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ti presento un Amico

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Più buio attorno a noi.

Post n°7 pubblicato il 07 Febbraio 2009 da ti_presento_un_Amico
 

Eluana ha cominciato il cam­mino forzato verso la morte perché iniquamente privata del cibo e dell’acqua. E se non avver­ranno fatti nuovi, questo appare il suo ingiusto destino. Benché or­mai molti riconoscano che per quanto in stato vegetativo persi­stente, la giovane donna non è at­taccata ad alcuna macchina, re­spira cioè liberamente. Per cui non c’è nessuna spina da stac­care' come si cerca di far credere, ma per vivere avrebbe bisogno ­come tutti - solo di essere ali­mentata, non potendo farlo da so­la. Resta però un’altra 'spina', de­stinata ad acutizzarsi nella nostra società. E non solo tra i credenti o dentro la medesima sensibilità culturale, ma in corrispondenza a una domanda che non può esse­re censurata: come è possibile far morire una persona in nome di u­na sentenza?

Come si può tollera­re che passi nella mentalità co­mune una pretesa nuova neces­sità, e cioè il diritto di morire, in­vece di sostenere e garantire, an­che nelle situazioni estreme, il di­ritto alla vita? Giacchè qui non si può che far riferimento all’euta­nasia, che 'è una falsa soluzione al dramma della sofferenza, una soluzione non degna dell’uomo', come ha ricordato di recente Be­nedetto XVI, il quale ha aggiunto che 'la vera risposta non può es­sere infatti dare la morte, per quanto ’dolce’, ma testimoniare l’amore che aiuta ad affrontare il dolore e l’agonia in modo uma­no' ( Angelus del 1° febbraio 2009). In verità, una domanda si affac­cia insistente alla coscienza: non dare più il cibo e l’acqua ad una persona, come si deve chiamare se non omicidio? Di fronte al dramma della vita debole o ferita, l’unica risposta ragionevole e u­mana che traduce lo struggi­mento interiore che tutti prende è quella delle Suore di Lecco.

Per quindici anni esse hanno accolto amorevolmente Eluana, veglian­dola giorno e notte ed esprimen­do fino alla fine il desiderio di ge­nerarla ancora ogni giorno con l’a­more. Così hanno mostrato, non a parole, come si reagisce all’im­prevedibilità del dolore e come si attesta l’indisponibilità della vita. Una luce si sta spegnendo, la lu­ce di una vita. E l’Italia è più buia. Un grande vuoto aleggia, desti­nato ad accrescersi nei giorni che seguiranno. E non solo perché E­luana non sarà più tra noi, ma perché la cultura egemone avrà ancora una volta negato la realtà, quella del limite, la realtà del do­lore che la ragione – pur cercan­do di alleviarlo – ha sempre con­siderato parte stessa della vita. La realtà della sofferenza che la fede non esalta in sé, ma che nella cro­ce di Cristo si illumina di signifi­cato e di valore. Si percepisce la sensazione che la fiducia reci­proca venga meno perché di fat­to è venuto meno quel favor vi­tae, che è da sempre alla base del­le relazioni interpersonali.

Una parola tuttavia di grave preoccu­pazione dobbiamo dirla circa la concatenazione di circostanze che vanno producendo un tale i­naccettabile esito. Questa vicenda dolorosa, che ve­de al centro una persona che tut­ti sentiamo affettuosamente 'no­stra', ci ha resi più insicuri. Non perdiamo l’occasione per riaffer­mare in modo più convinto e co­rale il sì alla vita; per fare, come società, un passo decisivo ed e­semplare sulla via di un umanesi­mo reale e non parolaio. Per que­sto non possiamo tacere.

+ Angelo Card. Bagnasco

Commenti al Post:
valerio.sampieri
valerio.sampieri il 08/02/09 alle 18:35 via WEB
Ho trovato una frase che recita: Cras amet qui numquam amavit quique amavit cras amet. Non è una frase cristiana, eppure nessuno sembra conoscerla. Non esiste il "diritto" di morire e chi lo rivendica non comprende di aver soltanto preso atto di un fatto per lui già verficatosi. Buona domenica.
 
ti_presento_un_Amico
ti_presento_un_Amico il 08/02/09 alle 21:49 via WEB
Grazie Valerio
 
federica150
federica150 il 08/02/09 alle 22:07 via WEB
Questa mattina la messa nella mia parrocchia l'ha celebrata Don Stefano Morini, ravennate che ha deciso di dedicare la sua vita alla missione in Perù. E' qua per risistemarsi un pochino la salute. La sua preghiera è stata "preghiamo per la guarigione di Eluana" e invece...alla guarigione purtroppo questo mondo non crede più.
 
 
ti_presento_un_Amico
ti_presento_un_Amico il 08/02/09 alle 22:29 via WEB
Difficile guarire se ti tolgono cibo ed acqua.
Preghiamo piuttosto per il ravvedimento dei suoi carnefici.
Grazie Fede.
 
federica150
federica150 il 09/02/09 alle 21:09 via WEB
Se ne è andata. L'unica consolazione è che Eluana ora sarà in Paradiso. Noi non dovremmo giudicare... ma che fatica! Che Dio ci perdoni.
 
 
ti_presento_un_Amico
ti_presento_un_Amico il 09/02/09 alle 23:13 via WEB
Si.
Ora è con Dio ed è nella gioia.
 
jcgirl92
jcgirl92 il 10/02/09 alle 20:28 via WEB
..è volato al cielo....Beato i puri di cuore perché vedranno Dio...non servi condannare nessuno...Gesù stesso ci ha dato un grande esempio, LUI mentre moriva sulla croce Ha pregato al PADRE dicendo: PADRE perdona loro perché non sanno quello che fanno...ma non dimentichiamo di pregare ai familiari che stanno soffrendo in questo momento....ti auguro una buonanotte amico
 
 
ti_presento_un_Amico
ti_presento_un_Amico il 10/02/09 alle 21:48 via WEB
L'unica che è stata condannata è Eluana.
 
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