ussanmartino

NOMI E COGNOMI

Sembra proprio che quest’anno sia uno di quelli in cui niente va per il verso giusto. Adesso posso capire come si sentono ormai da circa 16 anni i tifosi interisti (non me ne vogliano): grandi giocatori con nomi altisonanti nella rosa in grado da soli di fare la differenza; sogni di gloria, ma la squadra è fatta di 11 elementi che purtroppo non riescono ad entrare in sintonia. Quindi grosso potenziale ma che non si esprime.

Già l’inizio dell’anno è cominciato con il distacco di una delle figure storiche nonché factotum e collante della società, il Sig. Catenacci Giovanni, che dopo anni di rospi ingoiati e scontri verbali ha deciso di intraprendere una nuova esperienza. Ho avuto modo molte volte di scontrarmi con lui verbalmente per divergenze di opinione o per differenti vedute sulla gestione dei giocatori (il sottoscritto in primis) ma il tutto era dettato dal desiderio che la società riuscisse sempre nel migliore dei modi e raggiungesse sempre l’obbiettivo massimo che gli atleti a disposizione potevano permettere.

Comunque sorvolando su questo aspetto personale, desidero evidenziare come la mancanza di tale persona ha fatto si che si perdesse il riferimento fisico con la società; andatosene CG nessuno informa puntualmente i giocatori sulle partite, l’orario di ritrovo, della partita, le variazioni etc. viene detto a chi è ad allenamento e ci si limita a dirlo, se non presente, a qualche prediletto. È come se la società di punto in bianco sia venuta a mancare. È vero, forse CG era a volte fin troppo maniacale ma era utile e riusciva comunque a far funzionare un gruppo. Questo ora non succede.

La premiata ditta Bonazzoli Giovanni – Corsini Stefano, presidente e allenatore/preparatore, che si sono assunti l’onere e l’onore di gestire la situazione dopo la partenza di CG non si rendono conto che la situazione così non funziona. Il calcio non è fatto solo di numeri, ruoli, gol e sostituzioni prestabilite a priori. Nel nostro piccolo il calcio è e deve essere fatto anche e in primis da persone. Da persone differenti con una propria testa, con delle proprie idee, con un proprio carattere e nella nostra realtà con una vita personale (famiglia o single) e un lavoro. se non si coinvolge la persona e ci si limita all’atleta abbiamo già perso in partenza.

Quello di cui non ci si rende conto è che un gruppo non si è ancora formato; sono tutte piccole realtà distinte con un ceppo principale formato dalla "vecchia guardia" che però non entrano in contatto e sintonia. In più abbiamo una figura di mister (spero si colleghi qualche volta e non prenda quello che dico come un offesa ma come uno stimolo e uno spunto per riflettere) che non ha molta dimestichezza con i rapporti inter-personali: persona disponibile e seria ma di poche parole e poco espansiva, che purtroppo pensa di trovare un equilibrio tra gli elementi distribuendo in modo equo i minuti giocati con le sostituzioni. Purtroppo non è così. Molti vedono i giorni di allenamento anche come uno svago e molti erano abituati a confrontarsi in gruppo se le cose non andavano e quando si era sull’orlo del baratro veniva detto tutto anche a rischio di discussioni "feroci" che però alla fine risolvevano il problema.

Attualmente di confronti non ce ne sono stati. Tutti si aspettavano una sferzata dopo l’esclusione dalla coppa, e invece niente. Ci si è attaccati alla condizione atletica. Ma quando mai. Penso che siamo una della compagini meglio preparate atleticamente (merito a Corsini questo glie lo devo), ma purtroppo non siamo una vera squadra. I motivi che potrei portare sono ovviamente personali e se fosse utile li direi tranquillamente come ho sempre fatto; solo che se come tutte le volte che parlo ciò che dico viene preso come offesa personale e mi devo beccare le conseguenze (leggasi mancanza di parola da parte del mister, esclusioni spesso non giustificate, sostituzione come sopra etc….. non proprio un comportamento limpido) allora me ne stò zitto e continuo a giocare per divertimento.

Penso comunque che un allenatore debba essere sopra le parti; non deve essere un giocatore e deve comunque considerare anche la realtà in cui giochiamo. Non concepisco ciò che è successo sabato. Mister in campo e il sig. Avanzi in panca. Che A. non dia il massimo in allenamento non è un mistero, però è un giocatore ancor prima del Mister e per questo va fatto giocare per di più in una occasione in cui ci sono solo 12 atleti a disposizione. Poi questo si incazza non viene più e allora come già successo lo si riverisce e per recuperarlo lo si fa giocare ad oltranza, al di là magari dei meriti, a discapito di chi è rimasto e si vede scavalcare da persone (A. è un esempio) che vanno e vengono a piacimento.

Penso anche che un allenatore debba richiamare i suoi atleti se hanno un comportamento che non è per niente in linea con quello di una squadra. Un giocatore che chiede il cambio solo perché richiamato da un compagno per una posizione sbagliata, minacciando anche che se non viene tolto si fa cacciare, è una situazione che va chiarita e subito.

Penso inoltre che un allenatore al giovedì sia al corrente di chi è disponibile o meno e di conseguenza possa chiaramente dire quale atleta deve venire e quale no…se poi siamo contati non vedo il problema. Non può pretendere di convocare uno al sabato mattina per il sabato pomeriggio, per due motivi: 1- rispetto; 2- tutti hanno una vita personale.

Penso anche…..forse è meglio smettere perché più vado avanti e più mi accorgo che è tutto inutile se solo una persona si espone e non è il gruppo che chiede una svolta.

Se qualcuno degli atleti che visita le pagine del blog vuole contribuire con delle impressioni e se magari tutti lo facessimo di persona guardandoci in faccia la situazione potrebbe migliorare.

il capitano