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Cesena 14-12-07
A proposito della centuriazione cesenate
Lettera aperta indirizzata a: Al Sig. Sindaco del Comune di Cesena, Alla Soprintendenza Archeologica di Ravenna, All’Assessore alla Cultura, All’Assessore ai Lavori Pubblici, Ai Capi gruppo Consiliari, Ai consiglieri comunali, Ai Presidenti e relativi Consigli di Quartiere, Agli Organi di stampa
La centuriazione, risalente all’epoca romana, è quel metodo agronomico utilizzato per suddividere in modo razionale terreni da adibire alle coltivazioni agricole, mediante l’insediamento di coloni cui venivano assegnate porzioni di terra da coltivare.
Il nostro territorio ed in particolare quello cesenate, conserva tuttora le tracce più significative, in Italia, di questa tecnica.
I terreni centuriati, inizialmente abitati da singoli coloni, in epoche successive vennero aggregati in latifondi e in essi furono realizzate strutture abitative sempre più grandi, fino a divenire vere e proprie ville rustiche, complete di ogni servizio necessario alla conduzione delle proprietà.
Scavando una diramazione del canale emiliano-romagnolo, nei pressi della pieve di Ronta (in via della Fornasaccia), è venuto alla luce un esempio di queste strutture di servizio: si tratta di due fornaci risalenti all’età repubblicana.
Il ritrovamento risale al 2005, ma oggi, a distanza di quasi due anni, il problema ritorna di attualità in quanto, per la mancanza di fondi, la Soprintendenza ai Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, ha deciso di reinterrarlo.
Quello che l’associazione culturale “Il Dialogo” si chiede, è se valga la pena reinterrare questo sito archeologico di enorme importanza storica e documentaria, non rendendolo fruibile al pubblico, piuttosto che impiegare indicativamente le stesse risorse economiche per installare una tensostruttura di protezione e programmare successive campagne di scavo per ampliarne progressivamente la valorizzazione.
Mantenere fruibile ne permetterebbe una sua più diffusa conoscenza da parte dei cittadini e degli enti pubblici, favorendo altresì una responsabilizzazione comune nella conservazione e tutela di questi beni.
Città come Rimini, Forlì e Galeata (tanto per fare alcuni esempi), attualmente sono impegnate in progetti di salvaguardia e valorizzazione dei loro beni storico-archeologici, utilizzando risorse economiche importanti, mentre la nostra Amministrazione sta facendo scelte in controtendenza rispetto ai suddetti comuni.
Considerando l’unicità della nostra centuriazione e l’incremento di valore che le fornaci di Ronta gli apporterebbero, chiediamo all’Amministrazione comunale di farsi carico del reperimento delle risorse finanziarie necessarie ai primi interventi di protezione: una simile scelta potrebbe essere l’avvio di una sinergica e virtuosa collaborazione fra enti pubblici e singoli privati a vantaggio dell’intera collettività.
Associazione Culturale “IL Dialogo”
Il Presidente Prof. Giorgio Fiori
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