Tyki's Fantasy

La Leggenda del Dragone

 

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CAPITOLO LI

Post n°55 pubblicato il 09 Gennaio 2009 da Tyki_Mikk
 

Il gigante metallico prese subito di mira il cacciatore. Era molto più grosso del suo simile incontrato a Fort Karadan.
<<Devo attirarlo lontano dalle ragazze, Diana non è in grado di muoversi.>> rifletté Vash: <<Come faccio ad affrontarlo? Questa volta sembra privo di punti deboli!>>
Scattò alla sua destra, assicurandosi che l'attenzione dello SMA 004 non si spostasse altrove. Non sapeva proprio come agire, quella mostruosità meccanica era corazzata con placche molto resistenti e per quanto avesse potuto provarci, non sarebbe riuscito a farle nemmeno un graffio. La strategia più valida sarebbe stata di colpirlo alle giunture, rendendolo nel migliore dei casi inoffensivo. Eppure il cacciatore sospettava che proprio quei punti fossero stati rinforzati maggiormente. Lo Steel Mech Armor si reggeva su ben quattro gambe, che gli garantivano maggiore solidità, ma era dotato di altrettanti arti per combattere. I sensori che gli permettevano di vedere erano posti alla testa, quindi in cima al suo corpo, a un'altezza per lui inarrivabile. Lo SMA 004 era alto più di sei metri e quasi sfiorava il soffitto.
Appena Vash si fermò per studiarlo meglio, l'automa partì all'attacco cercando di colpire con uno degli arti. Sorprendentemente questo si allungò sino al cacciatore, che aveva creduto di trovarsi a distanza di sicurezza. Il giovane si gettò alla sua destra all'ultimo istante, evitando il grosso braccio d'acciaio, che si schiantò con enorme fragore e violenza sul muro dietro di lui.
<<Può allungare le braccia!>> realizzò con sgomento: <<Questa non ci voleva, non serve a niente tenerlo lontano...>>
Come si rialzò, il ragazzo si vide piombare addosso altri due arti e rotolò ancora una volta per schivarli.
"Sarah, dobbiamo fare qualcosa!!" esclamò Diana seriamente preoccupata: "Se lasciamo Vash da solo contro quel coso, fra non molto finirà per soccombere!!"
Nonostante fosse molto spaventata l'amica annuì decisa.
"Cosa possiamo fare?!" le chiese però: "Tu non riesci quasi a muoverti!"
"Anche se è così, non posso restarmene qui ferma a guardare!" affermò risoluta: "Non sarò un'inutile palla al piede! Lo salverò!"

"Dannazione!!" sfogò Ander la propria frustrazione, osservando con la coda dell'occhio la situazione sottostante.
"E' tutto inutile, non avete alcuna possibilità di scampo! Vash pagherà per quello che ha fatto!" disse perentoriamente il Capitano di Feor: "Avanti, consegnami la principessa! Se fai come ti dico, potrei anche decidere di lasciarti vivo."
"Perché mai dovrei crederti?" si infastidì lui: "Sai bene qual è la mia risposta e sai pure che non cambierei idea nemmeno tra mille anni!"
"La tua ostinazione mi fa infuriare! Non vedi che sei in trappola?!" ruggì Kaejis puntandogli contro l'estremità affilata della sua grande picca: "Restituiscimi la mocciosa e risparmierò anche le due ragazze!"
"Vieni pure a prenderla!" rispose lui con uno sguardo minaccioso: "Ma sappi che dovrai prima passare sul mio cadavere! E puoi già immaginare che non ti sarà affatto facile!"
I soldati feoriani fecero per avanzare verso di lui, ma il loro capitano gli fece gesto di fermarsi. La giovane guerriera era livida di rabbia.
"Ho cercato di venirti incontro... ma niente!" sibilò stringendo i pugni con tutta la forza sul manico dell'arma: "E va bene, facciamo come dici tu! Tanto sappiamo già entrambi chi vincerà!"
"E' vero, ma dubito di puntare sul tuo stesso cavallo..." sorrise freddamente Ander.
"Sei un illuso..." lo redarguì lei: "Tra tutte le volte che ci siamo affrontati in questi anni non mi hai battuto una sola volta!"
Ander si mise in guardia con un'espressione spavalda disegnata sul volto. Adesso fremeva dalla voglia di combattere.
"E non ti è mai saltata in mente la possibilità che ti avessi lasciato vincere di proposito?!"
La donna ebbe un attimo di esitazione.
"Ti stai solamente dando delle arie..." si convinse infine: "Sei molto abile a usare la lingua, ma adesso il tempo di parlare è giunto alla fine!"
Il Capitano di Feor partì all'attacco e il cavaliere di Eyrie si preparò a contrastarlo.

Vash evitò per l'ennesima volta l'attacco del gigante d'acciaio, ma la stanchezza iniziava a incalzarlo e presto non sarebbe più riuscito a farlo. Aveva già sprecato una parte importante delle proprie energie nel duello con Erwin. Ma la cosa peggiore rimaneva l'impotenza delle sue abilità di fronte a un avversario come quello.
<<Devo provarci comunque, perché di questo passo non otterrò assolutamente nulla!>>
Durante l'attacco successivo il cacciatore si tuffò in avanti. Il gigantesco pugno dello SMA 004 si infranse alle sue spalle, lasciando un altro buco nel pavimento. Mentre i pezzi di questo gli ricadevano tutto attorno, il giovane si rimise prontamente in piedi e si lanciò a tutta velocità verso l'automa. Esso reagì cercando di colpirlo scagliando gli altri tre arti contemporaneamente, ma con grande prontezza Vash fece un grande salto verso l'alto. I tre pugni d'acciaio colpirono appena sotto di lui con violenza tale da far tremare il suolo dell'intero palazzo.
<<Adesso o mai più!>> decise il cacciatore: <<Devo usare tutta la mia forza!>>
Ricadendo verso il basso, strinse l'impugnatura dello spadone al punto da sforzare i suoi muscoli al massimo. Prese di mira uno degli arti incastrati nel pavimento, o meglio la spessa fune metallica che gli permetteva di allungarsi durante gli attacchi. La sua lama colpì l'obiettivo e sorprendentemente riuscì quasi a tranciarlo di netto. Senza pensarci su due volte Vash ripeté il gesto per una seconda volta e terminò il lavoro.
<<E uno è andato!>> esultò tra sé, ansimando per lo sforzo: <<Passiamo al prossimo finché è ancora possibile!>>
Prima che il robot ritrasse i suoi arti, balzò accanto al secondo di questi. Ancora una volta calò lo spadone con tutta la forza. E di nuovo risuonò il fragore del metallo che si spezzava.
Ma questa volta era stata la sua lama a cedere.
<<Ma cos...?!>> rimase spiazzato: <<Alla fine hai smesso di supportarmi, vecchio pezzo di ferro... Hai deciso di abbandonarmi in circostanze molto critiche... ma in fondo fin'ora il tuo dovere l'hai sempre fatto...>>
Nello stesso momento aveva sentito qualcosa spezzarsi dentro di sé, una sensazione particolare che lo scosse e demoralizzò. Si raccontava infatti che il destino di un guerriero seguiva spesso quello della sua arma: quando questa si spezzava, lo stesso sarebbe accaduto entro brevissimo alla vita del suo possessore.
Ma in realtà quel pensiero lo turbò solo per un misero attimo.
<<Se davvero calerà il sipario, allora farò in modo che sia una grande uscita di scena!>>
Lo Steel Mech Armor lo puntò e lui scoprì che le gambe gli erano ormai divenute pesanti e poco reattive. Non sapeva più se sarebbe riuscito a evitare il prossimo attacco.
"Aqua: Unda Vehemens!!"
Improvvisamente l'automa fu investito in pieno da una gigantesca colonna d'acqua. L'impatto fu devastante, il suo corpo metallico fu spazzato via, finendo per sbattere contro la parete. Il tremore che seguì dimostrava la grandiosa potenza dell'incantesimo.
"Preso!!" gioì Diana a quella vista: "Non ti aspettavi una cosa simile, eh?! Adesso prova a rialzarti se ci riesci, ammasso di bulloni arrugginiti!"
Ma quasi come se avesse compreso le sue parole, il gigante meccanico ricominciò a muoversi.
"Non ci credo!!" protestò lei sconvolta: "Ce l'ho messa tutta!! Come può...?!"
Rimessosi in piedi l'automa si mise in posizione perfettamente retta e immobile. All'altezza del suo petto si aprì dal nulla uno sportello, facendo comparire una specie di grosso cannone.
"Che diamine è quello?!" deglutì la ragazza di Tunsea.
"Non lo so e non mi piace..." rispose semplicemente Sarah: "Ma... sembra puntare verso di te!!"
All'interno del cannone comparve d'un tratto una luce, che per alcuni, lunghi secondi continuò a intensificarsi sempre più, sino a diventare quasi abbagliante. Il rumore che provocava era assordante e spaventoso.
"Spostati da lì!!" gridò Vash a squarciagola.
Il cacciatore annullò la distanza che lo separava da Diana in un batter d'occhio, buttandosi su di lei appena un attimo prima che venisse disintegrata dal terrificante raggio sparato dal cannone dell'automa. Increduli, tutti e tre si voltarono a osservare la devastazione lasciata dal fuoco nemico. Aveva raso al suolo tutto ciò che aveva incontrato sulla sua traiettoria, lasciando evidente il segno del suo passaggio.

"Co-cos'è stato?! Che diavoleria è mai questa?!" si chiese Ander in preda allo stupore.
Dopo essersi scambiato alcuni graffi e tagli con la sua avversaria, era stato distratto dal cataclisma che si era abbattuto nel piano inferiore. Si assicurò che i suoi compagni stessero bene, quindi fissò Kaejis con aria interrogativa.
"Niente male, no?" ghignò lei: "Ammira l'immensa potenza distruttiva del cannone laser LC-106! Questo è il genere di arma con cui avranno a che fare i nemici di Feor! Non c'è modo di contrastarci senza incorrere nell'annientamento!"
Il cavaliere si radrizzò con nuova determinazione.
"Non è con la forza che mi costringerai alla resa!" dichiarò: "Mi spiace, ma adesso devo fare sul serio! Devo sconfiggerti, così potrò andare ad aiutare i miei compagni!"
La donna lo squadrò con nuovo rispetto, ma senza vacillare.
"Non te lo permetterò!"
E di nuovo ripresero a scontrarsi. Kaejis tempestò Ander con una serie di affondi della sua lunga picca, ma lui li respinse uno a uno. Adesso però non si limitava più alla difesa e provava a colpire a sua volta. Il duello si infiammò, ma rimase in equilibrio. I due infatti si conoscevano piuttosto bene.
<<Resistete ragazzi, cercherò di raggiungervi al più presto!>> si augurò speranzoso il cavaliere.

Lo SMA 004 stava ricaricando il cannone per un secondo colpo e Vash cercava disperatamente di allontanare in fretta Diana, che a causa della caviglia slogata si trascinava a fatica. Contro quel mostro d'acciaio la loro sorte sembrava ormai segnata, poiché si rendevano conto che difficilmente sarebbero riusciti a evitare un secondo raggio laser.
<<Non gli permetterò di ferire i miei compagni!>> raccolse tutto il suo coraggio Sarah: <<Li difenderò a ogni costo!>>
La ragazza di Greenville si portò davanti al cacciatore e all'amica, ignorandone le proteste.
"Cosa credi di fare?!" s'infuriò lui: "Vattene, finché sei in tempo!!"
"Sarah, fuggi!!" strillò Diana: "Non puoi nulla, verrai spazzata via!!"
Ma lei non li sentiva più, perché aveva già raggiunto un alto livello di concentrazione.
"Veni mihi maioris status vis magica..."
Mentre recitava l'inedita formula magica, a sua insaputa il pendaglio che portava al collo iniziò a splendere di luce propria. La ragazza di Greenville sentì il proprio corpo avvolto da un gradevole tepore. Ma niente poté distrarla, nemmeno il potente cannone laser che in quel momento ultimava il caricamento. Vash e Diana si voltarono a fissare impotenti la bocca di fuoco dell'automa che sparava ancora su di loro. La sua luce li accecò, convincendoli che sarebbe stata l'ultima cosa che avrebbero visto.
"Lux: Radius Solaris!!"
Un intenso raggio di luce, simile a una linea bianca, esplose dalle mani di Sarah. Nello stesso istante il laser del gigante metallico si stava per abbattere su di loro e invece impattò proprio contro la magia della ragazza. Per un po' i due raggi si incrociarono sfoderando una straordinaria energia, ma lottando tra loro alla pari. L'effetto visivo che ne scaturì divenne abbagliante, l'aria si appesantì e tutta la sala sembrava vibrare per l'enorme potenza magica che vi si concentrava.
Vash e Diana si coprirono gli occhi senza comprendere cosa stesse accadendo, ma certi di giunti al capolinea. Kaejis e Ander, ma anche tutti i soldati feoriani del piano di sopra rimasero di stucco a osservare la scena, mantenendo a stento l'equilibrio. Il pavimento infatti tremò a lungo e persino più forte di prima. La principessa cadde in ginocchio stringendosi le braccia e trattenendo il fiato sino allo stremo per quella convulsa sensazione che l'opprimeva. Si sentiva come se stesse per svenire.
Sarah ebbe l'impressione che le mebra le si torcessero per lo sforzo. Le mancava il respiro e sudava copiosamente. Sapeva quale sarebbe stato l'esito se avesse ceduto, perciò tenne duro nonostante la grande fatica e sofferenza. Ma a differenza di lei, la forza d'urto del cannone laser non si indeboliva.
<<Ancora un piccolo sforzo, solo un altro po'...>> si incorraggiò stringendo i denti e chiudendo gli occhi: <<Ho bisogno di maggiore potenza per salvarci tutti!! DEVO SPREMERMI AL MASSIMO!!>>
D'un tratto il suo raggio di luce si ingrandì ulteriormente e travolse quello nemico con un'energia davvero immensa. L'inarrestabile linea bianca si abbatté quindi sullo SMA 004, attraversandolo e raggiungendo la parete dietro di questo. Infine anche il muro esplose in frantumi e il bianco raggio scomparve nel cielo notturno.

Finalmente ritornò il silenzio.
Sarah respirava affannosamente, reggendosi in piedi per miracolo sulle ginocchia tremanti. Ogni muscolo del suo corpo era sfinito e la vista le apparve annebbiata. Dopo quell'intensa esplosione di luce ognuno dei presenti credette di esser divenuto cieco e ci volle del tempo prima che potessero esaminare realmente l'accaduto.
Lo Steel Mech Armor era ancora ritto e immobile dov'era rimasto, ma al centro del suo corpo metallico, proprio dove prima c'era il terribile cannone laser LC-106, ora vi era una grossa cavità di forma circolare, che lo trapassava da parte a parte. Il gigante metallico non reagiva più ed era tempestato ovunque di scintille che si accendevano con sempre maggiore frequenza. Dopo qualche istante iniziò a scutersi convulsamente.
"State giù!!" gridò Vash all'improvviso.
Sarah reagì istintivamente lasciandosi cadere a terra e un attimo dopo l'automa esplose. L'onda d'urto travolse violentemente tutto ciò che la circondava. Il frastuono fu assordante e fu seguito da nuovi, pesanti crolli. La parete vicina scomparve quasi del tutto e al suo posto sullo sfondo si stagliava ora il cielo stellato. Il gelido vento del nord soffiò debolmente all'interno della sala, portando via la nube di polvere che ne seguì.

 
 
 
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Data di creazione: 15/04/2008
 

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