una manciata di more

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stavo quasi per mollare per decidere che non era la mia strada quella. poi ho incontrato un uomo, un amore certo ma mica come ve lo immaginate voi! ho conosciuto il donarsi e l'aprirsi proprio come fanno le puttane che paiono prive di sentimenti e invece ce l'insegnano. sono bastate poche ore per farmi ricordare della meta e della nave che senza timoniere affonda o va alla deriva o chissà cosa. banale metafora, che avevo dimenticato totalmente. come avevo dimenticato che se i marocchini arrivano da noi è perchè hanno fame (questo glielo disse una cinquantina d'anni fa sua madre, morta a 99 e mezzo come puntualizza lui con la mente ancora lucida). tanto lucida da guardare il figlio e sorridere serena. perchè se anche non ha un bell'appartamento come tantissimi suoi amici importanti non se ne duole, ma ne è felice. in fondo come si può godere veramente di ciò che si possiede se attorno a noi troppi non hanno neanche il necessario?!ah don gallo...è stato bello il regalo che mi hai fatto, che ci hai fatto. non era la cena, nè la torta per il mio compleanno ma il tuo abbraccio. un abbraccio che accoglie senza limiti. e i tuoi amici che comprendono il tuo abbraccio e ne fanno parte come l'idrogeno che fa da ponte nell'acqua.un passo enorme è stato fatto, manca la burocrazia. come al solito in questa italietta mediocre: non ci sono i fondi per gli inserimenti nelle comunità di recupero.risolveremo.perchè la crescita e la meta si fa strada nell'incontro con l'altro.non posso non urlare la mia gioia, nonostante il mio spavento. eleonora ieri mentre gli altri discorrevano a tavola me lo ha letto negli occhi. perchè io mi nascondevo?non bisogna vergognarsi di essere spaventati.