in vacanza

un racconto... uno

Tempo fa leggendo una delle innumerevoli riviste e libri che vagano in casa mia, sono stato colpito da una recensione.

Si trattava di un invito ad un concorso letterario con parole chiavi vincolanti alla storia, e sono le seguenti:

Affari, bacio, collezione, deltaplano, medaglione, polvere, record, sacco, testimone.

In pratica nove parole per un nuovo racconto, a tema libero e  per non più di due pagine.

La cosa mi ha attirato a tal punto che, in men che non si dica, ho tirato fuori dalla mia penna il breve racconto che vi apprestate a leggere.

Per un fortuito caso del destino, il racconto non ha mai lasciato la mia casa… è rimasto gelosamente custodito nella sua bella busta gialla con tanto di affrancatura ed indirizzo… ed è così che lo trascrivo, con tutta la sua polvere dei tempi che furono lasciando trasparire il mio aspetto più arcaico derivante da un periodo non certo tra i migliori.

Da parecchio tempo volevo pubblicarlo, ma con poco interesse, o forse solo timidezza,  oggi mi sento pronto a farlo leggere ad un pubblico che certamente saprà criticare al meglio, ed eccomi quà.

Grazie per l’attenzione e buona lettura.

__Mrjnks__

Mai più eroe

Mi trovavo in soffitta, convinto di disfarmi delle cose inutili che inevitabilmente si accumulano con il passare degli anni e che poi si finisce per dimenticare, nella mia villa museo poco distante ad una stazione di sosta, quando trovai questo vecchio quaderno.

Lo avvicinai inclinandolo un po’ così da poter soffiarvi sopra eliminando la polvere che vi si era depositata sopra, segno che era passato parecchio tempo dall’ultima mia visita quassù, nel frattempo dalla soffitta mi reco nella sala ricreativa sedendomi di fronte ad un diffusore di calore.

Lo aprii, dalla calligrafia capii che era uno dei tanti quaderni o pseudo diari che  mio padre era solito scrivere, dove appuntava, commentava, descriveva minuziosamente le proprie emozioni, vicende o esperienze che gli capitavano durante i suoi innumerevoli viaggi.

Mi ricordo di Lui a malapena, l’ultima volta fu proprio in occasione ad una partenza, lo accompagnammo alla stazione di sosta con destinazione chissà dove, so solo che non stava fermo un attimo.

Era un tipo iper attivo, con un fisico decisamente asciutto, anzi piuttosto atletico, viso scarno e scavato dalle innumerevoli rughe che lo rendevano particolarmente intrigante e, nello stesso tempo, dichiaravano crudelmente la sua età, occhi neri e vispi, con delle basette insolitamente vistose e la barba incolta, sempre, per quel poco che mi ricordo non ho mai visto le sue guance glabre.

Tanto testardo quanto curioso come un gatto, riusciva a lasciare tutti con un palmo di naso frantumando regolarmente tutti i record precedenti.

Presi a leggerlo, spiegava tutto, le soste,  tragitti, gli usi ed i costumi del luogo dove si trovava e soprattutto di come era venuto in possesso del medaglione in oro raffigurante MAAT, signore assoluto delle due terre, avuto in regalo da Lui all’età di sei anni.

Fu il primo pezzo della mia collezione, oggi invidiata da tutti, che andava man mano arricchendosi di nuovi reperti ogni volta che rientrava da un viaggio.

A volte, chiudendo gli occhi, mi pare ancora di sentire la sua voce quando, seduto cavalcioni sulle Sue gambe, mi raccontava dei suoi viaggi e di come avesse utilizzato ogni mezzo di locomozione, ad esclusione del deltaplano.

Credo non si fidasse molto di quell’aggeggio così primitivo.

Era mosso solo dalla forza del vento, dalle correnti ascensionali che si creavano nell’atmosfera terrestre. Un altro record, ma stavolta in negativo.

Non capisco però come sia andato in quel posto così ostile a noi uomini, ha attraversato una vasta zona desertica con temperature assurde e inviolate per chiunque, in velocipede.

Era affascinato da questo mezzo e credo lo abbia scelto con larga frequenza nei suoi spostamenti, sempre da solo, con la sua tenda ed il suo sacco da viaggio sempre in spalla, offeso ormai dalle ingiurie del tempo, ma sempre pronto a ricevere i più disparati oggetti che al suo ritorno mi donava e che io, fiero, mostravo e custodivo gelosamente.

In fondo alla copertina.. una foto.

Traeva Lui in un’oasi nel deserto insieme con degli indigeni, credo si trattasse di Tuareg, un antico popolo che abitava quelle regioni e ormai estinto, così mi raccontava,  dietro, una scritta “Egitto 2202 – valle dei faraoni” unica testimone di quel viaggio così estremo e avventuroso.

Incuriosito decido di visitare questo luogo per vedere questa valle dalle mille storie in prima persona.

Mentre imposto le coordinate per il teletrasporto penso di non aver fatto poi tanto male ad acquistare un’altra macchina Ti-sporter, d’altronde è risaputo in tutti i quadranti astrali che su Pluvio si concludono sempre ottimi affari, soprattutto per macchinari altamente tecnologici e d’avanguardia.

Mi siedo allaccio le cinture di sicurezza indosso il casco e attivo il countdown, nell’attesa ordino al computer di bordo di proiettare un vecchio ologramma dove mio padre, prima dell’imbarco, abbracciandomi teneramente mi dà un bacio. 

Taurus – 17° settore

Diario personale del tenente di vascello della legione stellare Ugus Crispinius Jnks

Data astrale 6430.01-II° periodo