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Finalmente Primavera.
La tanto attesa bella stagione è arrivata salutata dalle numerose manifestazioni che come ogni anno vengono organizzate per l'occasione e che riscuotono sempre maggiore successo, tra le tante spicca sicuramente la "maratona di Roma" che ormai si vanta di fama internazionale richiamando sempre più partecipanti.
Questo però causa disagi per chi in città ci vive, tanto che, in previsione del tutto, avevo deciso di scamparla cercando rifugio alle pendici dell'Etna.
E quale migliore occasione sarebbe stata questa domenica, ho pensato tra me.
Ma tra dire ed il fare cè di mezzo il mare.. o giù di lì, fatto stà che non è andata come previsto e mi ritrovo piantato in città.
Avrei preferito fare una capatina in un parco sito tra i nebrodi e la valle dell'Alkantara, un posto affascinate ricco di storia e di siti che vale la pena di visitare, ma considerato che tutto è stato rimandato, opto per scelta obbligata ad un giro turistico cittadino.
Anche Catania non è immune a queste manifestazioni con la sua "CORRICATANIA" ed in queste occasioni il miglior modo di spostarsi in città, per dirla nel nostro dialetto, è "u tipu rui" che tradotto in penisularica lingua viene fuori "il tipo due" e cioè .. a piedi.
La bella giornata mi mette di buonumore tanto che raggiungo senza accorgermene l'ingresso del salone nautico allestito al porto turistico e dopo un giro veloce al suo interno capisco che è meglio mollare gli ormeggi e, barra tutta a dritta, svicolo svicolone verso gli stand che ospitano il mercatino dei fiori nel quartiere della "Civita" (dal latino Civitas, il quartiere è tra i più antichi di Catania) visitato la sera precedente con scarso successo a causa di una cattiva illuminazione.
Ma anche quì scopro subito che non è il caso di insistere, nonostante la bella giornata la luce riflessa dai pannelli in plexglass dello stand non permette foto e mentre il buonumore iniziale è già andato a farsi benedire tra le varie imprecazioni lanciate per i cinque eurozzi malamente spesi al salone nautico ci dò un taglio e vado via.
Stanco ma non vinto mi ritrovo al centro storico della città e finalmente vedo qualcosa che vale la pena di fotografare e di raccontare.
E questo è quanto ne è venuto fuori, e cioè:
Teatro "Vincenzo Bellini", particolare del prospetto.
Fu inaugurato la sera del 31 maggio 1890 con la "Norma", opera omnia del compositore catanese.
Il progetto iniziale del teatro è dell'arch. Andrea Scala, in seguito vi apportò modifiche il suo collaboratore Carlo Sada, che gli succedette nella direzione dei lavori.
"Palazzo Valle"
Recuperato dall’abbandono, restaurato e riaperto al pubblico come luogo delle culture nel dicembre 2008.
Capolavoro del barocco etneo progettato dall'arch. G.B.Vaccarini che a Catania ha avuto modo di sfogare il suo talento durante la ricostruzione della città dopo il disastro avvenuto nel 1693 che rappresenta, assieme al terremoto del 1908, l'evento catastrofico di maggiori dimensioni che abbia colpito la Sicilia orientale in tempi storici.
Negli annali è ricordato così:
« All'unnici di Jinnaru a vintin'ura a Jaci senza sonu s'abbalava cui sutta li petri e cui sutta li mura e cui a misericordia chiamava. »
« L'undici di gennaio alle ore ventuno ad Acireale senza musica si ballava, chi sotto le pietre e chi sotto le mura e chi invocava la misericordia divina. »
Vista del duomo dall'ormai piccolo parco della basilica.
Il tempio è stato più volte distrutto e riedificato dopo i terremoti e le eruzioni vulcaniche che si sono susseguite nel tempo.
Risale al periodo 1078-1093 la prima edificazione e venne realizzata sulle rovine delle Terme Achilliane di epoca Romana su iniziativa del conte Ruggero, acquisendo le caratteristiche di una fortificazione.
Nel 1169, un terremoto catastrofico la demolì lasciando intatta solo la parte absidale.
Nel 1194 un incendio creò notevoli danni ed infine nel 1693 il terremoto la distrusse quasi completamente.
I resti normanni consistono nel corpo dell'alto transetto, due torrioni mozzi e le tre absidi semicircolari composte da grossi blocchi di pietra lavica, gran parte dei quali è stata recuperata da edifici romani di età imperiale visitabili dal cortile dell'Arcivescovado, porzioni di muro d'ambito e il muro di prospetto sono stati inglobati dalla ricostruzione settecentesca del G.B.Vaccarini.
Costruita intorno alla metà del XIX secolo in marmo di Carrara, rappresenta il fiume Amenano come un giovane che tiene una cornucopia dalla quale fuoriesce dell'acqua che si versa in una vasca dal bordo bombato. L'acqua, tracimando da questa vasca, produce un effetto cascata che dà la sensazione di un lenzuolo.
Da qui il modo di dire in siciliano "acqua a linzolu" per indicare la fontana. L'acqua che cade dalla vasca si riversa nel fiume sottostante, che scorre ad un livello di circa due metri sotto la piazza.
Questo è ormai l'unico punto dal quale si riesce a vedere il fiume in quanto tutto il suo corso è interrato.Alle sue spalle una scalinata in pietra lavica conduce ad un lavatoio comunale e alla Pescheria, antico mercato cittadino che assieme alla Vucciria di Palermo sono fra le maggiori attrazione folcloristiche delle due città siciliane.
Alla fine, pago, faccio rotta per casa imboccando via Etnea, il salotto della città con vista sull'Etna, già luogo d'incontro preferito di personaggi illustri come il Verga, Pirandello, Majorana, tanto per citarne alcuni, rimane il luogo più frequentato della città anche dai turisti che sempre più numerosi arrivano da ognidove per ammirare quello che a volte a noi sfugge perchè scontato o perchè alle prese con la frenesia della vita moderna.
Ho fatto una bella scarpinata e penso che dopotutto la giornata non è andata poi tanto male.
Siamo in primavera....
...a parte sempre i cinque eurozzi.. arrggg!!!
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