Creato da ugualmenteabile il 28/02/2009
Il blog che guarda al sociale
 

 

Per l’Italia il rischio non è l’euro, ma l’immigrazione

Post n°152 pubblicato il 11 Marzo 2013 da ugualmenteabile
 
Foto di ugualmenteabile

Sull’immigrazione l’Italia rischia, purtroppo, di perdere l’ennesimo treno. Per la semplice ragione che mentre Germania, Olanda, Austria e Gran Bretagna si apprestano a chiedere all’Europa, nel Vertice di Bruxelles dei Capi di Governo del prossimo fine settimana, di dire no alla sicurezza sociale automatica e garantita per gli immigrati  comunitari prossimi venturi di Bulgaria e Romania, noi facciamo spallucce e pensiamo ad altro. Con le forze politiche, vecchie e nuove, impantanate nelle paralizzanti sabbie mobili post elettorali. Ed il Governo, che per quanto formalmente in carica, è come se non lo fosse.

Un vuoto di attenzione non solo colpevole ma pericoloso. Visto che proprio il  delicatissimo e scottante tema dell’immigrazione è alla base di quello che gli americani definiscono political disconnect  tra un’opinione pubblica sempre più allarmata ed i partiti politici. Di destra, di sinistra e, in prospettiva, anche delle Cinque Stelle, se pensa di continuare, come ha fatto finora,  a disinteressi del problema. In un paese in cui i cittadini, se fortunati, sono comunque costretti a cambiare, in peggio, livelli e stili di vita, mentre per molti altri va di gran lunga assai peggio,una parte di sacrifici spettano pure agli immigrati.

Anche l’Italia, dunque, come hanno fatto i nostri quattro partner nord europei, deve convincersi che rivedere norme e diritti dell’immigrazione, scritti in tempi tanto diversi da quelli attuali, non è una bestemmia. Ma solo un dovere politico e morale. Per noi e per loro. Innanzitutto  perché è non solo irrealistico ma sbagliato continuare a ripetere che agli immigrati vanno garantiti tutti gli stessi, identici benefici, senza  fare distinzione alcuna tra ciò che spetta ai lungo permanenti o già in possesso della cittadinanza e quelli di passaggio o i soggiornanti di breve periodo. Stabilendo, ad esempio, che se le cure sanitarie, l’istruzione ed i servizi sociali sono benefit intangibili e innegabili per tutti, sempre e comunque, non lo sono, invece,  la previdenza o il diritto alla casa.

Fonte www.west-info.eu

 
 
 

Un giorno da disabili

Disabili per un giorno, affrontando tutte le difficoltà che i portatori di handicap incontrano quotidianamente della prospettiva della carrozzina. Andiamo a vedere com'è andata nel servizio.


 
 
 

Beatrice, la “bambina di pietra”: unico caso al mondo a Torino

Post n°150 pubblicato il 09 Marzo 2013 da ugualmenteabile
 
Foto di ugualmenteabile

 

La piccola è affetta da una patologia che calcifica le partimolli intorno alle articolazioni. Per questo, a parte labbra e occhi, deverimanere immobile come una statua.

Una rarissima patologia ha colpito una bambina torinese di 3 anni, Beatrice: la piccola, alla quale è stato dato il nomignolo di “bimba di pietra”, tranne gli occhi e un po' le labbra, è rigida come una statua. La malattia le è stata diagnosticata quando aveva 7 mesi e provoca la calcificazione delle parti molli delle articolazioni. La sua storia – raccontata oggi sulle pagine locali de La Stampa - è quella di una bimba a cui non è premesso alcun movimento, come fosse una bambola rigida. La patologia che l'ha colpita non ha ancora un nome, pare sia unica al mondo. Si tratterebbe di un'anomalia genetica che calcifica tutto ciò che sta attorno alle articolazioni. Gli effetti, però, sono sotto gli occhi di tutti: le ossa perdono ogni funzione di supporto motorio rendendo gli arti rigidi e anche fragilissimi. La malattia è stata scoperta, infatti, dopo la frattura ad un polso provocata involontariamente dalla mamma mentre la massaggiava dopo un bagnetto. Da lì il calvario di visite, esami e la terribile verità. I genitori, lui operaio, lei casalinga, hanno lanciato un appello essenzialmente per due motivi. Innanzitutto mettersi in contatto eventualmente con altri genitori che vivono la loro stessa esperienza, capire se esistono casi simili a quello della loro bimba. In secondo luogo un aiuto per una casa nuova, senza barriere architettoniche in modo da rendere le giornata della piccola almeno un po' più facile.

Fonte fanpage.it

 
 
 

Liberi di essere disabili - Marco Rasconi

Girare in una città grande come Milano, Roma o Torino, è complesso. Ancora mancano gli scivoli nei marciapiedi, ci sono delle persone che parcheggiano nei posti dei disabili, ci sono persone che parcheggiano senza pensare che stanno intralciando una via, obbligando persone come me a fare dei giri assurdi per trovare un modo per arrivare alla meta finale, che magari può essere un ufficio per un appuntamento di lavoro." Marco Rasconi

Intervista a Marco Rasconi, Presidente UILDM della sezione di Milano



 
 
 

Disabilità: in tempo di crisi il conto più salato lo pagano i disabili

Foto di ugualmenteabile

l’80%delle persone con disabilità denuncia di aver cercato occupazione senzatrovarla.

In questi anni che la crisi si è fatta cattiva chi ha pagato a caro prezzo sono state le persone diversamente abili,oltre un terzo è stato mandato a casa perche le aziende hanno chiuso.

Oltre tutto le leggi per la tutela dei disabili non vengono quasi rispettate, un sondaggio dell’Istat ha rivelato che l’80% delle persone con disabilitàdenuncia di aver cercato occupazione senza trovarla. In Italia la percentuale dei disabili disoccupati è più elevata rispetto agli altri Paesi industrializzati.La situazione si aggrava considerando che solo il 17% dei disabili occupati nel nostro Paese ha dichiarato di essere riusciti ad inserirsi nel mondo lavorativo con l’aiuto dei centri per l’impiego. Il 31% invece ha trovato lavoro  grazie al sostegno di amici e parenti, quindi tramite la propria rete di conoscenza. Il 20% ha partecipato a concorsi pubblici e solo il 16% ha inviato il proprio CV in risposta ad annunci di lavoro.

In questo quadro di disperazione dove vengono a mancare anche i servizi sociali a sostegno della disabilità, non si può non sottolineare la totale assenza delle istituzioni.

Lo Stato, dovrebbe utilizzare o rendere attuabili tutte le leggi e le normative vigenti, senza che una persona disabile debba elemosinare un proprio diritto.Fino a quando il disabile verrà visto come un soggetto improduttivo e non si prenderà coscienza della disabilità in quanto ‘risorsa’, le mancanze non verranno mai colmate.

Come diceva Candido Cannavò  “La domanda da porsi è questa: che cosa può fare un disabile per la collettività in cui vive?È una domanda rivoluzionaria, un cambio drastico di cultura e immagine”. Solo quando saremo capaci di rispondere a questa rivoluzionaria domanda potremmo dire che il nostro contatto mentale verso la disabilita sta cambiando.

 Di Peppe Musto

 
 
 

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