentò di rimettersi in piedi, Jax gli fu addosso. Un pugno al volto lo fece stramazzare ancora al suolo.
"Hai proprio bisogno di una lezione, brutto stronzo!!" ruggì il caposquadra rifilandogli un calcio: "Adesso mi hai fatto incazzare sul serio!! Ne ho abbastanza di te!!" infierì con altri calci: "Se desideravi tanto morire, dovevi dirmelo subito!! Ci avrei pensato io!!"
"Adesso basta, Jax!" intervenne Vash allontanandolo da Ander.
"Levati, tu!!" continuò lui: "Lascia che lo ammazzi, sarà meglio per tutti!!"
Dopo aver sbraitato per alcuni minuti trattenuto a stento da Vash, il caposquadra tentò di venire nuovamente alle mani col cavaliere di Eyrie, che se ne stava ancora steso a terra.
"Ragazzi, smettetela!!" gridò infine Vash: "Cercate di ragionare lucidamente, maledizione! Non lasciate prendere il sopravvento ai vostri istinti animali!"
Jax tratteneva a stento la collera. Sferrò un pugno sul tronco di un albero per la frustrazione. Ander intanto piangeva nervosamente e in silenzio. Entrambi comunque provarono a calmarsi.
Proprio allora una freccia si piantò nel terreno, nello stretto spazio in mezzo a loro. I tre giovani estrassero istintivamente le loro armi, allarmati. Rivolsero immediatamente lo sguardo in direzione della macchia che li circondava, nel tentativo di scorgere qualche movimento.
"Non muovetevi!" intimò però una voce: "Siete circondati! Gettate subito le armi, o verrete innondati di frecce!"
Un agguato.
Preoccupati da ben altre cose, si erano scordati del pericolo che correvano vagando da soli per quei boschi. Ma adesso era troppo tardi, erano già finiti in trappola.

 
 
 
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Un blog di: Tyki_Mikk
Data di creazione: 15/04/2008
 

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