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Post N° 7

Post n°7 pubblicato il 21 Dicembre 2007 da udc.cesena08

Cesena, 20 dicembre 2007

Al Sig. Sindaco del Comune di Cesena, Alla Soprintendenza Archeologica di Ravenna, All’Assessore alla Cultura, All’Assessore ai Lavori Pubblici, Ai Capi Gruppo Consiliari, Ai consiglieri comunali, Ai  Presidenti  e relativi Consigli di Quartiere, Agli Organi di stampa.

                                          Molino di Palazzo

Come da interventi precedenti, restiamo dell’idea che le ricchezze architettoniche, archeologiche ed ambientali della nostra città  meritino di avere  massimo rispetto da parte di chi ne ha la responsabilità. Il patrimonio di Cesena non è riconducibile esclusivamente ad  alcuni monumenti, quali la Biblioteca Malatestiana o la fontana Masini (purtroppo ora in forte degrado) per citare i più noti, ma comprende nella sua interezza tutti gli elementi che compongono il tessuto cittadino.

Questo concetto è stato magistralmente evidenziato dall’Arch. Bosso in occasione della presentazione del lavoro di ricerca denominato “I colori di Cesena”  realizzato dalla nostra Facoltà di Architettura e sponsorizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena.

E’ innegabile che il patrimonio di una città sia costituito da tutto ciò che nel tempo ne ha determinato l’identità storico-economica. Le successive scoperte archeologiche apportano informazioni storiche e documentarie, ed arricchiscono la memoria del territorio nel suo complesso.

Attualmente l’esempio più eclatante è il ritrovamento dei resti del Molino di palazzo Malatesta.

A seguito della demolizione dell’ex essiccatoio posto in Via Canonico Lugaresi (dichiarata dall’impresa per il 10 Luglio 2006), è stata chiesta anche l’autorizzazione per la demolizione del limitrofo molino di Palazzo Malatesta?

Se ciò non risultasse agli atti, l’intervento si dovrebbe considerare abusivo con tutte le conseguenze del caso. Per quanto ne sappiamo il Consiglio di Quartiere “Centro Urbano” aveva espresso in più occasioni, parere negativo. Dopo la segnalazione del Prof. Valentini, la Soprintendenza di Ravenna ha effettuato un sopraluogo dal quale sono stati ritrovati resti in muratura riferibili al Molino di Palazzo.L’arch. Agostinelli dela Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio ha richiesto la sospensione del cantiere al fine di effettuare gli scavi archeologici e ricercare eventuali manufatti collegabili al Molino Malatestiano.L’intuizione delle persone interessate al problema ha portato alla scoperta delle sei gallerie idrauliche che permettevano all’acqua del canale di muovere le macine.L’acqua, una volta superate le macine, proseguiva il suo percorso passando sotto il ponte di S. Martino verso i molini di Serravalle e della Gualtiera per ricongiungersi al fiume Savio (zona ex zuccherificio).

Per quale motivo a fronte del ritrovamento delle gallerie che introducevano l’acqua al Molino, non è stata ritrovata la galleria di scarico della stessa? Secondo alcune fonti tale galleria si trovava sotto l’essicatoio per tutta la sua lunghezza.Sarebbe auspicabile che le Autorità preposte fornissero risposte esaurienti al riguardo, prima di autorizzare progetti edificatori che modificherebbero in modo irreversibile l’aspetto paesaggistico in questo angolo della città.  

Prof. Gabriele Valentini  

Prof. Giorgio Fiori                               

 

 

 
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Post N° 5

Post n°5 pubblicato il 21 Dicembre 2007 da udc.cesena08

Cesena 14-12-07

A proposito della centuriazione cesenate

Lettera aperta indirizzata a: Al Sig. Sindaco del Comune di Cesena, Alla Soprintendenza Archeologica di Ravenna, All’Assessore alla Cultura, All’Assessore ai Lavori Pubblici, Ai Capi gruppo Consiliari, Ai consiglieri comunali, Ai Presidenti e relativi Consigli di Quartiere, Agli Organi di stampa

 

La centuriazione, risalente all’epoca romana, è quel metodo agronomico utilizzato per suddividere in modo razionale terreni da adibire alle coltivazioni agricole, mediante l’insediamento di coloni cui venivano assegnate porzioni di terra da coltivare.

Il nostro territorio ed in particolare quello cesenate, conserva tuttora le tracce più significative, in Italia, di questa tecnica.

I terreni centuriati, inizialmente abitati da singoli coloni, in epoche successive vennero aggregati in latifondi e in essi furono realizzate strutture abitative sempre più grandi, fino a divenire vere e proprie ville rustiche, complete di ogni servizio necessario alla conduzione delle proprietà.

Scavando una diramazione del canale emiliano-romagnolo, nei pressi della pieve di Ronta (in via della Fornasaccia), è venuto alla luce un esempio di queste strutture di servizio: si tratta di due fornaci risalenti all’età repubblicana.

Il ritrovamento risale al 2005, ma oggi, a distanza di quasi due anni, il problema ritorna di attualità in quanto, per la mancanza di fondi, la Soprintendenza ai Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, ha deciso di reinterrarlo.

Quello che l’associazione culturale “Il Dialogo” si chiede, è se valga la pena reinterrare questo sito archeologico di enorme importanza storica e documentaria, non rendendolo fruibile al pubblico, piuttosto che impiegare indicativamente le stesse risorse economiche per installare una tensostruttura di protezione e programmare successive campagne di scavo per ampliarne progressivamente la valorizzazione.

Mantenere fruibile ne permetterebbe una sua più diffusa conoscenza da parte dei cittadini e degli enti pubblici, favorendo altresì una responsabilizzazione comune nella conservazione e tutela di questi beni.

Città come Rimini, Forlì e Galeata (tanto per fare alcuni esempi), attualmente sono impegnate in progetti di salvaguardia e valorizzazione dei loro beni storico-archeologici, utilizzando risorse economiche importanti, mentre la nostra Amministrazione sta facendo scelte in controtendenza rispetto ai suddetti comuni.

Considerando l’unicità della nostra centuriazione e l’incremento di valore che le fornaci di Ronta gli apporterebbero, chiediamo all’Amministrazione comunale di farsi carico del reperimento delle risorse finanziarie necessarie ai primi interventi di protezione: una simile scelta potrebbe essere l’avvio di una sinergica e virtuosa collaborazione fra enti pubblici e singoli privati a vantaggio dell’intera collettività.

 

 

                                                                                 Associazione Culturale “IL Dialogo”

                                                                                        Il Presidente Prof. Giorgio Fiori

 
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Post N° 4

Post n°4 pubblicato il 11 Dicembre 2007 da udc.cesena08

Cari amici, i tempi cambiano e anche il Comitato Comunale dell’UDC di Cesena ha deciso di aggiornare le tecniche di comunicazione per stare al passo coi tempi.

Al nostro sito Web (www.udc-cesenaforli.it) dove potete trovare tante notizie utili abbiamo affiancato questo blog con lo scopo di conoscere il parere degli iscritti, dei simpatizzanti e di tutte quelle persone che avvertono l’esigenza di fare domande e soprattutto ottenere risposte.

Oltre a poter inserire direttamente il vostro commento alle informazioni riportate, potrete anche formulare quesiti, proposte, critiche ed esporre idee sicuri di avere interlocutori attenti e preparati che non vi faranno mancare la loro opinione in proposito.

Potrete, volendo, scrivere al nostro indirizzo di posta elettronica: udc.cesena@libero.it  per contattare i nostri esperti di:


Economia

Scuola e cultura

Urbanistica

Sanità e servizi sociali

Attività produttive


che saranno lieti di rispondere alle vostre richieste.

Vi aspettiamo

La redazione

 
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