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Post N° 9

Post n°9 pubblicato il 30 Aprile 2007 da Shanea

(le ore passano lentamente, la giovane è persa nei suoi pensieri e ogni tanto guarda l’uomo che riposa disteso sull’erba)
Nefer: (tra sé) Quella ferita mi preoccupa. Potrebbe anche salirgli la febbre tra un poco. Non saprei cosa dargli…..se solo le piante di questo mondo fossero le stesse del mio…..forse potrei anche trovare qualcosa. (si alza) Beh andare a vedere non costa nulla. (la giovane fa un giro nelle vicinanze, ha quasi perso la speranza quando vede una pianta dal fusto rossastro e dai fiori giallognoli) Ma questa è artemisia! (si china a raccogliere i fiori e le foglie) Certo sarebbe meglio se fosse essiccata, ma non posso pretendere troppo….
(la giovane torna accanto all’uomo ferito e smuove il fuoco per ravvivarlo, poi prende la pentola e con un sasso schiaccia ciò che ha raccolto. Un’ora dopo Kir comincia ad agitarsi, la sua fronte si copre di sudore, le sue parole sono sconnesse e deliranti)
Nefer: (prepara un infuso con l’artemisia e dopo averlo fatto raffreddare un poco lo fa bere all’uomo) Ecco, questo vi farà stare meglio….(tra sé) o almeno lo spero….(la giovane bagna la fronte del ferito con uno straccio)
Kir: (si agita, le sue parole sono deboli, vaghe e intrise di dolore, di paura e di rabbia) No….lasciateli…..maledetti….Miri….Hamal…..no…..
Nefer: (tra sé) Mi chiedo di cosa stia parlando.
(arriva la sera e la temperatura scende)
Nefer: (prende la coperta e copre l’uomo che ora dorme più tranquillo)
(il mattino seguente alle prime luci dell’alba Kir si risveglia con la mente di nuovo lucida e scosta la coperta)
Kir: (tra sé) La febbre è passata. (si guarda intorno e vede la giovane raggomitolata accanto a ciò che rimane del fuoco, la osserva con stupore e dolcezza, tra sé) E così mi hai dato la tua coperta, allo stesso modo in cui mi hai offerto il tuo cibo e hai rischiato la vita per salvarmi. Sei davvero una giovane straordinaria. Ma oggi dovrai andare per la tua strada, non posso permetterti di venire con me, è troppo pericoloso. (prende la ciotola che è accanto a lui e ne annusa il contenuto) Un infuso...e così anche il merito del fatto che non ho più la febbre è tuo. (scuote la testa) Mi chiedo se non siano stati gli dei a metterti sul mio cammino….
(poco più tardi anche Nefer si sveglia stiracchiandosi)
Kir: Ben svegliata.
Nefer: (si gira a guardarlo) Buongiorno, come vi sentite?
Kir: Molto meglio, grazie. (fa una pausa) Ti ringrazio davvero per ciò che hai fatto.
Nefer: (sorride imbarazzata)
Kir: (le sorride porgendole una ciotola di legno piena di un liquido fumante) Tieni, è infuso di menta. Non sarà il massimo, ma almeno scalda e questa notte ha fatto freddo.
Nefer: (prende la ciotola) Grazie. (beve)
Kir: (stringe le mani intorno alla sua tazza) Oggi te ne devi andare Nefer. Vai a nord come ti ho detto.
Nefer: (solleva lo sguardo) No, perché? Voi non siete ancora guarito, la ferita potrebbe riaprirsi. Non ho intenzione di lasciarvi.
Kir: Maledizione ragazza! Ascoltami! Te ne devi andare.
Nefer: (sguardo duro) No. Non mi importa di chi vi sta cercando, non mi importa quanto vicini siano. Io vengo con voi, ancora un po’ perlomeno. Non siete in condizione di andare da solo. Ancora, ancora se aveste un cavallo, ma a piedi…no. La ferita si aprirebbe e, se davvero sono così vicini, vi catturerebbero prima di domani.
Kir: (la guarda a bocca aperta) accidenti a te ragazza! (china il capo) Ascoltami, ti prego. Hai ragione, ho perso un giorno intero….oramai saranno molto vicini. Se ci trovano ci uccideranno entrambi. Tu non sei in grado di tenere il mio passo, non sai usare una spada. Devi andartene.
Nefer: Ora come ora posso camminare molto più veloce di voi.
Kir: Tu non sai cosa intendo fare, dove sto andando. (tra sé) Il mio viaggio è troppo pericoloso…..non posso permettere che venga con me. (fa un sospiro e finge di lasciar cadere l’argomento)
Nefer: (si avvicina) Fatemi vedere la ferita. (la giovane la controlla vedendo che il rossore e il gonfiore sono diminuiti) bene, direi che va meglio. (prende uno straccio e lo bagna in un liquido giallognolo bagnando la ferita, poi applica una poltiglia di fiori gialli sopra di essa e fascia nuovamente)
Kir: Cos’erano?
Nefer: Fiori di calendula. Ne ho trovate alcune piante ieri mentre dormivate.
Kir: (annuisce e si alza)
Nefer: (gli porge una ciotola con un liquido bollente che ha appena finito di preparare) Bevete.
Kir: (annusa) Ancora l’infuso? Cos’è?
Nefer: (si alza pure lei) Artemisia, per la febbre. Non vorrete mica che vi ritorni, vero?
Kir: (scrolla le spalle e beve, appoggiando poi la ciotola su un masso) E ora che io mi rimetta in marcia.
Nefer: Non sono d’accordo, ma se lo ritenete necessario andiamo.
Kir: (sorride tristemente e appena si gira la colpisce con l’elsa della spada facendole perdere i sensi, tra sé) Mi spiace ragazza, ma non posso permetterti di venire con me….non voglio un’altra giovane morte sulla mia coscienza. (faticosamente la trascina fino a dei cespugli e la nasconde alla vista) Ecco, qui sarai abbastanza al sicuro. Queste piante di Yrco copriranno il tuo odore. (prende il sacco di Nefer e mette dentro la coperta, la pietra focaia, la scatola con l’ago e il filo e una delle sue ciotole, poi glielo appoggia vicino) Addio e grazie ancora. (prende il suo zaino in spalla e l’arco e fa per andarsene, ma poi si ferma di nuovo, e, tirata fuori una corta e sottile spada la posa accanto alla ragazza) Quel tuo pugnale non serve a nulla…questa è meglio. (le accarezza i capelli e si allontana con un’andatura non completamente stabile)

 
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