Creato da pelicandro il 20/01/2010
una poesia al giorno toglie il medico di torno.E dallo stress della vita moderna all'essenza della vita con la magia della poesia
 

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

FACEBOOK

 
 

I miei Blog Amici

Citazioni nei Blog Amici: 1
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Ultime visite al Blog

iscusorgiuKalle70birdsugararsenio1030mihaela2006forestales1958michele.lubanmarilenalabatifernandez1983cercoilcoraggio1carinodolcebenaglia2010gpmarromanunnmolla3trovatello54
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« Basta che piaci al " Pad...

Caro Fini parli e straparli degli altri ma parlaci anche tu dell apparta­mento di 70 metri quadrati più terrazzo in un'elegante

Post n°142 pubblicato il 28 Luglio 2010 da pelicandro
Foto di pelicandro

Pdl, questione morale: Fini e la strana casa al mare a Montecarlo

 
Un appartamento lasciato in eredità ad An finisce a una misteriosa finanziaria estera. Ora ci abitano familiari del presidente della Camera
 
 

 Montecarlo

Il fantasma della vedova Anna Maria Colleoni, fasci­sta convinta e poi generosa benefattrice del patrimonio di An, si aggira spaesato fra i tornanti di Montecarlo. È confuso, lo spettro. Non ca­pisce. Perché quando la no­bildonna abbandonò per sempre questo mondo, or­mai più di dieci anni fa, nel testamento fece inserire un lascito da due miliardi e mezzo di lire al partito dell' allora segretario Gianfran­co Fini: un bel terreno a Monterotondo, case a Ro­ma e a Ostia, un apparta­mento di 70 metri quadrati più terrazzo in un'elegante palazzina del Principato di Monaco. Tutta roba messa a bilancio e utilizzata dal parti­to, nel 2001, per andare in at­tivo.

Per sette-otto anni l'immo­bile monegasco è rimasto sfitto, abbandonato, fre­que­ntato solo dai topi nono­stante piovessero offerte mi­rabolanti dai condomini che allora arrivarono a pro­porre 10- 15 mila euro al me­tro quadrato (le agenzie im­mobiliari della zona parla­no di un valore attuale stima­bile intorno ai 25-30mila a metro quadrato).

Due anni fa, improvvisa­mente, il palazzo ha preso at­to che il locale disabitato aveva cambiato proprieta­rio. Non più Alleanza nazio­nale, che attraverso i suoi emissari-parlamentari La Morte e Pontone aveva ese­guito personalmente i so­pralluoghi nel palazzo Mil­ton respingendo puntual­mente tutte le richieste d'ac­quisto del vicinato, bensì una Ltd, una misteriosa so­cietà off shore con sede in chissà quale angolo del pia­neta, che a sua volta s'era ri­volta a una sottoimpresa del colosso di costruzioni Enge­co per svolgere lavori di ri­strutturazione dell'apparta­mento con abbattimento di muri interni e rifacimenti del pavimento.

Il committente dei lavori si chiama Giancarlo Tullia­ni. Per sapere se questo no­me corrisponde al fratello della signora Elisabetta, compagna del presidente della Camera, siamo andati direttamente a Montecarlo. E per capire l'esatta trafila che aveva fatto l'immobile, donato dalla discendente del condottiero Colleoni al partito, ceduto a una società off shore, e poi finito nella di­sponibilità del (presunto) cognato dell'ex presidente di quello stesso partito a cui l'immobile era stato regala­to, ci siamo premurati di chiedere ai diretti interessa­ti.

Al partito, contattati La Morte e Pontone, nessuno ha saputo dare chiarimenti su a quanto era stato vendu­to l'appartamento, a chi era stato alienato e se fosse vero che Fini e la signora Tulliani - come ci raccontano i vicini - hanno visionato quell'ap­partamento tempo addie­tro. Poi abbiamo chiesto a monsieur Tullianì, che di no­me fa effettivamente Gian­carlo e che corrisponde, due gocce d'acqua, al fratello di Elisabetta Tulliani, l'ex com­pagna di Gaucci, oggi con­sorte del cofondatore del Pdl. Siamo andati al 14 di rue Princess Charlotte, pro­prio accanto all'elegante No­votel, abbiamo varcato l'uscio d'ingresso col nome «Tulliani» impresso sul cito­fono e a soli tre metri dal por­tone, di buon mattino, ab­bi­amo suonato al campanel­lo dell'appartamento con su scritto, anche qui, «Tullia­ni ».

L'occupante ha pronta­mente risposto. Prima di aprire ha preteso di sapere chi fossimo. Ci siamo educa­tamente presentati: nome, cognome, professione, gior­nale di riferimento, motivo del disturbo. Da quel mo­mento, però, l'inquilino non ha più parlato e si è ben guardato dall'aprire a un cronista del Giornale . Preso atto del silenzio as­sordante, siamo andati via. Poi è arrivata la polizia, chia­mata da quel monsieur Tul­liani che anziché risponde­re a un paio di domande del Giornale ha preferito denun­ciarci alla Sureté Publique. Quando sono piombate le volanti Giancarlo Tulliani ha parlato di (inesistente) violazione della privacy e del domicilio. Così siamo fi­niti per due volte sotto inter­rogatorio, invitati a lasciare il Principato, addirittura fo­to- segnalati al commissaria­to. Tanta solerzia, perché?
 

 

 

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963