Creato da uomo_ambiente il 17/01/2007
L' Uomo al centro del sistema ambiente
 

per ora le marmotte alto atesine sono salve!

 

La Cina continua a violare i Diritti umani, a devastare l' Ambiente, ad applicare la pena di morte, a pianificare un genocidio culturale e ad occupare militarmente il Tibet.

La bandiera olimpica e' stata ammainata...

NON DOBBIAMO AMMAINARE LA BANDIERA DEL TIBET!

 

RINGRAZIAMO TUTTI I SOTTOSCRITTORI DELLA NOSTRA PETIZIONE

 CON LA LORO FIRMA HANNO CONTRIBUITO A SALVARE I COLIBRI' DEL PARCO TROPICALE DI MIRAMARE...

PER IL MOMENTO

 - CON UN MODESTO E PARZIALE FINANZIAMENTO MINISTERIALE -

L' EMERGENZA E' STATA SUPERATA!

Ambiente eè Vita FVG

 

L' Ambiente non e' una identita' astratta, ma una realta' palpitante e viva che l' Uomo deve amare, proteggere e fruire responsabilmente 

(Nino Sospiri) 

www.ambientevita.it

 
 

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FREE TIBET

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Anche se prosegue la distruzione... neppure i cinesi riusciranno ad abbattere le piu' alte montagne del mondo, trono degli dei tibetani, che circondano il paese. E percio' anche i futuro, i tibetani piu' devoti, attraversando gli alti passi, potranno dire: "Gli dei vinceranno".

Heinrich Harrer - Autore di "Sette anni nel Tibet"


 

Prima dell’occupazione cinese, il Tibet era, dal punto di vista ecologico, un territorio equilibrato e stabile perché la conservazione dell’ambiente era parte essenziale della vita quotidiana dei suoi abitanti. I Tibetani vivevano in armonia con la natura grazie alla loro fede nella religione buddista che asserisce l’interdipendenza di tutti gli elementi esistenti sulla terra, siano essi viventi o non viventi. Questa credenza era ulteriormente rafforzata dalla stretta osservanza di una norma che potremmo definire di "autoregolamentazione". Una norma comune a tutti i buddisti tibetani, in base alla quale l’ambiente deve essere sfruttato solo per soddisfare le proprie necessità e non per pura cupidigia. Dopo l’occupazione del Tibet, l’attitudine amichevole e armoniosa dei tibetani nei confronti della natura fu brutalmente soppiantata dalla visione consumistica e materialista dell’ideologia comunista cinese. All’invasione fecero seguito devastanti distruzioni ambientali. Le politiche economiche cinesi  causarono la deforestazione, il depauperamento dei pascoli, lo sfruttamento incontrollato delle risorse minerarie, l’estinzione della fauna selvatica, l’inquinamento da scorie nucleari, l’erosione del suolo e le frane. Oggi lo stato dell’ambiente in Tibet è altamente critico e le conseguenze di questo degrado saranno avvertite ben oltre i suoi confini.

 

Smog

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Inquinamento del mare

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Discariche

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Deforestazione

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dichiarazione di Patrick Moore

Post n°661 pubblicato il 26 Febbraio 2009 da uomo_ambiente

Dal Washington Post del 16 Aprile 2006 la dichiarazione di Patrick Moore.

All’inizio degli anni ’70, quando fui tra i fondatori di Greenpeace, credevo che l’energia nucleare fosse sinonimo di olocausto nucleare, come lo credevano molti dei miei compatrioti. Tale era la convinzione che ispirò la protesta di Greenpeace sulle spettacolari coste rocciose dell’Alaska contro i test nucleari statunitensi delle bombe all’idrogeno nelle isole Aleutine.

Trent’anni dopo le mie convinzioni sul nucleare sono profondamente cambiate, e anche il resto del movimento ambientalista dovrebbe aggiornare le sue opinioni in merito perché l’energia nucleare è la sola che può salvare il nostro pianeta da un altro possibile disastro: un cambiamento climatico disastroso.

Si pensi a tale proposito come i più di 600 impianti elettrici a carbone esistenti negli Stati Uniti producano il 36% del totale delle emissioni di CO2 di questo Paese, equivalenti a quasi il 10% del totale mondiale del principale dei gas serra responsabili del cambio climatico.

L’energia nucleare è la sola fonte energetica che, per disponibilità e costo, può ridurre tali emissioni permettendo nel contempo di soddisfare la crescente domanda globale di energia. Ed oggigiorno lo può fare garantendo elevati standard di sicurezza.

 
 
 

L'opinione di Stewart BRAND

Post n°660 pubblicato il 26 Febbraio 2009 da uomo_ambiente

MIT Technology Review - May 2005

L'opinione di Stewart BRAND, il guru dell’ambientalismo americano fondatore del Whole Earth Catalog a favore dell’energia nucleare per combattere il riscaldamento globale provocato dai gas serra.

 

http://www.techreview.com/Energy/14406/page1/

Possono essere arrestati i cambiamenti climatici in atto ed essere evitata la catastrofe planetaria? Si perché sono le attività umane che stanno influenzando la dinamica del clima. La prima causa dei cambiamenti climatici è dovuta all’energia prodotta dall’uomo bruciando combustibili fossili (carbone, petrolio e gas).

Pertanto tutto ciò che dovremmo fare è aumentare l’efficienza energetica e decarbonizzare la produzione di energia. Il rispetto degli accordi di Kyoto e il ricorso a fonti energetiche rinnovabili vanno benissimo ma non bastano a risolvere che una piccola frazione del problema. Un massiccio ricorso alla segregazione della CO2 eliminandola dall’atmosfera, magari per mezzo della bioteconologia, è una speranza diffusa, ma solo una speranza.

La sola tecnologia pronta per sostituire l’energia prodotta attualmente dai combustibili fossili e ridurre quindi le emissioni in atmosfera di gas serra è quella nucleare.

Il nucleare ha problemi rilevanti (la gestione delle scorie, alti costi di costruzione e il possibile uso del combustibile per realizzare armi atomiche). Ma ha anche grossi vantaggi oltre a quello di non emettere gas che provocano il riscaldamento del pianeta.…

 
 
 

James Lovelock - LA RIVOLTA DI GAIA

Post n°659 pubblicato il 26 Febbraio 2009 da uomo_ambiente

[...] Io sono ciò che si direbbe un "verde", e si potrebbe pensare che io mi annoveri fra costoro, ma sono anche e soprattutto uno scienziato; per questo chiedo insistentemente a quelli che tra i verdi sono miei amici di rivedere le loro ingenue convinzioni sul fatto che lo sviluppo sostenibile, l'energia rinnovabile e i risparmi di energia siano tutto ciò che deve essere attuato. Più di ogni altra cosa, essi devono lasciar cadere la loro ostinata opposizione all'energia nucleare. Anche qualora avessero ragione sui suoi pericoli - e non ce l'hanno - il suo uso come fonte di energia certa, sicura e affidabile porrebbe un rischio insignificante rispetto al pericolo reale di ondate di calore intollerabili e letali, e di un innalzamento del livello del mare tale da minacciare ogni città costiera del mondo. Il concetto di energia rinnovabile suona bene, ma finora è inefficiente e costoso. Ha certamente un futuro, ma ora noi non abbiamo il tempo per sperimentare fonti di energia ancora poco più che immaginarie: la civiltà è in pericolo imminente, e dobbiamo passare al nucleare ora, oppure rassegnarci alla dolorosa punizione che il nostro oltraggiato pianeta vorrà infliggerci.

Dobbiamo naturalmente seguire il buon consiglio del risparmio energetico, e dobbiamo farlo ogniqualvolta ci sia possibile, ma ho il sospetto che, come quando si tratta di perdere peso, ciò sia più facile a dirsi che a farsi. I risparmi significativi di energia derivano da progetti di vasta portata, e ci vogliono decenni prima che tali progetti raggiungano la maggioranza degli utenti. Non sto raccomandando l'energia da fissione nucleare come panacea a lungo termine per il nostro pianeta sofferente, o come risposta a tutti i nostri problemi. La vedo come la sola medicina efficace di cui disponiamo ora. [...]

James Lovelock - LA RIVOLTA DI GAIA, Rizzoli, Milano, 2006

 
 
 

Nucleare, il male minore...

Post n°658 pubblicato il 26 Febbraio 2009 da uomo_ambiente

Ambientalisti storici come James LOVELOCK, Stewart BRAND e Patrick MOORE, in controtendenza rispetto ai movimenti verdi, sostengono che il ricorso al nucleare pacifico con la tecnologia attualmente disponibile sia il male minore per risolvere il problema del riscaldamento globale del pianeta provocato dalla CO2 prodotta durante la combustione delle fonti fossili.

 

 
 
 

NUCLEARE... SI GRAZIE!!!!

Post n°657 pubblicato il 26 Febbraio 2009 da uomo_ambiente
Foto di uomo_ambiente

Politiche governative miopi e non sempre trasparenti unite alla furia iconoclasta dei verdi nostrani ci hanno cancellato dal contesto internazionale nel settore mentre nei primi anni '60 eravamo il Paese maggior produttore di elettricità da nucleare. Oggi torniamo attori di un'attività di frontiera che risponde ad oggettive necessità del Paese e contemporaneamente consente di sostenere l'industria nazionale in un settore di rilevanza strategica dopo la scomparsa in altri settori di rilievo come la chimica, la farmaceutica, la siderurgia, per indicarne alcuni. Il presidio ridotto che ha funzionato egregiamente tanto nelle Università che nell'industria può ripartire aggregando le forze necessarie a recuperare il tempo perduto.

Importante è la scelta della filiera degli EPR, reattori di terza generazione caratterizzati da elevatissimi livelli di sicurezza, che ha una ragion d'essere perché l'Enel già collabora da tempo con i francesi nella realizzazione di queste macchine per cui i nostri tecnici non partiranno da zero ma potranno apportare le loro competenze già felicemente testate ed apprezzate all'estero. L'unicità della scelta è importante perché, per raggiungere in tempi ragionevoli il successo, è necessario non disperdersi in linee parallele che vanificherebbero ogni tentativo di velocizzare la costruzione delle centrali previste. Si prefigura così un embrione del Piano Energetico Nazionale che andrà redatto rapidamente per integrare il nucleare con le altre fonti, incluse le rinnovabili, in modo da ridurre la dipendenza del Paese dagli idrocarburi e, soprattutto, per ridurre i costi del kilowattora che penalizzano pesantemente l'industria nazionale rispetto ai competitori stranieri.

 

Secondo copione, immancabili sono arrivate le reazioni dell'opposizione. Il Ministro ombra del Pd afferma che il nucleare «non è competitivo in occidente e che bisogna potenziare la ricerca sulle centrali di quarta generazione»: come spiegare allora le 435 centrali in esercizio e le 29 in costruzione, con più della metà del totale in Occidente? Sono tutti pazzi gli altri governanti? Come si può potenziare la ricerca sulla quarta generazione se prima non operano quelle di terza in modo da individuare eventuali migliorie? Ancora più disarmanti sono le consuete contestazioni sui costi e sulle scorie. I costi sono rilevanti ma non minori di quelli di altri tipi di centrali se considerati nella globalità della vita di produzione; il problema delle scorie esiste ed è affrontato globalmente a livello europeo per arrivare ad individuare un sito unico.

 Peraltro la loro gestione, com'è ben noto, rappresenta un rischio «potenziale» molto minore di quello «certo» dalle immissioni in atmosfera degli agenti inquinanti prodotti dai fumi degli idrocarburi o del carbone. Un'opposizione onesta e documentata rappresenterebbe un importante contrappeso del governo garantendo un dibattito serio ed una pluralità di vedute che potrebbero facilitare scelte meditate e, possibilmente, condivise. Questi invece affermano tutto ed il suo contrario perdendo ogni credibilità: così fanno male solo a sé stessi. All'Italia lo hanno già fatto.

 

Fonte: Ezio Bussoletti – Il Tempo 25 febbraio 2009

 
 
 

ENERGIA

Post n°656 pubblicato il 26 Febbraio 2009 da uomo_ambiente
Foto di uomo_ambiente

Per fronteggiare il riscaldamento globale ed i rischi connessi con l’ esaurisìrsi dei giacimenti di gas e petrolio si spera di arrivare a produrre fino al 20% dell’ energia necessaria con fonti rinnovabili… Ma il vero nodo del problema e’ COME PRODURRE IL RESTANTE 80%?

 
 
 

Non criminalizzate i cani...

Post n°655 pubblicato il 16 Febbraio 2009 da uomo_ambiente


 





 




...quando sono aggressivi la colpa e' di chi li educa ad esserlo o li maltratta!


 


 

 
 
 

Ambiente eè Vita in Sud America

Post n°654 pubblicato il 16 Febbraio 2009 da uomo_ambiente
Foto di uomo_ambiente


Importante progetto di collaborazione internazionale avviato in Colombia


La cogestione del Centro di ricerca ambientale nell’ istituenda riserva di Miraflores


 


Lunedi’ 16 febbraio nell’ Auditorium dell’ Universita’ di Boyacà in Colombia e’ stato sottoscritto un importante accordo internazionale che vede coinvolti la medesima Universita’, CorpoBoyaca’ (1), CorpChivor (2), Ambiente eè Vita e l’ Universita’ di Udine.


L’ accordo prevede la realizzazione di una riserva naturale mirata ala conservazione e allo studio dei colibri’. All’ interno della riserva che sara’ cogestita da CorpoBoyacà, CorpoChivor e Ambiente eè Vita, attraverso un suo rappresentante in Colombia, verra’ realizzato il terzo “Centro per la salvaguardia dei colibri” del Sud America.


L’ attivita’ scientifica e di ricerca sara’ coordinata dal prof. Stefano Rimoli direttore del Parco Tropicale insediato all’ interno delle serre storiche del Castello di Miramare a Trieste.


Ambiente eè Vita sara’ rappresentata dal sig. Roberto Iuretigh,  gia’ indicato dall’ Associazione quale consulente presso la VI Commissione permanente della Regione FVG, da alcuni anni trasferitosi in Colombia e al quale viene conferita la delega per sviluppare, per conto di Ambiente eè Vita, rapporti di collaborazione con associazioni ambientaliste sudamericane e con le comunita’ degli italiani residenti in quell’ area geografica.


Dopo i saluti da parte delle autorita’ e dei rappresentanti delle istituzioni ed in particolare de Rettore dell’ Universita’ di Boyacà dott.ssa Rosita Cuervo Payeras e del direttore di CorpoBoyacà ing. Miguel Arturo Rodriguez Monroy il proff. Rimoli ha illustrato il progetto e i contenuti dell’ accordo che e’ stato sottoscritto e che sara’ integrato dalle firme dei rappresentanti del Ministero per l’ Ambiente.


Terminata la breve cerimonia sono intervenuti il sindaco di Miraflore, dove sara’ realizzata la nuova struttura, e - in video conferenza dall’ Italia - Sergio Bisiani quale coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico di Ambiente eè Vita, che ha annunciato anche la nomina di Roberto Iuretigh quale referente locale della Associazione, la professoressa Margherita Hack a nome del Parco Tropicale di Miramare e il prof. Susmel a nome del Rettore dell’ Universita’ di Udine.


Le conclusioni sono state tratte dal rappresentante del Ministero de Medio Ambiente della Colombia on. Juan Cordoba cui ha risposto da Roma il sen. Andrea Fluttero che ha ribadito l’ importanza che le iniziative ambientali siano anche occasione di sviluppo economico, culturale e sociale.


 


(1) (2)  Coorporazioni autonome regionali che fanno parte delle strutture pubbliche del Servizio per l' ambiente della Colombia

 
 
 

Olocausti dimenticati

Post n°653 pubblicato il 11 Febbraio 2009 da uomo_ambiente

 


Tra Giornata della Memoria e Giornata del Ricordo... tanti gli Olocausti dimenticati. Per rendere onore almeno ai Nativi d' America sterminati nel nome del progresso e della civilta' dei visi pallidi... la parole toccanti di un poeta




SAND CREEK (F. De Andre')

Si sono presi il nostro cuore sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
fu un generale di vent'anni
occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent'anni
figlio di un temporale
c'è un dollaro d'argento sul fondo del Sand Creek

I nostri guerrieri troppo lontani sulla pista del bisonte
e quella musica distante diventò sempre più forte
chiusi gli occhi per tre volte
mi ritrovai ancora lì
chiesi a mio nonno è solo un sogno
mio nonno disse sì
a volte i pesci cantano sul fondo del Sand Creek

Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso
il lampo in un orecchio e nell'altro il paradiso
le lacrime più piccole
le lacrime più grosse
quando l'albero della neve
fiorì di stelle rosse
ora i bambini dormono nel letto del Sand Creek

Quando il sole alzò la testa tra le spalle della notte
c'eran solo cani e fumo e tende capovolte
tirai una freccia in cielo
per farlo respirare
tirai una freccia al vento per farlo sanguinare
la terza freccia cercala sul fondo del Sand Creek

Si sono presi il nostro cuore sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
fu un generale di vent'anni
occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent'anni
figlio di un temporale
ora i bambini dormono sul fondo del Sand Creek

 
 
 

non turbare...

Post n°652 pubblicato il 11 Febbraio 2009 da uomo_ambiente
Foto di uomo_ambiente


   


sul Colle


 


 


 

 
 
 

Ricevo e pubblico

Post n°651 pubblicato il 29 Gennaio 2009 da uomo_ambiente

ricevo dall' amico Giuseppe Sechi architetto in Pantelleria e volentieri pubblico con il suo commento.


Scomparso Ugo Sasso il BioArchitetto del progetto ecologico che poneva al centro l’Uomo.


Era un bioarchitetto nel significato del termine che lui stesso aveva contribuito a definire, fondando nel 1991 a Bolzano l'Istituto nazionale di bioarchitettura. Nata ad Asmara nel 1947, l'architetto Ugo Sasso ha perso la vita il 9 gennaio 2009 in Venezuela, travolto dalla corrente marina, mentre faceva il bagno nell'isola di Margarita, durante una breve tappa naturalistica del viaggio verso Berkley, dove lo aspettava lo scienziato Fritjof Capra, da sempre punto di riferimento della sua opera. Laureatosi nel 1971 con Carlo Scarpa, Sasso ha collaborato con i grandi della progettazione ecologica - Kroll, Krusche, Kier -, direttore scientifico della Rivista di bioarchitettura, ha tenuto corsi e master in numerose università italiane, e ha realizzato a Bolzano nel 1994 il primo condominio ecologico italiano finanziato con soldi pubblici. Nel vasto panorama internazionale della bioarchitettura Ugo Sasso ha portato un concetto originale tutto italiano, quello che il progetto ecologico non deve esaurirsi nell'edificio eco-sostenibile, ma deve avere al centro l'uomo, la qualità sociale del vivere della persona che vi andrà ad abitare.


Nel vasto panorama internazionale della bioarchitettura Ugo Sasso ha portato un concetto originale tutto italiano, quello che il progetto ecologico non deve esaurirsi nell’edificio eco-sostenibile, ma deve avere al centro l’uomo, la qualità sociale del vivere della persona che vi andrà ad abitare, la sua l’appartenenza al luogo geografico e sociale, la salvaguardia del suo mondo di relazioni stratificatosi attraverso il tempo nelle città e nei paesi.


“Per comprendere tutto ciò – diceva - occorre dimenticare la “casa-macchina per abitare di Le Courbusier”  e pensare ai quartieri storici delle città italiane, ai piccoli paesi con case magari vecchie, dove però la comunità vive serenamente.” 


Ugo Sasso ha consegnato la sua filosofia del vivere e del progettare un’eco-architettura a misura d’uomo, che sia molto più  del costruire in modo ecocompatibile e biosostenibile, ad un’intera generazione di sensibili architetti e di giovani studenti dei suoi corsi universitari che adesso, con l’Istituto Nazionale di Bioarchitettura, potranno continuare i suoi progetti,  pur nel dolore e nel rimpianto del suo mite sorriso e della sua preziosa opera


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Ho conosciuto Ugo Sasso “Il Professore” anni fa, quando lui s'interessò ai miei studi sui Dammusi dell'isola di Pantelleria. Recentemente lo avevo incontrato a Bologna per pensare insieme alla casa-clima Mediterranea. Ho fatto in tempo a scrivergli una lettera lo scorso 3 gennaio, che adesso mi lascia un vuoto. Un appunto per ricordagli come gli studi bioarchitettonici condotti sul dammuso potessero essere quella risposta “mediterranea” alla monopolizzata concezione culturale di KlimaHause. Entrambi eravamo del parere che anche alle nostre latitudine del Sud d’Italia era possibile “ideare” costruzioni per “abitare bene”. Si pensava di vederci alla Fiera di Milano per concretizzare l'idea. L'idea che l'Uomo è al centro del Suo sistema ambiente, e la casa è il "luogo geniale" con cui quest'Uomo si relazione con il sole, con il vento ma anche con gli affetti. Ugo Sasso mi ha lasciato questo messaggio: semplice, romantico e ricco di valori, a cui il mondo ormai guarda. Lavorare per concretizzare questo progetto “mediterraneo” sarà il modo migliore di ricordare i suoi insegnamenti.


Giuseppe Sechi  www.pantelleria-isl.it/Dammuso.html


 

 
 
 

Post N° 650

Post n°650 pubblicato il 15 Gennaio 2009 da uomo_ambiente
Foto di uomo_ambiente

Ricevo e pubblico con piacere, ringraziando il sen Fluttero

MORIA API DECISIONE CONSIGLIO DI STATO SOLO UNA TAPPA E NON DEFINITIVA RISOLUZIONE ALLA MORIA DELLE API ”

La decisione di oggi del Consiglio di Stato non deve essere considerata come una definitiva soluzione, ma solo come un ulteriore passo per la risoluzione del problema della moria delle api.

Ad oggi infatti, oltre la possibile incidenza dei fitofarmaci, in particolare quelli a base di neonicotinoidi, sono molte le cause ipotizzate e già al vaglio di studiosi ed esperti, quali l’indebolimento genetico causato dalla forte importazione di api regina e sciami da paesi terzi, le patologie veterinarie che storicamente affliggono gli sciami, la peste europea, le condizioni climatiche.

Il Parlamento europeo, in una risoluzione votata nel novembre scorso, si era impegnato ad approfondire e affrontare questo problema e aveva chiesto a tutti gli stati membri di impegnarsi maggiormente oltre che nella difesa del settore apicolo anche nella ricerca delle cause che ne continuano i problemi. È quindi necessario, attendere l’esito definitivo degli studi in corso e trovare una risoluzione definitiva e scientifica al problema.

Infatti, considerando solo una possibile causa ed escludendo le altre, si rischia di non superare in modo strutturale il problema della moria delle api e di mettere ulteriormente in crisi apicoltori, agricoltori e danneggiare l’equilibrio e la biodiversità ambientale.

Sen Andrea Fluttero (PDL)

Segretario commissione Ambiente Senato

Responsabile politiche ambientali AN- PdL

 
 
 

Post N° 649

Post n°649 pubblicato il 23 Dicembre 2008 da uomo_ambiente

E’ Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
E’ Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.
E’ Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
E’ Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
E’ Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.
E’ Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.

Madre Teresa di Calcutta

Ringrazio IlDelfino05 per questo messaggio...

 
 
 

Post N° 648

Post n°648 pubblicato il 21 Dicembre 2008 da uomo_ambiente
Foto di uomo_ambiente

BUONE FESTE A TUTTI!

 
 
 

Post n°647 pubblicato il 12 Dicembre 2008 da uomo_ambiente
Foto di uomo_ambiente

dal sito di Licia Colo'

www.animalieanimali.it

12 dicembre 2008

Cremino ignorato, maltrattato dopo 5 anni di detenzione a catena.

Cremino illuso, deluso, sfiorito, perso.
Nessuno sceglie di adottarmi, mai, non viene posta neanche l'eventualità.
Parecchi di voi chiedono continuamente informazioni su di me ma nessuno scrive o chiama per una richiesta di affido.
Le mie giornate sono all'insegna dell'attesa: aspetto i miei umani che ogni domenica, ormai da 10 mesi senza saltarne neanche una, vengono a trovarmi per dedicarmi tutto il pomeriggio in loro compagnia.
Usciamo insieme anche a Scricciola, mia vicina di box, che adoro.
Ogni volta rientrare in cella è uno strazio per tutti.
A volte mi impunto lì davanti e guardandoci negli occhi mi ritrovo tra le loro braccia, attendiamo un po' e poi mi dico che è inutile farli soffrire ulteriormente, per cui alla fine entro senza troppe storie.
I pensieri che scorrono nella mia mente sono innumerevoli, molti mi sfaldano l'anima:
quando siete con i vostri animali, quando li accarezzate, baciate, quando li guardate negli occhi, ricordatevi che io sono qui.
Quando siete in procinto di addormentarvi sapendo che loro sono al sicuro, al caldo, teneramente addormentati vicino a voi, ricordatevi che io sono qui.
Quando avete timore di entrare in rifugi, canili perché avete terrore di confrontarvi col dolore, che tanto sana e tanto fortifica, ricordatevi che io sono qui insieme a tanti miei simili che attendono una possibilità che non arriverà mai.
Alcuni moriranno con questo desiderio sospeso, altri resteranno ancorati alla loro cella per sempre, pietendo continuamente una carezza che perché troppo piccoli o grandi, chiari o scuri, pelo corto, o lungo, non andremo mai bene.
Sono un canetto di 6 anni circa, taglia medio piccola, color crema con un principio di leishamania, ormai rientrata e quasi negativizzata, gioioso e gaudioso, adoro le femmine, vado a simpatie con i maschietti, ma non sono mai andato bene a nessuno.
Mi ero innamorato perdutamente di una bambina che è venuta a trovarmi più volte in questi mesi.
Ci siamo divertiti un mondo insieme, quasi ci credevo, poi le ho sentito dire che preferiva un cucciolo.
Auguro a tutti voi ogni bene e spero di potervelo donare prima o poi, incondizionatamente.
Buon Natale… qui… dal mio gelido box.

Grazie di cuore
Ambra

Per info e affidi  393/1118032  ambra.da@gmail.com
Adozione centro Nord-Italia

 
 
 

Cani e treni

Post n°646 pubblicato il 19 Novembre 2008 da uomo_ambiente

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ROMA - Via libera ai cani in treno ma stop alle razze ritenute pericolose. Inoltre, scompartimento ad hoc per le razze di qualunque taglia. Questa la nuova disciplina di Trenitalia, che partirà dal prossimo 1 dicembre.

Le norme sono state presentate questa mattina alle Ferrovie dello Stato, alla presenza del sottosegretario al Welfare, Francesca Martini, e del sottosegretario al Turismo, Michela Brambilla, insieme ai dirigenti di Trenitalia e Ferrovie dello Stato. In particolare, dal 1 dicembre prossimo i cani di piccola taglia, i gatti e gli altri piccoli animali da compagnia sono ammessi gratuitamente su tutti i treni nell'apposito trasportino.

 I cani di qualunque taglia, muniti di museruola e guinzaglio, sono ammessi sui treni Ic Plus, Ic ed Espressi a pagamento, nell'ultimo scompartimento (negli ultimi sei posti delle carrozze a salone) dell'ultima carrozza di seconda classe. Il posto di fronte al viaggiatore con il cane non è prenotabile da un altro cliente. Per quanto riguarda i cani reattivi, quelli appartenenti a razze ritenute pericolose non sono ammessi. E' obbligatorio per tutti i cani ammessi al trasporto il certificato di iscrizione all'anagrafe canina.

Per quanto riguarda i treni regionali, i cani di qualunque taglia muniti di museruola e guinzaglio, sono ammessi, a pagamento, sulla piattaforma o vestibolo dell'ultima carrozza con la sola esclusione delle ore di punta del mattino, (tra le 7 e le 9) dei giorni feriali, salva diversa indicazione da parte della regione competente. I cani di qualunque taglia (a pagamento) e gli altri piccoli animali da compagnia (negli appositi contenitori e gratuitamente), sono ammessi nelle carrozze cuccette e letto solo nel caso di disponibilità dell'intero compartimento.

Le norme non riguardano i cani guida per ciechi, ammessi gratuitamente su tutti i treni, senza vincoli. Infine i cani di qualunque taglia ammessi a pagamento nello scompartimento ad hoc dovranno essere sempre muniti di museruola e guinzaglio. L'eventuale presenza contemporanea di cani "incompatibili" sarà, volta per volta, gestita dal personale di bordo, appositamente istruito.
fonte: Vigilanzambientale

 
 
 

Post N° 645

Post n°645 pubblicato il 05 Novembre 2008 da uomo_ambiente

PN Abruzzo, Lazio, MoliseUn fine settimana molto speciale

 

...per parlare di archeologia, nei colori autunnali del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, attraverso il cinema, il teatro, il canto e l'arte artigiana locale

8 e 9 novembre 2008

Il programma:

Barrea, Cine Locanda al Colle (Centro Storico)

sabato 8 novembre 

ore 16.00 Presentazione pubblica del filmato:"Nozze Sannite. Percorsi poetici del genius loci nella terra dei Safini" - Prodotto da Parchi per il futuro e O Thiasos Teatro Natura con la partecipazione della Regione Abruzzo, Soprintendenza per i Beni Archeologici d'Abruzzo,Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise.Regia di Sista Bramini.

ore 18.30: aperitivo con prodotti locali

ore 19.00: visita all'Antiquarium dei SafiniCivitella Alfedena, Centro Culturale

sabato 8 novembre

ore 21.30 Spettacolo teatrale:Numa. Roma non fu fatta in un giorno di O Thiasos Teatro Natura Regia e narrazione di Sista Bramini

Villetta Barrea - Mostra Futuro Remoto (Palazzo Dorotea, Via Benedetto Virgilio)

domenica 9 novembre

ore 10.00 L'arte del canto e l'arte artigiana che parlano di archeologia Francesca Ferri e con il suo trio (Camilla Dell'Agnola. Valentina Turrini e Francesca Ferri) in alcuni brani delle Metamorfosi di Ovidio

Sfilata dei partecipanti davanti a oggettistica da tavola  (Terre d'Abruzzo di Gabriella del Pinto),

oreficeria (Art Idea di Dantina Grosso), maglieria d'arte (La pecora nera di Rosaria Barbato)

Mostra mercato dell'artigianato che diffonde l'archeologia.

Nel pomeriggio della domenica alle ore 15.30 è programmato presso i locali del Laboratorio

Didattico del gusto, del paesaggio della transumanza (Museo della Transumanza di Villetta Barrea) un incontro degli Archeoclub dell'Alto Sangro e degli appassionati del patrimonio archeologico del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise.

Informazioni tel Associazione Culturale Futuro

Remoto 3403174515

 
 
 

Post N° 644

Post n°644 pubblicato il 05 Novembre 2008 da uomo_ambiente

Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

 

PROGRAMMI EUROPEI LIFE +

APPROVATI DUE PROGETTI DEL PARCO

Assergi 03/11/08

La Commissione europea ha approvato il finanziamento di 143 nuovi progetti relativi al programma per l'ambiente Life+, di cui 26 in Italia. Nell'ambito di questi, dei 10 "Life Natura", ben due appartengono al Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

Il primo progetto e'  il LIFE+ EX-TRA (Exchange - Transfer) e guarda programmaticamente al "Miglioramento delle condizioni per la conservazione di grandi carnivori ed al Trasferimento di buone pratiche tra i partners". Coinvolge, insieme al Parco del Gran Sasso e ai  parchi nazionali dei Monti sibillini e dell'Appennino Tosco - Emiliano, l'Universita'  di Brasov in Transilvania, il Ministero bulgaro dell'Ambiente e delle Acque, L'ONG Balkani Wildlife Society, la Wildlife and Nature Conservation Society per la Grecia. L'obiettivo e'  di promuovere azioni per favorire la conservazione a lungo termine dei grandi carnivori come lupo ed orso. L'idea progetto e' derivata dalla precedente e fruttuosa esperienza del LIFE COEX "Migliorare la coesistenza tra grandi carnivori ed attivita'  antropiche" ed ha oggi l'intenzione di trasferire le buone pratiche acquisite nei nuovi siti individuati dai partners, attraverso azioni quali distribuzione di recinti elettrici e cani da guardia, incremento della disponibilita'  di prede selvatiche in natura, coinvolgimento degli stakeholders, in particolare allevatori, nella conservazione dei grandi carnivori e nell'applicazione delle migliori tecniche di allevamento e dei migliori sistemi di prevenzione del danno.

Oltre 3 milioni di euro il budget complessivo del progetto, finanziato dalla UE per circa il 70%.

Il secondo progetto si chiama ANTIDOTO, "Nuove strategie contro l'avvelenamento di grandi carnivori e rapaci necrofagi" e vede come partner le istituzioni spagnole della Junta dell'Andalusia e del Governo d'Aragona. L'obiettivo del progetto e'  di favorire la conservazione a lungo termine dei grandi carnivori come lupo ed orso e, nel contempo, i principali rapaci necrofagi come gipeti e grifoni attraverso l'istituzione di unita'  cinofile antiveleni, una nel Parco Gran Sasso - Laga e l'altra nella regione aragonese, addestrate da esperti dell'Andalusia, regione in cui la tecnica delle squadre cinofile appositamente addestrate ha gia'  dato buoni

risultati. Tra i risultati auspicati e' , infatti,  l'eradicazione dell'uso illegale di veleni a vantaggio delle popolazioni di lupo e orso ma anche di rapaci necrofagi. 

Un milione e mezzo di euro il budget complessivo del progetto, finanziato dalla Comunita'  Europea per il 50%.

Il Commissario Straordinario Giandonato Morra ha espresso soddisfazione per il risultati ottenuti dal Parco in ambito europeo: «Il programma Life+ gia' in passato ha consentito al Parco di gestire habitat peculiari e di conservare specie animali e vegetali minacciate. I nuovi finanziamenti daranno quindi nuovo impulso alle molteplici e qualificate attivita'  del Parco nel campo della salvaguardia ambientale, consentendo, per un periodo di quattro anni, di operare in sinergia con realta'  internazionali, secondo la logica di un confronto proficuo per la risoluzione di problematiche comuni».

 
 
 

Post N° 643

Post n°643 pubblicato il 05 Novembre 2008 da uomo_ambiente

Parco dei Nebrodi

Potenziati sevizi base e infrastrutture per la fruizione 

 

Visita della Commissione di collaudo presso i cantieri dei lavori di infrastrutture e servizi di base per la fruizione del Parco, in corso di realizzazione nell'area protetta del Parco dei Nebrodi. La Commissione, nominata dall'Assessorato regionale Territorio e Ambiente, presieduta dall'Ingegnere Salvatore Maugeri e dal funzionario dell'Assessorato regionale Giuseppe Rizzuto, ha effettuato nei giorni scorsi dei sopralluoghi nelle aree attrezzate di "Piano Cicogna", nel Comune di Cesarò, nell'area di sosta "C.da Cicaldo" a San Fratello, a "Portella dell'Obolo" nel territorio di Capizzi, nell'area di sosta attrezzata "SP 168 km 24,5 a Caronia e nell'area attrezzata e rinaturazione "Strada dissestata" nel comune di Capizzi. I lavori sono stati finanziati dall'Assessorato Territorio e Ambiente nell'ambito della Misura 1.11. Tra gli obiettivi dei lavori, quello di predisporre aree attrezzate e sistemi alternativi di fruizione, prevedendo inoltre la bonifica di aree degradate per rendere più vivibile ai visitatori l'area del Parco dei Nebrodi.

All'interno delle aree attrezzate sono previste strutture in legno, parco giochi, area pic-nic, un chiosco principale di ricezione ed informazioni, posto all'ingresso delle aree principali. Nel progetto rientra anche una rete di sentieri interni, dotati di una completa segnaletica informativa. Nell'area di Piano "Cicogna" tra le aree di maggiore rilevanza è prevista una zona destinata allo stallo ed al ristoro dei cavalli, per favorire le visite delle ippovie e valorizzarne il cavallo sanfratellano.  "Le aree attrezzate assicurano un migliore godimento della natura e costituiscono dei punti di interfaccia - spiega il Commissario Straordinario dell'Ente Parco Antonio Ceraolo - fra visitatori e attività produttive del territorio, in quanto luoghi privilegiati di promozione di prodotti tipici alimentari e agricoli, provenienti dai mestieri e dalle tradizioni artigianali dell'area dei Nebrodi".

 
 
 

Post N° 642

Post n°642 pubblicato il 05 Novembre 2008 da uomo_ambiente

Parco Regionale Sirente Velino in soccorso degli allevatori

Installati 4 serbatoi per  la conservazione di 200 mila litri di acqua sul monte Sirente

Stop alle emergenze idriche in alta quota: il Parco Regionale Sirente Velino in soccorso degli allevatori. Sul Monte Sirente, nel territorio di Celano, l'area protetta presieduta da Nazzareno Fidanza, d'intesa con l'associazione allevatori della Marsica, ha istallato 4 serbatoi da 50 mila

litri alimentati dalla sorgente di Fonte Monacesca, per garantire il

rifornimento idrico agli animali al pascolo nell'area montana: pecore, cavalli e mucche. I mega contenitori alimenteranno tre fontanili in pietra, in fase di realizzazione, nelle aree di Fonte la Valle e Fonte Arzano e Fonte Monacesca. Ai nastri di partenza interventi anche nei comuni di Magliano dei Marsi, Gagliano Aterno e nella frazione di Rovere a Rocca di Mezzo. Il progetto, per un investimento di 210 mila euro, è finalizzato al recupero di fontanili e corpi idrici. L'obiettivo del Parco è volto a dare risposte concrete ai bisogni degli allevatori e a ridurre l'impatto antropico di camion e fuoristrada nel cuore dell'area protetta. L'operazione rientra nelle politiche di sostegno per un settore importante del territorio, che rappresenta una fonte di reddito per decine di operatori e una garanzia di assoluta qualità per i consumatori.

Il piano di lavoro è stato elaborato da una Commissione tecnica dell'Ente, dopo avere analizzato tutte le richieste pervenute dai Comuni, in base alle esigenze degli allevatori che utilizzano come pascolo aree di alta quota dove, soprattutto d'estate, le risorse idriche scarseggiano. Il progetto è stato realizzato dal direttore del Parco,

L'installazione dei serbatoi e il recupero dei corpi idrici situati in punti strategici puntano a dare risposte agli allevatori e ad ottimizzare l'uso delle risorse idriche con un occhio attento all'impatto ambientale

 
 
 
 
 

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