L'urlo nel vuoto

IN DUBIO PRO REO


Da più di un mese ad oggi, ad ogni apertura di telegiornale, la notizia principale riguarda sempre il giallo dell’estate. L’omicidio di una ragazza di 26 anni, Chiara Poggi, uccisa per ragioni ignote, in una villetta nel comune di Garlasco.Francamente io non ho nessuna intenzione di entrare nel merito della questione cercando di capire se l’unico indiziato, il fidanzato sia il colpevole o cosa. Nei suoi confronti sono già stati presi provvedimenti restrittivi come se il colpevole fosse sicuramente lui ma... se cosi non fosse, in mancanza di prove… Il fatto che lui sia un ragazzo di buona famiglia, laureando alla Bocconi, che quasi certamente gode anche di una buona posizione finanziaria, che per la ragione medesima gode anche della possibilità di difendersi in modo efficiente, potendo contare su avvocati di primo piano in parte lo pone al riparo da una soluzione certa al caso.  Ma tale modo di agire è giusto? Non si considera un principio di grande civiltà giuridica la presunzione d’innocenza? Il punto della mia riflessione è questo: Se il metodo di procedere dell’autorità giudiziaria, fosse normalmente questo? Beh… francamente non lo so, ma che ragione avrei di credere diversamente, a meno di dover considerare  una forzatura dovuta alla sovraesposizione mediatica, e per tale congiuntura sia pure manipolata la capacità di agire con serenità, inducendo le autorità inquirenti a trovare un colpevole ad ogni costo; sia pure! Ma se fosse capitato ad una persona che non possa godere delle stesse possibilità dell’unico indagato?