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Un blog creato da jek1944 il 23/11/2008

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uniroma.tv il 19/04/10 alle 12:17 via WEB
Al seguente link potrete vedere il servizio dal titolo "Roma Tre discute sul DDL Gelmini" http://www.uniroma.tv/?id_video=15601 Ufficio Stampa di Uniroma.TV info@uniroma.tv http://www.uniroma.tv
 
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paolo manzelli il 10/03/09 alle 22:45 via WEB
Convegno LA UNIVERSITA' PER IL SUPERAMENTO DELLA CRISI 23/MARZO 2009 -Sesto F.no- (FI) UNA STRATEGIA DI ECONOMIA AL CUBO. VEDI la locandina e programma del Convegno CNU 2009 reperibili sul sito : http://www.unifi.it/dpchim/ in Home Page AVVISI > http://www.edscuola.it/archivio/lre/CUBE-ECONOMY.pdf > http://www.descrittiva.it/calip/dna/FOND_CUBE_UNIVERSITY.pdf ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- >COMUNICATO STAMPA- ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- > La Crisi strutturale della economia Italiana e sostanzialmente la seguente: > > La maggior parte delle imprese che formano il tessuto produttivo in > Italia, è costituita da microimprese e piccole e medie imprese. (PMI) > > Queste e imprese però davano lavoro di tipo manuale alla maggior parte > della popolazione e quindi sono state il motore di sviluppo della > industrializzazione in Italia > > Le (PMI) hanno una struttura organizzativa e un numero di risorse non > sufficienti per poter modificare il loro assetto produttivo verso > prodotti a maggior valore aggiunto di contenere elevate quote di > innovazione e ricerca, pertanto non riescono gestire e governare il > cambiamento generato dalla globalizzazione dei mercati e della > produzione. > > Inoltre come nel tessile a Prato le PMI cinesi e l' Importazioni dalla > Cina a basso costo hanno determinato la chiusura di molte imprese > locali non capaci di competere sui prezzi , di rinnovare la propria > gamma di prodotti aumentando la qualita delle produzione e di > internazionalizzarsi per vendere le proprie merci in mercati che > cercano modelli di produzione innovativi e di elevata qualita'. > > Per conto le grandi imprese, che spesso hanno una struttura > multinazionale hanno delocalizzato verso i paesi di dell' EUROPA > allargata a 25 nazioni nonche' in Cina ed in India ed altrove , > implicando di conseguenza il fatto che moltissime PMI sono rimaste > senza forza commerciale. > > Questo sistema di internazionalizzazione produttiva ha pertanto agito > come un sistema che importa poverta ed esporta ricchezza di conoscenze > ed ha agito al ontrario dello sviluppo della Economia della Conoscenza > richiesta a gran voce come prospettiva di sviluppo dell' EUROPA fin da > LISBONA 2000. > > Inoltre le speculazioni finanziarie hanno sottratto capitali alle PMI > che trovano sempre maggiori difficolta di credito. . > > La CUBE ECONOMY diviene pertanto il MODELLO di RIORGANIZZAZIONE > DI SISTEMA DELLE ECONOMIE REGIONALI ITALIANE ,che indica come bisogna > agire in fretta verso la integrazione delle PMI in Poli di Sviluppo > coordinati con la Ricerca Scientifica e Tecnologica per fornire nuovi > strumenti cognitivi e strategie operative per far si che le ECONOMIE > AL CUBO a livello Regionale possano espandersi nel mercato globale a > costi sostenibili. > Sviluppare nuove aree di competenze e rinnovati modelli di business di > impresa a rete costituiscono le stretegie possibili adeguate a favorire uno scenario di CROSS FERTILITY tra Universita ed Impresa. > > Quanto sopra va INDUBBIAMENTE condiviso politicamente perche sia effettivamente > possibile riuscire ad uscire dalla crisi in tempi rapidi ed applicare questo modello > INNOVATIVO DELLA CUBE ECONOMY . > > Pertanto il Convegno UNIVERSITA PER USCIRE DALLA CRISI 23/ MARZO/2009 Firenze > sara l' inizio del dibattito su tale strategia della CUBE-ECONOMY in Toscana FINALIZZATA A USCIRE DALLA CRISI PROMUOVENDO UN CREDIBILE SCENARIO DI FORESIGHT PER I PROCESSI GENERATIVI DI CONOSCENZA INTEGRANTI CULTURA SCIENTIFICA ED IMPRENDITORIALE. > > paolo manzelli pmanzelli@gmail.com Firenze 09/MAR/2009 --
 
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Anonimo il 03/12/08 alle 13:47 via WEB
Salve a tutti. Poche righe solo per scusarmi dei vari errori grammaticali nella mia lettera del 2/12, che ho potuto rileggere solo ora. E' stata scritta in tutta fretta dopo la fine di una lezione e prima dell'inizio di un ricevimento studenti fiume. Altrimenti cosi' darei manforte alla teoria del Ministro Brunetta...questi Prof. Universitari non conoscono nemmeno l'italiano. Saluti F. Flamini
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 02/12/08 alle 15:48 via WEB
Salve a tutti, cerco di esprimere in maniera piu' sintetica possibile dei punti che a mio avviso reputo fondamentali per una rivalutazione dell'Universita' e Ricerca. Non ho moltissima esperienza accademica, quindi chiedo scusa per eventuali ingenuita'. Detto questo, condivido il messaggio n. 16 del 1/12/2008. E' solo dal Novembre 2006 che partecipo alle Facolta' (di Ingegneria ed essendo Matematico). Effettivamente ho fatto tutto l'iter "come da programma" espresso nel messaggio n.16 di Procesi. All'inizio mi volevo sentire parte integrante. Dopo un po' ho capito che c'e' poco da integrarsi e proporre, specialmente se sei addirittura un "esterno" alla Facolta'....forse chissa' se a Scienze almeno una parola la riuscivo a dire. Le cose che si votano a volte non vengono nemmeno presentate perche' gia' discusse nel Collegio dei Direttori o nel CCL di appartenenza, e quindi ratifichiamo soltanto. Avalliamo supplenze, ecc.....l'unico momento in cui si scatena il putiferio e' per i posti a concorso o le chiamate. Ma anche li' potere decisionale -20. Voi direte "E' pure colpa tua che te ne stai li' come un pesce in barile e non apri bocca". Probabilmente e' vero, ma se la cosa e' pressoche' determinata gia' da giorni e discussa ed approvata da chi "di competenza" risulta un po' difficile ed inutile manifestare eventuali perplessita' singole. Detto questo, non voglio fare l'n-esimo messaggio di lamentele. Vorrei proporre alcune cose che mi sembra potrebbero migliorare la situazione e creare anche dei risparmi da poter investire meglio sempre nell'ambito Universitario. 1) Eliminazione delle Facolta'. A mio avviso mi sembrano solo dei centri dove si esercita il potere di "chiamata e concorsi". Le cose scientifiche siano curate dai Dipartimenti e le cose didattiche siano curate anche in sinergia tra i vari CCL (e.g. per i corsi inter-ex-facolta' ). Non so se possa essere fattibile a livello organizzativo. Se si', oltre a raggiungere il risultato positivo a mio avviso riguardo al discorso precedente, ci sarebbe un risparmio di indennita' di presidi, stipendi di segreterie di presidenza, di facolta', di coordinamento della didattica ecc..... per non parlare degli spazi che si recuperano. 2) Regole chiare e non cambiabili sulla Governance Rettori, Prorettori, Direttori di Dipartimento, Presidenti di CCL (non ci metto Presidi, visto che al punto 1) ho caldeggiato l'eliminazione delle Facolta') possono stare in carica un numero fisso di anni, stabilito per legge. Non so quale sia la cifra giusta per vedere se la governance di qualcuno sia stata efficace o meno: 4, 5 anni? Ma poi basta. Non i vari trucchetti di modificare statuti ecc... e poi ti trovi la stessa persona, allo stesso posto (o ad un posto omotopicamente equivalente) per un numero illimitato di anni. 3) Controlli annuali di bilanci delle universita' E' vero che certe universita' si sono trovate dei buchi di bilancio mostruosi, ma io non posso credere che il buco si sia creato in un anno solare. E allora, quando c'erano le avvisaglie gli anni precedenti, ma chi controllava? Ma come mai non e' stato fatto presente "Guarda che gia' non sei virtuoso. Se poi vai avanti in questo modo, addirittura diventi nefasto!" Forse prevenire e' meglio che curare. Invece c'e' stato un grande disinteresse di controllare, verificare, ecc...anche da parte di molti governi, fino a quando poi si arriva al punto di non ritorno e allora: blocchi di turn-over, blocchi di fondi, blocchi di assunzioni, tutti fannulloni...i primi che ci rimettono sono i giovani, specialmente quelli ancora non in organico, che di sicuro sulle decisioni che hanno creato le voragini di bilancio hanno poco a che spartire dato che su questi argomenti potere decisionale -10. 4) Assorbimento delle sedi decentrate con un numero esiguo di studenti. Basta farle assorbire nelle sedi piu' grandi e piu' vicine. Con la chiusura della sede limitrofa, si va a potenziare la sede ospitante per spazi che possano accogliere i nuovi studenti. Ma comunque ci sarebbe sempre un risparmio. Ad esempio io ho insegnato un corso presso una sede distaccata di Tor Vergata a Colleferro, dove c'e' un solo corso di laurea di Ingegneria Meccatronica. - Tempo di viaggio: un' oretta. - Sede dove svolgere i corsi: vicino a INCUBATORE DI IMPRESA, nel mezzo del nulla, in un posto piccolo (non trovo un paragone universale, ma per quelli di Roma 1, grande si e no come i locali ex-falegnameria). Non c'era nemmeno un'aula docenti. Facevo il ricevimento 1 ora prima di lezione e facevo lezione 2 volte a settimana, 3 ore alla volta. - Numero di studenti che avevo in aula al I anno: si e no 30, di cui la meta' ripetenti dall'n-esimo anno. Gli iscritti agli altri anni non erano tanti di piu'. - Ogni docente riceve un rimborso spese dal comune di Colleferro (anche se poi ancora li devo vedere questi soldi). Fate il conto di tutti i corsi che si devono fare, per 3 o 5 anni (c'e' anche la magistrale). Per assurdo invece, in un corso di Matematica Discreta che tenevo in sede a Tor Vergata, avevo un bel po' di studenti che venivano ad esempio da Anzio e Nettuno. Tempo di percorrenza con il treno da Nettuno a Roma Termini: 1 ora e mezza. Ma poi ci devi arrivare ad Anagnina a RM2. Pero' i 20/30 ragazzi di Colleferro e' giusto che non facciano un percorso di un'ora ed e' giusto che si tenga attiva la sede vicino all' INCUBATORE DI IMPRESA, pagando luce, telefono, segretari ecc........ Se sommiamo le possibili altre situazioni analoghe in Italia, ci sarebbe sicuramente un bel risparmio e anche comuni generosi come si sta dimostrando ad esempio quello di Colleferro, potrebbe versare una parte dei suoi fondi. A patto che avrebbe comunque interesse a rimanere "generoso" pure se non ha piu' il suo corso di laurea in paese, anche il comune stesso avrebbe un risparmio. 5) Riduzione dei fondi pubblici ad universita' telematiche, universita' e scuole private Lo dice la parola stessa: sono private. Hanno le loro rette ed i loro bilanci. Dal risparmio, potenziare le universita' pubbliche che permangono dopo lo smaltimento al punto 2). Non sto asserendo assolutamente fondi a pioggia. Ma andando nello specifico delle attivita' dipartimentali, sede per sede. 6) Istituire un obbligo di organico nei Dipartimenti Ci vuole un ricambio generazionale. Bene, allora programmare nella opportuna proporzione il numero di I fasce, II fasce e ricercatori nelle varie discipline a seconda delle esigenze scientifiche e didattiche di quel Dipartimento. 7) Fondi porporzionati ad uno screening capillare delle attivita' scientifiche e didattiche di ogni dipartimento Ci possono essere dipartimenti eccellenti che pero' si trovano in universita' globalmente non di alti livelli. Perche' bisogna penalizzarli? Quindi una valutazione capillare va fatta al livello Dipartimentale sia sulla qualita' di produzione scientifica, sulla qualita' della didattica, sulla qualita' dei laureati che escono da quel corso di laurea che interagisce con quel dipartimento.... 8) Fondi proporzionati al comportamento virtuoso della selezione del personale Questo e' gia' contentuto nella lettera che abbiamo tutti firmato. Probabilmente ci sarebbero ancora tantissimi punti da disossare. Ma non mi sento di monopolizzare il blog. Gia' ho scritto molto. Spero che qualcosa possa servire come contributo, o almeno come spunto per una discussione che possa migliorare le mie proposte. Buon lavoro a tutti F. Flamini
 
jek1944
jek1944 il 26/11/08 alle 18:38 via WEB
Questo e` lo sbocco ovvio della discussione che stiamo facendo, anche con questo blog (come detto in apertura di pagina). Personalmente concordo con tutti gli 11 punti. Bisogna spingere sull"Accademia perche' ci dia la struttura per riunirci.
 
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