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Giorgio Bocca

Post n°61 pubblicato il 26 Dicembre 2011 da semplicecanto
 

Giorgio Valentino Bocca

(Cuneo, 18 agosto 1920 – Milano, 25 dicembre 2011) è stato uno scrittore, partigiano, giornalista e storico italiano.

Giorgio Bocca inizia a scrivere da adolescente, dalla seconda metà degli anni trenta, su periodici a diffusione locale. Successivamente, dal 1938 al 1943, scrive per la testata cuneese La Provincia Grande, Sentinella d'Italia. Alla fine della lotta partigiana, riprende l'attività giornalistica, scrivendo per il giornale di Giustizia e Libertà. Dopo la guerra lavorò per la Gazzetta del Popolo, quindi per L'Europeo e Il Giorno. Negli anni Sessanta si è affermato come inviato speciale con inchieste sulla realtà italiana.

Dalla pratica del giornalismo è nata la sua attività di scrittore, con i suoi libri a sfondo sociale e di costume. Il suo interesse si è spostato sulla crisi sociale, che - nella sua interpretazione dei fatti - generava il terrorismo, di cui ha scritto la storia e intervistato i protagonisti. Si è frequentemente interessato di aspetti relativi al divario geografico dell'economia e del sociale d'Italia, scrivendo di fatti inerenti alla questione meridionale e all'avvento del fenomeno leghista all'inizio degli anni Novanta.

Bocca ha scritto anche diverse importanti opere storiche, tra cui alcune sulla sua esperienza partigiana.

dal web

dicono di lui:

Giorgio Bocca è stato il più grande giornalista italiano del suo tempo. Ne ero già convinto quando lo conobbi la prima volta nel 1976, avevo consegnato il mio primo articolo..

Col passare degli anni e dei decenni ho continuato a pensarla così: il più grande giornalista dell’Italia del dopoguerra. Odiato da tanti, tantissimi, che ora magari millanteranno forme di affetto “ruvide” e scriveranno finti elogi, facendo passare per faziosità simile alla loro l’impegno civile di Giorgio, la sua passione per le modeste “verità di fatto”. E invece no. Bocca è stato partigiano, prima in montagna e poi sulla macchina da scrivere, come è stato nella Resistenza Albert Camus, editorialista a “Combat”: dalla parte della giustizia e della libertà, come endiadi inseparabile, e dunque anche delle “verità di fatto”, che sono trama e ordito del giornalismo degno di questo nome.

Bocca aveva i suoi difetti, che ammetteva e perfino esagerava (ad esempio la venalità, su cui ironizzava, benché avesse generosità sconosciute a molti altri, meno scrittori di lui, pronti a invocare l’avidità del proprio “agente”). Gli dobbiamo la lucidità nella cronaca, la fulminante precisione delle domande in interviste che hanno fatto epoca, e la capacità di dissenso contro quasi tutti i conformismi che hanno avvelenato il Paese. Nel giornalismo dovrebbe essere la normalità, è stato invece un caso eccezionale.
DAL WEB

(ANSA) - AOSTA, 26 DIC - Si celebreranno in forma strettamente privata i funerali di Giorgio Bocca, previsti per domani, alle 11, nella basilica di San Vittore al Corpo a Milano. Il corpo del giornalista, a quanto si apprende dai familiari, sara' cremato e le ceneri saranno tumulate a La Salle, in Valle d'Aosta, dove il giornalista aveva una casa per le vacanze. Non e' previsto quindi l'intervento delle autorita' durante la cerimonia funebre, alla quale quale pero' potranno partecipare tutti i cittadini.

 
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