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Religiose e tratta.......

Post n°5 pubblicato il 16 Giugno 2009 da usmidiocesinapoli
 

Lunedi 15 Giugno 2009
TRATTA - Una vergogna nascosta
Incontro mondiale delle religiose contro lo sfruttamento di donne e minori
Il "superamento di ogni forma di sfruttamento" delle vittime della tratta di persone e un "coraggioso impegno in difesa dei diritti umani": è quanto ha chiesto Benedetto XVI in un telegramma, firmato dal segretario di Stato card. Tarcisio Bertone, inviato alle 50 partecipanti al convegno internazionale "Religiose in rete contro la tratta di persone", in corso dal 15 al 18 giugno a Roma. Il congresso è organizzato dall'Unione internazionale superiore generali (Uisg) e dall'Oim (Organizzazione internazionale migrazioni), che dal 2004 collaborano per contrastare il fenomeno, coordinando 15 reti internazionali che comprendono 252 congregazioni femminili in 36 Paesi. In particolare l'Oim ha formato negli anni 500 suore in tutto il mondo. Il Papa ha rivolto un "beneaugurante saluto" ed espresso "vivo apprezzamento per la lodevole iniziativa", auspicando "rinnovata consapevolezza per l'inestimabile valore della vita" e "sempre più coraggioso impegno in difesa dei diritti umani e per il superamento di ogni forma di sfruttamento". L'inizio dell'impegno delle religiose risale al 2001, e fu assunto da 800 superiori generali. Obiettivo dei lavori è rendere maggiormente operativo il collegamento tra religiose nei Paesi di provenienza, di transito e di arrivo, per una più efficace azione di prevenzione, denuncia e contrasto.

"Fenomeno criminale". "Non ci possono essere dubbi sul fatto che il traffico di donne sia un fenomeno criminale che viola i diritti umani fondamentali e distrugge spiritualmente e anche materialmente vite umane". Perciò "dobbiamo parlarne, ed agire con fiducia e sicurezza nella consapevolezza che, come cristiani, non possiamo restare in silenzio". Lo ha affermato mons. Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, aprendo i lavori del congresso. In questo campo, ha sottolineato, la Chiesa "non solo ha un ruolo importante, ma anche profetico". "La tratta di persone - ha precisato - è stata in effetti nascosta per troppo tempo sotto le strutture di potere e di controllo che coprono la vergogna e l'ipocrisia di alcuni componenti della società". Di fronte a questa "zona oscura della condizione umana" mons. Vegliò propone alle religiose sei piste di riflessione: "conoscenza, impegno, sviluppo personale e spirituale, collaborazione e condivisione di informazioni, formazione". Il presidente del Pontificio Consiglio ha invitato a promuovere "programmi appropriati nelle scuole" ma, soprattutto, a rieducare il "lato della domanda". In questo senso, ha sottolineato, "ci possono essere opportunità per lavorare insieme con i religiosi". Mons. Vegliò ha infine suggerito di utilizzare "programmi e campagne" e l'informazione attraverso i media.

"No a silenzi e complicità". Un invito "teologico" a "prendere la parola" contro lo sfruttamento delle donne vittime di tratta e a rifiutare il "silenzio e la implicita complicità di chi pensa che non ci riguarda, che sono problemi troppo grandi e inaffrontabili, che in fondo basta essere persone per bene e prudenti per non trovarsi in certe situazioni". Lo ha rivolto alle religiose la teologa Stella Morra, docente alla Pontificia Università Gregoriana. Morra ha ricordato che "la violenza non è solo quella che le donne e i bambini subiscono" ma anche "quella di un intero sistema che circonda questi fatti". Secondo la teologa "è vero che ancora esiste una struttura patriarcale delle società che tende a considerare le donne oggetti, comprabili e vendibili, che non riconosce loro la dignità di persone a pieno titolo; è vero che a livello di cultura e di educazione abbiamo ancora molta strada da compiere". A suo avviso si può spezzare la spirale della violenza a partire dalla condivisione e dall'aiuto tra donne, per "smascherare le complicità, l'ignoranza e la connivenza". Suor Viviana Ballarin, presidente dell'Usmi (Unione superiori maggiori d'Italia) ha notato che con questo impegno "la vita religiosa entra nelle pieghe più oscure del male e del peccato" ed è una presenza femminile preziosa "in una Chiesa che a volte eccede in presenze maschili e di burocrazia". Durante la presentazione del convegno in sala stampa vaticana, suor Bernadette Sangma (Fma) ha fanno notare che c'è anche una domanda che "proviene da mariti e padri di famiglia che si dicono cristiani praticanti". A questo proposito viene rivolto un invito alle congregazioni maschili e al clero diocesano perché si coinvolgano nell'azione di "formazione dei giovani e degli uomini".

Alcuni dati. Secondo i dati forniti dal Oim relativi al 2007 sono circa 2 milioni e mezzo le vittime della tratta a scopo di sfruttamento sessuale, di cui almeno 500.000 in Europa e da 29.000 a 38.000 in Italia. Stefano Volpicelli, dell'Oim, ha invitato a dare risposte a livello "glocale", ad esempio "gestendo l'aumento incontrollato dei processi migratori soprattutto interni", "riducendo l'aumento delle diseguaglianze sociali, delle povertà e delle discriminazioni di genere", "prosciugando il sommerso nel quale si annida lo sfruttamento lavorativo" e "favorendo i canali legali della migrazione, del lavoro". Carmela Godeau, vice-capomissione Oim a Roma, ha ricordato che una parte importante del lavoro riguarda l'assistenza al ritorno volontario: dall'Italia nel 2008 sono rientrate in patria "81 vittime di tratta e 137 casi umanitari". Godeau ha anche denunciato l'incremento "di circa il 900 per cento di ragazze sbarcate a Lampedusa e provenienti dalla Nigeria", potenziali vittime di sfruttamento sessuale.

 
 
 
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