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Post N° 7
Cesena, 20 dicembre 2007
Al Sig. Sindaco del Comune di Cesena, Alla Soprintendenza Archeologica di Ravenna, All’Assessore alla Cultura, All’Assessore ai Lavori Pubblici, Ai Capi Gruppo Consiliari, Ai consiglieri comunali, Ai Presidenti e relativi Consigli di Quartiere, Agli Organi di stampa.
Molino di Palazzo
Come da interventi precedenti, restiamo dell’idea che le ricchezze architettoniche, archeologiche ed ambientali della nostra città meritino di avere massimo rispetto da parte di chi ne ha la responsabilità. Il patrimonio di Cesena non è riconducibile esclusivamente ad alcuni monumenti, quali la Biblioteca Malatestiana o la fontana Masini (purtroppo ora in forte degrado) per citare i più noti, ma comprende nella sua interezza tutti gli elementi che compongono il tessuto cittadino.
Questo concetto è stato magistralmente evidenziato dall’Arch. Bosso in occasione della presentazione del lavoro di ricerca denominato “I colori di Cesena” realizzato dalla nostra Facoltà di Architettura e sponsorizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena.
E’ innegabile che il patrimonio di una città sia costituito da tutto ciò che nel tempo ne ha determinato l’identità storico-economica. Le successive scoperte archeologiche apportano informazioni storiche e documentarie, ed arricchiscono la memoria del territorio nel suo complesso.
Attualmente l’esempio più eclatante è il ritrovamento dei resti del Molino di palazzo Malatesta.
A seguito della demolizione dell’ex essiccatoio posto in Via Canonico Lugaresi (dichiarata dall’impresa per il 10 Luglio 2006), è stata chiesta anche l’autorizzazione per la demolizione del limitrofo molino di Palazzo Malatesta?
Se ciò non risultasse agli atti, l’intervento si dovrebbe considerare abusivo con tutte le conseguenze del caso. Per quanto ne sappiamo il Consiglio di Quartiere “Centro Urbano” aveva espresso in più occasioni, parere negativo. Dopo la segnalazione del Prof. Valentini, la Soprintendenza di Ravenna ha effettuato un sopraluogo dal quale sono stati ritrovati resti in muratura riferibili al Molino di Palazzo.L’arch. Agostinelli dela Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio ha richiesto la sospensione del cantiere al fine di effettuare gli scavi archeologici e ricercare eventuali manufatti collegabili al Molino Malatestiano.L’intuizione delle persone interessate al problema ha portato alla scoperta delle sei gallerie idrauliche che permettevano all’acqua del canale di muovere le macine.L’acqua, una volta superate le macine, proseguiva il suo percorso passando sotto il ponte di S. Martino verso i molini di Serravalle e della Gualtiera per ricongiungersi al fiume Savio (zona ex zuccherificio).
Per quale motivo a fronte del ritrovamento delle gallerie che introducevano l’acqua al Molino, non è stata ritrovata la galleria di scarico della stessa? Secondo alcune fonti tale galleria si trovava sotto l’essicatoio per tutta la sua lunghezza.Sarebbe auspicabile che le Autorità preposte fornissero risposte esaurienti al riguardo, prima di autorizzare progetti edificatori che modificherebbero in modo irreversibile l’aspetto paesaggistico in questo angolo della città.
Prof. Gabriele Valentini
Prof. Giorgio Fiori
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