Creato da uglyqueenmab il 01/01/2007

unable so lost

to die will be an awfully big adventure

 

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Post N° 15

Post n°15 pubblicato il 14 Aprile 2007 da uglyqueenmab

al cinema in Egitto

''Regá - andiamo al cinema?''. ''Ok, ma che c’é da vedé?''. ''Boh. Proviamo a vedé '300'... dai su, tanto non c’é un cazzo da fare...''. Ed eccoci in macchina. Direzione City Stars, unico centro commerciale decente al Cairo, a Heliopolis. Strada facile, basta andare dritto una ventina di chilometri. Alla radio i Disturbed, mentre noi passeggeri cerchiamo di non innervosirci troppo per il solito traffico egiziano privo di regole.

Arriviamo sani e salvi. Ci si apre davanti la solita vista. Famigliole egiziane felici, di omoni barbuti con la panza, atteggiamenti da pachá, una o due mogli aggrappate alle braccia e una banda di ragazzini urlanti dietro che se non stai attento ti si fermano di colpo davanti e puoi pure caderci sopra. Ragazzi che se la tirano e che quando gli passi davanti ti fanno la radiografia. Ragazze vestite nelle piú variegate sfumature pastello, jeans attillatissimi, tacchi a spillo e trucco da fare invidia a Robert Smith. Uomini che si pensano degli importanti business-men solo perché vestiti con giacca e cravatta (in un centro commerciale?!). Donne, nonne, zie: tende enormi dal passo di elefante assonnato che bloccano la strada. Pochi volti 'occidentali'. Tho! – pure una coppia di giapponesi!

Tra spintoni, scale mobili e gente che passeggia invece di spostarsi, sembra una vera e propria corsa campestre.

Finalmente al quinto piano il cinema. Il tanfo di pop-corn e olio bruciato si impadronisce delle nostre narici. ''Six tickets for 300''. La signorina, con un sorrisetto del cazzo ''Ana mish kellem english!''. Fanculo – cambiamo portello. ''Do you speak english?''. ''Yes'' – e menomale! Presi i biglietti. Nei pochi metri verso la sala non mancano ennesimi esempi della maleducazione generale di questo popolo – gente che passa davanti all’entrata e che spinge. Tutto normale peró. ''Speriamo che il film sia bello''. Ed era meglio non dirlo.

Ecco che inizia. Giá dalla prima scena si vede che é tutto fatto al computer. Ma che cazzo... da quando cade la neve e ci stanno i lupi in Grecia? Ed ecco che l’umanitá egiziana si fa risentire con un trillo demenziale di cellulare. Dopo tre ore di allegra suoneria il padrone del cellulare finalmente se ne accorge. Mica lo spegne. Risponde e chiaccherella tranquillo. Ma torniamo al film. La scena d’amore tra il re di Sparta e la moglie é tagliata ovviamente. Hm, quel grano l’ho giá visto da qualche parte – non c’era anche nel Gladiatore? Bah. Intanto i numerosi bambini presenti nella sala parlicchiano, ridacchiano, piangono, strillano mentre sullo schermo volano teste mozzate e fiotti di sangue. Alcuni di loro avranno anche tre anni. Bene – ma guarda che genitori educativi, portano i figlioletti a vedere un film storico per fargli un pó di cultura. Un altro bah. Le scene continuano a scorrere, la trama si evolve (degradando in una storia priva di qualsiasi morale effettiva direi). Interessanti i pettorali di Leonida, che ad ogni scena cambiano ''misteriosamente'' – sará qualche ritocchino computerizzato? Per non parlare del rinoceronte assassino dei Persiani, fatto grande come una balena e che uccide addirittura gli stessi Persiani. E gli elefanti piú grandi non li potevano fare, giá che c’erano? Pare spregievole poi l’uso sproporzionato di esseri mutanti. Infatti non si spiega perché gli Spartani siano tutti belli, muscolosi, in mutandine d’acciaio sexy, mentre i Persiani sono tutti deformi e orripilanti. Inoltre Serse sembra un trans. Sono quasi sicura che quelli veri si rivoltano nella tomba dalla vergogna. Che poi saró pure una che ‘ste cose non le capisce, ma non credo proprio che nell’antichitá gli eserciti siano stati formati da lebbrosi. Intervallo. Tutti corrono fuori per fumare. E' un rituale. Vedi tutta una folla fuori, le teste dentro una nuvola di fumo. Fine intervallo. Continuiamo ad ammirare ‘sto capolavoro. Dopo un pó mi viene disgusto. Se credevano di ottenere maggiore effetto rappresentando persone nate con qualche deformazione come creature dai denti affilati affamate di sangue e morte, allora hanno davvero poca fantasia e delicatezza. Sapevo che era un film che non riproduceva fedelmente i fatti, ma osservo sempre piú incredula. Sfocia proprio nel ridicolo. E non mi spiego perché molta gente sia tanto affascinata da una roba del genere. La scena migliore? Il banchetto persiano, quando quel gobbo respinto da Leonida va da Serse, e si vede una specie di capra che suona la litra con una faccia da cannata. Tutta la sala scoppia in una bellissima fragorosa risata. Eccezionale! Un Oscar per quella capra! Da lí rimane un unico ridere. Che altro fare con un film del genere e con gli egiziani che rumoreggiano, si alzano, lanciano pop-corn per aria. Quando quelli si tagliano le teste gli fanno pure l’applauso. Che soggetti.

Finalmente finisce. Mamma mia – che emozioni. Neanche il tempo di alzarsi che tutti si ammassano frettolosi verso l’uscita. Manco ci fosse un incendio.

Una volta in macchina solo un commento: ''Che merdata!''

[p.s. mi sembra assurdo spendere somme sproporzionate di denaro per pellicole del genere, mentre al mondo c'é cosí tanta povertá]

 
 
 
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The Hollow Men

I

We are the hollow men
We are the stuffed men
Leaning together
Headpiece filled with straw. Alas!
Our dried voices, when
We whisper together
Are quiet and meaningless
As wind in dry grass
Or rats' feet over broken glass
In our dry cellar

Shape without form, shade without colour,
Paralysed force, gesture without motion;

Those who have crossed
With direct eyes, to death's other Kingdom
Remember us -- if at all -- not as lost
Violent souls, but only
As the hollow men
The stuffed men.

II

Eyes I dare not meet in dreams
In death's dream kingdom
These do not appear:
There, the eyes are
Sunlight on a broken column
There, is a tree swinging
And voices are
In the wind's singing
More distant and more solemn
Than a fading star.

Let me be no nearer
In death's dream kingdom
Let me also wear
Such deliberate disguises
Rat's coat, crowskin, crossed staves
In a field
Behaving as the wind behaves
No nearer --

Not that final meeting
In the twilight kingdom

III

This is the dead land
This is cactus land
Here the stone images
Are raised, here they receive
The supplication of a dead man's hand
Under the twinkle of a fading star.

Is it like this
In death's other kingdom
Waking alone
At the hour when we are
Trembling with tenderness
Lips that would kiss
Form prayers to broken stone.

IV

The eyes are not here
There are no eyes here
In this valley of dying stars
In this hollow valley
This broken jaw of our lost kingdoms

In this last of meeting places
We grope together
And avoid speech
Gathered on this beach of the tumid river

Sightless, unless
The eyes reappear
As the perpetual star
Multifoliate rose
Of death's twilight kingdom
The hope only
Of empty men.

V

Here we go round the prickly pear
Prickly pear prickly pear
Here we go round the prickly pear
At five o'clock in the morning.

Between the idea
And the reality
Between the motion
And the act
Falls the Shadow

For Thine is the Kingdom

Between the conception
And the creation
Between the emotion
And the response
Falls the Shadow

Life is very long

Between the desire
And the spasm
Between the potency
And the existence
Between the essence
And the descent
Falls the Shadow
For Thine is the Kingdom

For Thine is
Life is
For Thine is the

This is the way the world ends
This is the way the world ends
This is the way the world ends
Not with a bang but a whimper.

(T. S. Eliot, 1925)

 

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