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CASA ALBERGO "LA QUIETE"

Post n°6 pubblicato il 30 Marzo 2006 da la_professora2000

Leggendo l’insegna hai l’idea di un posto tranquillo dove le persone che la popolano vivono nella serenità totale…con l’immaginazione cerchi di portarti all’interno. Qui speri di trovare Quattro vecchietti che giocano a carte, un vecchietto e una vecchietta che amoreggiano su di una panchina, un altro che beve il suo cognac…sperando di trapelare nei loro occhi gioia e tranquillità.

SOLO UN SOGNO!

Tre giorni fa ebbi la notizia che un mio vicino di casa gravemente malato, era stato prelevato dai quattro figli dall’ospedale e portato in una casa di riposo perché bisognoso di cure in quanto nessuno aveva “tempo da perdere”(tre figli maschi, una figlia femmina, tre nuore, un genero e cinque nipoti grandi per accudire al nonno).

Di corsa volo con il mio scooter per giungere alla casa di riposo, sentivo la necessità di salutare il povero vecchietto, con la consapevolezza che fosse stata l’ultima volta. Suonai, mi aprirono il cancello e gia avvertii un senso di tristezza. Ad accogliermi sulla prima scala a destra, seduta, era una vecchietta dallo sguardo assente e le braccia incrociate. - Buonasera! Le dissi e lei mi rispose con un filo di voce; A sinistra un gradino più su c’era un signore dall’aspetto gentile, giacca e cravatta, avrà avuto sessanta anni, pensai sarà un medico ma quando guardai gli occhi e vidi le pantofole... compresi! Finalmente arrivò la porta, ad aprirmi un’infermiera: -sera!chi cercate? Per un attimo non ricordavo più, ma guardai imbambolata, terrorizzata avevo timore di continuare la mia scalata. Nicola…-cerco Nicola, le dissi. Prego mi segua…interminabili minuti, dovevo arrivare solo al primo piano, non oso descrivervi ciò che i miei poveri occhi hanno visto. Il dolore che il mio misero cuore ha provato alla vista di tanto orrore. Chi di voi ha visto il celebre film “Il ritorno dei morti viventi”?Ecco…adesso avete un’idea!Giunta sull’uscio della camera di Nicola, lo vidi moribondo, con un sondino nel naso da dove era alimentato, ma mentalmente lucido al punto di riconoscermi, di dirmi quanto soffriva e invocando la morte con un filo di voce giustificava l’azione compiuta dai suoi “figli”, ringraziandomi della presenza. Non so quanto tempo sono rimasta lì, ma so di certo che sono scappata angosciata come non mai, piangendo a dirotto. Mille visioni nella mia mente e sicuramente tanta rabbia! Chissà cosa avrei dato per poter accudire per altri cento anni mio padre, potergli stare accanto e tenergli la sua mano nella mia per accarezzarlo, lavarlo, sbarbarlo, non avrei chiuso un attimo gli occhi per non perdermi neanche un istante della sua vita e invece non è cosi per tutti; C’è chi preferisce “liberarsene” affidandoli alla “casa albergo”!Altro che casa albergo…il trapasso per il cimitero.

Ieri sera la notizia: E’ MORTO NICOLA!

Logicamente solo come un cane, direttamente la bara in chiesa dove i figli aspettino di sotterrarlo per liberarsene definitivamente, ma è possibile che un genitore dopo anni di sacrificio deve finire i suoi giorni lontano dai figli?E’possibile che un figlio non senta il bisogno di vivere gli ultimi attimi di vita di suo padre?NO NON E’ POSSIBILE EPPURE ESISTE!

QUESTI PER ME SONO OMICIDI VOLONTARI!

 
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